Serie TV > Violetta
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Autore: Francesca_3107    06/12/2013    7 recensioni
Lei, un'orfana, reduce da un passato spaventoso.
Lui, bello e ricco, con un presente tormentato.
~*
-Continua pure quello che stavi per fare- si pronunciò maliziosamente, rompendo il silenzio.
-E tu chi saresti?- gli domandai, coprendomi alla bell e meglio.
-Questa è più una domanda che dovrei fare io, non credi?- mi rispose, alzando un sopracciglio.
-Non rispondermi con un'altra domanda!- dissi stizzita.
-Perché non dovrei? È lecito porti questa domanda, sei in casa mia- fece avvicinandosi.
-Oh, quindi tu devi essere Leon- realizzai.
-Indovinato. E tu saresti, di grazia?- mi sorrise.
-Violetta, il nuovo acquisto dei tuoi- risposi sprezzante.
~*
Paring : Leonetta *-*
Il resto dei personaggi sono tutti nuovi, spero vi piaccia :)
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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Un bussare frenetico alla porta, mi fece svegliare di soprassalto. Con il sonno che ancora mi assaliva, misi un cuscino sulla testa per provare a ritrovare la pace, ma niente!
-Chi è che rompe!- urlai infastidita.
-Signorina, è ora di alzarsi. Deve andare a scuola.- mi disse una voce da dietro la porta. Sicuramente era quel rompipalle di Mr. Pinguì!
-Si si, adesso mi alzo! - risposi con fastidio. 
Mi alzai dal letto ed andai a fare una doccia fredda, per svegliarmi adeguatamente, dopodiché infilai il mio solito paio di jeans, un felpone nero, e le mie converse. Presi la borsa, imbattendomi poi nell'idiota. Aveva indosso la tipica giacca della squadra scolastica, i colori erano bianco e azzurro, sulla parte destra del petto, era cucita un' "H", azzurra con il bordo bianco.
-Giorno! Passata la sbronza?- gli domandai ghignando.
-Shh, non urlare mi fa male la testa!- rispose prendendosi la testa tra le mani.
-La prossima volta non bevevi. A proposito, ieri sei tornato in uno stato pietoso anche fisicamente. Che c'è, hai fatto a botte con qualcuno? - dissi poggiandomi alla porta, mordicchiando un'unghia.
-Non penso siano affari tuoi!- rispose squadrandomi dalla testa ai piedi.
 -Non vorrai venire a scuola con quella roba addosso, vero?- domandò, mettendo una mano davanti alla bocca per trattenere una risata.
-Perché, cos'hanno i miei vestiti?- risposi a tono, sollevando un sopracciglio.
-Sembri appena uscita da una discarica! - disse scoppiando a ridere.
-Smettila di ridermi in faccia! La tua opinione non m'interessa!- 
Incrociai le braccia e mi avviai, offesa, verso lo scalone di marmo. Improvvisamente, mi afferrò per il polso attirandomi a sé, facendomi ritrovare a un soffio dalle sue labbra. O no, ci risiamo! Già la notte scorsa non ero riuscita a prendere sonno a causa dell'incredibile vicinanza, con queste "cose", ci si metteva anche ora? Ma che diavolo, ci stavo ancora pensando?! L'unica spiegazione sensata era che quella casa era stregata! Anzi no, proprio sensata non era.
-Un'ultima cosa, tu ieri sera non mi hai visto. Non farne parola con nessuno, mi sono spiegato?- disse, interrompendo le mie elucubrazioni insensate.
-Si, io non faccio la spia. Puoi dormire sogni tranquilli. - risposi cercando di allontanarmi da lui.
-Ah, e un'ultima cosa-, avvicinò le sue labbra al mio orecchio, -Con questo abbigliamento non fai che confermare le mie parole, pezzente-. disse sprezzante.
Lasciò il mio polso e mi sorpassò proseguendo verso le scale. Non ci potevo credere, ancora con questa storia! Quel ragazzo era impossibile!
-Come già ti ho detto, della tua opinione non me ne può fregare nulla! Se il tuo intento è quello di piegarmi, stai fallendo.- risposi voltandomi verso di lui.
Sentii la sua risata in lontananza. Bene, la giornata era iniziata una meraviglia! 
A passo spedito, raggiunsi quella sottospecie di ragazzo in sala da pranzo dove, ad aspettarmi, trovai anche Tom ed Emma.
-Buongiorno- salutai nervosa.
-Giorno, Violetta- rispose Tom alzando, per un attimo, lo sguardo dal giornale per poi voltare pagina.
-Giorno tesoro, vieni accomodati- mi salutò cortese Emma.
