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Autore: supermafri    18/01/2014    2 recensioni
Fanfiction sul mondo di Naruto con la coppia SASUSAKU.
Dopo la Quarta Grande Guerra, che ha portato un sacco di morti, fra cui la "presunta" Sakura, arriva all'orfanotrofio un neonato, il piccolo Saske. Questo bambino ha sempre avuto problemi durante la crescita associati alla somiglianza al padre, descritto come malvagio e traditore. Ebbene si, il padre è proprio Sasuke Uchiha.
Dal capitolo 1
(narra Naruto)
"Ormai è come se Saske fosse un altro figlio per me. Le nostre storie sono così diverse da sembrare tanto uguali; siamo stati guardati male dalla gente, lasciati in disparte e tenuti in una campana di vetro o come me costretti da un sigillo a non sapere ciò che ci circondava. Ribellati Saske! Riscatta la tua libertà, cerca i tuoi genitori, rendi orgoglioso te stesso e soprattutto non arrenderti mai perché se ti arrendi perdi la partita e non puoi sapere se potrai rigiocarla un'altra volta."
Spero di avervi incuriosito, buona lettura! Baci Supermafri :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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CAPITOLO 2

 
Quel baka e Kushina non erano ancora arrivati. Dovevo solo aspettare... Ma perché quei minuti mi sembravano interminabili? Ero seduto su una roccia e riflettevo... Ormai avevo deciso. Nessuno avrebbe ostacolato la mia decisione. L'avrei tenuta nascosta e sarei partito da solo.
Una mano si appoggiò sulla mia spalla. Ebbi un sussulto e mi girai mettendo a terra lo sconosciuto, o meglio la sconosciuta. Ero sopra di lei, ero sopra Kushina. La fissavo negli occhi chiari, uguali a quelli della madre, mentre lei non diceva niente, si limitava ad arrossire. Non avevo nessuna intenzione di lasciarla andare, anzi sarei rimasto in quella posizione per sempre se quel pensiero non avesse preso a tormentarmi di nuovo.
- Ehi ragazzi! Potevate anche aspettarmi!
E poi la precisione di Minato nell'arrivare nei momenti meno opportuni mi destò da quello che avrei voluto fare...

SPEZZONE NARRATO DA KUSHINA

Erano stati solo pochi attimi. Lui mi aveva steso a terra, il mio cuore aveva iniziato a tamburellare sempre più velocemente e non aveva intenzione di smettere. Mi sentivo eccitata, accaldata, rossa in viso e non riuscivo a spiccicare parola. Mi sentivo una stupida! Credevo che prima o poi i suoi occhi mi avrebbero perforato l'anima mentre io mi perdevo in essi. La mia immaginazione vagava per altri mondi dove vi eravamo io e lui. Volevo baciarlo, un bacio casto, puro o forse passionale e ardente. Comunque un bacio, un bacio vero, il mio primo bacio! Cercavo di resistere, la mia emotività mi giocava sempre brutti scherzi. Sarei potuta svenire se... Minato non fosse arrivato. Eravamo comunque in una posizione piuttosto ambigua ed era comprensibile che ci avrebbe trovato anche solo un po' di malizia. Ma quella testa quadra aveva preso da mio padre, che per quanto voglia bene rimaneva sempre un ingenuo. E forse, stavolta era stata una gran fortuna.

LA STORIA CONTINUA...

- Sei tu che arrivi sempre in ritardo.- aggiunsi io alzandomi da quel corpicino esile e caldo.
- Se non fossi arrivato in ritardo non avrei alcune novità.
- Sentiamo...
- Pensate, ho sentito Tsunade parlare con mio padre riguardo una cosa importantissima... Andremo in missione per la prima volta insieme! Saremo il Team 8. Contenti??
Io ero rimasto in silenzio. Non potevo partecipare alle missioni se volevo trovare i miei genitori da solo. Avrei messo nei guai anche loro e non volevo. Ma non riuscivo neanche a dirlo e questo mi faceva arrabbiare ancora di più. Kushina era ancora sotto shock per quello che era successo prima ed era già tanto che fosse riuscita ad alzarsi.
- Wow... che entusiasmo...
- C-cosa? Cosa hai detto?-intervenne Kushina appena risvegliata dal trans iniziale. Sorrisi e cercai di autoconvincermi che avrei passato dei momenti felici prima della partenza. C'era ancora una cosa da fare e l'avrei portata a termine quella sera...
- Ehi Saske a cosa pensi? Tanto so che sotto sotto sei felice...- Eh, già... aveva proprio ragione. Mi sarebbe piaciuto rimanere con loro a Konoha, ma mi ero già prefissato un obiettivo.
- Hmm.. Pensala un po' come ti pare.
- Allora... Allenamento??
E in quel momento ci guardammo con sguardo di sfida. Io contro lui, lui contro me e noi due contro il mondo.

