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Calma.
Calma. Calma!
“Hey
Hope! Anche tu hai trovato un passaggio, vedo!”
esclamò Felicity con un gran
sorriso. “Ma vi siete dati appuntamento? Adesso spunta Niall
dal bagagliaio?”
chiese Hope ridendo. I tre risero a loro volta. “No, nel
bagagliaio non c’è
nessuno. Solo una tonnellata di valigie, borse, borsette e pacchettini,
di cui
due terzi sono di Felicity.” Disse Louis. “Ho le
mie esigenze!” esclamò
Felicity sporgendo il labbro all’infuori. Hope
ridacchiò. Felicity le stava
particolarmente simpatica: era solare e divertente. Si
ritrovò ad osservarla
senza pensarci troppo: aveva un caschetto biondo chiarissimo e corto,
sembrava
bianco da tanto era chiaro. Era attraversato da molte ciocche color
verde acqua,
che si intonavano perfettamente con gli occhi azzurri striati di verde.
Era lo
stesso identico colore. Indossava una maglietta con una spalla
abbassata
rigorosamente verde acqua sopra la canotta bianca e degli shorts di
jeans, il
tutto completato da delle zeppe sempre verde acqua, la borsa bianca e
verde
acqua scozzese, gli orecchini ad anello bianchi e le unghie verde
acqua. “Che
fantasia di colori.” Commentò poi. Felicity
ridacchiò. “Ho sempre adorato
questo abbinamento. Volevo presentarmi a voi per come sono
veramente.” Disse
poi. Hope sorrise prima di notare un particolare: Felicity era
anoressica.
Rimase basita. Nella foto non si notava così tanto.
“Sei viva?” chiese Felicity
schioccandole le dita davanti agli occhi. Hope si riscosse.
“Sì, sì, scusa.”
“Non te
l’aspettavi, eh?”
“Cosa?”
“Anoressia.”
“No…
a dire il vero no.”
“Tranquilla,
non sono una di quelle che si vedono grasse e arrivano a
essere pelle e ossa. È un problema mio…”
“Ti
capisco.”
“Non credo. A
meno che tu non abbia provato quello che ho provato io.”
“Beh, nemmeno
io sono una normalissima ragazza. Ve lo dico in anticipo
prima che mi mandiate in un manicomio: sono bipolare.”
“Oh.”
Sussurrò Felicity. “Non sembri.” Disse
invece Louis. “È per tutto
quello che prendo. In poche parole mi hanno imbottita di farmaci da
quando sono
nata.”
“Mi
dispiace.” Disse Felicity stringendole una mano.
“Nessun problema.
Sarebbe stato preoccupante se fossi stata una pazza assassina, ma sono
solo una
depressa.” Sussurrò intristita Hope.
“Hey, non pensiamoci adesso, altrimenti
quando arriva Niall ci vede con dei musi lunghi fino a terra. Pensate
questo:
stasera pizza gratis!!” esclamò Zayn senza
distogliere lo sguardo dalla strada.
“Nessuno resiste al fascino di una pizza.” Rispose
Felicity sorridendo.
“Mancano due chilometri, dolcezza.” Disse Zayn.
“Ti ho detto di non chiamarmi
dolcezza! Ma tu no, continui!” esclamò Felicity
ridendo. Hope si ricordò una
cosa. “Ma tu mica avevi detto che eri appena
partita?” chiese rivolta a
Felicity. “Certo. Era per disorientarvi.” Rispose
Felicity ridacchiando.
“Niente male. Uno a zero per lei.” Disse Zayn.
Felicity sorrise soddisfatta.
“Dubbio atroce. Se l’hai fatto tu chi lo impedisce
a Niall, Dream e Infinity?”
chiese Louis. I quattro sgranarono gli occhi, allarmati. “Vai
più veloce,
Zayn!! Non voglio pagare io per tutti!” esclamò
Felicity ridendo.
* * *
Tempo stimato per
raggiungere la villa: cinque minuti. Tempo realmente
impiegato: due minuti. La macchina sembrava volare
sull’asfalto. “Rallenta! Ci
fermano!” esclamava Louis aggrappato al sedile e bianco in
volto. Felicity e
Hope erano terrorizzate. “Quando mai ti ho detto di andare
più veloce!” urlò
Felicity. “Zayn, rallenta immediatamente!”
esclamò Hope. “Siamo arrivati,
tranquille!” disse lui ridacchiando e inchiodando. I quattro
vennero sbalzati
in avanti, trattenuti solo dalle cinture di sicurezza.
“Questa me la paghi, ma
tanto tanto cara. Hai capito?” chiese Felicity con un filo di
voce e gli occhi
come due braci. Zayn sorrise. “Mi farò perdonare
in qualche modo. Ora però
entriamo.” Disse poi. I quattro uscirono dall’auto
nera, osservando a bocca
aperta la villa davanti a loro. “È così
bianca che mi servono gli occhiali da
sole.” Commentò Hope, prendendo i Ray-ban rosa
fluo che usava come cerchietto e
inforcandoli. Felicity ridacchiò. “Dai, entriamo.
Poi pensiamo ai bagagli. Così
scongiuriamo l’evento paga-pizza-a-tutti.”
