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Autore: kiel_violet    04/01/2014    12 recensioni
Ace si ritrova ad ospitare una principessa sulla sua nave,tuttavia la ragazza,Kokoro, nasconde la sua vera identità. Ma quando entra in gioco l'amicizia e l'amore è difficile dover mentire alle persone a cui vuoi bene,che sono ormai diventate la tua famiglia. Ma perché proprio una principessa? Quanti segreti si possono nascondere nel cuore di una giovane ragazza fuggita per essere libera e vivere la sua vita senza l'intromissione di un padre avido solo di denaro e potere? Come andranno a finire le cose?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ritorno al passato

 

Ace puntò i suoi occhi, neri come la pece, sulla figura di Marco, intento a versare dell'acqua in un bicchiere. Con le braccia incrociate sul tavolo e la testa abbandonata su di esse, il ragazzo continuava imperterrito a posare il suo sguardo indagatore sul biondo.
Era arrivata quasi l'ora di cena, e tutti i pirati aspettavano nella grande sala che il cibo venisse servito, e
nell'attesa chiacchieravano, anche abbastanza animatamente, tra loro. Non mancavano schiamazzi, risate, urla, mentre molti boccali iniziavano già a riempirsi di birra. C'era la solita atmosfera vivace, calda e gioiosa, proprio quella che caratterizzava la grande famiglia di Barbabianca, e chiunque vi faceva parte sapeva benissimo che tutta quella confusione rientrava nella normalità, sarebbe stato strano il contrario!
Marco, finito di colmare la sua sete, riposò il bicchiere sulla spessa superficie in legno del tavolo, spostando poi la sua attenzione sul fratello.

-Si può sapere perché mi fissi così?! E' da un intero pomeriggio che mi sembra di avere un fantasma alle spalle! Avanti, parla!- disse ad Ace, accorgendosi di tutti quegli sguardi sospettosi che gli rivolgeva da un po' di tempo. Era strano quel comportamento da parte sua, il fatto che uno come lui mantenesse un attenzione così alta e rimanesse silenzioso a lungo lo preoccupava, anzi peggio, lo inquietava! Insomma, quel fiammifero era sempre rumoroso e risoluto, non stava fermo neanche quando dormiva! Invece quel pomeriggio aveva deciso, ogni volta che lo incontrava, di rivolgergli sguardi sospettosi, o addirittura di origliare le sue conversazioni con gli altri pirati. Per Marco quella situazione era diventata abbastanza seccante e, volente o nolente, gli avrebbe fatto sputare il rospo, anche se già credeva di sapere quale fosse l'argomento, e infatti...
-Voglio sapere che cosa state tramando tu e Koko- chiese Ace alzando il viso, mostrando un espressione interessata.
“Lo sapevo!” pensò la fenice sospirando. Doveva averli visti parlare quel pomeriggio, anzi più che conversazione era stata la ragazza a cercarlo per ringraziarlo nell'averla aiutata a tacere il suo “segreto”. E da quel momento Ace non l'aveva più lasciato in pace. Però non pote nascondere una risatina nel notare tutto quell'interesse.
-Perché stai ridendo?- domandò Ace un tantino alterato, alzando un sopracciglio.
-Dovresti vedere la tua espressione in questo momento!- esclamò visibilmente divertito il biondo.
-Espressione? Cosa c'è di diverso nella mia espressione? E' sempre la stessa!- rispose l'altro fiondandosi poi sulla carne, che era stata appena messa sui tavoli.
Marco si divertiva a prenderlo in giro. Da quando era tornato sulla Moby Dick si era fatto un'idea abbastanza chiara sul rapporto che avevano quei due, e nessuno l'avrebbe mai distolto dalla convinzione che sotto sotto ci fosse qualcosa di più grande dell'amicizia.

