Anime & Manga > Escaflowne
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Autore: Selhin    22/05/2008    8 recensioni
Mi dispiace per chi la segue, ma non riesco più a scrivere questa storia. Il mio stile è troppo cambiato, eppure non me la sento di cancellarla. Grazie per avermi seguito. Un seguito della serie tv...sono passati 3 anni dal ritorno di Hitomi sulla Terra...da allora è cresciuta, è cambiata...ma una nuova visione le farà capire che un nuovo nemico si prospetta all'orizzonte... e perciò farà ritorno su Gaea...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Per non lasciarti più

Salve a tutti. Innanzi tutto volevo ringraziare chiunque abbia avuto il coraggio di leggere questa mia fanfic!!! Davvero grazie di cuore!!! Ho pensato a un seguito di Escaflowne perché mi è un po’ rimasto sullo stomaco la separazione tra Van e Hitomi. Ho intenzione di farlo a più capitoli, ancora non so quanti, e non ho ben chiare le idee dello svolgimento…verranno da sé come sempre. Mi piacerebbe che mi lasciaste un segno del vostro passaggio con dei consigli su come migliorare…Spero di aggiornare presto…Bè adesso basta parlare, lasciamo spazio alla storia…passo e chiudo.

Un abbraccio! ^^

 

Per non lasciarti più

 

Cap 1- Inaspettatamente su Gaea

 

 

  Il vento le scompigliava i capelli corti mentre era assorta nei suoi pensieri.

-Ehi, senpai Kanzaki! Tu sei brava a leggere i tarocchi, perché non le predici il futuro?- la ragazza smise per un istante di guardare il mare. Sorrise all’amica.

  -Ho deciso di smettere di leggere le carte- le disse – Mi dispiace molto- dopodiché tornò con lo sguardo fisso sugli scogli davanti a sé. Le onde s’infrangevano su di essi dando sostanza a della candida spuma di mare. Sembrava così attenta a guardare. Ma in realtà i suoi pensieri erano ben più lontani di quanto chiunque potesse immaginare…

  -Come invidio senpai Yukari- stava dicendo la ragazza di prima –Forma una coppia perfetta con senpai Amano!- ma le parole giungevano a Hitomi lontane, ovattate.

  Improvvisamente davanti a lei, su quegli scogli che fissava con tanta intensità ma anche così distrattamente, comparve lui. Il suo angelo dalle iridi scure, i capelli scompigliati e due ali di piume candide. Al collo portava il suo ciondolo. Quello che lei gli aveva lasciato nella speranza di poterlo rivedere ancora. Brillava alla luce del tramonto. Lei lo guardò incantata e stupita per un istante. Lui le sorrise. Il suo sorriso così dolce e sereno.

  -Van…- mormorò. La vista le si annebbiò per un istante a causa di alcune lacrime che tentava ormai da giorni di nascondere. Chiuse gli occhi e ingoiò il magone che le era salito alla gola. Scacciò le lacrime e riaprì gli occhi. Verdi, limpidi -…non preoccuparti…sto bene.- disse sorridendo, ma ormai l’immagine di quell’angelo era già svanita.

 

 

  - Hitomi Kanzaki!!!- urlò furiosa Yukari alla sua amica che stava tranquillamente studiando china sul suo libro di letteratura. Alzò di scatto la testa e si scusò immediatamente.

  - Perdonami Yukari…hai ragione stavo sonnecchiando…scusami, so che devo impegnarmi, giuro che…- ma l’amica la zittì con l’indice alzato.

  - No, no…non si tratta di questo.-

  - E di cosa allora?- si stupì l’altra.

Per tutta risposta Yukari, le puntò l’indice contro – Si può sapere come ti è venuto in mente di respingere il senpai Hiroshi? Perché si è dichiarato a te ieri giusto, ti ha chiesto di uscire no?-

  - E tu come fai a saperlo?- le chiese Hitomi tornando a sedersi.

  - Ho le mie fonti.- rivelò saccente l’altra.

  - Te l’ha detto il senpai Amano vero?-

  - Bè…si!- ammise.

  - Altro che fonti e fonti…per forza…il senpai Hirosi e il senpai Amano sono migliori amici.-

Yukari si alzò di scatto dalla sedia, e per l’ennesima volta le puntò l’indice sul naso – E non cambiare discorso con me signorinella…ora esigo delle spiegazioni, sono la tua migliore amica no?-

  Hitomi sospirò ed iniziò a sfogliare il libro. Quell’anno avevano gli esami di fine liceo e lei non aveva affatto voglia di studiare – Bè, perché no.- disse semplicemente.