 
                     ***

Era tarda sera quando mi diressi verso casa, ovvero l'orfanotrofio. Saltai la cena e mi distesi sul letto a guardare il soffitto. Sentivo sarebbe stata una notte speciale e non solo perché avrei scoperto la verità sui miei genitori, ma anche perché si notava l'eccessivo silenzio. Il silenzio mi aveva sempre portato tranquillità, ma questa sera mi agitava. Avvertivo il sangue ribollire nelle vene, segno che qualcosa non andava. Non mi sarei fatto trascinare dalla paura tanto facilmente, soprattutto ora che sarei arrivato a capire e a risolvere tutti i miei perché. Aprii la finestra, feci un respiro profondo e con un balzo già mi ritrovavo a correre per le strade del villaggio. Ero diretto dall'Hokage: mi serviva la chiave che portava al collo. Quella notte avrei aperto quel cassetto tenuto chiuso da anni. In quel momento la mia curiosità andava oltre ogni limite. Non mi riconoscevo più. Pensavo a quello che avrei trovato all'interno, cosa mi avrebbe suscitato e se ciò avrebbe influenzato la mia immagine su di loro. Con questi pensieri mi ero ritrovato al davanzale della camera di Naruto. Hinata stranamente non c'era e non avevo nessuna voglia di far rumore, dovevo agire indisturbato. A passo felpato ero arrivato al bordo del letto dove la chiave pendeva di lato. Naruto russava e continuava a dimenarsi rendendo per me impossibile il lavoro da svolgere. Mi stavo per arrabbiare sul serio quando dopo vari tentativi egli prese la mia mano e stringendomi il polso la utilizzò a mo' di cuscino. Stavo per tirargli un pugno in pieno viso quando l'Hokage la annusò e iniziò a parlare..
- ... Sasuke, sei tu? ...Perché te ne sei andato? .... Ho conosciuto tuo figlio, ma dimmi chi è la madre?... Rispondimi! ...Dove si trova Sakura? ...So che l'hai presa tu! ...Che le hai fatto?!
Stava parlando nel sonno... Stava parlando di mio padre e mia madre nel sonno?! E quindi mia madre è stata presa da mio padre... Interessante... Ma non abbastanza! Mi serviva quella chiave ad ogni costo. La presi tirandola con forza e spezzando filo.  Naruto russava ancora, dovevo ritenermi fortunato.
Altra corsa per arrivare all'ufficio e un giro di chiave. Finalmente! La cartellina denominata "Clan Uchiha" era nella mie mani. Girai la copertina e una foto mi saltò all'occhio. Raffigurava il "Team 7" al completo, Naruto, una bella ragazza, il loro maestro e lui. Lui uguale identico a me, lui il malvagio, lui che mi aveva abbandonato, lui Sasuke Uchiha, lui mio padre. Quei capelli corvini, quegli occhi neri e quel broncio sul muso. Non avevo più dubbi... Quello era sicuramente mio padre alla mia età. Sentii qualcosa risplendere dentro di me e gli occhi inumidirsi. Solo un debole avrebbe pianto. Io non ero un debole. Io non dovevo piangere. Proseguì alla pagina seguente. Un nome sconosciuto, ma una faccia nota...

