Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Scarlett_Brooks_39    05/01/2014    5 recensioni
Scarlett, una ragazza di 16 anni si ritrova coinvolta in un incidente e cade nell'acqua ghiacciata in pieno inverno per salvare sua cugina Emily, di cinque anni. Si risveglia in ospedale ma non sa che la Luna le ha donato dei poteri soprannaturali e che adesso è la sua guardiana. Viene salvata da Ben,bil ragazzo per il quale aveva da sempre avuto una cotta. Poco dopo avergli quasi confessato i suoi sentimenti il ragazzo sparisce. Scopre in seguito di far parte dei Guardiani, insieme ad altri dieci ragazzi e ragazze della sua età, protetti da ogni pianeta del sistema solare e dal Sole. Tra loro c'è anche Ben, ma non è lo stesso. Saturno infatti l'ha influenzato a tal punto da cambiarlo per sempre. I Buchi Neri, o Murdock, minacciano il pianeta Terra e fra non molto rinnoveranno la loro promessa di distruggerlo per sempre. I Guardiani dovranno sconfiggerli per salvare il loro pianeta e le persone che amano da un altrimenti orrendo destino. Come se non bastasse, un'altra minaccia incombe sui Guardiani ed è costituita da una delle persone più vicine a Scarlett.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prefazione

Mi trovavo immersa come in uno di quei sogni, o meglio incubi, in cui non puoi scappare e devi sopportare terribili, infiniti momenti prima di svegliarti. L'unica consolazione è che poi ti ritrovi nel tuo bel letto, attorniata dai pupazzi che ti fanno capire che sei al sicuro e che è stato solo un incubo. A me stavolta non è successo. L'unica cosa che ricordo è di aver giocato vicino ad un laghetto ghiacciato con mia cugina Emily, durante il mio turno da baby-sitter e ad un tratto di vedere uno sfondo bluastro ed una luce in superficie che diventava a poco a poco sempre più fioca ...ricordo di aver tentato con tutte le mie forze di raggiungerla ma senza alcun risultato. A quel punto credevo, anzi ero sicura di non potercela più fare,mi mancava il respiro ed inoltre ero talmente stanca....così i miei occhi si chiusero lentamente. Aspettate, non penserete mica che la storia sia finita qui, vero? Che storia sarebbe! No, non ero morta, non mi ero mai sentita così viva!

Mi ritrovai a guardare la faccia bianca della luna, così bella. L'avevo sempre ammirata dalla mia finestra in ogni sera d'estate. Rimanevo inerme a guardare la sua faccia candida in mezzo alle stelle. Mi aiutava a pensare, a riflettere, in quel candore trovavo tranquillità e come per magia anche la risposta ai problemi che mi turbavano. I miei piedi non toccavano il ghiaccio ed ero sollevata da terra, avvolta in una nube candida che si dissolveva e ricompariva come i tentacoli di un polpo quando si muove. Ero incredula ed una parte di me, chissà quale e quanto importante, si chiedeva come fosse possibile quello che stavo vivendo, ma i miei occhi erano come stregati da quel satellite così misterioso e bellissimo. Mille domande, mille pensieri si affollavano nella mia mente, ma tutte si placarono al suono di una voce, la voce della Luna.

"Scarlett, ciao bambina mia. Fin dalla tua nascita l'Universo ha scelto me come tuo pianeta protettore e tu come mia Guardiana. Per te ha scritto un destino interessante, infatti tu sarai colei che salverà l'umanità dalla sua prossima distruzione insieme ad altri tuoi simili. Incontrerai avversità e gioie lungo il tuo cammino, anzi, le avversità saranno di gran lunga maggiori ma avrai al tuo fianco amici leali. Diffida però di coloro che conosci bene, il male potrebbe nascondersi dietro ogni angolo. Pian piano capirai, per adesso mi limito a dirti che sei una ragazza dal forte coraggio, forse troppo per la tua età e sei dotata di una forza interiore mai vista prima. Magari altri ti faranno diffidare delle tue capacità, ti faranno perdere la fiducia che riponi in te stessa, ma ricorda che solo noi possiamo decidere la sorte del nostro destino. Adesso tornerai dai tuoi cari, ma ricorda ciò che ti dico perché come penserai, questo non è un sogno. Anche se potrà sembrarti assurdo dovrai accettare di credere e non di capire...." la voce si dissolse e la luce che prima avevo visto allontanarsi adesso mi stava raggiungendo sempre più velocemente, riportandomi alla vita normale. Una scossa elettrica mi percorse il petto, facendolo sobbalzare. Di colpo aprii gli occhi e capii di essere ancora viva. Quattro paia di occhi mi fissavano preoccupati ma allo stesso tempo sollevati, vedendo che avevo ripreso conoscenza. Non ricordo cosa mi successe dopo, ero stanca e volevo solo riposare.

