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Autore: Sofia_Dreamer    11/12/2013    2 recensioni
Sofia, una ragazza di 17 anni, italiana, si ritrova in Inghilterra, a Londra, per una vacanza-studio di un anno, per imparare la lingua.
Adesso sarà tutto nuovo per lei. Nuova famiglia, nuovi amici, nuova scuola.
Ma cos'altro ha in servo per lei Londra?
Forse, l'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui. Di fronte a me si erige imponente l’istituto nel quale terrò il mio test.
C’è un leggero venticello caldo che mi scompiglia i capelli. Luisa, la mia migliore amica, era ferma di fianco a me e la sua testa si muoveva dal basso verso l’altro, lungo tutta la ricca facciata dell’istituto. 
Non potevo negare di essere un po’ in ansia. Le gambe mi tremano leggermente e tenevo stretto al mio petto il libro di letteratura e grammatica inglese.
“Sta’ tranquilla, andrà tutto bene.” Disse Luisa, stringendomi una mano, per darmi coraggio. 
Annuì debolmente e girai il viso verso quello della ragazza di fianco a me.
I suoi capelli color nocciola le ricadevano morbidi sulle spalle. Si girò e i suoi occhi color cioccolato incontrarono i miei verdi.
“Sorridimi.” Disse.
Gli angoli della mia bocca si piegarono e le rivolsi uno dei miei migliori sorrisi, cercando di sembrare il meno in ansia possibile. 
Luisa mi lasciò la mano e prese i libri che tenevo stretti al mio petto. 
“Sono le dieci meno cinque. Devi andare.” Sorrise “Buona fortuna.” 
Mi abbracciò forte e mi schioccò un bacio sulla guancia. 
Le sorrisi e strinsi la mia borsa tra le mani, per poi posizionarla sulla mia spalla destra, e mi incamminai verso l’entrata dell’edificio. 

Dentro la struttura era più moderna di quanto mi aspettassi. C’era un piccolo atrio, dove c’era un appendiabiti, delle piccole poltroncine e più avanti una scrivania bianca, con un bonsai poggiato sopra. Dietro si intravedevano dei capelli biondi e mi avvicinai. 
“Buongiorno.” Dissi. 
La bionda alzò lo sguardo e mi rivolse un sorriso.
“Salve, è qui per il test, giusto?” disse alzandosi dalla sedia. 
Annuì.
“Bene, seguimi.”
Sorrise di nuovo ed uscì da dietro la scrivania. 
Era una ragazza sui 25 anni. Bionda e con degli occhi sul verde. Portava una gonna che arrivava poco sopra al ginocchio, nera e una camicetta bianca con un colletto.
Arrivammo in un’ampia aula e mi fece segno di entrare. 
“Bene, questa è la stanza dove si svolgerà il test. Il signor Romanis sarà qui a momenti. Prendi posto” 
Mi rivolse un sorriso e ricambiai. 
Mi voltai verso l’interno dell’aula. Era davvero grande, e vuota. A dire la verità faceva un po’ paura. 
Mi sedetti ad un posto nella prima fila. Appoggiai la borsa al posto di fianco a me, presi il cellulare dalla tasca del mio jeans, lo spensi e lo misi in borsa. 
“Buongiorno.” Disse una voce profonda, con uno strano accento. 
“Buongiorno” dissi insicura. 
L’uomo che era appena entrato nella stanza era sulla sessantina, capelli bianchi, e aveva le sembianza di un armadio. 
Non scherzo. Era altissimo, ma anche largo.
“Lei è la signorina…Russo. O mi sbaglio?”
“Sono io.”
“Perfetto.” Si avvicinò e mi mise davanti tre fotocopie e due fogli protocollo. 
“Da questo momento in poi, hai tre ore per completare il test. Buona fortuna, signorina Russo.” 
L’uomo mi sorrise, e io ricambiai. 
Presi la penna nera, appoggiata sul banco, e mi misi a lavoro. 