FLASHBACK

Avevo sei anni e avevo imparato da poco a leggere e scrivere. Stavo camminando per strada, tutto solo, e iniziava a piovere. Mi piacevano le giornate di pioggia, mi lavavano via tutti quei pensieri che impossessavano la mia anima. Stavo calciando un piccolo sasso quando un uomo attirò la mia attenzione. Mi era passato davanti con le mani in tasca e fischiava. Ma non era lui il soggetto a cui tendevo lo sguardo, bensì a quello che venne messo in evidenza all'arrivo della fioraia.
- SHIKAMARU!! - sembrava più arrabbiata del solito. Io me ne stavo a guardare in silenzio - Lo sai cosa ha detto la signorina Tsunade! Non fare il finto tonto quel foglio deve sparire dalla mia vista!!
- Basta che ti giri dall'altra parte, Ino.
- Non sono in vena di scherzare! Mi sono appena beccata una sgridata per colpa tua. Quindi o lo fai sparire o ti faccio sparire io.
- Che caratterino abbiamo oggi...  Ma che scopo avrebbe?
- Lo sai che Saske non lo deve sapere e poi sono ordini superiori, quindi...
- Prima o poi lo scoprirà... Tanto vale che lo sappia adesso, no?
- Sono del tuo stesso parere, ma chi lo dice a quella? E ora, perfavore, muoviti.
Disse la ragazza scagliando un kunai contro la parete dove era appeso quel manifesto. Era finito proprio sul nome del ricercato. Guardai l'immagine impressa nella carta e mi resi conto di quanto mi assomigliava. Non riuscivo a capire perché tutte le cose che riguardavano me, il mio passato, il clan venivano distrutte. Perché mi lasciavano in disparte? Cercavo solo di essere un bambino normale, ma il mio passato lo impediva. C'era qualcosa che dovevo sapere, ma non ero tenuto a saperlo. Più osservavo quella figura e più mi ricordava me stesso. Ma non era mio padre, forse qualcuno che ci assomigliava e che, come lui, era odiato da tutto e da tutti. I due si accorsero della mia presenza e mi fissarono mentre io essendo stato scoperto ripresi a correre tornando nell'unico luogo in cui ero accettato, l'orfanotrofio.

LA STORIA CONTINUA...

Quello era Itachi Uchiha. Faceva parte del nostro clan e la cartellina riportava le seguenti parole:
" Accusato dello sterminio dell'intero clan dal quale ha scampato pericolo solo il fratello minore, Sasuke Uchiha. "
La rabbia mi rodeva dentro. Com'era possibile che il mio "presunto" zio avesse ucciso tutti i miei familiari e tra l'altro anche suoi e avesse lasciato in vita solo mio padre? Un pazzo sadico doveva essere! Non c'era nessuna spiegazione a riguardo... Che fosse stato distrutto anche quel documento? Probabile. Ero nervoso... Quella sera era proprio strana e in quel momento non smettevo di picchiettare i polpastrelli sulla piccola scrivania. C'era un'ultima pagina poiché le altre erano state strappate come delle erbacce nel prato. Riguardava mio padre. Iniziai a leggere
-Ultimo componente del clan Uchiha e ricercato da tutti i paesi, in particolare dal villaggio di Konoha, tradito da Sasuke stesso. E quindi era accusato di tradimento... Ma poi cosa voleva dire essere accusati di tradimento?! Cosa aveva fatto per essere giudicato in quel modo? Proprio non riuscivo a spiegarmelo.
Continuai la lettura...
- Secondo alcune testimonianze Sasuke avrebbe avuto le sue ragioni per compiere quest...

BUM!!