Riaprii gli occhi solo più tardi, in un lettino d'ospedale con un ago nel polso e tanti macchinari fastidiosi intorno che segnavano i miei battiti cardiaci. Il fastidioso 'bip' dei battiti mi rimbombava nella testa ripetitivo e indefesso, come la sveglia che ogni mattina obbligava ad alzarmi dal letto. Peccato che questa non si potesse spegnere... "Tesoro!ti sei svegliata!" gridò una voce familiare, quella che apparteneva a mia madre.
"M-mamma, che è successo? Perché sono qui?"
"Oh, tesoro mio!" mi abbracciò come solo una madre in pena per la propria figlia sa fare. Il suo contatto mi fece sussultare e provai una forte fitta al polso.
"Ahi.."
"Oh, scusami." "Che cosa mi è successo? Mamma ti prego, ho bisogno di sapere."
"Eri con Emily vicino al laghetto, ricordi? Beh, lei ha detto che sei caduta nell'acqua dopo la rottura del ghiaccio. Era disperata, ma per fortuna Ben è arrivato in tempo per salvarti, prima che il tuo cuore si fermasse... per sempre." La sua voce si affievoliva sempre di più man mano che la frase terminava. Un brivido percorse entrambe. Quel nome mi provocò mille emozioni diverse. Ben poteva considerarsi il mio migliore amico: ci conoscevamo da quando mi ero trasferita in questa cittadina ed ultimamente, prima dell'incidente, era sembrato nascere qualcosa tra noi. Almeno in me sicuramente. Ora ricordo che qualcosa di caldo mi aveva sfiorato nel mio stato di incoscienza totale ed avevo sentito un respiro caldo sfiorare l'involucro freddo che ricopriva il mio viso.
"Ben è qui?" Chiesi con un tono che nascondeva fin troppa dose di speranza.
"Si. Dopo che ti ha portata in ospedale ha chiamato me e tuo padre che siamo corsi immediatamente. È rimasto tutto il tempo in sala d'aspetto, era molto preoccupato."
"Davvero? Potrei vederlo? Ti prego." le strinsi di colpo la mano, euforica, e lei sorrise.
"Ma certo, aspetta che lo chiamo." Risposi con un sorriso e mamma capì che tenevo molto a lui. Mi sentivo strana, avevo come un formicolio allo stomaco che mi faceva respirare a scatti. Mamma si allontanò e rimasi sola. Sentii il cigolio della porta e mi voltai di scatto. Wow. Era anche più bello del solito. I capelli biondo scuro, imbevuti di gel, gli ricadevano rigidi sulla fronte e nascondevano i suoi occhi verde chiaro. Le ciglia folte rendevano la sua espressione simile a quella di un bambino ma la cosa che più mi piaceva in lui era la mascella pronunciata ed i lineamenti spigolosi, oltre ovviamente al suo fisico. Sarebbe stato perfetto come quarterback della squadra della scuola, ma lui preferiva altri sport come il nuoto e diceva persino che non voleva ridursi tutto muscoli e niente cervello come i giocatori del nostro liceo. Aveva sempre amato la musica, la letteratura, i giochi intellettuali ma questo non faceva di lui un nerd, lo poneva invece in una fascia nuova che lui stesso aveva creato e cioè i belli ed intelligenti, da me soprannominata fascia del principi azzurri. Ben sembrava proprio adatto. In più era simpatico, sarcastico e da quando lo conoscevo gli avevo visto perdere la pazienza solo un paio di volte, quando era stato mollato dalle sue precedenti ragazze. Io ero sempre rimasta in disparte perché non mi era mai interessato sotto quel punto di vista. Prospettiva che era cambiata negli ultimi periodi.
