Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: F15    11/12/2013    1 recensioni
Vedi le parole sono, quella strana cosa, che sembrano sempre troppo poche, troppo piccole per descrivere ciò che vuoi dire e quando invece sono troppe, sembrano cancellare il vero significato di ciò che vogliono dire.
Prendi la parola Amore, per esempio, sono cinque lettere che descrivono l'intero mondo, ogni minima interazione è basato su questa piccola parola, vedi descrive il MIO mondo, descrive te.
-> Tratto dal 2°capitolo
«Ed è tutto qua. » concludo sorridendo
«Cosa è tutto qua?» mi guarda perplesso.
«La mia storia, chi sono» dico abbassando lo sguardo «Non c’è nient’altro. Nessuna tragica avventura o storia d’amore» Mi alzo e calcio le onde sulla spiaggia, il mare è calmo ‘piatto come la mia vita’ penso.
«E c’è davvero solo quello? »
Lo guardo interrogativa:«Che cosa ci dovrebbe essere oltre all’amore?»
«Le sue varie forme»
«Sei troppo saggio ragazzo, per i miei gusti» lui mi sorride, mi guarda e per la prima volta in vita mia mi sento importante, sento che c’è qualcosa che non posso perdere. «E tu ragazza, sei molto più di di tutto questo, devi solo crederlo».
NOTE:è la mia prima FF siate buonanimi spero che vi affezionerete a loro quanto me! :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne, Niall Horan
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Epilogo – Don't dream it's over
 
Era finita. Finalmente. Sospirai e voltai le spalle alla porta del liceo, alla porta della classe dove avevo passato quattro anni della mia vita. Avevo sempre visto in tv il liceo come qualcosa di indescrivibile, mille avventure o qualcosa di simile. I miei anni del liceo erano stati tranquilli, niente di lontanamente paragonabile a ciò che era successo l'estate o l'inverno appena trascorso ed ora stava tornando. Stava tornando l'estate.
«E' arrivata una lettera per te» mia madre indicò la busta sul tavolo. Non era aperta, ma si vedeva chiaramente che qualcuno ci aveva sbirciato dentro. Alzai gli occhi verso mia mamma che mi guardava sorridendo impaziente quanto me.
Mentre aprivo la busta pensavo a quanto lei era stata fiera del fatto che avessi preso io stessa l'iniziativa di inviare la candidatura, poi aveva fatto un discorso della serie:'sei grande abbastanza non devi chiedermi il permesso per tutto' e aveva sorriso facendomi capire che avevo la sua approvazione. Fino a quel momento non avevo capito quanto era importante per me che lei lo accettasse.
«Dai non farmi stare in pensiero» sbottò dall'angolo della cucina. Rilessi le parole molte volte prima di rendermi davvero conto di quello che c'era scritto.
«Niente» sussurrai «Niente Londra, ho passato di punteggio per la sede centrale di Milano»
Le si illuminarono gli occhi:«E' fantastico!»
«E' troppo lontana!» sbottai.
«No, non lo è» mi prese le mani guardandomi negli occhi «Questa è la tua possibilità non permettere a nessuno di togliertela, a nessuno. Vai realizza il tuo sogno questa lettera è la conferma di quanto tu te lo sia meritata.»