Leon rimase in silenzio con una fetta biscottata in bocca e il telefono in mano.
Velocemente mi sedetti a tavola e presi una fetta biscottata, spalmandoci sopra della Nutella.
-Emozionata per il primo giorno di scuola?- mi domandò Emma sorridente.
-Ceeerto! Sprizzo gioia da tutti i pori, non si vede?- le risposi ironica, per poi dare un morso alla mia fetta biscottata.
-Vedrai andrà tutto bene, sono sicura che ti farai tantissimi amici- mi rincuorò lei.
-No, non credo proprio! Hai visto come diavolo si è vestita? Tutti le gireranno al largo per paura di prendere le pulci.- Intervenne Leon con astio.
-Leon, non tollero questo tuo atteggiamento nei confronti di Violetta! - disse Tom posando il giornale che, fino a quel momento,  era rimasto a leggere in silenzio.
-Oh, andiamo! Sono solo realista!- rispose piccato.
Tom gli lanciò uno sguardo che non ammetteva repliche, così Leon si zittì sbuffando e borbottando qualcosa d'incomprensibile.
-Cosa hai fatto alla faccia?- gli chiese l'uomo preoccupato, osservandolo meglio.
-Nulla, ieri ho sbattuto contro un palo, stavo con Stefan.- Rispose sicuro.
Se non fosse stato per il fatto che l'avevo visto ubriaco, forse gli avrei creduto. Era bravissimo a mentire.
- Sta accadendo troppo spesso.- Disse Tom, non convinto.
- È che sono distratto. Smettila di starmi così addosso-. Concluse stizzito.
Tom, non rispose. Evidentemente era abituato ad avere certe conversazioni con il figlio. Emma, invece, non si pronunciò proprio. 
Finito di fare colazione, mi alzai dal tavolo.
-Bene, andiamo?- chiesi annoiata a Leon.
-Dici a me? No cara, mi viene a prendere un mio amico e tu non sei invitata. Fatti accompagnare da Rodrigo!-
-Leon, non essere maleducato. Sono sicuro che a Stefan non dispiacerà accompagnare anche Violetta.- intervenne Tom severo.
-No, non se ne parla proprio! Io in giro con questa, non mi ci faccio vedere. Rovinerà la mia reputazione!- rispose stizzito.
-Quale reputazione? Quella del coglione?- dissi con ironia incrociando le braccia.
Lui mi guardò furioso, aprì la bocca per parlare ma venne interrotto da Emma, -Ok, stop! Adesso muovetevi che altrimenti farete tardi.- disse con calma.
-Si si! - parlò Leon, recandosi fuori casa.
Salutai i due adulti con un timido cenno della mano e raggiunsi i due fuori. 
Aperta la porta d'ingresso, vidi l'idiota camminare avanti e indietro discutendo animatamente con un ragazzo, che indossava la stessa giacca di Leon, poggiato ad una porche nera decappottabile. L'amico si accorse della mia presenza e avvisò Leon.
Sorridente mi avvicinai all'auto e rivolsi la mia attenzione al bellimbusto dagli occhi grigi. 
-Ciao, io sono Violetta- Gli dissi, porgendogli la mano.
-Piacere, Stefan- rispose lui, stringendomela.
-Bella macchina! - esclamai sorridente.
-Grazie mille! È il mio tesoro- mi rispose, con gli occhi che gli brillavano.
-Ok ok, abbiamo fatto le presentazioni. Adesso vogliamo andare?- c'interruppe Leon.
-Ma quanto sei noioso! Mangiati un'emozione una volta ogni tanto!- gli risposi con ironia.
Stefan rise alla mia battuta andando al posto di guida, mentre Leon sinnervosì ancora di più. Velocemente salii in macchina e lui dopo di me, sbattendo forte lo sportello.
-Ehi, Brò vacci piano con il mio tesoro- lo riprese Stefan.
-Sta zitto! E metti in moto va' - rispose male, il rompiscatole.
-Come non detto!- Occhi grigi, alzò le mani in segno di resa e mise in moto il suo gioiellino. 
Velocemente uscimmo dalla villa e ci dirigemmo verso la scuola.
-Quindi tu sei quello che deve sopportare il mio adorato "fratellino" quando non è in casa, dico bene?- chiesi a Stefan.
-Già! Povera te, non so come tu faccia a viverci-. Mi rispose ridendo.
-Non lo so neppure io, sono arrivata solo ieri e già non lo sopporto più. È proprio un bimbo viziato!- ripresi scostandomi i capelli dal viso.
