-Sorriderti non era nei miei piani.
Non riuscivo mai a capire cosa ci fosse buono nelle persone, non riuscivo mai a distinguere una persona cattiva da una buona.
Avevo così paura di giudicare le persone, che non riuscivo mai a capire quando qualcuno giudicava me, e forse era meglio così.
Mi piaceva non dover pensare a cosa la gente pensasse di me, mi sentivo libera.
Mi sedevo ed osservavo in silenzio, senza che nessuno capisse a cosa stessi pensando.
La gente mi chiamava ‘la ragazza invisibile’, stavo sempre per fatti miei, non legavo con nessuno, non mi piaceva fare amicizia, e non perché mi piacesse essere sola, ma perché nessuno riusciva a capirmi, ed io avevo bisogno di quello.
Avevo bisogno di qualcuno che mi capisse, non che mi definisse strana.
Osservavo le persone per trovare qualcuno come me, qualcuno che riuscisse a capirmi.
Un ragazzo in particolare mi aveva colpito, era circondato da amici, ma era comunque distante da loro, sorrideva, rideva, ma dentro moriva.
Lo si vedeva dai suoi occhi.
Il suo sorriso sembrava così radioso, ma solo qualcuno attento, avrebbe notato che era spento.
Ogni giorno lo osservavo, per vedere se ci fossero cambiamenti in lui, ce ne era solo uno.
Il suo sorriso si spegneva sempre di più.
Avrei voluto parlargli, e magari capire ciò che pensava.
Era un ragazzo bellissimo, ma non potevo dire lo stesso del suo sorriso, o dei suoi occhi, sembravano entrambi sorridere, ma invece stavano urlando.
Forse anche lui aveva bisogno di qualcuno che lo capisse.
Forse voleva solo qualcuno che lo facesse sentire diverso.
Forse lui, era già diverso.