"Ehi." Wow, la sua voce era anche più bella e calda di quanto ricordassi.
"Ehi." Risposi io, impacciata. Si mise a sedere nella sedia vicino al lettino e sbang! I battiti cardiaci che la macchinetta segnava aumentarono di colpo. Bene Scarlett, ora dilettalo con le tue solite figuracce, mi raccomando! Lui sembrò non accorgersene e fu un sollievo per me.
"Mi hai fatto prendere un bello spavento, sai?"
"Ben, come hai fatto ad arrivare in tempo?" Chiesi seria. Volevo capire, odiavo sentirmi disorientata. Dovevo avere tutto sotto controllo, ero fatta così.
"Stavamo parlando via sms, poi non hai più risposto e avevi detto che ti trovavi vicino al laghetto del signor Jenkins, così ho pensato di farti una sorpresa e alla fine l'hai fatta tu a me... Emily gridava aiuto con la sua vocina stridula, così mi sono preoccupato, lei mi ha trovato e mi sono precipitato per tirarti fuori dall'acqua." "Forse ora ricordo..." Ricordavo a tratti quel che mi era successo. Emily che giocava sul ghiaccio, io che le dicevo di andarsene da lì, la paura nei suoi occhi innocenti, il rumore sordo ma paralizzante della crepa nel ghiaccio che avanzava come una predatrice verso Emily... mi ricordo di averla gettata nella neve candida, di essere caduta io al suo posto nell'acqua e di aver sentito il suolo mancarmi sotto i piedi. Rabbrividii a quel pensiero, ma fui felice che a salvarmi fosse stato proprio Ben, lo rendeva così... fiabesco.
"Lasciati dire che sei stata davvero grande! Non avevo mai visto una persona possedere tanto coraggio come il tuo. Ciò che hai fatto è stato... eroico."
"Grazie, ma allora siamo in due. Come hai fatto a tirarmi fuori dall'acqua? Insomma, era gelata..."
"Si, ma tu rischiavi di morire."
"E tu mi hai salvato la vita." "Beh su, in un certo senso." Rimanemmo in silenzio per alcuni minuti, a riflettere o più probabilmente per l'imbarazzo che entrambi provavamo.
"Tu..." iniziammo a parlare in contemporanea. "No, parla prima tu"
"No no, fai tu."
"Okay, quando pensi di tornare a scuola?"
"Penso tra una settimana, i medici hanno detto che le mie condizioni sono stabili."
"Bene." Cadde nuovamente il silenzio perché come per magia non mi venivano argomenti plausibili adatti alla conversazione. Non ad una semplice conversazione. Una conversazione con Ben. Che era davanti a me. Qui. In ospedale. E mi aveva salvata da una morte sicura.
"Senti, Scarlett..." C'era qualcosa di nuovo in lui, una luce diversa nei suoi occhi. Gli tremava la voce, non l'avevo mai visto così impacciato.
"Si?"
"Vorrei dirti una cosa da tempo." Oddio, ci siamo. Ma non qui! non in un lettino d'ospedale, un po' d'originalità!
"Dimmi pure."
"No, niente. Piuttosto, come hanno fatto ad infilarti una flebo senza che tu urlassi??" Si riprese in aria sarcastica, lasciando navigare il mio cuore in una grande delusione. "Sinceramente, non lo so neanch'io... Mi sono svegliata così e..."
"Incredibile!"
"Già, incredibile.."
"Scarlett, c'é un'altra visita per te." Era la voce di mamma che aveva aperto la porta e quel rumore mi provocò fastidio, perché volevo che quei momenti con Ben fossero infiniti ma anche sollievo, perché volevo evitare il silenzio imbarazzante in cui eravamo caduti. Da quando ci conoscevamo non mi erano mai mancati argomenti di cui parlare e neanche a lui... Mamma teneva per mano una bellissima e dolcissima bambina dai capelli riccioli e biondi che stringeva a se' un ranocchio malmesso senza un occhio che conoscevo bene, Tino. Lei si chiamava Emily.
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Scarlett_Brooks_39