-Uh, puoi dirlo forte! Non sai di quella volta che.. - 
- Ok, smettetela! Io sono qui, non parlate di me come se non ci fossi. - si voltò indietro - tu ragazzina, smettila di fare la stupida! Mi hai già stancato!- poi si voltò verso l'amico - e tu smettila di fare comunella con lei! - gli intimò puntandogli il dito contro.
-Ehi calma, stavamo solo parlando- gli risposi neutra, appoggiandomi al sedile.
- Si dai, si faceva per parlare! - si difese Stefan.
- Allora cambiate argomento!- disse Leon esasperato.
-Ok. Stefan, ieri avete fatto a botte con qualcuno? Perché me lo sono ritrovato in un brutto stato ieri notte- dissi sorridendo malignamente, aspettando la reazione di Leon.
-Non ti avevo detto di cambiare argomento?- mi disse furioso.
- Si, infatti l'ho fatto. Prima parlavamo di quanto tu sia insopportabile, adesso di se, o quando, avete fatto a botte- gli sorrisi angelicamente.
Stefan scoppiò in una fragorosa risata, mentre Leon si mise le mani tra i capelli. 
Dopo poco arrivammo a scuola e parcheggiammo accanto ad una mini cabriolè rossa fiammante.
-Finalmente! Non ne potevo più di voi due! - sbottò Leon scendendo dall'auto e, presa la sua borsa, si diresse verso una bionda con una divisa da cheerleader, sempre dai colori bianco e azzurro, simile ad una Barbie, e la baciò. Provai un lieve fastidio alla bocca dello stomaco, ma lo ignorai. 
Io ed occhi grigi, rimanemmo soli e, gentilmente, mi accompagnò all'entrata.
-Grazie mille per il passaggio- gli sorrisi.
-Figurati. Ehi, a proposito di Leon. Lui non è cattivo, vuole solo farlo vedere. La sua è solo una maschera.- mi confidò con incertezza.
-Perché me lo dici?- gli chiesi curiosa.
-Perché tu non inizi ad odiarlo.- mi rispose sincero.
-Oh bhè, troppo tardi- gli risposi.
- Fidati. Se vuoi ti accompagno in segreteria.- Disse, cambiando
argomento.
-No, non preoccuparti. Già ho visto dov'è- indicai un porta in fondo al corridoio. 
-Ok, a dopo- mi sorrise e raggiunse i due, che continuavano a sbaciucchiarsi.
Continuai dritto, verso la segreteria. Una volta entrata vidi, seduta dietro una scrivania, una donna orientale con lunghi capelli neri, occhietti minuscoli e neri come la pece, con degli occhialetti inforcati sul naso, intenta a scrivere qualcosa. Lentamente mi ci avvicinai.
- Ehm, buongiorno.- Salutai.
La donna, distolse l'attenzione da ciò che stava facendo e iniziò a guardarmi.
-Buongiorno, desidera?- rispose con una voce a trombone.
- Sono la nuova alunna, Violetta- le risposi.
- Ah, si la nuova alunna! Vediamo.. - esclamò pensierosa, frugando tra alcune cartelle sparse sulla scrivania. - Ecco, Violetta Vargas. Non pensavo che i signori avessero una figlia- disse spedita.
A sentire quel cognome accompagnato al mio nome, mi venne un senso d'irritazione.
-Ehm, in effetti..-
Non mi lasciò il tempo di risponderle che subito si alzò per andare a bussare ad una porta, a pochi passi dalla sua scrivania. Si affacciò all'interno ed iniziò a parlottare con qualcuno poi, rivolgendosi nuovamente a me, m'invitò ad entrare.
Con passo deciso mi avvicinai alla porta ed entrai.
-Permesso- 
Mi ritrovai davanti ad un ometto calvo, tarchiato, e molto grasso con una lunga barba bianca ed occhi azzurrissimi. Sembrava un maialino.
-Prego entri signorina Vargas.
Mi presento, sono il preside Horace Pig.- si presentò amichevolmente.
Il cognome rispecchiava proprio il suo aspetto. Cercai di trattenere una risata.
-Piacere, comunque sono solo Violetta, niente Vargas-. Gli risposi.
-Sono felice di accoglierla all'Havanon High, spero si troverà bene qui con noi. Anche se l'anno è già iniziato, sono sicuro che riuscirà ad ambientarsi. Prego mi segua- disse ignorandomi completanente.
Mi accompagnò fuori dalla segreteria. Mentre fingevo di ascoltare le regole della scuola, che stava elencando per filo e per segno, per sbaglio, mi scontrai con qualcuno e finii a terra.
-Ahi! - mi lamentai alzandomi.
