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Autore: Giulia23    06/01/2014    11 recensioni
SEGUITO DELLA FANFICTION "TIMELESS" DA ME SCRITTA e senza la quale non capirete poi molto =)! Non posso scrivere molto della trama senza spoilerare la prima parte, ma spero che questo vi piaccia e vi invogli a leggere la storia : < Devi smetterla, devi smetterla di metterti in mezzo.> le ringhiò contro Klaus, afferrandola rudemente per un braccio e portandola contro di sé. Era furioso con lei, ma il desiderio di stringerla tra le braccia era sempre stato più forte di qualsiasi turbamento, qualsiasi furibonda discussione.
< Volevo aiutarti, non volevo mettermi in mezzo ma se è questo che pensi, puoi stare tranquillo! Non entrerò più nella tua vita!> urlò per tutta risposta Caroline mentre si dimenava furiosamente tra le braccia di Klaus, ma una fitta alla schiena la fece tremare sulle sue stesse gambe. Klaus accorse a sorreggerla prontamente e la cullò contro di sé e chiuse gli occhi nel tentativo di cancellare la visione della sua Caroline così sofferente.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline\Klaus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ragazze, fatemi iniziare col dire che ho avuto un weekend super impegnato quindi non ho avuto il tempo di entrare su efp e l’ho fatto solo ieri sera e …wow! I vostri ( tanti e magnifici ) commenti mi hanno rapita! E naturalmente mi hanno ispirata per mettermi al lavoro e scrivere un intero capitolo, in più o meno tre ore. Quindi grazie, grazie e grazie avevo e purtroppo ho ancora molti dubbi, ho paura di scrivere una storia non-degna delle aspettative e della precedente e per questo l’ispirazione vacilla, ma voi siete fantastiche, voi mi ispirate!
Ci “risentiamo” alla fine del capitolo! P.S. Risponderò a tutti i commenti al più presto, dovevo pubblicare prima ( ve lo dovevo ;) ) Un bacio e buona lettura!!
 