- Esci Saske! So che sei lì dentro.
Non ero stato cauto e mi ero lasciato fregare da Sesshoumaru (per chi non se lo ricordasse Sesshoumaru era un bulletto ndme). Aveva spaccato il vetro della finestra, ma mi stava ancora aspettando in mezzo alla strada. Decisi di sospendere la "ricerca" della verità per il momento, dovevo sistemare per bene colui che osava intromettersi nei miei piani.
Saltai tre piani dell'edificio gettandomi dalla finestra e mi ritrovai faccia a faccia con quello sfigato.
- Vedo che alla fine ti sei deciso a cercare delle risposte, Saske.
- Che diavolo vuoi?
- Proprio quello che vuoi tu... Delle risposte.
- Non ho intenzione di perdere tempo con te!
- Peccato... Sarebbe stato divertente.
Dopo aver estretto un kunai me lo aveva puntato contro. Si era scontrato con il mio e subito dopo ci eravamo preparati a combattere. Ero frustato... Possibile che sempre ad un passo dalla verità ci fosse un qualcosa che mi ostacolava e mi allontanava dal mio reale obiettivo? Era così tanta che mi fece ritornare tutta quella potenza che provavo sempre più spesso. Che il mio corpo stesse cambiando? Sesshoumaru si era bloccato di colpo e si stava allontanando passo dopo passo
- Tu non sei normale, sei un mostro!
Aggiunse prima di scappare a gambe levate. Incutere timore era la mia specialità e di questo ne andavo fiero. La forza mi era svanita di colpo, mi aveva lasciato solo nel bel mezzo della notte... o forse no?

TAC TAC TAC TAC

Piccoli passi leggeri si susseguivano e riecheggiavano sulle tegole di terracotta del tetto. Qualcuno aveva osservato tutta la scena, ma chi? Mi lanciai all'inseguimento. Lo vedevo pochi metri più avanti. Si era sicuramente accorto di me, ma non aveva mostrato il minimo interesse. Si dirigeva verso il bosco, proprio nella radura degli allenamenti. Dovevo fare in modo che non dicesse niente all'Hokage della mia uscita notturna. Ma perché mi aveva portato in quel luogo?
Stavo proseguendo quando questi scomparve dalla mia vista. Mi ero fermato al centro della radura in posizione di difesa e aspettavo una qualsiasi mossa da parte del nemico. Niente. Era veramente sparito. Lo sconosciuto mi colse di sorpresa prendendomi da dietro mentre una mano si trovava nel mio viso all'altezza degli occhi e l'altra mi aveva puntato contro la schiena un sfera di scariche elettriche. Non mi ero mai ritrovato in una situazione del genere. Che potevo fare? Mi avrebbe ucciso da un momento all'altro. Eppure sembrava stesse aspettando che io facessi qualcosa.
La sua mano non si era mai posata sul mio volto, era staccata, come se avesse avuto paura di toccarmi. Sembrava stesse facendo una forza immane per avvicinarsi il più possibile alla mia pelle, ma io ero bloccato, fermo, immobile, mi stavo letteralmente consegnando alla morte che lenta e silenziosa raggiungeva le mie membra.
Non potevo lasciare che tutto finisse così. Mi ero allenato per qualcosa in tutti questi anni ed ora quel qualcosa era arrivato. Forse era una prova dell'Hokage per capire se ero veramente pronto per una missione. Tuttavia quella situazione era piuttosto inquietante, non tanto perchè avrei dovuto sconfiggere il nemico, ma per le emozioni che lui suscitava in me. Sentivo il bisogno di toccarlo, di sapere chi era. Lasciai che la mia testa si muovesse involontariamente contro quella mano gelida, che sapeva di sangue. Ebbi un fremito al contatto. Quella carezza l'avrei riconosciuta tra mille, era unica, speciale, invidiabile. Solo uno come me può capire cosa si prova riconoscendo il primo/ultimo atto d'affetto di colui che ti ha messo mondo.

FLASHBACK

Ero ancora piccino, all'interno di una culla. Non c'era nessuno vicino a me e questo mi faceva sentire maledettamente solo. Il mio pianto rieccheggiava tra le pareti della stanza e qualcuno si accorse di me. Era mia madre che mi prese immediatamente in braccio. Mi diede un bacio casto sulla fronte mentre un'immagine sfuocata si avvicinava con assoluta calma. Ogni suo passo verso di me mi tranquillizzava e attirava la mia attenzione. Si era portato vicino a lei e mi guardava dall'alto con quegli occhi neri, che ora erano fieri e rassicuranti. Aveva lasciato che la sua mano fredda sfiorasse la mia guancia bagnata delicatamente. Un piccolo momento indimenticabile che lasciò grandi emozioni nel mio cuore.
- È arrivato? - chiese mia madre con angoscia e tristezza. Si guardarono per alcuni istanti interminabili per poi baciarsi con passione. Lei mi strinse tra le sue braccia e si diresse verso il villaggio di Konoha mentre mio padre mi guardava e una lacrima sembrava solcare il suo viso.

