Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: HaveASweetLife    22/12/2013    5 recensioni
"La prima puntata é finita da pochi minuti. C'é stata una discussione molto accesa oggi: piena di battibecchi e fiori lanciati in testa.
Tutti c’eravamo appena salutati ed entrati nei rispettivi camerini quando qualcuno bussa alla porta. Vado ad aprire, strisciando un po' i piedi per terra per la stanchezza e la camicia bianca sbottonata a metà. Lascio la porta a metà in modo da poter guardare chi sia senza che essa veda troppo la fatica riflessa sul mio volto."
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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What have we done?
 
Finalmente é finito anche l'Extra Factor. Mi alzo e mi dirigo nei camerini, seguito dai miei colleghi che parlano di qualcosa del quale sono troppo stanco perché ne capisca il significato. Arriviamo nella sala relax. Faccio un cenno con la mano, pronto a ritirarmi nel mio camerino per cambiarmi e andare a casa quando Simona mi chiama:
 
《Mika, vai già via? Perché non rimani ancora un po' qua con noi?》
 
Mi volto e la vedo seduta sul divanetto con gli altri tre, tutti intenti a fissarmi in attesa di una mia risposta. É strano. Mi viene quasi da ridere. Sembrano tristi della mia "uscita di scena" così prematura. Pensandoci bene però credo di accettare. Voglio conoscerli tutti meglio. Ho visto il lato artistico di Morgan ed Elio, quello carismatico, protettivo e, a volte, insolente di Simona, ma non li conosco davvero.
Preferisco rimanere. Accenno un sorriso e rispondo con il mio italiano improvvisato:
 
《Cerrto. Mi farebbe piacera.》
 
Mi siedo sulla poltrona beige vicino al divano e, sempre sorridendo e li osservo uno per uno.
Simona é seduta composta. Ha la schiena ritta e le braccia sono tenute incrociate sul bacino, ha le gambe accavallate e questo rende la posizione meno rigida. Il viso é sorridente ma gli occhi sono un po' spenti. Dopo tutto ha dovuto mandare a casa un gruppo di ragazzi molto, forse troppo giovani. Non ho ancora capito perché in Italia le boy band siano tanto odiate. Certo, molte puntano più sull'aspetto fisico che quello vocale, ma altre sono brave.
Sposto lo sguardo dall'unico giudice femminile della competizione incontrando, verso destra, Elio. Lui é un personaggio curioso. É molto buffo e simpatico ma, a differenza di quello che può trasmettere il suo aspetto, é molto acculturato e controllato.  Rido ancora se ripenso alle audizioni. Quando gli disegnavo cose quasi pornografiche e lui non si scomponeva di un millimetro. É seduto in modo simile a quello di Simona, forse più rilassato: la schiena é un po' curva e le dita continuano a tamburellare sulle ginocchia un motivetto familiare ma che non riesco a riconoscere. Il mio sorriso si affievolisce di poco mentre sposto lo sguardo da Elio e mi ritrovo immerso in due occhi tormentati, pieni di volti e tipi di carattere sempre diversi, impossibili. Morgan. Il suo sguardo mi trafigge e confonde ogni volta che lo guardo. Ha una posa completamente diversa dai precedenti due: é quasi sdraiato nel poco spazio disponibile, le gambe sono leggermente divaricate, un braccio é teso su una gamba mentre l'altro gomito é appoggiato sul bracciolo e la mano sostiene la testa facendo sì che il palmo copra metà bocca e che le dita sfiorino la parte esterna dell'occhio conferendogli un'aria misteriosa. Per me rimarrebbe impossibile, anche se non fosse in quella posa. Pensandoci posso dire che se Elio m’incuriosiva Morgan mi attrae, siamo come l'ossigeno sul fuoco.
 
《Mika, come va con le ragazze?》
 
Simona interrompe il mio monologo interiore, distogliendomi dal guardare ancora gli occhi di Morgan. Sposto lo sguardo verso di lei.
 
《Tutto benne》
 
Rispondo sorridendo.
 
《Come stanno i Free Boys?》
 
Le chiedo di rimando. Sospira e punta lo sguardo al pavimento mentre Morgan ridacchia della mia pronuncia.
 
《Mandarli via é stato orribile, sono dei ragazzi così giovani e pieni di talento, non mi aspettavo andassero via così presto.》
 
Risponde guardando sempre verso il basso.
 
《Ragazzi, non rattristiamoci.》
 
Esclama Elio appoggiando una mano sulla spalla di Simona, cercando di confortarla un po'.
 
《Elio ha ragione, andiamo a bere qualcosa.》
 
La voce roca e inconfondibile di Morgan mi fa voltare verso di lui.
 
《Io non vengo, preferisco andare a casa.》
 
Pronuncia Simona con voce bassa.
 
《La accompagno.》
 
Si propone Elio e, dopo averci salutati, spariscono oltre la porta, avviandosi verso casa.
 