 
 < Non poteva essere stato solo un brutto sogno?>le domandò seccata Rebekah mentre apriva il frigorifero per prendere una sacca di sangue. < Magari hai mangiato pesante ieri.>
 Caroline la fulminò con lo sguardo ed uscì definitivamente dal bagno. Aveva fatto un lunga doccia, preparato la colazione per tutte ed anche pulito l’intera stanza prima di decidersi a raccontare del  “sogno” alle sue amiche.
Facendo le dovute omissioni, ovvio.
 < Hai mai avuto sogni premonitori prima?> le domandò Bonnie mentre sfogliava il suo prezioso grimorio, in cerca di una qualche spiegazione.
 < No… e poi non lo chiamerei un sogno premonitore,  riguardava il passato. Il passato di Klaus ed io, io credo che fossi umana.> osservò preoccupata l’ibrido prima di rubare dalle mani di Rebekah il bicchiere di sangue che si era preparata.
 < Perfetto, era un sogno. Non ci sono altre spiegazioni.> osservò Elena che era ancora sotto le coperte.
 < Ridammi il mio bicchiere o dovrò nutrirmi della tua amica strega.> ordinò irritata Rebekah. Caroline si voltò su se stessa per guardarla con un sopracciglio alzato ed un espressione divertita.
 < Mi piacerebbe vederti provare.> le intimò seriamente Bonnie. Rebekah stava per replicare, ma Caroline intervenne prontamente.
 < Ok, avete un rapporto conflittuale. Lo abbiamo capito. Ora possiamo tornare alla mia schiena sporca di sangue?> domandò la vampira con aria autoritaria.
 < Quale sangue?> la voce preoccupata di Klaus le fece voltare tutte verso la finestra. L’ibrido era accovacciato sul tetto con un espressione seria in volto.
Caroline si indirizzò a grandi falcate verso di lui ed aprì la finestra.
 < Stai bene?> gli domandò preoccupata, pronta a gettargli le braccia al collo, ma una forza invisibile le impedì di superare la finestra.
  < L’incantesimo.> le spiegò ridendo Klaus, la sua dolce ed imbranata Caroline.
 < Datemi un attimo.> disse prontamente Bonnie mentre ricomponeva un cerchio di sale sul pavimento.
 < Sto bene, abbiamo cercato per tutta la notte ma non siamo riusciti a capire o trovare chiunque sia entrato.> sibilò con astio Klaus mentre i suoi occhi si facevano scuri di rabbia.
 < Cosa c’entra il sangue e cosa la tua schiena?>  le domandò cambiando bruscamente discorso.
 < Emh … nulla. Ma sarai tu quello che sanguinerà copiosamente se mi scarica ancora una volta in giro come un pacco!> lo rimproverò piccata Caroline, cercando di cambiare discorso. Non sapeva perché ma non voleva farlo preoccupare ulteriormente e soprattutto … se quello che aveva visto era vero, si sentiva ferita dal fatto che lui non gliene avesse mai parlato. Avrebbe potuto aiutarlo, forse. Non sapeva come, ma sapeva che avrebbe donato la sua anima per sapere quella di Klaus alleviata da quel dolore.
 < Era per la tua incolumità e poi non cambiare discorso.> la rimproverò a sua volta Klaus.
Caroline lo guardò aggrottando la fronte e si sentì così furiosa da avere voglia di prenderlo a schiaffi.
 < Fatto.> li informò Bonnie mentre chiudeva il grimorio.
 < Bene!> bofonchiò Caroline facendo retrofront ed uscendo dalla porta principale mentre Klaus entrava dalla finestra.
Tutti rimasero basiti a guardarla.
 < Ormoni.> bofonchiò a mo’ di spiegazione Rebekah, beccandosi dal fratello un’occhiataccia che avrebbe davvero potuto incenerirla.
Maledizione, era assurdo! Si sentiva così nervosa, tra la storia del neo-ibrido e la gravidanza segreta, lo stress la stava mangiando viva! E poi quel sogno, perché di sogno si trattava … eppure sembrava così vero e poi c’era quello strano senso di déjà-vu a complicare il tutto. Ma come poteva spiegare l’accaduto? Con un bel e succoso nulla, ecco come. Era un sogno e non era giusto sentirsi ferita perché Klaus l’aveva tenuta all’oscuro del suo orribile passato.
L’aria fresca l’aiutò a ragionare con più lucidità, ma la folla che brulicava attorno a lei la faceva sentire nervosa. Mancavano due giorni all’inizio delle lezioni ed il campus era già pieno.
La verità era che non sapeva se stava facendo la cosa giusta, volendo andare a vivere lì con le sue amiche. Quello che avrebbe veramente voluto era vivere la vita di una diciottenne spensierata, circondata dai suoi amici e da quello psicotico borioso. Tutto era dannatamente più facile quando stava con Tyler. Eppure tutto era meno vivido, meno intenso, meno travolgente con il suo primo amore.
Quell’ibrido autoritario e sadico era diventato il sangue che le scorreva nelle vene, la linfa che le permetteva di restare in vita, l’ossigeno che respirava, il sole che le riscaldava il volto. Klaus era parte di lei, era la sua perfetta metà, era il senso della sua intera esistenza e non poteva più farne a meno, non poteva più mentire a se stessa.
Un senso di vertigine la assalì all’improvviso. Caroline si portò la mano alla fronte mentre il suo cuore cominciava a battere all’impazzata, lo stomaco si contrasse in un conato di vomito e colori così vividi da farle male agli occhi le riempirono la mente.
 
 
 