-Si può sapere cosa c'è di tanto divertente? Voglio solo sapere cosa mi nascondete!- esclamò mentre un piccola vena spuntava sulla sua fronte.
-Cosa ti fa pensare che io e lei ti stiamo nascondendo qualcosa?-
-Andiamo, è sicuramente così! Questo pomeriggio si è comportata in modo strano... è come se tu sai qualcosa che io ancora non so!- Ace era convinto di ciò che diceva. Non gli era di certo sfuggito il modo turbato con cui aveva cercato di trovare una scusa per andare da Marco, i suoi occhi che vagavano da un parte all'altra della stanza, ma che indugiavano a incontrare quelli neri di lui, e neanche quella certa frettolosità che l'aveva spinta a lasciare il luogo in cui si trovava. Era abbastanza chiaro che la scusa del “devo ringraziare Marco per il suo aiuto” non reggeva.
Marco sospirò sconsolato “Spero che si decida a svuotare il sacco presto”.

-Pensi male amico. E' semplicemente venuta a ringraziarmi, tutto qui. Piuttosto... non sarai mica tu a sentirti... mmh, come potrei dire... geloso?- chiese Marco con aria maliziosa, accentuando l'ultima parola, e guardandolo quasi strozzarsi con il cibo.
-Temi forse che la tua dolce metà preferisca parlare con me invece che con un insensibile come te?- continuò a punzecchiarlo.
Non appena il moro si riprese dalla strozzatura, batté i pugni sul tavolo, alzandosi e attirando così l'attenzione di tutti i presenti.
-IO CHE COSA??!! Giuro che se non la smetti ti arrosto per bene! Brutta specie di uccello blu!!- urlò cercando di colpirlo, ma senza riuscirci, perché prontamente bloccato “dall'uccello blu” in questione.
-Ehi amico, cosa ti prende all'improvviso?- chiesero alcuni pirati che sedevano lì vicino.
-Tranquilli, è solo che certe questioni lo rendono più vulnerabile del solito- rispose Marco con questa nuova battuta, spostandosi sull'attimo per evitare una scia di fuoco.
Questo provocò l'ilarità di tutti, anche Barbabianca se la rideva di gusto insieme ai suoi figli.
Nelle parole di Marco non c'era alcun tipo di malignità, semplicemente si divertiva a vedere il suo caro fratellino andare fuori di testa. Ma era sicuro che un giorno o l'altro non si sarebbe più ritrovato il suo fondoschiena se continuava a provocarlo a quel modo.
-Sentiamo... quali sarebbero queste “certe questioni”?- Vista si aggiunse a Marco, continuando quella specie di complotto contro il povero Ace.
-Eh... sapessi...- affermò la fenice vagheggiando, lasciando ben intendere agli altri in che tipo di argomento si fosse scherzosamente addentrato.

Le risate continuarono a riempire quella sala, e inutile dire che l'ora di cena si era trasformata in una “lotta per la sopravvivenza alle fiamme di Ace”, che tuttavia durò per poco tempo, in quanto lo stomaco di Ace, come degli altri, reclamava cibo, e quindi il ragazzo fu costretto a concedere una tregua per potersi ingozzare di tutte quelle deliziose pietanze.
Tutto ritornò più o meno alla normalità.

-Comunque...- iniziò Marco tra un boccone e l'altro -Se devi chiederle qualcosa, puoi chiederla direttamente a lei- disse indicando Kokoro, appena entrata nella sala, e che si avvicinava al loro tavolo.
Ace si girò, e incontrò la sua figura, sempre più vicina. Ma non appena i loro sguardi si incrociarono, la ragazza distolse subito gli occhi da lui.
Koko non aveva affatto dimenticato cosa quello stesso sguardo le aveva fatto provare un paio di ore prima. Si sentiva ancora un po' imbarazzata a doverlo sostenere di nuovo.
-Non adesso. Il ragazzo sospirò, quasi intuendo che lei provava un certo disagio in quel momento -Parlerò con lei in un altro momento-.