Sollevai lo sguardo e vidi la ragazza con la quale mi ero scontrata. Aveva capelli liscissimi castano scuro, lunghi fino a metà schiena, occhi dello stesso colore, che esprimevano una grande dolcezza e serietà, alta poco più di me. Era vestita con un pantalone stretto nero, una camicetta bianca ed una giacchetta a tre quarti nera.
-Signorina Vargas, stia più attenta! Uh signorina Gillert!  Capita a fagiolo, dato che la classe è la stessa, vuole accompagnare la signorina? - chiese il preside, grattandosi il mento.
-Certo signore - rispose la ragazza, dolorante.
Pig rientrò in segreteria, mentre la ragazza mi si affiancò.
-Scusami per prima! È che Mr. Porcellino mi stava annoiando a morte, elencandomi cosa si deve fare e non in questa scuola- mi giustificai.
-Figurati, so che vuoi dire.- mi rispose sorridendo e alzando gli occhi al cielo.
Che sorriso dolce che aveva. Questa ragazza già mi piaceva!
-Io sono Violetta- le porsi la mano.
-Io Samantha, ma chiamami Sam-, sorrise stringendomela, -beh, andiamo! Siamo già in ritardo! - riprese, guidandomi in un corridoio di sinistra. Arrivate davanti alla porta della classe, lei, bussò ed entrò.
-Buongiorno prof., con me c'è una nuova alunna. -disse Sam ad una donna altissima, magrissima e biondissima. 
Ma dove ero finita? In uno zoo? Oltre ad un maiale c'era anche una giraffa? 
-Si, mi avevano avvisato del suo arrivo. Signorina Gillert, si accomodi pure.- disse per poi rivolgersi a me ed invitarmi ad entrare.
-Giorno- salutai.
Mi voltai verso la classe e vidi la persona che meno avrei voluto incontrare, Leon.
-Non è possibile anche qui ti devo sopportare?- dissi ad alta voce rivolgendomi al bellimbusto.
-Senti, questa è la mia classe da cinque anni! Semmai è il contrario! -mi rispose lui, incrociando le braccia con un sorrisino menefreghista.
-Ok, basta. - disse la giraffa, interrompendo il nostro battibecco, - Lei è la signorina Violetta Vargas, spero sarete gentili con lei..- mi presentò alla classe.
- Ehm, mi scusi. Solo Violetta va bene -, dissi interrompendola, - prego, continui pure - proseguii con aria di nonchalance.
- Bene si sieda nel posto libero, accanto alla compagna che l'ha condotta qui - mi disse stizzita.
Con completa tranquillità raggiunsi il penultimo banco sulla sinistra, peccato che proprio davanti era seduto l'idiota con Stefan. Al mio passaggio, occhi grigi mi strizzò l'occhio, io, ricambiai con un sorriso per poi sedermi al fianco di Sam. 
-Complimenti, ottima presentazione- mi disse lei complice, sottovoce.
-Oh, grazie - le risposi io sorridendo.
Ad ora di pranzo, Leon e Stefan si volatilizzarono ed io rimasi con Sam.
-Vieni, andiamo a mangiare.- cominciò lei.
-Subito- le risposi prendendo la borsa.
Uscimmo dalla classe e ci recammo in mensa. Dopo aver preso da mangiare, andammo verso un tavolo, dove erano seduti diversi ragazzi.
Una volta lì, un ragazzo biondo con occhi neri come la pece, si alzò e salutò Sam.
-Ciao Josh. - ricambiò il saluto. 
-Ragazzi, vi presento Violetta. È nuova, e da oggi siederá con noi- disse per poi invitarmi a sedere al suo fianco.
-Piacere di conoscervi.- sorrisi sedendomi.
-Piacere Violetta, io sono Josh- si presentò il ragazzo di prima.
-Io Brittany - disse amichevolmente una ragazza con capelli ricci biondi ed occhiali, dietro ai quali nascondeva un paio di bellissimi occhi blu.
- Daniel- disse un ragazzo moro con occhi azzurri, sorridendomi.
- Io invece sono Ronda- mi salutò un'altra ragazza parecchio formosa con occhi castani e capelli rossi.
-Piacere di conoscervi- risposi felice.
-Allora, abbiamo sentito che sei la sorella di Vargas- mi chiese curioso, il moro, Daniel, se non ricordavo male.
- No, non sono sua sorella- gli risposi annoiata.
Sam intuendo il mio essere restia, per quanto riguardava questo argomento, cambiò discorso e cominciò col parlare delle elezioni del presidente del consiglio studentesco. A quanto pare lei, Josh e Ronda, si erano candidati per quel ruolo. Mentre gli altri erano concentrati a parlare di strategie, guardai verso il tavolo centrale, e vidi nuovamente Leon con quella specie di Barbie in braccio. Curiosa, chiesi a Sam.
