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Autore: Craggy    24/12/2013    2 recensioni
Dodici canzoni per raccontare le loro vite, descriverle.
Dodici canzoni per curare le ferite e le cicatrici.
Dodici canzoni per far nascere l'amore.
Perché si sa, la vita è come una canzone, non ti resta che cantarla!
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Courtney, Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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I don't want a lot for Christmas
There's just one thing I need      
I don’t care about presents
Underneath the Christmas tree




“Mamma, non voglio un chiuaua. Davvero”.
“Ma Bridgette, e allora cosa vuoi per Natale?”
La bionda stava per aprire bocca, ma sua madre la precedette :” E sai che non puoi andare in Arizona da Geoff”.
“Ma mamma! Lo vedo tre volte all’anno se va bene! Cosa ti costa? E poi sai che mi accompagnerebbe Lucy, non andrei neanche da sola!”.
“Ne parlerò con tuo padre, se ci tieni così tanto”.

 

I just want you for my own
More than you could ever know
Make my wish come true
All I want for Christmas is you.

 

“CodyBear, non vedo l’ora di passare un bel Natale con te! Dovrò appendere un sacco di vischio, non si sa mai che tu voglia baciarmi all’improvviso!”.
Cody sospirò: quella ragazza lo stava stressando da una settimana per i preparativi necessari al 25 dicembre.
“Sì Sierra, lo farò”.
Ma quella stava già andando avanti a commentare cosa si sarebbe dovuto fare.
“Queste decorazioni sono davvero orrendo, Codychino! Allora, qua ci mettiamo delle candele, qui delle palline …”

 

 

I don't need to hang my stocking
There upon the fireplace
Santa Claus won't make me happy
With a toy on Christmas day

“Courtney Barlow, vieni subito giù!”.
La ragazza castana scese borbottando dalle scale, interrotta mentre stava preparando la sua tesi in Giurisprudenza.
“Court, è Natale. Basta studiare, e vieni che facciamo l’albero”.
La signora Barlow, dietro a un sorriso che doveva essere dolce, lanciò un’occhiata di gelo alla figlia.
“L’albero è …” incominciò la quindicenne.
“… Una tradizione ridicola e del tutto priva di logica. Sì cara, l’hai già detto più volte, forse altre  mille. Ma se fosse per te non si festeggerebbe nemmeno il tuo compleanno”.
Ma perché era così difficile far capire alla madre che a lei non interessava il Natale, non senza Duncan almeno?

 

 

 

I won't ask for much this Christmas
I won't even wish for snow
I'm just gonna keep on waiting
Underneath the mistletoe


“Ehi, ragazzi. Domani è Natale, quindi avete la giornata di libera uscita. Non fatemene pentire”.
Il secondino aveva riunito tutti i futuri criminali nella sala comune, per la rituale riunione pre-natalizia.
Duncan uscì dalla stanza  borbottando sulla dubbia gentilezze della guardia, che probabilmente già stava pensando al cenone di Natale con moglie, figli e parenti vari.
Si stese in branda, quel duro pezzo di legno che avevano il coraggio di chiamare “letto”.
Le lucine intermittenti, unico misero addobbo nella sua cella, lo ipnotizzarono.
E incantato dei bagliori colorati, pensò alla sua fidanzata, probabilmente al calduccio davanti a un camino, mentre sorseggiava cioccolata calda e guardava la neve.



I won't make a list and send it
To the North Pole for Saint Nick
I won't even stay awake to
Hear those magic reindeer click


“Demon Joseph, vieni subito ad aiutare la tua povera madre a infornare I biscotti di pan di zenzero!”.
Il ragazzo scese saltellando da camera sua: i biscotti erano il suo passatempo preferito.
“Demon Joseph, insomma! Quanto ci stai mettendo?”.
“Scusa mammina, ma devo mettere il grembiulino e la cuffietta”.
La signora mamma di DJ sospirò; suo figlio non sarebbe mai cresciuto.
Infornati i biscotti, non senza che DJ avesse provato ad assaggiarli e si fosse beccato il mestolo su una mano, i due si misero a preparare le cose per Babbo Natale.
“Latte e biscotti per lui, fieno per le renne … sì mammina, direi che c’è tutto”.
“Demon Joseph, ti sei dimenticato la letterina! Se non ci fossi io ti dimenticheresti pure come ti chiami”.
“Mamma … quest’anno non voglio chiedere niente a Babbo Natale”
“Davvero?”, chiese sorpresa quella.
“Ho già te”, e l’abbracciò, riuscendo per un momento a sciogliere quel cuore di ferro.

'Cause I just want you here tonight
Holding on to me so tight
What more can I do
Baby all I want for Christmas is you
You


“Hei fratello! Come ti gira?”.
“Oh, amico, alla grande!”.
“Che farai a Natale? Io devo andare da una mia zia mai vista, ma almeno il posto è pieno di pupe”.
Geoff sorrise: il suo amico era sempre lo stesso.
“E tu che farai?”.
“Vado a trovare la mia ragazza, le faccio una sorpresa”.
I due ragazzi si guardarono negli occhi un attimo e poi scoppiarono a ridere.
“Amico, chi l’avrebbe mai detto che un giorno saresti stato impegnato in una storia seria? Hahaha, è incredibile!”.
“Già”, rispose il biondino, mentre pensava a come portare duecento rose rosse in aereo.