 < Devi smetterla, devi smetterla di metterti in mezzo.> le ringhiò contro Klaus, afferrandola rudemente per un braccio e portandola contro di sé. Era furioso con lei, ma il desiderio di stringerla tra le braccia era sempre stato più forte di qualsiasi turbamento, qualsiasi furibonda discussione.
 < Volevo aiutarti, non volevo mettermi in mezzo ma se è questo che pensi, puoi stare tranquillo! Non entrerò più nella tua vita!> urlò per tutta risposta Caroline mentre si dimenava furiosamente tra le braccia di Klaus, ma una fitta alla schiena la fece tremare sulle sue stesse gambe. Klaus accorse a sorreggerla prontamente e la cullò contro di sé prima di chiudere gli occhi nel tentativo di cancellare la visione della sua Caroline così sofferente.
 < Non riesco a vederti soffrire sapendo che è per colpa mia.> sussurrò con tono spezzato l’ibrido, mentre posava una guancia contro quella di Caroline, cercando conforto e donandogliene.
 < Non è colpa tua, è colpa di Mikael.> gemette Caroline mentre posava la fronte contro la spalla di Klaus e si lasciava stringere. Era sempre stato così tra loro, non potevano fare a meno di discutere, di litigare e di detestarsi a volte, ma si amavano come ogni essere umano spera un giorno di esserlo, e forse anche di più.
 < Un giorno all’altro mio padre ti ucciderà ed io non potrei tollerarlo, lo capisci? Ha già ucciso Tatia e dopo il tuo stupido tentativo di stanotte avrà capito che … > ma la voce tanto roca di Klaus sembrò mancargli mentre sollevava il viso rigato dalle lacrime di Caroline.
 < Che ti amo? Io non ho paura di gridarlo a tutto il villaggio, non ho paura di tuo padre e tantomeno di tua madre! Se verrà per uccidermi mi prenderò la giusta vendetta … per mia sorella.> sussurrò  con così tanta determinazione che Klaus fu assalito da un tremito di terrore. La afferrò per le braccia e la inchiodò a sé con lo sguardo più truce che le avesse mai rivolto.
 < Tu non affronterai Mikael, mi hai capito Caroline? Se mai dovesse venire a cercarti tu dovrai scappare, scappare più veloce che puoi e venire da me!> le ruggì contro con tutta la voce che aveva, ma non riuscì a spaventarla. Dietro a quell’atteggiamento freddo e risoluto Caroline poteva leggere tutta la paura che albergava nei suoi occhi. Klaus aveva paura di perderla.
La ragazza prese il viso dell’ibrido tra le mani e gli rivolse un sorriso provato, ma sincero. Klaus sembrò immediatamente rilassarsi e rispose posandole le mani sulla vita e stringendola a sé.
 < So che temi per me, per noi, ma non possiamo continuare a vivere così! Nel terrore che un giorno all’altro ci uccidano, non riesco più a vederti inginocchiato davanti a tuo padre quando potresti ribellarti. Io lo devo a Tatia e se non ho ancora toccato tua madre o tuo padre è perché ti amo. Sono disposta a fuggire se vuoi …>
 < Ci troverebbero lo sai e mia madre si insospettirebbe. Se sapessero … non ti lascerebbero vivere. >sussurrò Klaus posando la fronte contro quella di Caroline e chiudendo gli occhi. Tutto intorno a loro stava crollando, non potevano fidarsi di nessuno, non potevano fuggire, non potevano restare. Ma una sola cosa aveva importanza, l’avrebbe salvata a costo della sua vita.
 < Mikael ti ucciderà un giorno all’altro ed io non starò ferma ad aspettare!> gridò Caroline con la voce spezzata dal pianto. Si afferrò alla nuca di Klaus e lo baciò come se quello fosse il loro ultimo bacio. E poteva essere così, entrambi lo sapevano. Le mani di Klaus corsero al corsetto di Caroline mentre la sua lingua si insinuava nella bocca della ragazza. La portò contro la grande quercia al centro del bosco, che era stata la segreta amica del loro amore e facendole scivolare il vestito di dosso fu attento a non toccare la lunga ferita ancora fresca che percorreva la schiena della sua amante.
Le labbra di Caroline richiesero prepotentemente la sua attenzione e Klaus non potè non trattenere un sorriso. L’amava, l’amava più di ogni cosa al mondo.
Il lungo vestito della ragazza scivolò a terra lasciandola completamente nuda. Le mani di Klaus corsero al suoi seni, ai suoi fianchi. Le baciò il collo e la sentì gemere di piacere mentre faceva scivolare una mano nella sua intimità. Si portò più giù per baciarle un seno e cadde in ginocchio, cingendole i fianchi in un caldo abbraccio mentre Caroline gli accarezzava amorevolmente la testa, spettinandolo.
L’ibrido baciò la pancia della ragazza e sorrise  prima di sollevare gli occhi ed incrociare lo sguardo colmo d’amore di Caroline.
 < Lo prometto, vi proteggerò. >
 
