Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Ommy Wilson    29/01/2014    4 recensioni
Moybey è un Incubator particolare;
Egli ha il vantaggio (o lo svantaggio) di possedere tutte le emozioni umane ed essere quindi alla mercé di propri interessi, pareri, sensazioni e molte altre cose che sconvolgono la sua abilità di avverare i desideri delle Puellae Magi. Tenterà di dimostrare ai suoi simili di essere più bravo di loro in ciò che fanno, ma con risultati catastrofici.
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Homura Akemi, Kyoko Sakura, Kyubey, Madoka Kaname, Mami Tomoe
Note: Cross-over, Nonsense, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Il primo desiderio:

 

 

La vita può riservare sorprese atroci; avete presente quegli incubi strani? Quelli dove andate a prendervi alle quattro e mezza del pomeriggio il vostro té con torta e vi rendete conto che la torta in questione è armata di fucile a pompa ed è intenzionata a farvi diventare diabetici? Forse può sembrare ridicolo ad esporlo in questo modo; fatto sta che quel giorno Mami Tomoe la sua torta delle quattro e mezza se la ritrovò al volante di un'auto spedita a tutta velocità lungo l'autostrada.

Si è chiesta molte cose nel momento in cui l'impatto è avvenuto; cosa le sarebbe successo, che ne sarebbe stato di suo padre che si trovava al volante e di sua madre che era nel posto del passeggero, chi si sarebbe ricordato di impostare il forno nuovo a calore moderato per non far saltare in aria la casa trasformandola in una supernova, ma soprattutto elencò nella sua mente tutti gli accidenti di motivi per cui quel rincoglionito nell'altra vettura potesse avere una tale fretta da spingerlo ad ammazzarla piuttosto che farle prendere quel benedetto té e pasticcini della quattro e mezza. Le varianti non erano state delle migliori ovviamente, ma siamo sinceri, se veniste investiti in pieno giorno da un pazzo furioso ed aveste quel secondo che divide il vostro star bene dall'essere morti quali fantasiose motivazioni partorirebbe il vostro cervello? Mami se le passò in rassegna proprio tutte, mentre stava lentamente crepando dentro la vettura ribaltata; poi però venne l'illuminazione! Quel giorno trasmettevano l'ultimo episodio dei Super Sentai! Che vita insulsa era stata quindi la sua! Non solo si era persa una di quelle trasmissioni leggendarie della TV giapponese, non solo era morta per mano di un otaku indubbiamente sulla trentina, panciuto e con una forte attrazione verso le idol minorenni che sculettavano sui palchi del mondo dello spettacolo, ma addirittura non si era potuta prendere quell'accidenti di tè delle quattro e mezza!

Giunti a questo punto, sia voi, che io che Mami Tomoe ci rassegnamo al fatto che la vita è una gigantesca fregatura e ci adagiamo delicatamente raggiungendo la fine di quest'ammasso di sciocchezze; sappiamo benissimo che non può durare in fin dei conti no? Una storia che parla di una poveraccia che viene investita da un otaku panciuto e muore! Che altri sviluppi può avere una cosa del genere? Ebbene la delusione colpirà sia voi che state leggendo, sia me che sto scrivendo, sia Mami Tomoe che sta morendo, perché in scena fa la sua comparsa una personaggio speciale! Un alieno che si para di fronte a Mami Tomoe, la fissa con le due gemme che ha al posto degli occhi e poi le parla!

« Oh... Santo cielo... Ma cosa ti sei fatta? Ma è disgustoso, che accidenti è successo!? Ma ce l'avevi la cintura? Ma è l'osso quello che ti esce da lì? »

Disse la creatura aliena, coprendosi gli occhi con una delle protuberanze pelose e ciondolanti che le uscivano dalle lunghe orecchie da coniglio; certo era facile per lui sfottere quel pezzo d'osso che usciva dalla spalla di Tomoe Mami! Visto che di ossa non ne possedeva neanche una! Il suo corpo ricordava quello di un gatto ridotto alla fame, con una lunga coda scheletrica in perfetto stile ratto di un videogioco fantasy, quelli dove trovi topi grandi come mastini, mastini grandi come draghi e belle ragazze grandi come zanzare che ti fanno venire le domande più assurde.