 

All the lights are shining
So brightly everywhere
And the sound of children's
Laughter fills the air

Sarebbe riuscito a far cascare Heather tra le sue possenti e palestrate braccia, quanto era vero che il suo nome fosse Alejandro Burromuerto.
Era lì, a Rockefeller Center, sotto quel maestoso e altissimo albero, che sorgeva in mezzo alla piazza.
Si sentiva odore di caramello e vin brulé, e i richiami dei venditori nelle bancarelle che costeggiavano la grande pista da pattinaggio.
Due bambini gli girarono intorno, ridendo, mostrando ai genitori a bordo pista quanto fossero bravi.

 

And everyone is singing
I hear those sleigh bells ringing
Santa won't you bring me the one I really need
Won't you please bring my baby to me


“Ti prego, fai smettere queste canzone infernali! È tutto il giorno che mi sorbisco Jingle Bells!”.
Gwen, con la testa sotto il cuscino, stava cercando di trovare un buon motivo per non buttare dalla finestra la ghirlanda che la sua coinquilina, LeShawna, aveva insistito per mettere sulla porta.
Piccolo particolare: ogni volta che qualcuno ci passava davanti, la ghirlanda emetteva dei gridi che sarebbero dovuti essere canzoni natalizie.
“Hai ragione sorella, quella cosa mi dà sui nervi. Zuccherino, ma che ci fai ancora ha letto? Trent ha detto che passerà a mezzogiorno!”.
Improvvisamente sveglia, Gwen guardò l’ora : le unici e un quarto. Sospirò di sollievo.
Aveva tempo.
“Harold cucciolo passerà verso le Quattro, non ti dispiace se …”
“La casa è tutta vostra, ma tu mi offrirai una birra”.
“Tranquilla tesoro, sono certa che ci penserà il tuo bell’elfo che suona la chitarra … se capisci cosa intendo … ”.
Gwen sbuffò, buttandola fuori da camera sua.

 

Oh, I don't want a lot for Christmas
This is all I'm asking for
I just want to see my baby
Standing right outside my door




“Bridgeeeeetteeee, il campanello!” urlò la signora Margot dalla cucina, mentre cercava di capire perchè il tacchino non fosse cotto.
La bionda si alzò dal divano dove stava leggendo e, afferrato il primo piumino che aveva trovato, andò a vedere chi diavolo potesse essere a disturbare il giorno di Natale.
“Guardi, noi non vogliamo comprare niente ” iniziò quella, senza neanche guardare chi fosse.
“Allora questi fiori li butto? Non hai ideaq di quanto pesino!”.
La surfista restò di stucco: il surfista più sexy che avesse mai conosciuto era lì … davanti alla sua porta.
“Ma … ma tu c… che ci fai qui … cioè …”
“Hahaha, sono bello ma non così tanto da far perdere la parola!”.
“E’ la voce di Geoff che sento?”, chiese la voce di Margot dall’interno della casa.
“Sì signora, puntuale come previsto!”.
Bridg si voltò a guardare la madre, che li aveva raggiunti, a bocca aperta.
“Tu … lo sapevi! Ecco perché non mi volevi far partire!”.
Sua madre e il suo ragazzo scoppiarono a ridere davanti alla faccia sconvolta, ma decisamente felice, della ragazza.
Questa li abbracciò.
 “Siete due idioti, ma grazie”.

 

Oh I just want him for my own
More than you could ever know
Make my wish come true
Baby all I want for Christmas is
You



 

Heather stringeva la mani ai paraorecchie che indossava per proteggersi dal freddo pungente di New York.
“Chica, sei arrivata finalmente! Pensavo che mi avessi  scaricato”.
Heather lo guardò, cercando di nascondere la sorpresa e le guance improvvisamente rosse.
“Io non ho dato appuntamento a nessuno, Cretinandro. Soprattutto non a te”.
Ale scosse la testa: era sempre la stessa, meravigliosa e acida ragazza.
“Bene, querida, vorrà dire che improvviserai”.
Lei non replicò neanche, si limitò a guardare male il ragazzo e a vietargli ogni contatto inferiore ai trenta centimetri di distanza.
Mentre passeggiavano tra le casette – bancarelle, piene di dolci e chincaglierie, videro alcuni vecchi amici.
O nemici.
Gwen e Trent ridevano sorseggiando vin brulé vicino alla Casa di Babbo Natale; Geoff e Bridgette pattinavano, o meglio si stavano baciando, sulla pista.
Mancavano solo loro due, a quanto pareva.
Si fermarono sotto a un rametto di vischio appeso, per bellezza più che per utilità, al confine del villaggio di Natale.
Alejandro si fermò e guardò il visino contratto della sua più acerrima nemica.
“Non pensare che io possa … bleah, mi viene la nausea solo a pensare che io e te potess …”
E per farla star zitta, lo spagnolo la baciò.
Lei si stacco subito, stupita da tale audacia.
Poi gli sorrise, come si fa con un bambino che ha finito la Nutella ma ti guarda con due occhioni che non si può fare a meno di amare.
“Buon Natale, principessa”.
“Buon Natale, pezzo di idiota”.


ANGOLO MEH
So che non ci sono colori eccetera eccetera, ma questo stupido editor non mi metteva i colori, acciderbolina.
Tanto cari auguri a mamme/papà/sorelle/fratelli/cani/gatti/liocorni.
A soprattutto a voi, tanti auguri!
Basi,
Craggy vestita da babbA Natale.
 

  
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