Suggerì Louis. Zayn aprì la porta
bianca immacolata e rimase di sasso. “Ben arrivati, ultimi
arrivati!” dissero
Niall e Dream in coro. Infinity se la rideva. “Nooo. Non
è possibile!!!”
esclamò Hope battendo un piede a terra. La zeppa alta
attutì il rumore.
“Dobbiamo giostrarcela. Chi entra?” chiese Zayn.
Felicity non rispose e fece
finta, al rallentatore, di superare la porta, imitando la musica dei
film
rallenty. “Eh no, cara! Torna qui!”
esclamò Zayn prendendola per i fianchi e
sollevandola senza fatica. “Lasciami!”
urlò lei ridendo e dibattendosi. Zayn
perse l’equilibrio e entrambi superarono la porta.
“Ops.” Sussurrò Felicity.
Hope la guardò malissimo prima di mettersi a ridere.
“Vai prima tu.” Le disse
Louis. “No, non preoccuparti. Entra, pago io per
tutti.” Ribatté Hope. “Se
entriamo insieme?”
“Ok, mi sembra
sensato.”
“Al tre,
allora.”
“Uno…”
“Due…”
“Tre!”
Hope superò la porta con un piccolo balzo, prima di
accorgersi
che Louis era ancora fermo sulla soglia. “Animo nobile ma
bugiardo.” Fece
notare Dream. “Avevamo detto insieme!”
esclamò Hope sentendo un improvviso e
esagerato attacco di rabbia. Frugò in fretta e furia nella
sua borsa fino a
trovare il contenitore che cercava. Lo aprì e
ingoiò una delle pastiglie che
conteneva. “Ma guarda te se devo prendere questo coso
terribile perché volevi
pagare una pizza!” disse poi. Louis entrò
chiudendosi dietro la porta.
“Cos’è?”
chiese Niall. “Una specie di sedativo istantaneo per gli
sbalzi violenti
d’umore. Me l’ha consigliato Elsa.”
Rispose con noncuranza.
* * *
POV Louis
Louis era incapace di
pensare lucidamente. Da quando Hope era entrata
in macchina aveva perso il controllo. Era bellissima. I capelli corvini
le
ricadevano in morbide onde attorno al viso, lucenti e perfettamente
ordinati.
Le punte erano colorate di rosa come se fosse una pop-star. Il viso
affilato
era niveo e gli occhi sembravano ametiste incastonate in esso. Erano
magnetici
e grandi, circondati da lunghe ciglia folte e nere. Le labbra carnose
sbucavano
sotto il naso a punta. Era un incanto. Le zeppe la rendevano ancora
più alta di
quanto non fosse in realtà, ma anche così gli
arrivava all’altezza della
fronte. Louis era rapito anche dal suo coraggio: il coraggio con cui
aveva
parlato loro di essere malata, il coraggio di cercare di essere una
ragazza
normale nonostante i suoi problemi. Non poteva esistere veramente.
Venne riscosso dalle
parole di Zayn: “Louis? Ci sei, amico?” chiedeva.
“Terra chiama Louis!” diceva con voce robotica
Niall. “Niall avere fame!”
aggiunse poi. Hope ridacchiò. “Sono le
cinque!” esclamò stupita. “Hope, ti
avverto che Niall è un pozzo senza fondo.
Insaziabile.” Sussurrò Zayn. “Eh,
già. Ne sappiamo qualcosa, vero?” chiese Louis.
“Nel senso che…?” stavolta era
stata Felicity a parlare. “Nel senso che ci conosciamo da
anni e anni e ogni
volta avevamo paura a uscire a mangiare con lui.” Rispose
Zayn sorridendo. Si scatenò
una risata generale. “Andiamo a prendere i bagagli, che
è meglio.” Esclamò
Hope. Louis se la vide sfilare di fianco come una modella.
“Ah, comunque ci
dividiamo il conto.” Disse lei indicandolo. “Non se
ne parla nemmeno! Ho perso
leal… ho perso io!” esclamò Louis.
“E allora? Mi hai fregato!” rispose Hope.
“E
dai, per favore!” disse Louis sporgendo il labbro
all’infuori.
* * *
POV Hope
Eh no, adesso stava
giocando proprio sporco. Hope non poteva opporsi
davanti a quella faccia da cucciolo che era apparsa sul viso di Louis.
La
guardava col labbro inferiore sporgente e occhi imploranti. Era
irresistibile.
Perse l’uso della parola. Iniziò a ripetersi
mentalmente delle frasi: Hope,
stai calmina, non puoi stare qui a sbavare davanti a lui, quindi chiudi
la bocca
che sennò fai il lago di Como sotto i tuoi piedi,
cancella quella faccia
da ebete, ricorda che non devi farti le storielle mentali tenerose,
calma calma
calma….
Dopo un minuto buono, si
arrese. Era troppo tenero. “La passi solo
questa volta, chiaro?” lo ammonì. Louis sorrise
smagliante, mostrando i denti
bianchissimi. Da sciogliersi in quel preciso istante. Hope distolse a
malincuore lo sguardo e si diresse verso l’auto di Zayn,
aprendo il bagagliaio
e iniziando a scaricare.
Venti minuti dopo,
portò la sua ultima valigia in quella che sarebbe
stata la sua camera per un anno intero. “Stanza dolce
stanza.” Si disse
sconsolata osservando la monotonia della camera. “Urge
rinnovo.” Decise poi
prima di iniziare a disfare la valigia più grande.