《Beh, rimaniamo solo noi due.》
 
Ghigna Morgan, sporgendosi verso di me.
 
《Mi dispiacce, vado anche io a casa.》
 
Come sempre sorride della mia pronuncia. Io non voglio essere buffo, penso tristemente.
 
《Allora ti accompagno.》
 
Lo guardo sorpreso mentre si alza e si prepara come se gli avessi già dato il mio consenso. Sbuffo, non mi resta altro da fare che accettare.
 
《Ok.》
 
Mi guarda sorridendo leggermente mentre s’infila la giacca, aggiustando il colletto.
Camminiamo fianco a fianco in silenzio. Nessuno vuole o sa cosa dire. Mi ha stupito che mi abbia voluto accompagnare. Lo guardo con la coda dell'occhio mentre cammina accendendo una sigaretta. Tossisco all'odore e mi batte una mano sulla schiena ridendo.
 
《Ti infastidisce? 》
 
Chiede gentilmente fermandosi e guardandomi con un cipiglio preoccupato. Perché mi sento in colpa? Non ne ho motivo.
Dio, mi sento un bambino.
 
《Sto benne, scusa》
 
Dico mentre riprendo a camminare affrettando il passo, cercando di capire quanto manca per arrivare a casa mia.
Il resto del cammino trascorre di nuovo nel silenzio delle strade buie di Milano, illuminate occasionalmente da qualche lampione. La mia andatura rimane veloce e Morgan cerca di tenere il passo stando dietro di me.
 
《Hey Mika rallenta!》
 
Mi fermo e volto lo sguardo indietro vedendolo arrivare al mio fianco e fermarsi per guardarmi negli occhi.
 
《Perché correvi?》
 
《Io no stavo correndo.》
 
Rispondo riprendendo a camminare normalmente. Mi guarda andare via senza seguirmi.
 
《Ok, cosa c'è che non va? 》
 
Mi giro e lo vedo nello stesso punto di prima che mi osserva con sguardo confuso. Lo sono anch’io. Non so cosa mi prende. Ripenso alle scuse per quello che é successo la settimana prima e non so ancora cosa dire o come comportarmi. Tu fai sembrare tutto facile. É come se non fosse successo nulla per te.
 
《Nulla, andiamo.》
 
Sforzo un sorriso mentre pronuncio queste parole.
 
Ricomincio, per l'ennesima volta, a camminare chiedendomi perché il viaggio duri tanto. Sento i tuoi passi sull'asfalto e rallento aspettandoti per camminare vicino a te.
Arriviamo, dopo quelle che mi paiono ore, a casa e ti saluto con la mano pronto ad aprire la porta ed entrare in casa. Mentre sto entrando, mi sento tirare per un braccio e mi fai voltare verso di te. Ci guardiamo e mi proponi la domanda di poco fa.
Decido di svelarti i miei dubbi, di farti capire che per me quello che é successo era... non so nemmeno come definirlo. Forse non voglio nemmeno. Rischierebbe di diventare un'altra cosa con una stupida etichetta appiccicata sopra e, sono stanco di questo.
 
《Perché tu mi ha baciato la setimana scorsa, Morgan?》
 
Parlo velocemente e é come togliersi un peso enorme da sopra le spalle, é liberatorio.
Abbassi lo sguardo per pochi, interminabili, secondi durante i quali mi pento di aver fatto quella stupida domanda.
Sento che mi tiri il braccio verso il basso mentre rialzi lo sguardo e mi baci gentilmente.
 
"Poco" é l'unica cosa alla quale riesco a pensare, é durato troppo poco.
 
《Non ero e non sono Morgan.》
 
Sussurri lasciandomi andare e camminando per sparire chissà dove facendomi un cenno con la mano alzata.
Ti guardo andare via mentre finché non sparisci dal mio campo visivo. Entro in casa e mi appoggio alla porta chiusa. I miei pensieri si accavallano e non so come gestirli. Ho il respiro ansante, devo calmarmi. Chiudo a chiave la porta, vado in camera e mi siedo sul letto.
Perché me ne rendo conto solo ora? Perché? Mi sento uno stupido perché lui ha cercato di farmelo capire quella sera, nel mio camerino, ma non sono stato abbastanza attento. Mi prendo la testa tra le mani e mi scompiglio i capelli. Resto fermo così per non so quanto tempo a rimuginare su quelle quattro parole.
Io ho conosciuto solo Morgan. Solo il personaggio, l'artista, la maschera. Ma non lui, non Marco. Con un sospiro mi slancio lentamente all'indietro e appoggio la schiena sul letto.
Mi addormento così: sul letto ancora da disfare, con i vestiti indossati dopo lo show e milioni di pensieri che mi vorticano in testa.
 
 
*Angolino*
Ehm, ok … non so che dire lol
Lascio a voi i commenti, perché non ho idea su come sia venuto.
Beh, grazie per aver letto anche questo capitolo e le note. J
  
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