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Autore: Lenn chan    25/11/2004    32 recensioni
Una voce attraversa mille anni di storia per giungere fino a lei. E'davvero questo il suo destino? E'davvero questo ciò che vuole? Dove affonda le sue radici quel suo particolare potere? "La risposta...dovrai cercarla in te stessa, e solo quando l'avrai trovata potrai accettarti per quello che sei..." Aveva a che fare con quelle creature ancora prima di sapere della loro esistenza...
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Takao Kinomiya, Max Mizuhara, Kei Hiwatari, Rei Kon, Hilary, Yuri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non posso scegliere…io non posso scegliere perché non so più cosa è giusto e cosa è sbagliato…”

Salve!!!!!! Sono tornata con una nuovissima fic!!! Ho scritto questo capitolo di getto, mi è venuto così!!!! So che ho in sospeso quell’altra fic ma vi prometto che entro l’ 8 dicembre aggiornerò l’ultimo cap!! (almeno spero) perché nella mia scuola si fa ponte e si sta a casa anche il 6 e il 7, così ho tempo per scrivere!!!! Ma intanto godetevi l’inizio di questa e ditemi cosa ne pensate…ci tengo soprattutto a sapere le opinioni delle persone che hanno seguito anche l’altra!!!!! Un bacio!!!!!

 

“Non posso scegliere…io non posso perché non so più cosa è giusto e cosa è sbagliato…”

 

Si svegliò di soprassalto, il respiro affannato, la fronte bagnata di sudore. Si levò a sedere accorgendosi di tenere strette nei pugni le lenzuola arancio albicocca del letto. Allentò la presa, aprendo lentamente i palmi delle mani e posandole sulle fresche coperte di cotone, provando a rilassarsi. Fece correre i suoi occhi da un angolo all’altro della stanza studiando ogni particolare intorno a lei. La scrivania sulla quale passava gran parte dei suoi pomeriggi a studiare, l’armadio in legno di noce posto appena di fronte la porta, la scimmietta di peluche poggiata vicino al cuscino che le sorrideva goffamente, la sveglia sul comodino…le sei e quaranta. Si passò le dita tra i capelli castani per poi portarle sugli occhi, attendendo pazientemente che il suo cuore decelerasse il ritmo dei proprio battiti. Era successo di nuovo, aveva avuto ancora quell’ incubo…una voce la tormentava, una voce a lei stranamente familiare ma di cui era certa sapere di non aver sentito prima. Un’ ombra sfocata e quella voce…non ricordava altro. Parole incerte rimbombavano nella sua mente come un’eco martellante, mischiandosi alla confusione che regnava nella sua testa. Che significato aveva tutto ciò? Chi era la persona che parlava? Si alzò dal letto, dirigendosi in cucina e aprì il rubinetto del lavello facendo scorrere l’acqua. Al buio prese un bicchiere dalla mensola sopra il lavandino e quasi con gesto meccanico lo mise sotto il getto del freddo liquido trasparente, riempiendolo fino all’orlo. Lo portò alle labbra, sorseggiando con calma il suo contenuto mentre sentiva una sensazione di rilassamento invaderle il corpo. Si lasciò cadere su una sedia e sospirò profondamente. Il ticchettio dell’orologio fissato sulla parete vicino alla finestra scandiva regolare il ritmo dei secondi, spezzando il silenzio nel quale era avvolta tutta la casa. Aprì il frigorifero per fare colazione, ormai era inutile tornare a letto dato che entro venti minuti si sarebbe dovuta alzare di nuovo.

-Buongiorno piccola!- un uomo alto dai folti capelli scuri fece il suo ingresso in cucina.

-Buongiorno papà-

-Già in piedi?- chiese allacciandosi i bottoni dei polsini della giacca. Hilary annuì annoiata mentre inzuppava nel latte un biscotto al cioccolato –E tu? Vai al lavoro così presto?-

-Il processo comincia alle otto ma voglio arrivare prima per verificare gli ultimi preparativi- suo padre era un importante avvocato, rinomato in tutta la città e non solo, capitava infatti che si trattenesse fuori Tokyo per giorni interi per lavoro.

