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Autore: Yes_My_Lord    31/01/2014    0 recensioni
in questa storia in verità non si parla solo di 30STM, ci sono un sacco di altre persone... Spero vi piaccia.
'Pure la musica ci hanno negato. Ormai non si vive più'
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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#SARAH'S MIND
Mi sveglio improvvisamente, abbracciata a Mickey che dorme con la testa appoggiata al muro.
Per quanto mi piaccia il calore delle sue braccia mi costringo a liberarmene cercando di non svegliarlo, mi alzo in piedi e osservo la guardia stesa a terra.
All'improvviso so cosa fare. Mi approprio della sua arma e del teaser, è uno di quelli che sparano a distanza.
Perfetto.
Mickey ha detto che usciremo, meglio cominciare ora.
Lo sveglio e gli spiego il piano organizzato seduta stante
"Ma sei pazza? Sparati e fai prima!"
"E' l'unico modo, non se lo aspettano. Prendi"
Gli lancio il teaser e lascio a me la pistola, sono stanca di fare l'impaurita.
"Sai come usare quella cosa?"
Faccio scattare la sicura e fisso la porta
"Non sarà più difficile di quelle dei Video-games"
Mi guarda preoccupato
"Stai tranquillo, usciremo vivi. Prendi le chiavi in tasca di quel tizio e apri, ce la fai a correre?"
Fa un paio di salti e poi una smorfia di dolore
"Sì, ce la faccio"
"Sicuro?"
Anuuisce, infila la chiave nella serratura e la fa scattare, la porta si apre liberando un corridoio bianco e spoglio.
Mi affaccio e osservo i lati, non c'è nessuno, alla mia destra scorgo una porta d'emergenza. Sembra aperta e non è sorvegliata.
"Allora?" La voce di Mickey mi fa sobbalzare
"Non c'è nessuno, è assolutamente vuoto".
Mi supera ed esce dalla cella, non succede nulla, non scatta nessun allarme.
"Forse era l'unica..."
La luce cambia dal bianco al rosso e un frastuono rimbomba dal fondo del corridoio.
Schizzo fuori e ci fiondiamo attraverso la porta d'emergenza, trovandoci davanti a una rampa di scale.
"Mi sembrava fin troppo facile! Corri!" 
Avanziamo a grandi falcate giù per le scale, dietro di noi si sentono delle voci e alcuni spari. Uno strano proiettile mi sfiora la spalla sinistra e si conficca nel muro di fronte a me.
"Freccette? Hanno finito le pallottole per caso?"
"Sono tranquillanti, non vogliono ucciderci, vogliono sedarci e riportarci dentro!"
Corriamo aumentando la velocità mentre i Draculoidi ci inseguono, ad un certo punto sento qualcosa toccarmi il polpaccio destro e poi un dolore lancinante, seguito da un improvviso senso di stanchezza..
"M- Mickey, credo mi abbiano preso"
Lui si ferma e mi raggiunge mettendomi un braccio attorno e trascinandomi verso una porta d'emergenza 
"Dai Sarah, puoi farcela, ti hanno preso solo di striscio ora passa. Non ti fermare, per favore"
Sento la disperazione e la paura nella sua voce, lo sento muoversi accanto a me, mentre mi trascina in avanti... Vorrei aiutarlo ma sento il corpo pesante e ogni pensiero ovattato.
Non so nemmeno come ho fatto ad arrivare al vicolo dove, ormai da 45 minuti, ci nascondiamo.
Seduta con la schiena al muro e le gambe al petto inspiro ed espiro cercando di recuperare le forze. Non mi hanno centrato in pieno ma l'effetto degli anestetici si è sentito comunque, ora se n'è quasi andato lasciandomi stordita e con la voglia di vomitare.
Mickey affacciato verso la strada osserva la situazione, sembra preoccupato ma sono ancora troppo indebolita per decifrare la sua espressione
"Che facciamo ora?" Sussurro con la bocca tutta impastata
"Dobbiamo uscire da San Francisco attraverso una delle vie laggiù, sembrano abbastanza buie. E dobbiamo farlo in fretta. Tu come ti senti?"
"Non mi facevo un Trip del genere dai tempi dei primi anni del Liceo, comunque tra un paio di minuti dovrei sentirmi meglio grazie" Sorrido leggermente e vengo ricambiata
"Sù, tirati in piedi"
Mi prende per un braccio e mi aiuta ad alzarmi, intravedo con la coda dell'occhio una squadra di Draculoidi venire dalla nostra parte, sto per cacciare un urlo quando Mickey mi preme una mano contro la bocca e appiattisce il suo corpo contro il mio 
"Shhh, non parlare, non ci vedono. Stai tranquilla ok?" Sussura piano al mio orecchio e io annuisco con gli occhi sbarrati ma i miei muscoli si rilassano quando sento il calore del suo corpo sul mio.