- Ma quelli che stanno con Leon e Stefan chi sono?- le chiesi fingendo indifferenza.
- Conosci Stefan?- mi domandò curiosa.
-Si, l'ho conosciuto stamattina. Ha dato un passaggio a me e a quella sottospecie di australopiteco. - le risposi, riferendomi a Leon.
Lei scoppiò a ridere e mi diede una pacca sulla spalla.
-Sei proprio forte tu! Leon un australopiteco! - continuò a ridere, scatenandomi il riso, poi riprese- Allora, quella seduta sulle gambe di Leon, è Ashley Reed, la capo cheerleader. È il secondo anno che esce con lui, ma a quanto so, non è una vera e propria relazione. Si tradiscono a vicenda. - mi disse lei con una faccia disgustata. - Quelle altre due oche, sono le migliori amiche di Ashley. La bruna è Wendy, mentre quella asiatica si chiama Xiu-, continuò indicando due ragazze bellissime, sedute tra un biondo tutto muscoli e un ragazzo di colore. -Quello biondo, che parla con Stefan, si chiama Tyler è tutto muscoli è niente cervello. Davvero non capisco come facciano a mandare avanti una conversazione con lui, sta insieme a Xiu, anche lei non è da meno. Come si dice?! Ah si, Dio li fa e poi li accoppia. E alla fine se li dimentica! - Mi disse sorridendo.
A quelle parole risi anch'io, poi lei riprese - Quello moro, seduto a mangiare al fianco di Leon, è Brian, è proprio grosso, fa quasi paura ma in fondo è un agnellino. Infine il ragazzo di colore vicino alle due ochette, è James, lui è il più intelligente di tutti quanti messi insieme. - concluse con un sospiro. 
-Oh bene, almeno qualcuno si salva- le dissi ironica.
-Eh già, domani sera c'è la sua festa di compleanno. Vuoi venire?- mi sorrise lei.
-Non saprei, non mi conosce e non sono stata nemmeno invitata- le risposi.
-Figurati, vivi da Leon. Questo già ti garantisce un invito- disse facendomi l'occhiolino.
-Eh, ok. Ci sto.- Buttai lì.
Finito di pranzare ci separammo dai ragazzi e andammo in bagno, dove incontrammo Barbie e le sue amiche.
-Oh Sam, da quanto tempo- disse la Barbie con una vocetta fastidiosa.
-Ciao Ashley, andate bene le vacanze?- domandò Sam, aprendo il rubinetto dell'acqua per lavarsi le mani.
-Sicuramente meglio delle tue- le rispose la Barbie con astio.
-Sicuramente- disse Sam sarcastica.
Una delle amiche di Barbie, Wendy se non sbaglio, mi squadrò dalla testa ai piedi. 
- E tu chi saresti?- mi domandò riavviandosi i capelli.
-Io sono Violetta- le risposi.
-Oh bene, tu devi essere la nuova- disse l'altra, Xiu, con accento orientale.
-Si, è la nuova. Adesso abbiamo da fare. Ci si vede- disse Sam prendendomi per il polso, ma la Barbie mi fermò.
-Quindi tu sei la pezzente di cui mi ha parlato Leon- disse squadrandomi.
-Ehi, Barbie! Vuoi vedere come ti spacco la faccia?- le risposi alzando un pugno in aria.
-Violetta, non ne vale la pena- mi disse Sam, -su andiamo-.
Uscii dal bagno per prima, ancora irritata per il tono di superiorità con il quale mi aveva parlato quella stupida. Appena avrei visto Leon, lo avrei fatto nero!
Sam uscì di fretta dal bagno, qualche tempo dopo di me, e si scontrò con Stefan. Si trovarono l'una tra le braccia dell'altro, lei gli teneva le mani sul petto, mentre lui la reggeva per la vita. Disorientata, alzò lo sguardo e si ritrovò il viso di lui ad un soffio dal suo.
-S-scusa, ero distratta- gli disse, continuando a guardarlo negli occhi.
-Dovresti stare più attenta- rispose severo Stefan, ricambiando lo sguardo di lei, senza lasciare la presa dalla sua vita.
Resasi conto della situazione, lei, si allontanò imbarazzata e venne velocemente verso di me. Mi prese per il polso e mi portò lontano dal corridoio a passo spedito. Mi voltai indietro e vidi che Stefan era ancora in piedi a guardare dalla nostra parte, per poi voltarsi e riprendere la sua strada.

Ero nello spogliatoio, per mettermi la divisa di basket, quando vidi uno Stefan pensieroso entrare.