  - Che razza di risposta è “ perché no” ? Cosa non va in Hiroshi? E’ semplicemente perfetto, è bello, è un ottimo studente, è simpatico, atletico…- ed iniziò ad elencare una bella lista dei suoi pregi passando senza accorgersene a quelli del senpai Amano -…che ovviamente non può essere brillante quanto Susumu e…- Hitomi la interruppe – Ma non stavi parlando del senpai Hiroshi? Perché ti sei messa a farmi l’elenco dei pregi del tuo ragazzo?-

  L’amica arrossì e si scusò subito – Mi spiace Hitomi, mi lascio trascinare facilmente.-

Hitomi si stiracchiò la schiena mandando indietro la testa – Adesso che non potete vedervi a scuola sarà dura per voi…o no?-

  - Oh no, in qualche modo riusciamo sempre a vederci almeno una volta alla settimana…ma qua non stiamo parlando di me…-

  La ragazza sospirò rumorosamente. Capì di non avere scampo. – Non lo so Yukari…il senpai Hiroshi è molto simpatico e tutto il resto…però…- si fermò un istante - …non voglio uscire con un ragazzo solo perché lui prova un po’ d’interesse nei miei confronti.-

  Yukari si sporse sul banco – Dimmi la verità Hitomi…c’è già qualcun altro di cui sei innamorata? Sai che a me puoi dirlo…-

  Hitomi si alzò dalla sedia e si diresse alla finestra. Era il tramonto e il sole brillava d’un rosso acceso rispecchiandosi e rifrangendo i suoi raggi sul mare. Guardò più in alto, dove il cielo si stava facendo già scuro, e vide la luna seppur ancora lieve e poco visibile.

  - Si Yukari…scusami se non te ne ho mai parlato…- ammise infine.

  L’amica spalancò gli occhi per la sorpresa – E chi è?-

  - Mi spiace, ma non posso dirtelo…perdonami…-

 

 

    Stavano camminando verso la stazione. Ormai era quasi buio e l’autunno iniziava a farsi sentire con il suo vento freddo che scompigliava i capelli di Hitomi, adesso lunghi fin sotto le spalle.

   Aveva deciso di farseli crescere per poter dimenticare più facilmente ciò che le era accaduto 3 anni prima. I primi tempi, tutte le volte che si guardava allo specchio, le tornavano alla mente ricordi troppo dolorosi e per questo decise di farseli crescere. Ormai aveva perso le speranze e ricordare le faceva troppo male.

  - Ehi Hitomi! Ma dove hai la testa?- si sentì una pacca improvvisa sulla spalla. Guardò Yukari che la fissava di traverso e si sentì morire per l’imbarazzo nel trovarsi Hiroshi davanti.

  - Cos’è adesso eviti anche di parlarmi dopo quanto successo ieri?- chiese lui sorridendo.

Hitomi arrossì ancora di più – Mi…mi dispiace molto…- balbettò imbarazzata chinando la testa. Per tutta risposta Hiroshi scoppiò in una risata compiaciuta – Accidenti mi hai preso sul serio? Io scherzavo…evidentemente devi essere molto affaticata per via del troppo studio Hitomi!- la guardò divertito, come sempre faceva lo sbruffone – Ehi ragazze, vi va di andare in un bar a bere qualcosa?-

  Yukari, che si era messa a ridere anche lei, s’interruppe guardando l’orologio – Ah mi fermerei volentieri ma devo correre o perderò il treno. Andate voi due tanto credo che avrete da chiarire.- salutò con un cenno della mano e schizzò via correndo urlando i saluti a entrambi.

  Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzato i due decisero per una bibita nel bar dove andavano di solito tutti assieme.

  Per tutto il tragitto non articolarono parola e quando entrarono nel bar la ragazza andò a sedersi mentre lui ordinava da bere al bancone. Quando la raggiunse, la trovò assorta nel guardare la luna piena, come se il suo spirito fosse altrove.

  - Tieni Hitomi – le porse la lattina mettendogliela sotto al naso. Lei mormorò un piccolo “grazie” e tornò a guardare fuori dalla finestra.

  Hiroshi decise d’interrompere quel silenzio snervante. Era sempre andato tutto bene fra di loro, Si conoscevano fin dalle medie ma la loro amicizia si era approfondita nel corso di quei 3 anni grazie all’amico che avevano in comune, Susumu Amano. Era stato talmente sicuro che Hitomi corrispondesse i suoi sentimenti che non ci aveva riflettuto troppo nel confessarglieli. E invece era rimasto sconvolto dalla reazione di lei. Un inchino col capo, com’era solita fare quando chiedeva scusa, e un lieve “mi dispiace” appena udibile alle sue orecchie. Poi era corsa via lasciandolo lì come una statuetta di cera a chiedersi il motivo di quel rifiuto.