-E la mamma?-

-Sta dormendo. Ha avuto il turno di notte in ospedale- bevve l’ultimo sorso del caffè che si era preparato e posò la tazzina sul lavandino, poi afferrò la ventiquattr’ ore sul tavolo –Ci vediamo stasera!-

-Ciao- rispose al saluto con scarso entusiasmo. Quella mattina non aveva proprio voglia di andare a scuola, ultimamente non riusciva a concentrarsi sulle lezioni, quel sogno la tormentava praticamente ogni notte. Se continuava così avrebbe sicuramente fatto colare a picco la sua media scolastica. Non che la cosa la turbasse più di tanto, pensava mentre si infilava la maglietta nera attillata e si guardava allo specchio per vedere come le stava. Un tempo sarebbe stato diverso…un tempo, prima di incontrarlo. Finito l’ultimo campionato mondiale era tornato in Russia con i suoi compagni di squadra, da allora non lo aveva più visto né sentito. Non aveva trovato il coraggio il coraggio di rivelargli quello che provava nei suoi confronti prima che partisse, a dire la verità non aveva trovato il coraggio neanche per scriverlo sul suo diario, lo stesso su cui ogni sera annotava tutto ciò che le succedeva durante la giornata. Soltanto una persona era a conoscenza di quel suo segreto e quella persona era Takao. Quando Kai aveva lasciato il Giappone, sei mesi prima, si era sfogata con lui, l’unico che si era accorto che qualcosa non andava in lei, che le aveva chiesto se andava tutto bene…quel giorno non era riuscita a tenersi tutto dentro e le lacrime avevano fatto il resto dandole la forza, o la debolezza come pensava lei, di confessargli ogni cosa.

Sospirò aprendo il cassetto della scrivania da cui ne estrasse una catenina con un ciondolo a forma di cuore in argento con al centro incastonata una pietra di ametista, avvolta da due rose color quarzo. La allacciò al collo e la sfiorò con le dita, non se ne separava mai, da quando suo padre gliela aveva regalata ne aveva fatto il suo portafortuna. Guardò l’orologio sul comodino, erano passate da poco le sette…si portò una mano alla testa, un dolore lancinante le attraversò improvvisamente le tempie, sbatté gli occhi un paio di volte ma la sua vista si faceva sempre più appannata finché tutte le cose intorno a lei sfocarono, acquisendo una forma indefinita, un’ombra, una voce…

 

“La cosa più difficile del mondo è viverci…vivi anche per me…”

 

Il suono del campanello della porta la risvegliò; si guardò intorno spaventata, che cosa era successo?

-Hilary!- Takao la stava chiamando, ogni mattina passava sotto casa sua insieme al professor Kappa per andare a scuola. Possibile che fosse già arrivato? Solitamente era in ritardo eppure quel giorno era in largo anticipo. La ragazza gettò un’occhiata alla sveglia…segnava le otto passate!

-Non è possibile- sussurrò fra sé. Cercò nervosamente il telecomando della televisione e selezionò la modalità televideo, dove in alto a destra indicava la data e l’ora…le otto e cinque. Sentì i suoi battiti cardiaci aumentare, solo pochi minuti prima aveva guardato l’orologio e segnava le sette. Come era possibile che fosse già trascorsa un’ora? Che cosa aveva fatto durante quel periodo? Era come se non lo avesse vissuto. Quella voce…

-Hilary! Allora, quanto ci metti?- di nuovo il blader che aspettava più o meno pazientemente davanti alla porta la distolse dai suoi pensieri. La ragazza si riscosse, afferrò la cartella e di corsa scese le scale.

-Alla buon ora!- si lagnò il moretto.

-Scusa, non mi era accorta che fosse così tardi- in fondo non aveva mentito.