 
Caroline cadde in ginocchio mentre la vista cominciava a vacillare, la testa sembrò sul punto di esploderle e un grido di dolore le sfuggì dalle labbra.
Le forti braccia di Klaus l’avvolsero in un abbraccio e la sollevarono da terra.  Lo sentiva parlare, forse stava urlando il suo nome, non lo sapeva. Tutto era sfocato, tutto aveva perso suono.
 < Ero incinta. Ero umana ed ero incinta.> sussurrò sotto shock l’ibrido mentre portava automaticamente le mani sulla sua pancia. Non poteva essere vero, non poteva averlo perso.
Portò ogni briciolo di attenzione alle sue orecchio. Doveva sentire, doveva concentrarsi.
Tum, tum.
Tum, tum.
Un profondo sospiro di sollievo uscì dalle sue labbra. Il piccolo c’era.
Quella fu l’ultima cosa che Caroline fu in grado di pensare prima di svenire tra le braccia dell’amore della sua vita.
 
 
 
 
 < Cosa significa non ne hai idea?> urlò Klaus fuori di sé contro Sophie. Elijah afferrò il fratello per un braccio ed evitò che la sua furia si abbattesse sulla strega.
 < Devi calmarti Niklaus. Se fai del male a lei, fai del male a Caroline.> gli ricordò Elijah prima di essere bruscamente scostato.
Klaus si avvicinò al tavolino degli alcolici e si versò da bere, furioso come poche volte lo era stato in vita sua.
 < Non potrebbe essere stato un semplice malanno, un giramento di testa? È incinta in fondo.> domandò stizzita Sophie. Era nervosa, odiava trovarsi nella mastodontica abitazione dell’ibrido ma non aveva potuto rifiutarsi. Caroline era la sua garanzia per l’alleanza di Klaus.
 < Vengo ricattato da questa ritardata…> bofonchiò con brusco sarcasmo Klaus prima di mandare giù una lunga sorsata di whisky.
 < Niklaus, capisco la tua preoccupazione ma devi calmarti. Sophie perdona mio fratello, ma la tua osservazione è ovviamente sbagliata. Se siete legate non solo ciò che capita a te, capita a Caroline ma è vero anche il contrario. Un mancamento così serio avrebbe dovuto colpire anche te o perlomeno stordirti, ma come da te detto appena entrata in casa nostra… stai alla grande.> osservò elegantemente Elijah, prima di scimmiottare la frase che la strega aveva detto solo dieci minuti prima.
 < Bene, allora dovremmo preoccuparci. Ho cercato di tutto, persino qualche turbamento nella sua aurea ma non c’è nulla. Non è vittima di un incantesimo.> rispose preoccupata Sophie.
 < Grazie per i tuoi servigi, puoi andare.> sussurrò iracondo Klaus mentre si metteva seduto sul divano.
La strega lo fulminò con lo sguardo, ma decise di non stuzzicarlo. Se c’era una cosa che aveva capito era che quando si trattava di Caroline e del bambino, Klaus perdeva la testa.
 < Prego e grazie per l’ospitalità.>  disse con sarcasmo prima di uscire.
Elijah si voltò a guardare suo fratello. Sapeva benissimo cosa avesse in mente Klaus e nonostante il pericolo, sapeva sarebbe stata l’unica soluzione.
 < Chiama le streghe.> ordinò Klaus, fissando con aria d’intesa il vampiro.
 < Caroline non ne sarà felice. > osservò Elijah.
 < Ne va della sua incolumità, non mi interessa un litigio in più. > sussurrò Klaus, ma persino il fratello potè notare la preoccupazione celata dietro quella spavalderia. Caroline si sarebbe molto più che infuriata nello scoprire che all’oscuro da lei, Klaus aveva radunato al suo soldo un vero e proprio clan di streghe.
 
