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Autore: Serpeverde_    27/01/2014    3 recensioni
Lei, una crocerossina giovane pronta ad aiutare gli altri.
Lui, un soldato fiero e coraggioso.
Lei vede morire la gente sotto le sue mani.
Lui vede morire la gente sotto i suoi occhi.
Lei è Claudette Scarlet Evans
Lui è Harold Edward Styles
'Prima Guerra Mondiale'
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Capitolo uno'
(1)

 

La macchina era entrata silenziosamente dove le strade si diradavano e gli alberi si innalzavano imponenti sempre più fitti ad ogni metro.
Claudette sentiva il respiro pesante di suo fratello sul suo collo coperto solo da una leggera sciarpa di lino regalatomi da mia nonna. Aveva la testa avvolta in una bandana grigia e ai piedi degli scarponi ormai trasandati che avevano passato fin troppi anni a camminare.
Cercava un faro di speranza negli occhi di Andrew ma quel giorno erano spenti, non risplendevano più come il solito, non emanavano più sicurezza e coraggio.
«Siamo arrivati» sussurrò poco dopo Claudette constatando che la macchina si era finalmente arrestata. Il ragazzo alzò gli occhi verso la sorella e li accennò un sorriso, un sorriso sincero che nonostante la situazione la rassicurò molto.
Lei uscì a piccoli passi dalla vettura guardandosi intorno.
Ragazzi e ragazze ovunque.
Gli occhi di alcuni di loro finirono su i due fratelli Evans appena scesi dalla automobile, ma poco dopo gli sguardi tornarono assenti proprio come lo erano all'inizio.
Si sentivano persi, disorientati e miseri di fronte a tutto.
Un signore brizzolato si accese un sigaro di fronte ai due, reggendo in mano un taccuino rovinato dal tempo. Aveva un aria di presunzione, di superbia nei suoi occhi e nel suo atteggiamento «Voi siete?» chiese espellendo il fumo dalla sua bocca stringendo la penna tra le mani in attesa di una risposta.
«Claudette signore, Claudette Evans» affermò la ragazza precedendo Andrew «E lui è mio fratello, Andrew Evans» finì cercando di racimolare quel poco del coraggio che le era rimasto.
L'uomo aspirò dell'ulteriore nicotina per poi schiacciare il mozzicone sotto i suoi scarponi.
«Tu ragazza, da quella parte» disse indicando una baracca di legno ove stavano in fila altre signorine all' incirca della sua età.
«Tu ragazzo, dall'altra parte» finì lasciandoli una leggera pacca sulla spalla prima di passare alla coppia di giovani alle loro spalle.
Andrew strattonò la sorella dalla parte opposta del campo per allargare le sue braccia verso la ragazza che aveva cominciato a piangere.
«Non piangere, ci rivedremo al fronte» cercò di rassicurarla nonostante fosse un tentativo completamente vano.
Aumentò la stretta «Ti prego non lasciarmi» lo supplicò la sorella. Una goccia amara li bagnò la guancia e con un pollice gliela asciugò «Pensa al lato positivo» la incitò.
«Quale può essere il lato positivo in tutto questo?» chiede alzando il tono guardandosi intorno.
Dolore e Paura.
«Se mi ferirò sarai tu a curarmi» sussurrò sistemandole la bandana che era lentamente scivolata all'indietro.
Tirò un sospiro prima di baciarla in fronte e allontanarsi verso la lunga fila di ragazzi davanti alla vecchia baracca.
Claudette rimase ferma immobile a guardarlo andarsene, a guardare quei leggeri tratti dolci per un ultima volta. Quei capelli color nocciola, quella bocca rosacea, quegli occhi blu come il mare.
'Addio' sussurrò tra sé prima di accodarsi accanto ad altre ragazze.
La sua attenzione ricadde su una ragazza, una giovane ragazza dai capelli neri come la pece, dagli occhi color cioccolato, dai lineamenti soffici e dalla carnagione perlacea proprio accanto a lei.
Stava salutando un ragazzo più alto di lei, completamente diverso.
Occhi color smeraldo, ricci racchiusi al di sotto di una fascia, labbra rosate e corpo allenato.
Il giovane si accorse immediatamente dell'attenzione rivolta da Claudette su di loro ma la ragazza subito cercò di abbassare lo sguardo in un tentativo vano di nascondersi.
Quando rialzò lo sguardo lui non c'era più, l'unica rimasta era la ragazza misteriosa ancora in fila accanto a lei.
«Claudette Evans» urlò una voce squillante appostata di guardia.
La ragazza si guardò attorno spaventata.
«Oh giovincella non aver paura vieni» proclamò la stessa signora addolcendo il timbro.
Claudette avanzò titubante verso una donna alta vestita di bianco con una croce rossa al centro del petto ed un copricapo blu adagiato sul vertice della testa.
Le porse la stessa divisa tra le mani sorridente per poi urlare un altro nome «Emilì Styles» procedette chiamando la giovane accanto a Claudette.
Era quello il nome della ragazza misteriosa: Emilì Styles.
Continuava a urlare nomi e a consegnare le divise.
Claudette cercava disperatamente un appiglio, chi meglio di una nuova amica?
Non era mai stata brava a relazionarsi con gli altri, nell'Hetton possedeva solo un'amica del cuore: Clarisse O'Connor ma lei (s)fortunatamente non si era arruolata con le crocerossine, lei voleva studiare per diventare attrice.
La voce squillante era cessata e un fiume di ragazze si getto contro la porta spinte da qualcuno «Su signorine entrate» continuava a ripetere la stessa voce.
Claudette fu spinta all'interno di un cortile lastricato quasi come un animale.