Osservo le valigie sulla porta. Non voglio partire. Voglio abbandonare, che cosa c'è dopo quella porta? Non lo so e non m'interessa saperlo.
«Mamma, sicura di non avere bisogno di una mano in bar per i prossimi cinquant anni?» Ironizzo, ma sto tremando e la mia voce diventa troppo seria. Meredith si fionda giù per le scale per finire in braccio a me.
«Quando parti?» rido, ma in realtà vorrei portarle con me. Dovremmo andare via insieme.
«Ah è così?! La mia sorellina mi vuole cacciare via!»
Ride di gusto e annuisce.
«Il tuo aereo parte alle cinque quindi io e Meredith andiamo a fare la spesa così ti prendo qualcosa da portare con te». Sta scappando dalle lacrime, lo stiamo facendo entrambi. La rivedrò fra quattro mesi e il pensiero mi stringe lo stomaco.
Escono di casa ed io vado in camera a recuperare le ultime cose. Quattro ore e poi avrò una nuova casa. Un nuovo posto. Lontano da questo paese, da Wolverhampton e da lui.
Né una chiamata né una lettera. I mesi sono passati con la speranza che apparisse il suo nome sullo schermo del telefono o il suo volte tra le strade, ma sapevo che non sarebbe successo. Ho preso io la decisione e sono io che devo affrontarne le conseguenze, ma vorrei salutarlo. Perché se prima avevo la certezza che un giorno o l'altro avrei incrociato il suo volto fra le strade, ora so che non lo rivedrò mai più.
Scendo le scale e appoggio il laptot recuperato all'ultimo sulle valigie quando i colpi alla porta mi risvegliano dai ricordi.
Apro, senza avere la più pallida idea di chi sia e il ragazzo che mi si staglia di fronte mi lascia a bocca aperta. I riccioli sono spariti ed è cresciuto tantissimo in quei pochi mesi, ma nonostante tutto il mio cuore freme ancora sotto il suo sguardo.
«Ciao» rompe il silenzio con il saluto più semplice del mondo e le mie gambe diventano gelatina. E' tornato, tornato da me. Vorrei rispondere, ma credo di avere appena dimenticato come si respira.
«Non chiudermi la porta in faccia ti prego» scherza, ma ha paura che lo faccia davvero, e come potrei? E' colpa mia.
«Avevo preparato un discorso o comunque ci avevo pensato, ma in realtà l'unica cosa che so e': che è colpa mia» Rimango a bocca aperta, non può arrivare dopo sei mesi e dire che è colpa sua facendo crollare tutte le mie certezze.
«Non avrei mai dovuto lasciarti andare o comunque sarei dovuto correre dietro a te perché tu l'avevi fatto troppe volte, ma sentivo che era ciò che volevi. Poi il tour di XFactor ci ha assorbito completamente. E' successo tutto così in fretta, non avevo un secondo per potere tornare a casa e ieri quando siamo atterrati Niall mi ha detto che stavi partendo, così mi sono detto adesso o mai più e...» Sono tra le sue braccia e la sua bocca è sulla mia. Non importa nulla né di chi è la colpa o che cosa è stato. Non importa, vorrei solo soltanto non perdere più questa sensazione. La sua bocca sulla mia, le mani che cercano il mio viso mentre mi stringo sempre di più al suo corpo e non ricordo più niente. Niente che non sia noi.
Ed è la fine.
«Abbiamo fatto un bel casino..» sospiro «Perché quando le cose sono semplici devo sempre complicarle?» Torno a guardarlo negli occhi. Sento che freme che vorrebbe dire qualcosa, ma vuole sentire cosa io ho da dire.
«Ho sbagliato troppe volte per poterti lasciare dire che la colpa è tua, ma l’unica cosa che ho sempre voluto da quando ti ho incontrato era stare con te e ho sbagliato. Ho sbagliato perché io non so come ci si comporta nei confronti di un ragazzo a cui piace una ragazza e a quanto pare nessuno mi ha dotato di questo istinto» Sospiro e sono arrabbiata. Con tutti e nessuno. Perché mi sento colpevole.
«Voglio stare con te» Lo dice ed è ciò che ho sperato per troppo tempo di sentirgli dire. Vorrei dirlo anch’io, ma non posso.
Così mi sfilo dal suo abbraccio e faccio un passo indietro. Vedo tutto più chiaramente ora. Le sue braccia ricadono ai lati del suo corpo afflitte, prevedendo ciò che accadrà. Un sospiro.
«Stiamo ripartendo» Non riconosco la sua voce, non sembra la sua, come se avesse perso tutta la vitalità di qualche istante prima. «Non so quando tornerò, ma non voglio dirti addio»
A quelle parole tremo. Sono inaccettabili, inconcepibili. Cosa ci è successo?
Perché a guardare indietro sembra impossibile, impossibile che sia diventato così importante per me. E’ entrato nella mia vita, non come qualcosa di estraneo, era il pezzo di puzzle giusto dopo averlo cercato tanto a lungo.
«Allora non farlo» Il suo viso spento torna ad accendersi, la speranza torna in entrambi e ora so che non importa affatto se durerà poco o moltissimo. Non ho più paura del tempo. Nel momento in cui lo realizzo, capisco che la mia paura era il non averne abbastanza per scoprirci, per viverci.
Non importa più.
So solo che se lo perderò, perderò la parte più importante e migliore di me.
«Anch’io sto partendo però».
Per la prima volta non ho paura, sono consapevole e felice della mia scelta.
Perché se è passato così tanto tempo e lui è di nuovo qui sulla mia porta so che se anche staremo lontani, saremo vicini. La lontananza fisica non è qualcosa di così grave quanto quella di due corpi vicini. Ora lo sento accanto a me, quasi una parte di me.
«Niall mi ha raccontato tutto. Congratulazioni!» mi sorride e in contemporanea le nostre labbra si sfiorano di nuovo. Un bacio dolce e leggero. Il trovarsi tra i nostri due corpi è talmente naturale da rendermi euforica. «Puoi venire con noi» dice sospirando e tornando a guardarmi negli occhi.
Annuisco e sorrido. «Devo solo salutare la mamma e Meredith»
«Intanto chiamo l’auto».
Quel dialogo è così semplice, così naturale, accentuato dal suo viso illuminato e felice, che stento a crederci. Perché la semplicità spesso è ciò che fa diventare le cose belle.
 