-Ehi, Stef! A cosa pensi? - gli chiesi curioso, infilandomi la maglietta con il numero 10.
-No, non è niente.- Rispose, voltandomi le spalle e prendendo la sua divisa dall'armadietto.
-Se lo dici tu- sospirai.
Chiusi l'armadietto ed uscii dallo spogliatoio, raggiungendo i ragazzi per l'allenamento. Ero il capitano e playmaker dei Warriors, la squadra di basket, richiamavo gli schemi offensivi della squadra, ed ero il giocatore dotato di maggiore rapidità e di migliore controllo di palla con entrambe le mani. Stefan era la guardia, aveva un tiro eccezionale, grazie a lui facevamo sempre tantissimi punti, poi c'era Brian, il pivot, che con la sua mole e forza, molte volte, ci garantiva dei canestri facili, stoppando gli avversari che ci davano del filo da torcere. Infine c'erano l'ala piccola, Tyler il nostro giocatore a due dimensioni, era in grado sia di giocare lontano dal canestro, sfruttando il suo tiro dalla distanza, sia di prendere posizione vicino al ferro, se marcato da avversari più bassi; James, l'ala grande, non era il più forte, ma veloce nei piedi e con un eccellente tiro da fuori. Ognuno di noi era bravissimo nel proprio ruolo, eravamo quasi imbattibili e, nei quattro anni precedenti, avevamo vinto ogni torneo annuale, cosa che avremmo fatto anche quell'anno. Finito l'allenamento, tornammo tutti nello spogliatoio.
-Ehi, Leon. Ho sentito dell'arrivo di una nuova ragazza, e si dice sia tua sorella, è vero? - mi chiese Tyler, mentre si spogliava della divisa.
-Vive da me, ma non è mia sorella.- gli risposi, andando sotto la doccia.
- Ah, già. L'hanno adottata.- riprese, entrando anche lui nelle docce.
-Si- risposi infastidito
- Io l'ho vista, sarebbe proprio bella se non si conciasse in quel modo. Anche meglio di Ashley.- disse James, dagli armadietti.
- Addirittura?- fece Tyler, strabuzzando gli occhi.
-Ma che fesserie vai dicendo! Ashley non se la vede proprio quella lì-. Lo ripresi, uscendo dalla doccia e mettendo un'asciugamano in vita.
- James ha ragione. La ragazza ha del potenziale. - ammiccò Stefan, entrando nelle docce.
-Voi non state bene. Ashley è sexy, ha un fisico da urlo, un culo che parla e due palle da bowling al posto del seno. Mentre quella.. - m'interruppi, ripensando a quando entrai in camera sua e la trovai con solo un asciugamano addosso..  Il seno pronunciato che s'intravedeva, la vita stretta, i fianchi larghi, un sedere da urlo, poi quella pelle così soffice al tatto..
-Leon, ci sei? - mi chiese Tyler, appena uscito dalla doccia.
-Si si - scossi la testa e iniziai a vestirmi. Perché diavolo mi era tornato in mente quel momento?
- Comunque, continuo a rimanere della mia opinione.- Disse James, uscendo dalla doccia.
- Pensala come vuoi- risposi infastidito.
- Ho visto che ha subito fatto comunella con Samantha.- Intervenne Brian.
All'udire quel nome Stefan, uscito dalla doccia, si fermò su due piedi e iniziò a guardare nel vuoto.
-Ehi Stè, tutto bene?- gli domandò James.
-Si, si. L'ho notato anch'io e non mi piace.- Rispose, il mio migliore amico, ridestandosi.
-Ma che t'importa, quella è solo una stupida. Sono fatte l'una per l'altra.- Dissi con nonchalance, allacciando le scarpe.
-Leon, è tua sorella. Che diamine! A volte sei impossibile!- sbottò Stefan.
-Già ho detto mille volte, che quella non è mia sorella! Non m'interessa di  chi frequenta. Basta non averla tra i piedi! E tu, perché tanto interesse per lei? Ti piace?- urlai incazzato.
-No, e lo sai. Mi sta simpatica, e non vorrei che Sam la cacci nei guai.- mi rispose con quella calma, che mi faceva andare in bestia.
-Veditela tu! A me non importa.- continuai incazzato.
- Ok, Leon. Adesso calmati.- Disse James, con una scarpa in mano.
-Basta, mi avete stancato! Me ne vado.- Dissi girando i tacchi e avviandomi verso la porta. -Torno con Ashley, non c'è bisogno che tu mi faccia da autista oggi. - Ripresi con disprezzo, rivolgendomi a Stefan. 
Non aspettai risposta e, a passo spedito, uscii dallo spogliatoio. Presi il cellulare ed inviai un messaggio ad Ashley, dove le dicevo che l'avrei aspettata alla sua macchina. 