 
 
  < Io sto bene Rebekah. Smettila di coprirmi, sto per morire soffocata!> squittì istericamente Caroline mentre la vampira le gettava praticamente in testa, l’ennesima coperta.
 < Sei incinta e sei svenuta e non ci sono i tuoi amici a cui dover nascondere tutto, ergo mi occuperò di te. Ma non preoccuparti, non lo faccio perché mi stai simpatica, lo faccio solo per mio nipote.> le rispose seriamente l’Originale mentre le rimboccava le coperte.
Caroline si tirò a sedere e liberò le sue braccia  dall’involucro di coperte in cui Rebekah l’aveva avvolta.
 < Praticamente mi hai incastrata in un bozzolo! Io sto bene ora!> sbuffò irritata l’ibrido.
 < Magari tra tre giorni diventerai una splendida farfalla.> la schernì la vampira senza poter trattenere un risolino. Anche Caroline non riuscì a mantenere la sua espressione indignata e si lasciò andare ad una sonora risata. Afferrò un cuscino e lo lanciò contro l’amica che cadde sul divano in pelle bordeaux, tra le risa.
 < Pensavo dovessi aiutarla a riposare. > la voce di rimproverò di Klaus attirò l’attenzione delle due ragazze, ma non appena l’Originale posò gli occhi su Caroline, il suo disappunto svanì per lasciare il posto ad un  dolce sorriso.
 < Ma lo stavo facendo, è lei che non ne vuole sapere.> rispose seccata Rebekah mentre rigettava il cuscino in faccia a Caroline. Klaus la guardò con aria truce e si avvicinò all’ibrido. Si sedette sul bordo del letto e le sistemò i capelli spettinati da quella guerra coi cuscini.
 < Come ti senti? > le domandò preoccupato. Caroline gli sorrise mentre l’ibrido gli afferrava amorevolmente la mano.
 < Sto bene ora … ma Klaus non credo sia stato un mancamento.> spiegò Caroline diventando improvvisamente seria. Non aveva ancora avuto tempo di spiegare tutto all’ibrido, ma doveva farlo. In cuor suo sapeva che quello non era stato un sogno.
 < Lo credo anche io. Per questo ho chiamato un paio di amiche per riuscire a capire cosa ti è successo.> disse con lentezza Klaus. Cercava di apparire sereno, come se l’ingresso nella stanza di tre ragazze sulla trentina, armate di grandi libroni e spezie, fosse naturale.
 < Amiche?> domandò stizzita Caroline. Ad un cenno di Klaus le tre donne entrarono nella stanza e ci volle un nano secondo perché l’ibrido capisse ogni cosa.
 < Loro chi sono? Perché delle streghe dovrebbero aiutare te? > gli domandò con aria d’accusa Caroline.
Klaus sostenne il suo sguardo infuriato, ma si alzò dal letto per fare spazio alle tre donne.
 < Ne parleremo più tardi. Ora dobbiamo pensare a te.> ordinò con aria severa, come a rimproverarla.
Caroline sentì la rabbia prorompere e prendere il sopravvento su se stessa. Era una sensazione nuova e che non aveva ancora imparato a controllare, per via della sua recente trasformazione in ibrido.
 < Klaus … perché delle streghe dovrebbero aiutare te?> ripetè con  aria truce mentre i suoi occhi divenivano gialli.
 Le streghe, che avevano già iniziato ad aprire i loro libri e a tirare fuori le loro candele, indietreggiarono impaurite di fronte alla furia di Caroline.
 < Te lo dirò non appena ti sarai fatta controllare da queste signore.> ribadì perentorio Klaus. L’atmosfera si era fatta tesa e persino Rebekah era in silenzio. Quei due riuscivano a tenersi testa in modo quasi pauroso, di certo per chi conosceva Klaus. Persino adesso i suoi familiari temevano che l’Originale potesse staccare la testa di Caroline una volta o l’altra. Ma stranamente era l’unica che potesse fronteggiarlo senza subire la sua ira.
 < Ok, Nik va giù in salotto. Non appena avremo finito Caroline ti raggiungerà.> il silenzio dei due amanti venne preso come un sì dalla vampira che accompagnò alla porta il fratello.
 < Cosa sai?> domandò inacidita Caroline, non appena Klaus scese con aria torva le lunghe scalinate in marmo della loro mastodontica casa.
 < Non guardare me, io non c’entro! Ma l’idea di Nik non è affatto male. Ora sta zitta e lascia che le fattucchiere facciano il loro dovere. > a quell’appellativo, le tre streghe e persino la stessa Caroline fulminarono Rebekah, che sembrò accorgersene ma non curarsene minimamente.
 < Dovrebbe stendersi.> la più giovane delle donne si avvicinò a Caroline e le sorrise. Poteva avere al massimo venticinque anni ed era molto bella. Una cascata di capelli ricci e di una strana tonalità di castano, le ricadevano sino al fondoschiena e profondi e magnetici occhi verdi troneggiavano su quel viso ovale e simmetrico.
 < Dammi del tu, ti prego. Mi fai sentire vecchia. > bofonchiò Caroline mentre controvoglia si stendeva sul letto.
 < Direi che io sono molto più vecchia di te.> scherzò la ragazza, ricevendo in cambio le occhiatacce delle sue college.
 < Dipende dai punti di vista, io sono immortale.> rispose con un sorriso l’ibrido mentre le streghe si schieravano al suo fianco.
 < Amanda?> domandò la donna di colore che si trovava al fianco della ragazza.
 < No, la sua aurea è pulita.> rispose la ragazza alla tacita domanda con fare sincero e tranquillo.
 < Vivian inizia a recitare la formula.> ordinò la strega di colore che non si era ancora presentata. Doveva evidentemente essere il boss, pensò Caroline. Beh Amanda le stava sicuramente più simpatica.
 La donna sulla trentina, dai lineamenti nordici e la pelle di alabastro cominciò a recitare qualcosa di incomprensibile per le orecchie di Caroline mentre Amanda le prese una mano e le rivolse un sorriso gentile.
 < Alexis..> sussurrò e la strega-boss le portò una mano sulla fronte.
Amanda chiuse gli occhi e subito dopo, un tremito percorse il suo corpo.
Si trattò di una frazione di secondo e Caroline sobbalzò a sua volta mentre la stanza attorno a sé diveniva buia.
 