  Ci aveva riflettuto tutta la notte ed infine era giunto alla conclusione che mostrarsi a lei mesto e triste non avrebbe migliorato le cose, anzi con ogni probabilità le avrebbe peggiorate. Però voleva una spiegazione plausibile su quel “no”.

  - Hitomi, puoi ascoltarmi per dieci secondi?- più che una domanda sembrava un ordine e la ragazza lo guardò sgranando gli occhi.

  - C-certo…- rispose e si chiese se infine, era riuscita a farsi odiare anche da lui.

  Come se gli avesse letto nel pensiero lui iniziò a parlare – Hitomi, io non ti odio per quello che è successo ieri e non lo farò mai. Sei mia amica da molti anni, ormai ti conosco bene e so che ti senti in colpa, ma non devi. So, che se hai rifiutato, sicuramente è stato per un buon motivo. Però…- esitò un attimo -…però vorrei solamente che tu mi dicessi quale sia questo motivo. Credo di avere il diritto di sapere, per quale ragione tu non abbia accettato di uscire con me. Non voglio obbligarti in nessun modo, sai che non lo farei mai…voglio solo…- s’interruppe di nuovo come per cercare le parole adatte -…ho bisogno di saperlo, anche per potermi mettere il cuore in pace, capisci? Per poter smettere di provare quello che provo…senza diventare assillante per te…qualsiasi…- Hitomi vide che iniziava a incespicare per trovare le parole -…qualsiasi esso sia, per me andrà bene, non ti reputerò una ragazza superficiale…e non lo rivelerò se è questo che…-

  Ma Hitomi fu più svelta -…scusami…- bisbigliò -…hai ragione, il mio comportamento non è stato corretto nei tuoi confronti, che invece sei stato così sincero con me. Adesso anche io sarò sincera e ti dirò tutto…- sorrise gentilmente -…vedi Hiroshi, io ti sono molto affezionata. Sei il mio migliore amico, mi ascolti, mi consoli, mi fai ridere…davvero ti voglio molto bene, credimi…- si fermò un attimo -…però, non posso corrispondere quello che provi…-

  - Sei innamorata di un altro? E’ questo il motivo?- disse lui all’improvviso. Lei riuscì solo ad annuire lievemente abbassando lo sguardo, come se avesse il timore di parlarne. Hiroshi si appoggiò allo schienale della sedia e bevve un sorso dalla sua lattina. Aveva la gola riarsa.

  - Ti ricordi, 3 anni fa, che a scuola si parlò di un lampo di luce azzurro nel campo sportivo?- gli chiese Hitomi senza alzare lo sguardo

  Lui si sorprese di quella domanda improvvisa – Quello che video Yukari e Susumu?- le chiese a sua volta. Hitomi annuì di nuovo.

  - E ti ricordi del mio improvviso allontanamento da scuola per un lungo periodo?- chiese ancora Hitomi.

  - Certo…tua madre disse che eri andata all’estero da alcuni parenti, per alcuni problemi familiari…- non riusciva proprio a capire cosa c’entrassero adesso eventi di 3 anni prima. Insomma, stavano parlando di loro, non gli importava nulla di 3 anni prima – Perché tutte questa domande adesso?-

  Lei finalmente alzò lo sguardo – Non sono affatto andata all’estero…- lui non riusciva proprio a capire. Ma prima che potesse dire qualcosa la ragazza continuò -…3 anni fa…io…-

 

 

  Improvvisamente davanti a lei Hiroshi svanì. Tutto divenne buio. Si trovava in un luogo che non conosceva…o forse si? Possibile che si trovasse su Gaea?

  Non riusciva a capirlo. Il cielo era scuro e non si vedevano né la luna né nient’altro. Ma era veramente il cielo quello sopra di lei?

Tutta quell’oscurità le causava un forte senso d’angoscia, come se da un momento all’altro dovesse accadere qualcosa di terribile. Sentì un rumore assordante alle sue spalle, come di qualcosa che si sgretola, qualcosa di molto grande, come una montagna seguito da un boato terribile. Hitomi iniziò a cadere, a cadere, a cadere…quando una mano salda l’afferrò. Aprì gli occhi e vide davanti a lei una splendida figura con le ali d’angelo che la teneva dolcemente per mano. Lei non poté fare a meno di sorridere nel vederlo.

  L’aveva di nuovo salvata…per l’ennesima volta lui l’aveva salvata!

Tese l’altra mano verso di lui, a sfiorargli il viso, per sentire che era vivo, che era davvero davanti a lei, ma non appena lo toccò l’angelo lasciò la presa e scomparve. Attorno a lei l’oscurità prese improvvisamente un colore che la ragazza conosceva fin troppo bene.

  Rosso.

Rosso come il sangue.