LA STORIA CONTINUA...

A quel ricordo mi lasciai sfuggire una lacrima che cadde sulla sua mano. Stavo piangendo, dopo tutte quel tempo ancora piangevo. Lui mi voleva bene in passato e perchè adesso mi voleva uccidere? Cosa avevo fatto? Non riuscivo a capire... Aveva chiuso la mano a pugno e dopo aver preso la spada me l'aveva puntata sulla gola mentre l'altra aveva lasciato che il flusso di scariche elettriche scorresse in questa. Mi imposi. Difronte a tutto quel dolore mi imposi e con uno sforzo sovrumano sfilai dalla tasca, molto lentamente, un kunai. Le gocce salate erano sparite, ma quello che vedevo mi faceva male, male lì, nel cuore. Pensai che fosse il momento per vederlo dopo anni, per capire cosa gli passava per la mente, per combattere contro di lui, e forse, per ucciderlo o per essere ucciso. Avevo un eccessivo carico di emozioni che mi facevano sentire ancora più forte e più potente delle ultime volte, mi sentivo quasi bruciare dalla loro intensità. Il mio corpo emanava dei vapori verdi e la vista si stava offuscando. Cosa mi stava succedendo? Il respiro affannoso, le unghie si allungavano, provavo una gran voglia di strapparmi la pelle e la testa sembrava scoppiare. Non ragionavo più e questo non mi piaceva per niente. Volevo che qualcuno mettesse fine a questa sofferenza insopportabile. Alcune nuvolette verdi si erano unite dietro di me e parevano delle code. Erano sempre di più, arrivavo a contarne 24, e in quel momento intravidi il suo viso di cui per molti anni ne ero stato privato. "Due gocce d'acqua, due gocce d'acqua, due gocce d'acqua..." mi ripetevo mentalmente. Saremmo stati due gocce d'acqua se non fosse stato per i suoi occhi rossi. Avrei voluto rimanere in quella posizione in eterno cercando di scavare nei suoi occhi per trovare risposte, ma qualcosa me lo impediva e urlai di dolore mentre il mio corpo si trasformava in un essere che non ero io. Stavo per diventare un mostro e lui se ne era reso conto guardandomi immobile. La sua lama, impregnata di chakra, intimava di perforarmi il cuore, ma il suo sguardo cupo e sofferente diceva tutt'altro. Cosa voleva? Privarmi della vita o farmi impazzire? Non lo capivo proprio. Era un fottutissimo controsenso. Non riuscivo a controllarmi, urlavo, mi dimenavo mentre lui cercava di tenermi fermo senza avere il coraggio di trafiggermi con la sua spada. Vedevo solamente il nero, la solitudine, il silenzio e il dolore che mi dicevano di smetterla, di lasciarmi andare, di abbandonare il corpo e la ragione ad un mostro viscido che strisciva e che si strusciava su di me cercando di farmi perdere l'ultimo goccio di lucidità che mi rimaneva.
- Se vuoi davvero ucciderlo, prima dovrai passare sopra il mio cadavere, Sasuke!
Era una donna dai capelli rosa confetto che parlava con tono di sfida. Si accorse subito del danno che aveva fatto mio padre provocando in me tutte quelle emozioni ed ella, per difendermi, mi colpì con un gancio destro davvero potente. Ero finito contro il tronco di un albero perdendo i sensi. Quella donna, anche se in malo modo, aveva impedito la mia trasformazione, aveva ripreso l'Uchiha e mi aveva pure salvato la vita. Avrei dovuto ringraziarla devotamente, ma mi ripresi solo in tarda mattinata all'ospedale di Konoha e di lei non c'era traccia.