L'ora di cena continuò senza altri intoppi. Koko, che si era seduta accanto ad Ace, cercava di apparire tranquilla e solare come sempre, ma faceva fatica a non arrossire quando lui la guardava o le parlava. Aveva ancora nitida dentro di sé l'immagine dei loro visi vicini, di quegli occhi neri che la scrutavano attentamente, come a voler cogliere ogni singola sua emozione. Si era sentita così vulnerabile, come se le sue difese sarebbero potute crollare da un momento all'altro. Era la prima volta che provava queste sensazioni; il suo mondo, i suoi pensieri, le sue paure... lui stava arrivando a tutto ciò, lentamente stava cercando di farsi spazio fra i tanti vicoli che ogni giorno formavano un labirinto nel suo cuore, e piano piano si infiltrava sempre di più, sfiorandone la parte più interna, quella più intima, quella che racchiudeva tutto ciò conosciuto solo da lei. Questo la spaventava, non sapeva se allontanarlo o condividere tutto con lui.
Ecco perché esitava a incontrare il suo sguardo, temeva di vacillare ancora una volta di fronte ai suoi occhi, non voleva mostrare quel lato fragile e indeciso che possedeva. Non voleva essere considerata una debole. Quindi nel dubbio, aveva paura di fare la scelta sbagliata.
Nella sua vita non aveva mai avuto un'amica, una vera amica con cui confidarsi ed esprimere la sua vera personalità e le sue vere emozioni. Per questo motivo tendeva a racchiudere tutto dentro di sé, a fare finta che tutto andasse bene e a sopportare anche la più ostile delle situazioni. Pensandoci, forse una persona in grado di capirla e aiutarla c'era stata, ma aveva dovuto allontanarsene, non per sua volntà.

 

Successe alcuni anni dopo la morte di sua madre. Lei non era rimasta sempre a Colorful Water. All'età di tre anni, infatti, sua nonna l'aveva portata con sé su un altra isola, piccola e pacifica. Coral Island, questo era il nome. Lì abitava la sorella di Ume, che le aveva ospitate per ben sei anni.

-L'ho fatto per allontanarti dai posti in cui ogni giorno vedevi tua madre. Allora eri molto piccola, non potevi capire, e io volevo evitarti tutta la sofferenza che potevo. Anche tuo padre era d'accordo-. Così le aveva raccontato la nonna.

Poi, a nove anni, ritornò sulla sua isola. Ricordava ancora quando senza preavviso, in un giorno come tanti, suo padre era piombato su Coral Island, annunciandole che doveva ritornare a Colorful Water e adempire ai suoi doveri di principessa, in quanto ormai abbastanza grande per capire la situazione. Con lui si era portato un altra donna.

-Lei è la tua nuova mamma- le aveva detto,anzi, più che detto, le aveva imposto.
In un attimo per Kokoro tutto era cambiato. Quell'uomo, piombato dal nulla, che in sei anni non si era fatto vivo una sola volta, aveva già deciso ogni cosa sulla sua vita, ma soprattutto, la cosa che più di tutte l'aveva infastidita, era con quanta naturalezza aveva affermato che quella donna era la sua “nuova mamma”. Come se la mamma si potesse cambiare così semplicemente, con uno schiocco delle dita. Da quel momento, nel cuore della principessa iniziò a coltivarsi il più oscuro dei sentimenti: l'odio.
Ma allora aveva solo nove anni, e poteva fare ben poco...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ehilà! ^^
Era da un bel po' che non aggiornavo! Finalmente oggi ci sono riuscita! :)
In questo capitolo inizia un piccolo “flashback”. Attraverso i ricordi di Kokoro scopriamo qualche cosa in più del suo passato, ma non tutto!! Quindi se avete qualche dubbio potete esporlo benissimo, ma ancora alcune cose riguardanti la sua famiglia, tipo la morte di sua madre, perché il padre in sei anni non si è presentato mai a farle visita, insomma... queste cose ci saranno in seguito! ^^ Facciamo un po' alla volta! XD
Il prossimo capitolo continuerà e si concluderà con questi ricordi, dopodiché... beh... vedremo!! xD
Spero vi piaccia, e mi scuso se durante la lettura troverete qualche errore. Il punto è che oggi non sono neanche al massimo delle forze! T.T Ho un raffreddore tremendo!
Comunque... passo a ringraziare Monkey_D_Alyce, Yellow Canadair, martychanfantasy, Itchi Bellamy Winchester e Lunetta 12 per aver letto e recensito lo scorso capitolo. Grazie mille!! :) E ringrazio tutti quelli che continuano a seguire la storia! :)
Anche se in ritardo, vi faccio gli auguri di Buon Anno, sperando che possa essere per voi un anno pieno di felicità e amore! ^^
Allora a presto!
ELE

 

  
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