L’aereo sta atterrando. Guardo Liam seduto al mio fianco con l mano nella mia. Poco più in là c’è Lux, di fianco a Niall, che non ha smesso un secondo di parlare. Non è mai uscita da Wolverhampton ed ora sta attraversando due stati in una volta. E’ quasi più eccitata di tutti i ragazzi messi insieme, quasi perché loro stanno rincorrendo il loro meraviglioso sogno. Ci stanno riuscendo, sono così fiera e felice per loro da non poterlo descrivere. La prima volta in Italia come band e non sanno cosa aspettarsi.
«Guarda!» esulta Liam e mi indica il finestrino.
Milano è ai nostri piedi, stiamo atterrando. Ci sono strade, case, bar, piazze e tutto è sconosciuto. Questo mi carica di un entusiasmo irriverente. Voglio vedere, imparare ogni cosa, voglio vivere e scoprire ogni segreto di questa città.
«Prendetevi una stanza!» esclama Louis distraendomi dalle mie peripezie mentali. Giro la testa, Zayn e la sua nuova ragazza stanno dando spettacolo. Scoppiamo tutti a ridere.
Cos’è la felicità ancora non lo so, ma questa ci assomiglia molto.
Non so cosa ci sarà dopo oggi, non so come sarà domani, non so se mai ci sarà qualcosa che si metterà tra me e questa splendida persona che ha deciso di condividere sé stesso con me. So, però che qualunque cosa accadrà, la supereremo insieme.
L’unica cosa che importa è proprio questa che saremo insieme.
 
Cenerentola probabilmente invidierebbe questa storia, perché sembra proprio una favola, ma non avevo intenzione di scrivere un capolavoro. A riguardare indietro ciò che accade ai due personaggi sembra quasi assurdo, ma non importa. Avevo in mente delle scene e semplicemente volevo descriverle. Quindi spero davvero che vi siano piaciute.
Ho riletto il capitolo almeno venti volte, ma ci saranno ancora ameno 50 errori quindi per favore ditemelo.
 
Pubblicare questo capitolo oggi con l’incombente arrivo dei ragazzi a milano fa strano. Questa scena è nata nella mia testa circa sei mesi fa. Ho impiegato forse troppo tempo a metterla per iscritto, ma forse è proprio il fatto che stanno tornando e che io non potrò essere là che mi ha dato la forza di scriverlo.
 
Non è di sicuro una delle storie di cui vado più fiera, ma ciò di cui sono fiera è di aver scritto ben 26 pagine (almeno stando a Words) mantenendo una sorta di trama. Per me è importante e so che questo è un buon punto di partenza dal quale procedere. Spero che se mai scriverò qualcos altro voi tornerete a leggerlo.
 
Infine Grazie infinite a tutte quelle che hanno letto apprezzato e criticato la mia storia. Non avrei mai continuato senza le vostre recensioni.
Quindi GRAZIE!

Un bacio
Vostra
F
p.s.  Se vi va ho scritto questa OS . Spero passerete 
Just a Dream  
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: F15