“Ecco.” Dissi, appoggiando tutti i fogli, adesso compilati, sulla cattedra del signor Romanis. 
“Oh, perfetto.” Disse. “Può andare. Giulia le dirà quando può venire per i risultati” 
Annuì e uscì dalla stanza, salutando cordialmente. 
Probabilmente Giulia deve essere la ragazza che mi ha accolto tre ore fa. 
“Uhm…salve. Lei è Giulia?” chiesi incerta alla bionda dietro la scrivania. 
“Si” cinguettò lei, alzando lo sguardo.
“Oh. Il signor Romanis ha…”
“Per i risultati?” disse sorridendo. 
“Si.”
“Bene. Vieni qui per le cinque e mezzo di oggi pomeriggio. Mi troverai qui, e ti dirò se sei stata presa, o meno.” 
“Grazie mille.”
Salutai Giulia e mi diressi verso l’uscita. 
Appena varcata la soglia dell’edificio una ventata calda mi scompigliò i capelli. 
Presi il cellulare dalla borsa e lo accesi. Era l’una e dieci, meglio chiamare i miei e Luisa, così mi avrebbero raggiunta. 
‘Pronto Sofi?’ disse la voce di mio padre dall’altro capo del telefono.
‘Hey, ciao papà. Sono appena uscita dall’istituto. Mi raggiungete?’
‘Dieci minuti e siamo lì. Devi vedere cosa ti ha preso Daniela. Davvero una cosa carina’
‘Oh..ehm…grazie.’ sorrisi involontariamente. ‘Ci vediamo qui tra dieci minuti’
‘A tra poco’
Chiusi il telefono e mi andai a sedere ad una panchina di fronte a dove mi trovavo. 
Cominciai a fantasticare su ciò che mi avrebbe potuto comprare Daniela. Lei è la compagna di mio padre. Vive con noi da quando ho iniziato il quarto ginnasio, ed è sempre stata fantastica con me. Mi era d’aiuto, mi capiva e quando ci voleva scherzava anche con me. 
Dopo poco tempo vidi i capelli svolazzanti di Luisa in lontananza e mi alzai. 
Vedendomi, cominciò a correre verso di me, e mi abbracciò forte. 
“Allora? Com’è andata? Com’è andata?” 
“Sembra che in Inghilterra ci debba andare tu, per quanta voglia di sapere i risultati hai” risi. 
Le spuntò un sorriso e mi abbracciò di nuovo. Quindi si spostò e mio padre e Daniela mi abbracciarono. 
“Allora, ci dici com’è andata si o no?” disse mio padre. 
“Uhm, è andato tutto bene. Era un po’ complicato, ma avevo studiato, quindi.”
“E i risultati?” chiese con gli occhi pieni di curiosità Daniela. 
“Devo passare oggi alle 17:30, e mi diranno se sono stata presa o no. Adesso possiamo andare a prendere qualcosa da mangiare? Non mangio da stamattina alle sei.” Dissi scherzosamente. 
“Si ma prima…” disse Daniela, porgendomi una busta, sulla quale era scritto in caratteri cubitali ‘VANS OFF THE WALL’. 
Amavo la Vans, e lei mi aveva preso qualcosa lì? Fantastica. 
“Ma…Oh Dio, grazie mille!” dissi abbracciandola. 
“Ma se non lo hai neppure aperta!” rise. 
“E’ della Vans. Sarà di sicuro qualcosa di fantastico!” 
Mi sedetti sulla panchina e aprì la busta. Ne tirai fuori una maglietta bianca, con il logo ‘Vans’ tutto colorato. Era davvero bella, l’avrei potuto mettere a Londra, verso l’inizio di Settembre.
Stavo già pensando a Londra? Beh, in effetti sarebbe stato divertente. Avrei solo dovuto pensare positivo.



Ciao a tutti. 
Eccomi qui con il primo capitolo. Allora, ho deciso che aggiornerò ogni domenica, perché, prima di tutto, la domenica mi fa molto comodo aggiornare, e poi perché così avrete un capitolo a settimana u.u HAHA
Spero di trovare qualche recensione. <3 e ringrazio tutti quelli che leggono la storia. (?)
Ci vediamo al prossimo capitolo. <3
  
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