-Almeno se questa volta facciamo tardi la colpa non sarà mia!-

-Non lamentarti Takao! Di solito quello che arriva tardi sei tu. Ti hanno buttato giù dal letto questa mattina?-

-E’ colpa di Daichi- rispose seccato intrecciando le mani dietro la testa. Quel piccoletto non lo aveva lasciato dormire oltre, gli aveva rovesciato addosso un secchio di acqua gelata che lo aveva fatto svegliare con tanto di urla. Se ci ripensava gli tornavano i brividi.

-Takao le hai detto quella cosa?-

-E’ necessario che venga anche lei?- chiese ricevendo un’occhiataccia da parte del professore. Il blader sbuffò poi si rivolse a Hilary –Prepara le valige, sabato si parte!-

-Per dove?- mancavano solo tre gironi a sabato.

-Andiamo in America. Mio fratello dice che il presidente Daitenji deve comunicarci delle importanti novità riguardo il prossimo campionato di beyblade-

-E perché farci andare fino in America?- la sede della BBA si trovava a Tokyo, non aveva senso recarsi in un altro continente. Takao alzò le spalle –Non ne ho idea. So solo che non è stata convocata solo la nostra squadra, ma anche gli All Stars, i Baihuzu e la Neoborg-

A Hilary mancò un battito…la Neoborg. Ciò significava che l’avrebbe rivisto finalmente dopo sei mesi. Non poteva credere alle proprie orecchie, sabato, il sabato successivo avrebbe potuto di nuovo incontrare il suo sguardo, i suoi splendidi occhi violacei. Un brivido le percorse la schiena e il cuore cominciò a batterle impaziente nel petto, anche troppo.

 

-La Rivoluzione Francese scoppia il 14 luglio 1789 con la presa della Bastiglia…- Hilary sospirò profondamente, cosa gliene importava a lei della Rivoluzione Francese? Tempo tre giorni e lo avrebbe rivisto…inclinò leggermente la testa e cominciò a scarabocchiare soprapensiero sul suo quadernino a righe dove solitamente prendeva appunti. Disegnò un cuore con all’interno l’iniziale del nome del russo, una K. Sorrise mentre con il pastello rosso colorava attente il simbolo dell’amore. Doveva ammettere di essersi presa proprio una bella cotta, si era innamorata di lui come una principessa si innamora del suo principe. Non riusciva a spiegarsi come fosse successo, sapeva solo che un giorno sollevò gli occhi sul suo profilo, i suoi lineamenti perfetti, la sua espressione seria che trasmetteva un senso di solitudine eppure di infinita dolcezza…all’improvviso il cuore le aveva donato la chiave per aprirlo e lei quella chiave l’aveva usata, aveva scoperto cosa provava veramente, aveva scoperto se stessa.

La campanella della ricreazione avvertì che quella noiosissima lezione di storia era finalmente terminata, lasciando il posto ad una ventina di minuti di pausa prima della ripresa delle lezioni. Si affacciò alla finestra, lasciando al fresco venticello di aprile di scompigliarle i capelli castani che si riavviò con calma dietro le orecchie.

-Stai pensando a lui?- Takao appoggiò i gomiti sul davanzale in attesa della risposta della ragazza che non tardò ad arrivare manifestandosi con un dolce colore rosseggiante sulle guance.

-Immaginavo- commentò mordendo avidamente il suo panino ultrafarcito.

-Sai- continuò –Non capisco cosa ci trovi di tanto speciale-

-Sei geloso?- domandò rivolgendogli lo sguardo.

-Ma figurati! Quello che intendevo è che non pensavo che Kai fosse il tuo tipo. Voglio dire, è un blader eccezionale, nonché mio amico ma…beh, sai com’è fatto-

-Si, lo so…- ribatté con aria trasognata, incurvando gli angoli della bocca in un sorriso e fissando un punto indefinito davanti a lei; lo sapeva bene e spesso anche lei si domandava il perché quel russo così freddo e distaccato le piacesse tanto…

 

TO BE CONTINUED…

     

E’ un capitolo corto, lo so, ma questo era solo il prologo!! Il prossimo, che sarà un cap vero e proprio sarò più lungo, promesso!!!!! (ma non c’è bisogno che ti disturbi tanto! nd.tutti).

    

  
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