Piano piano usciamo dal vicolo, osservo l'edificio che fino a poco fa era la mia prigione e ne rimango completamente rapita. E' completamente bianco alto e imponente, come il resto degli edifici dopotutto.
"So ch'è ipnotizzante ma se non ti muovi ci ritornerai" 
"S-sì. Ma come fai a sapere che quella è la strada giusta?" Indico la via dove siamo diretti.
"La città è stata adattata in modo che il Fines sia al centro, ci basterà seguire le vie principali e uscire. Ora muoviti, per favore".
Annuisco e cominciamo a correre cercando di rimanere nascosti.
"Mickey, sono poco tranquilla".
"Non femarti, ci penseremo dopo".
Ci avviciniamo all'uscita, alla libertà. Siamo ostacolati solo da... Un fosso.
"Dimmi che sai nuotare". Mi dice Mickey e io scoppio a ridere.
"Ho passato due anni a scappare per il paese, secondo te non so nuotare?"
Salto in acqua e inizio a muovere le braccia per andare avanti, mentre nuoto sento una serie di piccole scosse che mi attraversano il corpo, come se qualcosa andasse in cortocircuito.
Appena arriviamo sull'altra sponda mi stendo a terra e riempio d'aria i miei polmoni, ogni respiro è una coltellata allo sterno, Mickey non sembra d'accordo però.
"Corri! Non siamo abbastanza lontani ancora. Alzati Sarah!"
Stremata mi rimetto in piedi e ricominciamo ad allontanarci tra gli alberi, dietro di noi si sentono le auto dei Draculoidi che si allontanano dalla riva del fiume e la città sparisce dietro le nostre spalle.
All'improvviso Mickey si ferma.
Gli sbatto addosso e cadiamo, rotolando per una piccola discesa e alla fine sbattiamo tutti e due a terra.
"S-s-stai bene?" Ansimo e cerco di recuperare ossigeno
"Sì, tu? I localizzatori se ne sono andati?"
"I local... Vuoi dire che tutte quelle scosse che sentivo mentre nuotavo erano localizzatori?"
Annuisce e si alza "Avevo notato anche io che era tutto troppo semplice, la guardia, le porte e l'uscita. Nuotando l'acqua dovrebbe aver neutralizzato tutti i dispositivi ma per sicurezza domani mattina ci rifacciamo un bagno".
"Va bene" pur essendo bagnata fradicia ho caldo, non siamo più in Canada e soprattutto siamo in Agosto.
Mi levo il giubotto e mi strizzo i capelli dall'acqua.
Mickey è pensieroso, fissa il punto da cui siamo arrivati.
"Qualcosa che non va?" 
Scuote la testa e sorride "Non è niente, è che mi sto rendendo conto solo ora che siamo vivi, e siamo fuori"
A quella parola il mio cervello si risveglia e mi dice che sì, siamo ufficialmente fuori.
Mi giro e osservo la foresta intorno a me, sento l'odore della terra umida e il vento caldo che mi passa per i capelli. Sono euforica.
Mi volto verso Mickey e d'istinto lo abbraccio, lui mi solleva da terra e mi fa fare un paio di giri prima di prendere il mio viso tra le mani e baciarmi. 

#SOFIA'S MIND
Fisso il terreno e avanzo nella foresta, circondata dagli altri e con Way al mio fianco, l'unica compagnia che mi offre è un tombale silenzio e io sono snervata.
"Dove siamo approssimatamente?"
"All'incirca a metà strada, tra 2 km ci fermiamo e passiamo la notte. Sei stanca?"
"Abbastanza ma sto bene. Senti, tu pensi che... Magari in questo Fines troveremo Mickey o Sarah?"
Il suo petto ha un piccolo scatto sentendo il nome di suo fratello, siamo nella stessa situazione dopotutto.
"No, non credo saranno lì dentro, sono elementi troppo importanti quindi li avranno portati alla base centrale, in California"
Non riesco a capire come mia sorella possa aiutare la Better Living.
"Ed è un bene o un male?"
Way abbassa lo sguardo e sospira.
"Non ne ho idea Sofia, non ne ho idea..."
Si zittisce e fa una smorfia.
"Senti Gee, so di cosa hai paura, ma sono convinta che non potranno mai diventare come loro, sono troppo pieni di sogni e speranze, e soprattutto sono pieni di vita. Non saranno mai degli automi. Mickey è un osso duro e conosco mia sorella. Se la caveranno".
Tace. 
Lo osservo e noto la stanchezza che si porta dietro: gli occhi sono circondati da occhiaie evidenti, segno che non dorme da giorni e la pelle sembra tirata con degli elastici e mette in evidenza gli zigomi che danno l'impressione di volergli squarciare il viso da un momento all'altro. Siamo abituati a vedere i nostri idoli come macchine da guerra, indistruttibili e capaci di sopportare qualunque cosa.