« Senti, qui la situazione mi sembra già abbastanza brutta ok? Io direi che ti serve proprio l'aiuto della magia! Mi presento io... »

Aggiunse l'alieno, prima di venire interrotto da un conato di vomito di Mami Tomoe che, probabilmente, stava già varcando la soglia dell'altro mondo e malediceva gli otaku di tutto il mondo tra un urlo di dolore e l'altro.

« No no, qui mi sa che non c'è tempo! Ascolta ci penso io! Spara un desiderio sorella! »

Si esprime risoluto l'altro, ignorando il fatto che la povera disgraziata si era praticamente tagliata mezza lingua durante lo scontro e non era in grado di parlare per esprimere un desiderio; ovviamente l'alieno avrebbe potuto comprendere telepaticamente ciò che ella desiderava, ma era troppo nervoso per la sua prima esperienza lavorativa.

« Oh maledizione boccoli d'oro non puoi farmi licenziare il primo giorno! »

Imprecò poi, schizzando dentro l'auto ed afferrando la faccia della morente Tomoe Mami che, in quelle condizioni, accettò l'idea di essere usata come bambola da quel bianchiccio gatto anoressico dagli occhi che sembravano due zefiri ficcati nelle orbite con la forza e le orecchie da coniglio lunghe e colorate di blu; questi mise le zampe sulle sue guance ed iniziò a muoverle la bocca, imitando la sua voce in modo decisamente pessimo.

« Signor alieno magico! Voglio che lei mi salvi dalla morte! »

Scimmiottò lo strambo animale, per poi avverare quel desiderio che Mami Tomoe non aveva affatto pensato; lei voleva quell'accidenti di té delle quattro e mezza.

 

 

-

 

« Sei sicuro che avesse desiderato una cosa simile? »

Kyubey era un alieno di un altro universo e visitava il pianeta Terra per trarre energia positiva e negativa dallo donne che l'uomo chiamava ragazzine, ovvero quelle che raggiungevano quell'età che faceva da divisorio con la idiozie della fanciullezza e la morta coscienza di una vita noiosa e ripetitiva dell'età adulta; si insomma, adolescenti, come ogni anime monotono che si rispetti!

Il suo aspetto era molto simile a quello di un gatto bianco dalla coda paffutella, la testa era rotonda ed il corpo soffice come quello di un cuscino; come occhi aveva due penetranti gemme rosate, la sua bocca poteva essere paragonata allo smile di una chat e non si muoveva mai, neanche per sbaglio. Dalle orecchiette feline fuoriuscivano lunghe escrescenze a forma di mani a tre dita, adornate da un paio di lucicanti anelli d'oro. Svolgeva il suo lavoro con impegno e dedizione; mai si era ritrovato di fronte ad errori rilevanti in tutta la storia del genere umano. Insomma, era sempre la solita storia; trovava una ragazzina con problemi, le diceva che poteva esaudire qualsiasi desiderio, lei accettava e gli chiedeva di incontrare Justin Bieber – a causa sua Bieber si è ritrovato sperduto in luoghi sconosciuti molto spesso, Dio lo benedica – , lui avverava il sogno della prescelta di turno, lei diventava una maga, poi finiva per diventare una strega ed un'altra maga che aveva incontrato Bieber l'ammazzava. Tutto andava per il verso giusto, sino a che non gli venne la malsana idea di generare un Incubator – così si chiama la sua razza – che potesse sentire quelle emozioni verso le quali la sua specie era refrattaria, in modo da avere più possibilità di ottenere la fiducia delle ragazzine. Chiamò quell'esperimento Moybey e già iniziava a pentirsi di averlo creato, visto che dopo che lo aveva spedito a fare il suo lavoro, questo si era presentato da lui con una ragazza ridotta alla putrefazione, con ferite aperte su tutto il corpo e con qualche osso che faceva capolino per salutarel'esterno.

« Te lo giuro! Mi ha guardato e mi ha detto: Moybey fammi diventare uno zombie! »

Kyubey rimase in silenzio a fissare con la sua inespressività la ragazza con gli occhi annebbiati e la bava alla bocca che dondolava emettendo versi degni di una mucca pazza; lui aveva sempre trovato gli umani assurdi ed illogici, ma quello era decisamente troppo, nessuno poteva desiderare una cosa del genere avendo la possibilità di poter ottenere qualsiasi cosa!