Per i corridoi, vidi quella pezzente che stava posando qualcosa in un armadietto, probabilmente il suo, e mi ci avvicinai. Diedi un pugno all'armadietto vicino al suo e lei, spaventata, si voltò verso di me. Cercò di allontanarsi, ma io le bloccai la via d'uscita, poggiando le mani sull'armadietto, ai lati della sua testa. Alzò lo sguardo e mi guardò con aria di sfida.
- Cosa vuoi? - Mi chiese.
- Per colpa tua ho litigato con Stefan, e questo mi fa incazzare da morire.- Ruggii.
- E per quale motivo, la causa sarei io?- rispose incrociando le braccia con aria di sfida.
- Per la gente che frequenti. - Gli risposi, avvicinando il mio viso al suo.
- E chi sarebbe questa gente?- rispose atona.
- Samantha Gillert- sputai tra i denti.
- Non penso siano affari tuoi.- rispose con calma apparente.
-Infatti a me non interessa. Per me, puoi fartela anche con un serial killer! Ma Stefan non la pensa così.- Dissi assottigliando gli occhi.
-Oh, stavo iniziando a spaventarmi, tu, in pensiero per me. Dí pure a Stefan di non preoccuparsi, so cavarmela da sola. Adesso, vorresti toglierti?- Disse, indicando le mie braccia.
- Sta attenta, ragazzina. Mi stai davvero scocciando.- Dissi, allontanando le mani dagli armadietti.
- Che paura!- rispose ridendo.
Assottigliai gli occhi e proseguii per la mia strada, quando mi rivolse nuovamente la parola.
-A proposito, evita di parlare di me con quella Barbie che ti ritrovi al fianco. Perché la prossima volta che m'insulta, le rovino quel bel visino!- disse stizzita.
-Io faccio quello che voglio. E non ti azzardare a toccarla, o te la vedrai con me.- Dissi, riprendendo a camminare verso l'uscita.
-Dove vai? Stefan non ci accompagna a casa?- mi chiese.
- No, ti ho detto che abbiamo litigato. - le risposi voltandomi verso di lei.
- E come facciamo?- domandò, avvolgendo una ciocca di capelli attorno all'indice.
-Io, vado dalla mia ragazza. Tu, non lo so.- Risposi ridendo e voltandole le spalle.
-Mi lasci qui? - chiese con incredulità.
-Si.- Dissi trionfante.
- Prestami almeno il telefono per chiamare a casa- urlò.
-Ciao ciao- salutai, alzando una mano, e continuando a camminare verso il parcheggio.
Una volta fuori, mi affiancai alla mini cabriolè rossa di Ashley. Vidi Stefan arrivare in lontananza, prendere le chiavi dalla tasca ed aprire la sua porche, passandomi di fianco. Salì e mise in moto.
- Leon, stai sbagliando. Sia con Violetta che con me.- mi disse prima di fare retromarcia e sfrecciare a tutta velocità fuori dalla scuola. Lo guardai finché non scomparì dalla mia visuale. Improvvisamente, venni distratto da Ashley che, mi prese il viso tra le mani e mi diede un bacio pieno di passione. Posizionai le mie mani sui suoi fianchi, per poi spostarle sul sedere. Lei, si allontanò e andò verso il posto di guida, ridendo e ancheggiando. Anch'io salii in macchina e poco prima di partire, intravidi Violetta, seduta sui gradoni dell'ingresso scolastico, che si abbracciava le ginocchia poggiandoci il mento, mentre guardava fisso dalla nostra parte. I nostri sguardi s'incrociarono e sospirò, ma Ashley partì e la persi di vista.
Con il vento che mi scompigliava i capelli e con sottofondo Ashley che parlava di non so cosa, iniziai a sentire una morsa allo stomaco. Continuavo a vederla nella mia mentre, sembrava così fragile e indifesa.. 
-Ehi Love, mi stai ascoltando?- mi chiese Ashley con sguardo indagatore.
-Si si- risposi, distogliendo i pensieri da Violetta.
-Ah, va bene. Comunque ritornando al discorso, devo comprarmi assolutamente un vestito nuovo.- 
-Ah, si?- Le risposi annoiato.
-Logico! Mica posso farmi vedere con lo stesso vestito due volte!- mi disse stizzita.
- Ma dove scusa?- le chiesi, fingendo interesse.
-Come dove? Leon te ne ho parlato un momento fa! Alla festa di James di domani. Perché non mi ascolti?- mi chiese arrabbiata.