  Hitomi cadde precipitosamente. Una caduta che sembrava non avere mai fine.

Dov’era? Cosa stava succedendo? Non riusciva a capirlo…Poi la sua caduta ebbe fine.

Quando aprì gli occhi si trovava in una vasta landa. Era immensa. Lei stava sulla cime di una collina e poteva vedere con chiarezza cosa accadeva nella distesa.

  Decine e decine di Guymelef. Si, quelli erano proprio i guymelef di Gaea.

Combattevano fra di loro, si uccidevano a vicenda. E lo stesso facevano gli uomini. Si trafiggevano con le spade, arti che si staccavano dai loro corpi, urla di dolore…era un’altra guerra!

  Hitomi si coprì le orecchie per non sentire quei gridi disperati, serrò gli occhi. Non poteva accadere di nuovo, non voleva avere queste visioni di morte.

All’improvviso una mano le si appoggiò forte sulla spalla. Lei si spaventò e tento di liberarsi dalla presa, ma era troppo forte per lei. Quando si voltò non riuscì a credere ai propri occhi.

  - Signor Folken!!!- gridò guardandolo stupefatta – Ma voi siete morto…com’è possibile? Cosa sta accadendo?-

  Folken la guardò negli occhi, con tristezza.

  - Solo tu puoi aiutarlo – disse semplicemente – Nessun altro può salvarlo…solo tu, ragazza della Luna dell’Illusione…fa presto…- la strinse con una tale forza per le spalle che sentì un dolore lancinante. Poi Folken scomparve. Lei cadde a terra, stremata.

  Al suo fianco comparvero due figure. Stavano combattendo con la spada. Poi una delle due si librò in volo lasciando dietro di sé una scia di piume candide.

Non poteva che essere lui.

  - Van!!!- urlò Hitomi. Lui si voltò a guardarla e dopo un attimo il suo viso si trasfigurò in un urlo disumano. C’era anche del sangue su tutto il suo corpo.

  - Hi…Hitomi…- riuscì appena a dire, prima di iniziare una lunga caduta verso la terra, esanime.

La ragazza urlò.

Urlò di disperazione, con tutto il fiato che aveva in corpo…

 

 

  Quando Hitomi, dopo che sembrava aver perso conoscenza per avariati minuti, iniziò a gridare a Hiroshi prese il panico.

  - Hitomi!- le gridava nel tentativo di farla tornare in se – Hitomi che ti succede?- sembrava impazzita. Improvvisamente tornò in sé e lo guardò con aria stralunata ma soprattutto terrorizzata.

Continuava a tremare, ma non per il freddo, bensì per la paura.

  - Hitomi? Mi riconosci?- le chiese stupidamente, quando si accorse che la ragazza stava mormorando qualcosa – Cosa stai dicendo?-

  Lei si alzò in piedi e uscì fuori dal locale urlando solo – Devo andare da lui!-

Hiroshi le corse dietro, preso dal panico, ma lei correva troppo veloce. Per un attimo credette di averla perduta, quando con la coda dell’occhio, vide la sua figura salire le scale che portavano al tempio li vicino. Prese fiato e la rincorse fin in cima.

  Hitomi era al centro del piazzale e guardava la luna assorta. Sembrava stesse pregando, invocando qualche spirito.

  - Discendenti del popolo di Atlantide, vi scongiuro. Donatemi un briciolo dei vostri poteri e realizzate questo mio desiderio…- si fermò per riprendere fiato -…fatemi tornare sul pianeta di Gaea!-

  Una colonna di luce azzurra l’avvolse. Hiroshi sembrò sconvolto nel vedere quello spettacolo. La colonna arrivava fno alla luna, anzi, vi andava dietro.

Hitomi iniziò a fluttuare nell’aria e lui, senza pensarci due volte, le andò dietro, buttandosi nella colonna di luce…

 

 

  Freddo. Sentiva freddo, e fu questo a svegliarlo. Aprì gli occhi e lentamente mise a fuoco la figura in piedi davanti a lui.

  - Hitomi!- esclamò alzandosi. La testa gli girò e perse per un attimo l’equilibrio. La ragazza fu svelta a sorreggerlo. Piangeva.

  - Perdonami Hiroshi…ti ho trascinato con me…-

Ma lui non capiva. Allora Hitomi continuò la frase interrotta al bar -…io 3 anni fa, sono stata trasportata in un altro mondo da un fascio di luce azzurra…- Hiroshi sembrava ancora non comprendere -…sul mondo di Gaea…- continuò lei -…un mondo dove la luna e la Terra si stagliano nel cielo costantemente.-

  Solo allora lui guardò il cielo.

  Nell’oscurità della notte,la luna e la Terra brillavano di una luce intensa che quasi lo accecava.

 

 

   
 
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