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Autore: Fanni    03/01/2014    2 recensioni
"Smettila di fingere"
"Non fingo"
"Si invece, continui a fingere, perché lo fai?"
"Perché ho paura."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Breathe. 






























Quante volte ci siamo chiesti che cosa il mondo ci riservasse?
E quante volte abbiamo immaginato d’essere in un sogno?
Quante volte ci siamo detti ‘è tutto finto, ci sveglieremo, e magari ricomincerà tutto, solo che sarà diverso.’
Non riusciamo mai ad ampliare la mente, chissà perché eh?
Noi non vediamo ciò che vorremmo, ma vediamo ciò che vogliono gli altri.
Siamo tutti chiusi in una gabbia, solo che a noi non è visibile, e quindi dobbiamo immaginare che ci sia..
siamo così limitati.. potremmo fare grandi cose, potremmo cambiare il mondo, potremmo cambiare addirittura le persone, se solo ce lo permettessero.
Tutti noi abbiamo delle capacità, visibili e non, dobbiamo solo trovare il coraggio di mostrarle al mondo, e magari gridare a tutti che noi possiamo farcela, che noi possiamo fare la differenza.
-“Signorina vood, è con noi?”- il professore batteva freneticamente il piede sul pavimento -“Mi scusi professore, mi sono distratta.”- guardai tutto ciò che mi circondava, poi posai lo sguardo sul professore che si passò le mani sul viso.-“Dopo la lezione voglio parlarti veronica, non scappare subito.”- poggiai la testa sui palmi -“Ronnie.”-
Ricominciò a parlare, quasi come se niente fosse accaduto.
Forse è questo il problema delle persone, danno troppo poco peso ad ogni minima cosa, stupida o importante che sia.
Dovremmo imparare a riflettere su ciò che accade e forse, la vita non sarebbe poi così noiosa.
Voglio dire, se tutti noi incominciassimo a riflettere su ciò che accade, forse, riusciremmo quasi a trovare una soluzione a tutto.
Ma invece siamo superficiali, e non diamo peso a nulla.
Il mondo era strano, era una cosa da dire, ma affascinante, per quanto pieno di persone superficiali.
Molte volte, il nostro problema non è solo quello della superficialità, ma quello della contraddizione, dell’arroganza, dell’ignoranza.
Ci sono così tanti problemi che andrebbero detti, ma non arriveremmo mai ad una fine.
Il ticchettio dell’orologio risuonava nella mia testa, quasi come una melodia, battevo a ritmo i piedi, mentre provavo ad ascoltare ciò che aveva da dire il professore, ma l’unica cosa a cui riuscivo a pensare, in quel momento, era il mondo.
Amavo perdermi tra i miei pensieri, astratti, misteriosi, confusi.
Nemmeno io riuscivo a capirmi delle volte e mi piaceva, mi piaceva dover riflettere per riuscire a capire il caos che avevo nella testa.
-“Veronica.”- vidi il professore scuotermi una mano davanti agli occhi-“Professor rando.”- alzai lo sguardo verso di lui.
Era abbastanza giovane come professore, non aveva più di quarant’anni, ne ero sicura.
-“Veronica.. c’è per caso qualcosa che non va?”- si sedette sul banco continuando a fissarmi -“Penso di no, va tutto bene, professore.”- scrollai le spalle e scossi la testa.
Corrugò la fronte -“Ho parlato con tua madre, qualche giorno fa e mi ha detto che tu non hai amici.”- incrociò le braccia -“Mi scusi se le sembrerò arrogante, ma non riesco a capire perché questo dovrebbe interessarle.”- iniziai a giocare con una ciocca dei miei capelli, ignorando i suoi sguardi. -“Prima di essere un professore, sono uno psicologo Veronica, so che tua madre è preoccupata, per quello che è accaduto un po’ di tempo fa, la morte di tuo padre..”- non lo lasciai finire, mi alzai di scatto dalla sedia prendendo le mie cose -“Sto bene, non voglio degli amici, nessuno capisce, nessuno vuole capire, io non voglio capire.”- corsi via dalla classe, senza guardarmi indietro.
Strinsi il labbro fra i denti e mi avvicinai al mio armadietto, posai tutti i libri che non mi servivano e socchiusi la gli occhi poggiando la fronte ad esso.
                                                                    _________
-“Papà, voglio essere una principessa da grande.”- la bambina sorrise innocentemente, un uomo le andò in contro prendendola in braccio e facendola girare -“Oh, ma tu lo sei già, piccola mia.”- le stampò un bacio sulla guancia stringendola a se. -“Davvero?”- batté le mani sulle guance del padre, che rise -“Davvero, la più bella di tutte le principesse.”-
                                                           
          _______
Riaprii gli occhi ed alzai lo sguardo, evitando di far scendere le lacrime.
Chiusi l’armadietto, ed uscii fuori, camminavo a testa basta per non incontrare lo sguardo di nessuno.
-“Ehi, ehi, aspetta.”- mi bloccò il braccio e mi fece girare verso di lui -“Ciao.”- sorrisi.
-“Devo chiederti ancora una volta scusa.”- si mise le mani in tasca guardandomi -“Justin, non chiedere sempre scusa, a me non importa, davvero, fa, dimmi, quello che vuoi.”- scrollai le spalle e sfregai le mani tra loro. -“Giuro che non ti capisco, sei così.. strana.”-  assottigliò gli occhi -“Non ti ho chiesto di capirmi, tanto meno di parlarmi, nessuno capisce, e non m’interessa nemmeno.”- ripresi a camminare ignorandolo, corse dietro di me. -“Ti parlo perché voglio farlo, e cerco di capirti, lo giuro, ma sei così cocciuta.”- tenne il mio passo -“Lo so, anche tu sei strano.”- continuai a camminare, si sistemava continuamente il ciuffo -“Sei nervoso?”- mi fermai girandomi verso di lui -“Ti sistemi continuamente il ciuffo.”- scosse la testa -“è solo un vizio.”- annuii- “Okay.”- ripresi a camminare- “Riusciremo mai ad avere una conversazione normale?”- ripresi a camminare anche lui- “Un giorno, forse.”- mi fermai davanti casa- “Esci con me.”- mi guardò inclinando la testa.- “Con te?”- alzai un sopracciglio- “Con me.”- incrociai le braccia al petto- “Come vuoi.”- aprii il cancelletto- “Ci vediamo domani, alle quattro.”- indietreggiò e mi salutò con la mano.
Rientrai in casa e posai lo zaino a terra.
Quanto sono strani i ragazzi, sono così complicati, è difficile capirli.
                                                                           _____________
-“Papà, stai bene?”- mi avvicinai piano a lui. - “Sto bene ve, mi sono solo graffiato.”- nascose le mani sotto un panno- “Sei sicuro?”- pressai le labbra insieme- “Va da mamma ve.”-
                                                                           _____________
Dondolai le gambe stringendomi nelle spalle, fissai il vuoto, cercai di ripensare a quel giorno, cercai di ripensare a lui, in modo diverso.
                                                                           __________
-“Non fidarti di nessuno piccola, sii libera, non fregartene degli altri, sii felice.”-
                                                                           __________
Gli occhi iniziarono a bruciarmi, allungai la manica della maglia e la passai sugli occhi-“Niente era reale, ogni cosa è sbagliata.”-

 






 
SPAZIO AUTRICE:
Scusate gli eventuali errori, ma non ho tempo di rileggerlo.
Spero vi piaccia.
Baci, fanny.
  
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