 
                                                                              ***

Un Naruto trafelato e preoccupato stava raggiungendo di corsa la mia stanza spoglia e grigia.
- Saskee!! Dove sei??... Oh cavolo era la stanza 616... Eccoti qui finalmente! Come ti senti? - non avevo nessuna voglia di rispondere a quelle stupide domande...
- Hmm... Come sempre...
- Sei sicuro? Mi hai fatto preoccupare! - intervenne quella vecchia di Tsunade.
- Anche noi!! - era venuti anche Minato e Kushina.
In quel momento non volevo vedere ne sentire nessuno, tantomeno dover rispondere a delle futili domande. Dovevo schiarirmi le idee e capire quello che era successo. Nessuno lo doveva sapere, me lo sarei tenuto per me.
- Avanti ragazzi, non fate storie. Ora Saske si deve riposare tornerete quando si sarà ripreso.- disse l'Hokage. I figli dell'Hokage, accompagnati da Tsunade, mi salutarono promettendomi un allenamento speciale per quando mi sarei ripreso.
Bene. Naruto voleva sapere tutto. Non avrebbe ottenuto nulla dalla mia bocca.
- Hai fame? Guarda, ho portato del ramen!!
- Hmm..
- Sono contento che tu sia ancora tutto intero. Ti va di raccontarmi un po' quello che è successo tre notti fa?
- Tre notti fa?!
- Già, hai dormito davvero tanto. Se potessi farlo anch'io...
- Non mi ricordo niente... - bugia numero 1.
- Capisco.. Ma come mai ti trovavi fuori dal villaggio?
- Avevo visto un uomo sospetto che si aggirava per le vie dellla città e aveva attirato la mia attenzione. L'ho seguito finché non si è fermato nel bosco. E poi... credo mi abbia colpito. - bugia numero 2.
- Perché a quell'ora non eri all'orfanotrofio?
- Perché... - Non era possibile! Mi stava chiedendo quello che già sapeva! Il mio sguardo si era soffermato sulla chiave che ANCORA portava al collo per poi osservare un piccolo nodo di cui si era servito per recuperare lo stesso filo che IO avevo strappato.- ... La chiave... - dissi sottovoce.
In Naruto si allargò un sorriso raggiante.
- Sapevo che non avresti resistito, però avresti potuto chiedermela. Pensa che quando credevo di averla persa ho ribaltato mezza casa!
- Te l'avrei riportata...
- E invece è stata Kushina che, dopo averti trovato e condotto all'ospedale, mi ha riportato la chiave.
- Ringraziala da parte mia...-pronunciai sottovoce
- Cosa??
- Sai che non lo ripeterò.
- Va bene, va bene lo farò. Non sai quanto assomigli a lui.
- Non dirlo neanche per scherzo!!- volevo aggiungere "non sono io quello che abbandona e cerca di uccidere il figlio".
- Ora sai che ha tradito il villaggio della Foglia, ma non per questo lo devi odiare, è pur sempre tuo padre.

Non era questo a cui mi riferivo, comunque non volevo infierire oltre nell'argomento. Per fortuna un'infermiera fece segno all'Hokage di lasciarmi riposare.
Ero solo a riflettere. Cosa dovevo pensare di lui? Un traditore e un assassino. L'altra parte del mio corpo pensava ad un padre buono che mi voleva bene, che anche se voleva uccidermi non c'era riuscito per suo volere. E io, chi ero? O meglio, cos'ero? Un mostro? Dovevo e volevo scoprire la verità anche se per questo avrei dovuto lasciare gli unici amici che avevo. Mi dispiaceva per Naruto, mi dispiaceva per Kushina, mi dispiaceva per Minato, mi dispiaceva per Tsunade, ma io dovevo sapere le cose fino in fondo. Cosa volevo davvero? Adesso lo sapevo e non avrei abbandonato la mia strada per nulla al mondo.




ANGOLO AUTRICE
Buonasera gente di EFP!! Vi presento il secondo capitolo… Sinceramente non mi piace molto, ma dopo averlo riscritto per 4 volte ho deciso pubblicarlo. Spero vi piaccia comunque e buona lettura.
P.S. Volevo ringraziare Zonami84 per averla recensita ^_^  e chi, come lei, tama_chan_, shiva85, MatyTilde97 e karter per averla inserita nelle seguite.
E infine un GRAZIE a tutti coloro che la leggeranno. Baci Supermafri :*
  
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