 

9 Agosto

«Evans, Styles farete voi il turno di notte oggi» sbraitò una donna dai capelli corvini.
Annuirono all'unisono mentre assaporavano la minestra di patate calda appena afferrata. Quella era la loro cena, una cena misera e insaziate.
«Claudette, prima ho visto tuo fratello vicino alla trincea nord. Mi ha detto di darti un bacio e di stare tranquilla per lui» affermò la chioma nera sorseggiando la zuppa.
Sorrise nonostante i suoi presentimenti non furono completamente pacati, come si può stare tranquilli quando tuo fratello è ogni minuti esposto a spari nemici?
Il tempo dentro quella piccola baracca non passava mai, le lancette sembravano immobili, il tic toc quasi inesistente.
Erano le 21.00 di sera e la stanchezza si faceva lentamente sentire tra le aspiranti crocerossine: occhiaie e occhi spenti ovunque.
Claudette però preservava ancora in sé uno spirito di volontà che riusciva a sovrastare gran parte delle altre, forse costrette ad arruolarsi dalle madri.
«Sarà forse il fatto di sostenere i nostri fratelli che ci manda avanti?» chiese Emilì mentre sistemava un paio di bende in un cassettone.
«Sì, forse hai ragione» mormorò la castana seduta su uno dei letti liberi nella sala, liberi probabilmente perchè era soltanto il primo giorno e la sparatoria non ancora intensa.
Ci si distese lentamente sentendo una sensazione di sollievo alla pancia.
Poi un tuono, uno scoppio fraudolento fece tremare le fioche luci appese sul soffitto.
Sul viso di Emilì comparve un'espressione di terrore.
Il letto tremava e Claudette tirò un urlo soffocato.
«Ragazze uscite è appena scoppiata una bomba sul fronte nord!» sbraitò Helene dopo aver fatto capolino nella stanza.




 

Hola,
Eii, sono passati mesi dall'ultimo aggiornamento e mi dispiace molto.. Spero che come capitolo sia stato al'altezza delle vostre aspettative.
Recensite, vi lascio con l'altra mia fanfiction:

 

I will fight for us Alla prossima

  
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