Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: kerryjackson95    06/01/2014    2 recensioni
La piccola Susie era una dolce, intelligente e bella come tutti i bambini; sua madre era drogata e suo padre chiuso in un manicomio; Anna, sua sorella maggiore, era l'unica che l'amasse e si prendesse cura di lei, ma un brutto giorno morì investita da un camion mentre stava andando al mercato. Susie fu mandata dal nonno che si ubriacava e la violentò per due anni. Nei momenti di sconforto Susie saliva nella sua stanza per ascoltare il suo carrilon. Un giorno il nonno uscì di casa lasciandola in balia di se stessa, al suo ritorno trovò Susie morta in una pozza di sangue, in fondo alle scale: non si seppe mai chi la uccise, le sue ceneri furono buttate nel fiume perchè al nonno non interessavano. Perchè Susie fece questa fine atroce? Perchè nessuno arrivò in tempo a salvarla. Ma se qualcuno l'avesse salvata? Chi meglio di Michael? Susie è solo una de tanti bambini che hanno sofferto ingiustamente, ecco perchè penso sia importante regalarle almeno con la fantasia un finale più dolce e una storia un po' meno dura: perchè Susie ha visto cose che nessun bambino dovrebbe mai vedere.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Michael Jackson, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Michael guardava la strada dal finestrino della sua macchina. La vita sul palco gli piaceva, ma iniziava a pesargli: scappare dai fans, sempre di corsa, sempre provare, sempre lavorare. Basta! Aveva voglia di fare quello che fa una persona normale: magiare un gelato andandoselo a comprare da solo; fare una passeggiata senza essere scortato dalle sue guardie del corpo, potersi presentare senza che nessuno sapesse già il suo nome;  poter fare amicizia con una persona  essendo sicuro che lo amava non perché era pieno di soldi, ma perché aveva delle doti ed era simpatico, amabile, che lo vedesse in modo obbiettivo.  L’autista disse: “Eccoci Mr. Jackson siamo arrivati!”. La limousine si fermò davanti a un cancello dorato che si aprì; la limousine entrò e fu parcheggiata all’interno
L’autista lasciò il posto di guida e aprì la porta a Michael che scese e fu raggiunto da una guardia del corpo che lo accompagnò fin su a casa con un ombrello per ripararlo dalla pioggia che stava cominciando a cadere.
Michael arrivò a casa, si tolse la mantella nera; scosse la sua testa piena di ricciolini neri. La sua cameriera una ragazza castana sulla trentina e molto bella di nome Diana (segretamente innamorata di lui da molto tempo) lo salutò:
“Michael finalmente sei tornato a casa!”
“Si Diana! Sono a casa!”
“Cosa posso fare per te?”
“Preparami un bagno caldo!”
Diana si recò in bagno, Michael si tolse i suoi mocassini neri e si sedette sul divano bevendo del succo di mela. Dopo dieci minuti Diana lo chiamò:
“E’ pronto Michael.”
Michael si tolse la camicia davanti a lei del tutto inconsapevole dell’effetto che aveva questo sulla giovane ragazza; Diana lo guardava: che bello! Quel petto muscoloso, abbronzato, privo di peli, color cioccolato, quegli addominali, quella pancia piatta, quelle belle spalle larghe e quelle braccia toniche e muscolose.  Michael vide che lei lo stava fissando sognante e le chiese: “Tutto bene?”
“Si certo… certo… tutto a posto.” Disse lei rossa per l’imbarazzo.
“Bene, allora quando ho finito ti chiamo così mi fai un massaggio e mi pettini i capelli.”
Lei era felicissima per questo pensò: “Siiiiiii Michael sarà tutto per me!”
Michael notò ancora che lei aveva l’aria sognante e chiese: “Capito Diana?”
“Si certo… certo Michael… chiamami quando hai finito!”
Michael entrò nella vasca, l’acqua calda alleviò lo stress della giornata, Michael si strofinò la pelle color caramello con la spugna morbida e poi si lavò la schiena usando una spazzola apposta, poi con lo shampoo all’aloe si lavò i capelli e dopo essersi spalmato sui capelli del balsamo al cocco se li sciacquò; Michael uscì dalla doccia e chiamò: “Diana!”
Diana si affacciò alla porta, il suo bellissimo datore di lavoro era seduto su una sedia con indosso solo un accappatoio rosso e si stava guardando in uno specchio…
“Ma perché fai così? Perché ti diverti a torturarmi?” pensò Diana.
Poi Michael le sorrise: “Ehi Diana… hai la testa nelle nuvole oggi…”
“Scusami Michael sono un po’ stanca!”
“Allora stai tranquilla, mi pettinerò io e non è necessario che tu mi faccia il massaggio ora, non preoccuparti!”
“No, per me è un piacere.”
“Sicura?”
“Si Michael.”
“Allora vieni dai.”
Diana entrò in bagno prese un pettine dai denti larghi e iniziò a pettinare i capelli di Michael con delicatezza, poi glieli asciugò con l’ asciugamano, glieli modellò con la schiuma, poi glieli asciugò col diffusore.
Dopo di che Michael si tolse l’accappatoio, restando solo in boxer e si sdraiò sul lettino; Diana prese dell’olo di mandorle e iniziò a massaggiare il corpo di Michael che gemeva di piacere e diceva:
“Com’è rilassante, mi stai massaggiando via tutto lo stress.”
“Secondo me lo fa apposta.” Pensò Diana.
  
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