Ma qui, in mezzo alla guerra, sono solo uomini che sopravvivono, come noi.
Mi allontano un po' e cerco Derek tra la gente, mi serve allegria. Lo trovo a lato di Frank che ride di gusto
"Posso unirmi alle risate?"
Derek mi guarda e mi afferra un braccio posizionandomi al centro
"Stavamo discutendo su quando Frankie ha steso 5 Draculoidi con una mazza a Vancouver"
"Dici sul serio?!" Mi volto verso Frank
"Era il periodo dei rasstrellamenti e noi stavamo scappando, non avevamo armi se non cose molto artigianali ed io ero rimasto indietro. Mi erano alle calcagna e l'unica cosa che potevo fare era affrontarli, perciò mi girai e presi in fronte il primo di loro, stendendolo. Poi arrivarono gli altri e uno mi tirò su di peso così" Si afferra la gola "Mi dimenavo ma lui non mi lasciava. Allora decisi che mi sarei arreso, smisi di dibattermi proprio mentre iniziavo a perdere i sensi. Ma poi arrivò Gerard e io decisi che forse un motivo per combattere lo avevo. Mi alzai e insieme finimmo il lavoro".
"A proposito di Gerard, avrebbe bisogno di tirarsi su di morale" 
Frank sposta lo sguardo su di lui e i suoi occhi si addolciscono, di filata ci lascia soli e corre da lui afferandogli la mano. Sul viso di Gerard compare un piccolo sorriso.
Rimango con Derek.
"E tu? Non hai nessuna storia da raccontare?"
"Non è molto bella la mia storia, e non è diversa da quelle della maggior parte di noi. Vengo dall'Oregon e vivevo con i miei. Ero esattamente come sono ora: uno sbandato ma andava bene. A quel tempo ero ancora legale. Poi arrivò la Better Living che cancellò ogni tipo di anomalia, imposero agli abitanti della città di prendere una pastiglia ma io non mi fidavo quindi non lo feci. Vidi che i miei compagni di classe inziavano e non parlarmi più, dovevo girare di nascosto perchè molte volte i Draculoidi cercavano di prendermi. Casa mia era l'unico rifugio, finchè un giorno tornai a casa e scoprii che la mia camera era diventato il nuovo ufficio di mio padre, che mia madre non ricordava di avere un figlio e che io non avevo pìù una famiglia."
Ascolto pietrificata.
"Mi nascosi nella cantina, avrei potuto girare tranquillamente in casa, per i miei ero una specie di fantasma, ma avevano iniziato a rastrellare e io ero ricercato, quindi salivo solo per prendere da mangiare e poi tornare in cantina. Scappai quando mia madre segnalò la mia presenza in casa. Mia madre, capisci?"
"Derek, io... Mi dispiace tanto." Gli prendo la mano e gliela stringo forte.
"Tranquilla, ora sto bene" Gli trema la voce mentre parla
"Comunque, scappai e attraversai mezzo paese per trovare i Killjoys, la mia vera famiglia. Ma non andò proprio secondo i miei piani. Durante il tragitto venni preso e rinchiuso, ma poi scappai perchè io e Lara corrompemmo una guardia"
"Chi è Lara?"
"Una mia cara amica, scappammo insieme ma lei era malata di leucemia e dopo poco più di una settimana morì.."
Tira fuori da sotto la maglia una ciondolo e me lo mostra: è una piastrina con inciso un nome, una data e la scritta "LEUCEMIA" in grande.
"Non so che dirti Derek, mi dispiace tanto. Tutto questo finirà, te lo prometto."
"Grazie Sofia, finiremo questo casino insieme".
E' il momento di piantare le tende, lascio Derek che si unisce a un gruppo di suoi amici e io pianto la mia e mi ci rintano dentro, è quasi sera e sono stravolta.
Decido di leggere un po' prima di chiudere gli occhi ma più mi concentro più la mia mente vaga altrove ripercorrendo il pensiero che tengo lontano dalla mia testa da due giorni. O almeno ci provo. Domani Shannon dovrebbe arrivare a Washington e spero lo faccia vivo. Sono arrabbiata con lui ma allo stesso tempo preoccupata, so ch'è colpa mia ma mi sono presa tutta la responsabilità, senza di me sarebbe morto. Mi bastava un 'Ehi, Sofia, grazie per avermi salvato il culo'. E invece no, mi ha trattato come se avessi causato io la maggior parte dei problemi.
Una lacrima cade sulle pagine del libro e caccio via le altre con una mano. 
Me ne vado a dormire e cado in un sonno senza sogni.
  
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