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Autore: V@le    28/05/2008    1 recensioni
Un inquisitore che ha perso la fede incontrerà sul suo cammino il Fato. E si tratterà solo di fare una scelta, anche all'ultimo.
[9^ classificata al concorso AU indetto da Talpina Pensierosa e Kureni88]
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Credits: Una parte dell'introduzione in corsivo è preso da Wikipedia. Le canzoni usate sono tratte da "Notre Dame De Paris", dalla versione italiana di Pasquale Panella.
Legenda: Introduzione (tra il titolo della fic e il titolo del primo capitolo)
              Inconscio dell'inquisitore (in tutti i capitoli)
              Canzoni (cantate)



SCELTA DI UN UOMO

Nel XVI secolo il tribunale della Santa Inquisizione seminavano il terrore nell'Europa occidentale e, soprattutto, in Spagna.
Il suo compito esplicito era mantenere e difendere l'integrità della fede, esaminare e proscrivere gli errori e le false dottrine.
Un capitolo a parte nella storia del tribunale dell'Inquisizione è rappresentato dalla cosiddetta "caccia alle streghe".

Così migliaia di innocenti persero la vita per scelta di qualcuno che si credeva un rappresentante di Dio in terra, quando dimostrava semplicemente che mostro sia l'essere umano.
Questo qualcuno allora si chiamava inquisitore.

CARCERAZIONE



"Monsignore l'inquisitore Neji Hyuuga."
Un uomo alto, distinto e imponente mosse i suoi pesanti passi nella piazza del villaggio.
L'ennesimo villaggio che visitavano. L'ennesimo villaggio che perquisivano. L'ennesimo villaggio in cui avrebbero lasciato il segno con una forca giustamente usata.
Giustamente?
Il novizio appena dietro di lui annunciò a gran voce che nei giorni seguenti avrebbero depurato il luogo dalla piaga della stregoneria e che i paesani avevano il dovere di collaborare nell'indicare gli individui sospetti.
Tutte le persone presenti parlottavano fra di loro e qualcuno scrutava diffidente la comitiva ecclesiastica, ma all'inquisitore non importava: sapeva che sarebbero corsi tutti da lui per accusarsi a vicenda di diavolerie e malocchi, affidandosi alla sua autorità per prevalere.
Senza mascherare il disgusto che gli tingeva gli occhi, Neji si voltò e si diresse verso il proprio alloggio.
Feccia umana, ecco cos'erano: egoisti fino alla nausea e con meno vera fede di quanta potesse averne un cane randagio.
Ma proprio lui parlava?

Il sole cominciava ad abbassarsi.
L'inquisitore Hyuuga, chino sul tavolo a riscrivere il rapporto del giorno precedente, fu non poco infastidito nel sentire bussare insistentemente alla porta.
"Avanti" comandò con la sua voce profonda e angosciante.
Perché quando parlava davvero angosciava l'animo.
Il novizio entrò piano, ma sicuro.
"Monsignore, ci è stato segnalato un sospetto."
"Sono tre giorni che ci vengono segnalati sospetti e da contadinotti agitati per contese territoriali. Non accetterò altri colloqui con insulsi mentitori."
"Monsignore, è il signor curato del villaggio che ci ha avvisati."
Neji alzò lo sguardo dal rapporto. Il curato, in quanto uomo religioso, non poteva avere fini reconditi denunciando un infedele. Ma in quei tempi neanche il consacrato si poteva dire per certo onesto e sincero.
Acconsentì a riceverlo.
L'uomo, dall'aspetto tipico di un chierico, raccontò di aver assistito ad un akelarre durante il quale una gitana arrivata da poco nel villaggio aveva invocato a gran voce il demonio ballando nuda intorno ad una piccola ombra che non poteva essere altro che un essere diabolico.
Sciocchezze...
"Siete certo di quello che dite, signor curato?" domandò scettico l'inquisitore "non vorrei mandare al rogo una povera zingara solo perché i vostri occhi vedono quello che è dettato dalla superstizione."
"Monsignore, osate mettere in discussione la mia parola?" sbottò di rimando il religioso "Dio nostro signore mi ha fatto assistere a quell'abominevole scena perché i servi del demonio non turbino più gli animi dei nostri fratelli cristiani! Devo forse pensare che vossignoria non s'interessa di una sì nobile causa?"
Neji gli rivolse bruscamente lo sguardo con gli occhi spalancati.
Come osava... quando non aveva neanche idea di cosa significasse essere quello che lui era!
"Arresterò questa gitana che vi inquieta tanto, signor curato, e la interrogherò. Se è vero che è una strega, verrà condannata e giustiziata" annunciò con tono forzato "altrimenti sarà liberata."
Il chierico, dopo un'occhiata acida, si alzò e si offrì di condurlo personalmente dalla ragazza.