-Ma che dici amore! Ho ascoltato dalla prima all'ultima parola, è che pensavo che il vestito per la festa di James, l'avessi già comprato.- dissi cercando di rimediare alla gaffe, accarezzandole una guancia.
-Oh, no. Quello non andava bene, devo prenderne uno nuovo, assolutamente! Ma anche scarpe, accessori, una nuova borsa! Ah e poi dovrò andare anche dal parrucchiere.- Continuò.
Finalmente arrivammo a casa sua, mi aveva fatto una testa enorme su cosa avrebbe messo o meno alla festa di James. Era insopportabile quando faceva così, la preferivo di gran lunga quando stava zitta. 
-I tuoi non ci sono?- le chiesi speranzoso.
-No sono via, non so dove, per affari.- Sorrise lei maliziosa.
Velocemente scendemmo dalla macchina ed entrammo in casa. Senza lasciarle il tempo di posare la borsa, l'afferrai rudemente e la baciai con foga. Subito infilai le mani sotto la sua gonna da cheerleader, abbassandole le mutandine, con le dita iniziai ad accarezzarle la femminilità, mentre lei si avvinghiava al mio collo con le braccia ansimando. Prima che arrivasse,  iniziai a sbottonarmi i pantaloni e a sfilare i boxer, presi un preservativo, dal portafogli, che misi velocemente, ed entrai in lei. La presi varie volte appoggiato alla porta di casa e una volta sul divano del salotto, era stato appagante. Ashley era bravissima a letto e io non ero da meno, per questo andavamo d'accordo. Stavamo insieme solo per il sesso e per la popolarità, ma forse questo valeva solo per me. Lei sapeva che la tradivo. Diciamo così, non ero monogamo, non credevo nell'amore e in tutte quelle cazzate. Per me esisteva solo il puro piacere fisico ed il bisogno di avere una bella ragazza al mio fianco come soprammobile, anche se stupida. Lei si diceva d'accordo per quella relazione e, a quanto ne sapevo, spifferava in giro che anche lei faceva lo stesso. Ma io sapevo la verità, nonostante tutto, mi era fedele. Era innamorata di me, me l'aveva detto una delle sue "migliori amiche", Wendy, che occasionalmente mi sbattevo. 
Mi alzai dal divano, raccattai i miei vestiti all'entrata e cercai il mio cellulare, con il quale inviai un messaggio a Rodrigo per farmi venire a prendere, poi mi rivestii.
-Già te ne vai?- mi chiese, facendo mostra della sua nudità.
-Si - risposi indaffarato ad abbottonare i pantaloni.
- Dai, passa la notte con me- mi supplicò, abbracciandomi da dietro.
-Ho da fare.- Le risposi, girandomi verso di lei tra le sue braccia.
-Cosa?- mi chiese curiosa, dandomi piccoli baci lungo il collo.
-Cose mie.- Le risposi, accarezzandole la schiena nuda.
Non avevo mai passato la notte con nessuna, figuriamoci se iniziavo adesso.
-E come te ne vai senza macchina?- mi chiese, continuando a lambirmi il collo.
-Mi passa a prendere Rodrigo.- Le risposi poggiandole le mani sulle spalle e allontanandola.
- Leon!- mi riprese.
-Scusa, baby! È che devo proprio andare, a domani. - le diedi un bacio sfuggente e aprii la porta di casa, -Ah, e rivestiti!- ripresi sorridendole.
Non aspettai la sua risposta e mi chiusi la porta alle spalle. 




Nota autrice:
Buoona seraa! Eccomi qui con il secondo capitolo :)
È il primo giorno di scuola di Violetta, che già dal primo giorno fa parecchie conoscenze. Il dolcissimo e saggio Stefan (Lo adoro *-*), Samantha e infine la Barbie per eccellenza, Ashley!
Diciamo che questo, é un po' un capitolo di transizione, dove entrano in scena diversi personaggi, ognuno fondamentale per l'avanzare della storia.
Leon, prova un avversione tale nei confronti della povera Vilu, che finisce per litigare con Stefan e naturalmente, per sfogarsi, ricorre al vecchio metodo del sesso. Anche se la detesto, povera Ashley, tradita dalla sua migliore amica e non ricambiata in amore :(
Quindi, Leon, si presenta come un insensibile e strafottente, il tipico ragazzo bellissimo ma stronzo, ci sarà un motivo di fondo per questo suo comportamento? E perché Stefan è preoccupato che Sam possa cacciare nei guai Vilu? Eppure sembra una ragazza molto dolce, ci sarà stato qualche trascorso? Bho! Ahahahahahahahah.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, in modo che possa migliorarmi in qualche modo. Una bacio enorme e alla prossima :*
  
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