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Autore: fredlove    26/01/2014    8 recensioni
«Cambiando discorso. In ufficio, sembri diversa.»
«Come?»
«Diversa. C’è qualcosa che non va?»
«Nulla. » ingoiò un sorso di vino, sperando che lui non andasse oltre con il discorso.
Ma la speranza è vana, specie se si tratta di Oliver Queen e la sua testardaggine.
«Nulla, dici? Nulla a che vedere con le voci di corridoio? Con il modo di fare della Rochev. Nulla di nulla?»
Lei deglutì. «Non so dove vuoi andare a parare, ma lascia perdere. Okay?» lo guardò.« Intendo nulla. Fermo. Non fare niente.»
Oliver la guardò serio.«Posso..»
«No. Nulla,» poi cambiò tono di voce.
Da perentorio, era diventata dolce. «Non c’è bisogno. Non sono la ‘donzella in pericolo‘. So gestire i tuoi sbalzi d’umore, quindi una cosa simile è più facile.»
Lo sguardo scioccato di lui, la fece scoppiare a ridere.

[...]
Ho tentato.
Ma non so, nemmeno farmelo piacere.
Non riesco con Oliver e Felicity. Come se temessi di uscire troppo dai personaggi.
Leggete e ditemi se vi aggrada.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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A MiaBlack
Perché come me, tifa Diggle uno di noi! 







 

 

 
Non c’è niente da fare con quello che pensa la gente, se non badarci il meno possibile.
 Philip Roth
 
 

 



 
 
Oh, se lo sentiva! Sapeva che era tutto un gioco architettato da Thea Queen.
Quel ballo di gala che cadeva durante il periodo di natale, era secondo lei, una messa in scena.
Anche se a discolpa, era un ballo di beneficienza.
Non che la beneficienza fosse una messa in scena. C’erano veramente persone abbastanza ricche, che elargivano grandi somme per aiutare chi ne aveva bisogno,senza voler nulla in cambio.
Ma la faccenda era tutt’altra.
Isabel Rochev sapeva che lei come ‘segretaria’ avrebbe accompagnato Oliver. Anche perché Thea era stata categorica.
 
Lei, Felicity Smoak , doveva esserci per forza.
 
«Perché? Sono solo una segretaria.»
«Sei un’amica di Ollie, no? E poi .. c’è chimica tra voi due.»
Thea aveva guardato prima lei, poi Oliver.
«E certo, non accetto che Ollie si presenti con quella donna. Come si chiama?»
«Isabel Rochev, che è socia dell’azienda, Speedy.» le rispose Oliver.
Anche lui cercava di capire il gioco della sorella, ma quando lei si metteva in testa qualcosa era difficile farla desistere. Tanto vale…
«Beh, sì. Sembra sempre arrabbiata, e per come sta impettita su quei tacchi, sembra che le abbiano infilato una scopa su per il cu…»
L’occhiata del fratello la zittì momentaneamente.
«Su per il fondoschiena?» sorrise.
 
Quindi, logicamente, entrambi avevano ceduto alle pressioni di Thea.
 
 
***
 
 
Sentirsi osservati, era la cosa peggiore. Specie se al suo fianco aveva Oliver Queen, perfettamente seducente in uno smoking nero.
Le occhiate di Isabel Rochev, come di altre donne, le piovvero addosso in un istante, e sebbene provasse una voglia matta di scappare, continuò a camminare a testa alta.
 
 
Oliver con un sorriso di circostanza, falso, aveva ceduto alle pressioni sociali.
Essendo gli organizzatori del galà, era una cosa di circostanza.
Thea represse un insulto, mentre affiancava Felicity vicino ad un bancone del bar.
«Idiota. Oliver è un idiota.»
«Deve farlo, per le circostanze dovute.» le offrì una flute di champagne, che Thea ingollò in un sorso.
«Idiota. E tu, amica mia, devi importi.»
«Come prego?»
«Devi importi di più. Non funziona più con me quel vostro “siamo solo amici”. » la guardò.«Oliver prova qualcosa per te. Tu per lui. »
«Thea, ci sono già voci che girano alla Queen Consolidated.»
«E chi se ne importa delle voci che girano? » sorrise. «Non so, come fai a restare lì, guardandola strusciarsi a mio fratello! »
«Mh. La sopporto in ufficio, quindi qui… è..»
«Certo, ti credo.» le sorrise.« Sei molto bella, stasera. E vedi di finire tra le braccia di mio fratello prima della serata. O ti chiuderò con lui in un bunker in Russia, o in qualche landa desolata e ghiacciata, dove l’unico modo di riscaldarsi è uno solo!»
Felicity tossì, essendole andato di traverso un sorso di champagne. «Thea, così mi spaventi.»
«E allora?» si mosse, tranquillamente verso il fratello.
«Cosa vuoi fare? Thea!» cercò di richiamarla.
Inutile.
Quell’amicizia strana nata tra lei e la sorella di Oliver, iniziava a piacerle sul serio. E sapeva anche lei, che se Thea Queen si metteva in testa qualcosa, era meglio assecondarla.
Vizio di famiglia.  – aveva pensato più di una volta.
 