« E io ho esaudito! »

Rimarcò Moybey, mostrando le due file di denti acuminati e scintillanti come quelli di uno squalo. Al contrario di Kyubey, lui era in grado di dare tutta l'espressività che voleva al suo volto; i suoi occhi erano di un azzurro intenso e non avevano un taglio tondo e neutrale, ma triangolare e determinato; esteticamente poi ricordava più la lepre marzola di Alice nel paese delle meraviglie, con lunghe orecchie dritte dalle punte marcate di blu dalle quali uscivano le due escrescenze necessarie agli Incubator per sottrarre le anime alle ragazze predestinate, a differenza di quelle di Kyubey però, che erano lunghe e morbide come delle sciarpe, le sue erano esili e ciondolanti come pelle morta.

Mami Tomoe seguì le parole di Moybey emettendo un verso deforme e grottesco, per poi tornare a sbavare orribilmente sul pavimento.

« Certo non sarebbe da me ragionare sul perché dei desideri espressi dalle Puellae Magi che stringono contratti con noi... Però... »

« Però?! »

Gli fece eco Moybey, facendo leva su entrambe le zampe per infilare dentro il corpo di Mami quello che doveva essere un'osso indispensabile per muovere l'arto destro, a meno per quanto ne sapesse lui.

« Sei proprio sicuro? »

Chiese ancora Kyubey, che non si accorse neanche di essere divenuto incredulo quanto le stesse ragazze che lo vedevano per la prima volta.

« Sicuro? Sicurissimo! Guarda che bel lavoro che ho fatto! »

Esclamò l'altro, balzando su due zampe e mostrando la sua zombie come se fosse un capolavoro artistico di immane valore – sicuramente a livello scentifico era davvero preziosa –.

Kyubey scosse la testa, conscio di non poter venire a capo di quella situazione a causa del suo distacco con la mente umana e ciò che essa poteva partorire. Il suo "collega" intanto rimaneva immobile sulle rachitiche gambe, indicando ancora il suo lavoro come se fosse la migliore delle perfomance – che ripeto, a livello scentifico, lo sarebbe stato –.

« Va bene. Visto che la prova ha avuto successo, ti invio subito da un'altra ragazza. Si chiama Sakura Kyoko e... Cosa stai facendo con il braccio...? »

Si interruppe Kyubey, fissando il suo esperimento che, rimasto eretto sulle zampe posteriori, stringeva a pugno una delle mani a quattro dita e mandava avanti ed indietro il braccio, con un'espressione colma di piacere e vittoria mentre sussurrava cosa come "vai... vai così... ma vai...".

« Solo una forma di esultazione tipica dell'essere umano. Però con una mano sola, se ne usi due e muovi il bacino in avanti significa "fottere". »

Di fronte a quella spiegazione, Kyubey rimase interdetto e si limitò a scrutare l'altro con la solita faccia priva di alcunchè, mentre questi per chiarirgli la cosa eseguiva il gesto che significava appunto "fottere" in gergo umano.

« Capisco... Stavo dicendo che il suo nome è Kyoko Sakura e la sua famiglia vive in povertà a causa del padre che professa una fede male accettata dal resto della comunità umana; vedrai che ti sarà facile convincerla. »

Terminò di spiegare, mentre Mami aveva iniziato a mangiucchiare la testa di Moybey che, ignorando totalmente la cosa, continuava ad esultare mettendo in mostra tutti i suoi luccicanti denti a punta.

« Vedrai! Ci metterò meno di un giorno! Perché io sono il top! »

« Cosa sei tu? »

« Il top! »

« Cosa... No... Lascia perdere. »

Chiuse Kyubey, stanco delle stramberie a cui il "collega" lo stava sottoponendo, per poi voltarsi pensando che, in fin dei conti, l'idea di creare quell'Incubator speciale si era rivelata abbastanza soddisfacente; non sapeva ancora che, il giorno dopo, si sarebbe ritrovato in un pianeta piegato da una dittatura a sfondo religioso.

   
 
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