 
 
 
 < No!> l’urlo di Klaus riecheggiò nell’intera foresta, facendo fuggire gli animali che avevano fiutato il pericolo.
Un colpo secco alle gambe e l’ibrido si ritrovò in ginocchio, legato al terreno da delle indistruttibili catene magiche, forgiate proprio da sua madre. La strega Originale.
Un rivolo di sangue uscì dalla bocca semi aperta di Caroline mentre le sue mani corsero a cingere la cosa più importante. Più importante della sua stessa vita, che ora vedeva scivolare via come fosse la cosa più fragile del mondo.
Cinse la sua pancia e una lacrima solitaria solcò il suo viso. Non voleva dare alcuna soddisfazione al suo carnefice e non voleva che l’ultimo ricordo di Klaus fosse il suo viso in lacrime. Ma non potè non piangere per suo figlio.
 < Mi dispiace.> sussurrò rivolta all’uomo a sua volta in lacrime, sofferente davanti a lei. L’ultima cosa che vide fu Mikael  colpire Klaus così forte da farlo contrarre in un conato di vomito.
La mano di Esther uscì fuori dal petto di Caroline, portando con sé il suo cuore e la ragazza cadde a terra, senza vita.
Un altro urlo di dolore così straziante da far tremare le gambe della stessa Esther e Klaus tentò con tutte le sue forze di raggiungerla, di stringerla a sé.
 < Il bambino non poteva, non doveva nascere.> sussurrò con le lacrime agli occhi Esther. Il suo viso era così pallido da pareggiare quello ormai senza vita di Caroline.
Klaus sembrò non averla nemmeno udita, si dimenava con tutte le sue forze, gli occhi gialli e le vene gonfie nel disperato tentativo di liberarsi da quelle catene. Ma un pensiero lo spinse sull’orlo dell’oblio. Non serviva a nulla … lei era morta ormai.
Tutto il suo peso ricadde sulle sue braccia tese che ormai toccavano il suolo. Era divenuto silenzioso, fin troppo.
Esther provò ad avvicinarsi, ma Mikael le fece segno di restare lontana. Il dolore di Klaus non poteva scalfirlo come aveva fatto con lei.
Esther allentò un po’ le catene che ormai avevano strappato la carne dell’ibrido fino a mostrarne le ossa mentre Mikael prendeva il cadavere di Caroline tra le braccia per andare a seppellire il cadavere, nascondendo così ogni prova dell’assassinio.
 < Ho già infranto troppe regole, trasformando voi Niklaus. Le streghe, gli Spiriti non avrebbero mai permesso la nascita di quell’abominio. Deve esserci equilibrio nella natura, equilibrio che tu hai già infranto. Con te ho potuto trovare una scappatoia, ho potuto bloccare il gene del lupo, ma quella sgualdrina … dopo Tatia pensavo che avresti imparato la lezione. Non possiamo rischiare.> sussurrò Esther, prima di scrollare la testa e rientrare nella sua capanna.
Il viso di Klaus si sollevò, mostrando la bestia che sua madre aveva fatto nascere in lui. Quello fu l’esatto istante in cui nacque Niklaus Mikaelson, l’ibrido spietato, l’assassino freddo e calcolatore … che arrivò persino ad uccidere sua madre.
Un basso ringhio uscì dalle sue labbra prima che con forza sovrumana sradicasse dal terreno le catene che lo avevano tenuto prigioniero fino ad allora. Con la super velocità entrò in quella che per lungo tempo era stata casa sua.