 
Thea, si era avvicinata alla coppia. Fortunatamente stavano solo parlando, dopo aver ballato un po’., e stavano sorseggiando champagne.
«Ollie.»
«Thea.»
«Stavamo parlando.» sibilò Isabel.
«Sono sua sorella, ho la precedenza.» disse schietta, guardandola come se fosse una piattola.
Che fosse dannata, se quella si sarebbe intromessa ancora nei suoi piani – cioè tra Oliver e Felicity. – fosse stata l’ultima cosa fatta prima di morire, Isabel Rochev doveva restare al suo posto.
Lontano da Oliver.
«Ollie, mi concedi un ballo?»
«Certo. Scusa, Isabel.»
Prese la mano di sua sorella, facendola volteggiare leggera. Contento di vederle spuntare un sorriso sul volto.
Quegli ultimi giorni l’aveva vista , parecchie volte, giù di morale o nervosa per via di Roy. Che lui stava allenando di nascosto, per combattere gli effetti della Mirakuru.
Quindi si sentiva doppiamente in colpa.
Così’, assecondarle qualche suo piccolo capriccio era il minimo che poteva fare.
In fondo, era stato via cinque anni. Aveva tanto da recuperare con la sorella!
«È bella, stasera, vero?»
«Chi?»
«Felicity, ovvio!» gliela indicò al bar, mentre sorrideva con Diggle.
Oliver annuì. Prendendosi, nuovamente, un momento per osservarla.
Il vestito nero, lungo e senza spalline. Il corpetto stretto, puntellato in modo sporadico di brillantini dorati, finiva svasato ai suoi piedi.
I capelli, ondulati, li aveva acconciati in modo che le finissero solo su una spalla.
«Devi chiederle di ballare.»
«Certo.»
E finse di non notare il sorriso soddisfatto di sua sorella.

 
«Mi concedi un ballo?»
«Thea, ti ha incastrato alla grande….»
Oliver sorrise, ma prendendole la mano. «Forse. Meglio assecondarla.»
«Non sai cosa mi ha detto prima.» si mise a ridere, mentre lui le cingeva la vita con un braccio.
«Sei bellissima stasera.»
«Grazie.»
Ed entrambi finsero di non notare Thea sorridere a Diggle e Roy, e porgere i palmi delle mani.
I due, con fare sconfitto, le misero una banconota per parte.
«Cosa ti ha detto?»
«Nulla. »
«Non ti credo.»
Felicity scosse il capo. Guardandolo. «È solo testarda, quanto te. Una caratteristica di famiglia, suppongo.»
«Allora?»
«Dovevo finire tra le tue braccia, prima della fine della serata. Oh, non intendo quel tipo di ‘fine serata’, non che a me dispiaccia. Non farci caso, il mio cervello parte in quarta e non so come zittirlo. Dovrei staccare la spina ogni tanto. Per continuare ciò che ha detto Thea, o finivo tra le tue braccia, o ci avrebbe rinchiusi in un bunker in Russia, o qualsiasi landa desolata e ghiacciata, dove l’unico modo per riscaldarsi è uno solo. Non che mi dispiaccia come alternativa, no. Okay , ho fantasticato, meglio che mi sto zitta.»
Sapeva che era arrossita.
Oliver si mise a ridere.
«Mi piace questo tuo balbettare, o parlare a sproposito.»
«Lo faccio quando sono nervosa, e preoccupata.» ed emise un mugolio.
«Forse dovevo evitare di venire da te, quel giorno. Con il portatile rotto.»
Lei negò. «Potevi trovare una bugia migliore, ma sono contenta che tu ti sia presentato nel mio reparto. E per tutto il resto, te lo dico ora e spero di non dovermi ripetere, ho fatto la mia scelta nel rimanere al tuo fianco. Notte e giorno.»
«Ehi, le mie bugie non erano così male.»
«Un caffè in un quartiere pericoloso?! Oh, la bevanda energetica nella siringa… per non parlare delle frecce da regalare a Steve. A proposito, vorrei conoscerlo questo Steve!»
«Stai sottolineando il tutto, perché non ti ho ancora ripagato con quella bottiglia di vino che ti ho promesso. Vero?»
«Oh, ci sei arrivato!» sorrise, mentre lui la faceva ondeggiare.
«Mi spiace.» disse dopo un po’.
«Cosa? Per il vino?»
«No. Per colpa di Isabel. Continua a far trapelare voci non vere.»
«L’intera società, continua a crederle. Ed aggiungendo il teatrino che ha messo su Thea, non stiamo facendo che confermare le voci. »
Oliver annuì, guardando oltre la sua spalla, le occhiate mal celate dei collaboratori.
«Oliver lascia perdere. Okay?»
«E cosa ne dici del vischio, sopra di noi?»
Felicity sollevò il capo.
Thea
«Opera di Thea. Non me ne sono nemmeno accorta.»
Lui sorrise. «Devo rimanere nello spirito della festa.»
«Non farlo se non sei a tuo agio.»
«Tranquilla. Temo, solo , parleranno ancora di più.»
«Per l’amor del cielo, Oliver!»
E di slancio, fu lei a baciarlo sulle labbra, mentre lui istintivamente le stringeva i fianchi.

 

 

   
 
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