Il suono del tamburello faceva ridere e saltare i bambini, mentre i giovani osservavano con facce da ebeti la gonna che volteggiava e girava.
La gitana ballava con una tale energia, con una tale leggerezza, che anche le vecchie più sospettose la guardavano partecipando all'allegria generale e gettando una piccola moneta nel cappello tenuto da una piccola bambina dai capelli bianchi e gli occhi socchiusi.
Quando fu arrivato al seguito del religioso, l'inquisitore studiò la ragazza: era molto giovane, non poteva avere più di sedici anni, dalla carnagione abbastanza chiara e i capelli castani raccolti in due crocchie sulla testa.
Aveva un sorriso straordinario.
Neji si riscosse scuotendo il capo e diede l'ordine al novizio, che chiamò a gran voce:
"Voi, gitana!"
La ragazza smise di ballare e si voltò verso di loro, tenendo il tamburello con entrambe le mani.
I paesani cominciarono a parlottare.
Il novizio riprese:
"Per ordine di monsignore l'inquisitore Neji Hyuuga, vi dichiaro in arresto."
Due uomini della scorta della comitiva ecclesiastica l'afferrarono, non lasciandole neanche il tempo di stupirsi.
Immediatamente la bambina col cappello le si avvinghiò alle ginocchia.
L'inquisitore Hyuuga squadrò malamente la piccola albina e ordinò:
"Allontanate quella vagabonda e portate via l'arrestata."
La gitana non oppose resistenza, ma quando vide spinta da una parte la bambina, gridò:
"Ananche!"
Ma, costretta a voltare l'angolo, non la vide più.

"Zingara
qui nessuno sa niente di me
Zingara
è la strada la madre mia
Zingara, zingara
non si sa come amo, né chi
Zigara, zingara
la mia mano sa tutto di me...
"
L'inquisitore Hyuuga la sentì canticchiare quelle insensate frasi quando entrò nella stanza dove la giovane era stata precedentemente interrogata dal novizio.
Quando lo vide entrare, quella si zittì subito. Poi gettò un'occhiata al foglio che l'uomo teneva in mano.
"Il ragazzo che ti ha interrogata mi ha consegnato le risposte al Malleus Maleficarum. Sai cosa significa?"
La gitana sbuffò.
"Sono una povera vagabonda, non so neanche di cosa state parlando."
"Parlo del manuale con cui noi inquisitori capiamo se una persona è una strega o meno. E qua, zingara" sputò con disprezzo agitandole davanti il foglio "c'è scritto che tu sei una strega."
"Mi condannereste solo per quello che è scritto in un libro?"
Neji studiò la sua risposta e il suo viso, e si accorse che aveva le labbra rosee e pallide, dai contorni delicati e tondi, appena socchiuse per respirare.
"Qui è scritto" disse riscuotendosi e leggendo gli appunti del novizio "che voi dichiarate di essere stata nel luogo indicato dal signor curato e di aver fatto ciò di cui siete accusata. Questa si chiama confessione, quindi avete confessato di aver partecipato ad un akelarre."
"Non è quello che ho detto!" sbottò la ragazza incrociando le braccia.
Allora gli occhi dell'inquisitore caddero sul petto, scoperto poiché il vestito era lacero e chissà quanto vecchio.
"Ballavo una danza che mi insegnò la mia nutrice poco prima di morire: la stavo mostrando ad Ananche" continuò lei.
"Chi è Ananche?"
Era una parola stranamente familiare, ma che non riusciva a collocare fra i suoi ricordi. Forse ai tempi dei suoi studi...
"Quella povera bambina a cui mi avete strappato."
"Ah, l'albina..." camminò intorno al tavolo, per poi fermarsi dietro la sedia su cui era la gitana "lo sapete che le albine sono considerate portatrici del diavolo? Di conseguenza il curato avrebbe ragione a dire che stavate danzando intorno ad una creatura diabolica."
Quella si voltò e lo fissò con sguardo duro.
"Soltanto perché una persona è diversa, deve rappresentare per forza il male?"
Neji si lasciò scappare un mezzo sorriso di scherno e ritornò al proprio posto.
"Questa vostra impertinenza vi porterà solo alla condanna, spero che ve ne rendiate conto."
"L'unica cosa di cui mi rendo conto è che migliaia di innocenti muoiono solo perché dei mostri come voi lo ordinano..." fece lei a bassa voce, ma sentita.
"Come ti permetti!?" ringhiò l'inquisitore Hyuuga in preda ad improvvisa collera "Ma lo sai chi sono io! Un religioso, un rappresentante della Santissima Chiesa Cattolica!"
Ma la zingara non pareva per nulla spaventata dalla voce rabbiosa dell'uomo.
"E quanto ci crede vossignoria in quella Santissima Chiesa Cattolica?"
Gli occhi di Neji si spalacarono. Le vene sulle tempie cominciarono a pulsare vistosamente.
Come? Come poteva averlo scoperto?
In un moto di rabbia, l'afferrò per le spalle e la costrinse al muro, stringendo il più possibile senza neanche accorgersene.
"Tu! Squallida misera vagabonda e strega! Non devi neanche osar mettere in discussione la mia autorità, non tu! Tu che non sai niente di me e della mia vita!"
Con lo sguardo basso, la gitana rispose a mezza voce:
"So che occhi come quelli significano un'infelicità profonda. Tanto basta per capire che non hai più fede."
La mente gli si annebbiò quel che serviva per non rendersi conto che le sue mani le stavano afferrando il collo, bramando di toglierle il respiro, mentre i suoi polmoni desideravano inspirarlo.
Poi d'un tratto riacquistò lucidità e si sentì trattenuto da un uomo della sua scorta, mentre davanti al lui il novizio era inginocchiato vicino alla gitana, che tossiva con una mano sul collo.
"Portatela in prigione immediatamente!" ordinò imperioso, scrollandosi di dosso il soldato "Domani mattina verrà portata in piazza, dove la forca sarà pronta per l'esecuzione, e la sentenza verrà letta davanti all'intero villaggio."
Si avvicinò alla ragazza e sibilò con cattiveria:
"Trovatevi un Dio da pregare stanotte, perché chissà dove potreste essere domani."
  
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