Le urla di Esther risuonarono nella mente di Caroline come lame taglienti, sembrava partecipare a quella visione come uno spettatore fuoricampo. Ma proprio in quel momento qualcosa di strano apparve vicino all’ingresso della capanna.
Una figura quasi evanescente sembrava guardare dentro. Poi, di scatto si voltò verso Caroline, o ancora meglio si voltò a guardarla negli occhi e le rivolse un sorriso stanco mentre corrugava la fronte.
Fu in quel momento che Caroline la riconobbe.
 < Tatia …> sussurrò scioccata.
 < Mi dispiace non averti potuto dire la verità prima Care, ma non eri pronta e non me lo avrebbero mai permesso.> si scusò l’amica o forse la sorella, ormai la sua mente stentava a capire se lei fosse veramente nel passato o se fosse tutto solo un flashback.
Gli occhi di un verde così intenso da sembrare magnifiche luci, la fissarono con così tanta intensità da stordirla. Quegli occhi… la Tatia che aveva di fronte in quel momento, era la sua Tatia. L’amica che l’aveva aiutata così tanto ed apparentemente senza motivo, nel passato.
Una fitta al petto la riportò alla realtà, ansimante. Caroline si ritrovò seduta sul letto, la testa che le scoppiava e la vista appannata. Sentì voci indistinte chiamarla, o forse no ma pian piano tutto sembrò tornare alla realtà.
Osservò ai piedi del letto Amanda, la strega che doveva aver in quale modo innescato quello strano flashback. Era caduta a terra, si teneva una mano stretta sul cuore ed aveva il respiro spezzato. Vivian e Alexis erano attorno a lei, evidentemente preoccupate.
Sentì una mano amica riscuoterla dal torpore in cui era caduta e si voltò per sorridere a Rebekah nel tentativo di rassicurarla.
 < Cosa diavolo era?> domandò senza voce l’ibrido, tornando a guardare Amanda. La strega sembrava essersi ripresa il necessario per sistemare la sua cascata di capelli ricci e rispondere alla domanda si Caroline.
 < Una sorta di strana premonizione in costumi d’epoca?> incalzò la ragazza, preoccupata dall’espressione comparsa sul viso di Amanda.
 < No non era una premonizione. Era … un’eco della tua vita passata.> sussurrò la strega che sembrava scioccata almeno quando Caroline.
 
 
 
 
Salve! Ve lo avevo detto che ci sarebbero stati dei colpi di scena e che a partire da questo capitolo saremmo entrati nella storia ( ma non preoccupatevi, vi ho reso partecipi di un trenta per cento della trama, che è molto più complessa e misteriosa =D )! Spero tanto che questo capitolo vi abbia incuriosito e ammaliato, ah e se non fossi riuscita a spiegare bene la cosa, nel “flashback” o nell’ “ eco della vita passata” di Caroline, Tatia era sua sorella. Insomma mica soltanto Elena può mettersi con un fratello ( in questo caso sorella ), capendo alla fine che è innamorata dell’altro consanguineo! =) Fatemi sapere che cosa ne pensate e sono sicura che mi darete l’ispirazione giusta per continuare a scrivere! Un bacio grande e a presto!
  
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