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Autore: Suzume Yuzuka    02/02/2014    8 recensioni
La mia prima STORIA AD OC!
Misty si è iscritta all' Advanced Information Type of Pokémon ed è il suo primo giorno di scuola. In quest'istituto che da ogni opportunità agli alunni, Misty, dopo un primo stato di agitazione, è pronta a conoscere i suoi compagni di classe..
[ISCRIZIONI ANCORA APERTE PER I PERSONAGGI SECONDARI(Bidelli, ragazzi di altre classi)]
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Misty, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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Avventure in classe!
 
Music lessons

 
Per le prime due settimane, il mercoledì pomeriggio sarebbe stato dedicato alle lezioni di strumento, di canto e di danza.
 
Kaori era ansiosa di andare a lezione di flauto. Appena aveva visto la sezione musicale aveva subito barrato quella casella, ed era sicurissima di aver fatto la scelta giusta. Osservò la custodia del suo flauto: era rossa e spiccava la marca del produttore. Aprendola, avrebbe trovato un flauto color argento, il cui suono era delicato probabilmente quanto la sua voce.
 
La prima ad aver avuto lezione di pianoforte era stata Sophie. Arrivò di fronte all’aula di pianoforte, al piano terra, e bussò alla porta.

- Prego. – disse cordialmente la prof, per poi scrutare l’alunna qualche secondo.
- Salve.. – salutò Sophie timida. La professoressa aveva i capelli castani a caschetto, era alta all’incirca un metro e sessanta, forse anche un po’ meno, e gli occhi grandi e color nocciola, cerchiati da una riga spessa di eyeliner. Indossava una maglia color panna, un leggins marrone e una giacca color camoscio dalle rifiniture color terra. Poteva avere al massimo venticinque anni.
- Tu sei? – domandò la professoressa.
- White Sophie. –La professoressa segnò la presenza, per poi sorridere.
- Io sono Marina e puoi anche darmi del tu, tanto mi sei simpatica. – iniziarono la lezione e la professoressa di pianoforte dimostrò di essere più simpatica di quanto non sembrasse. 


Flaviya era pronta per la lezione di canto, era sicura che avrebbe fatto un figurone e che sarebbe diventata, fin dalla prima lezione, la cocca della prof.
Appena entrò nell’aula di canto, Flaviya abbracciò la professoressa.

- Proffy! – La professoressa aveva un vestito rosa, i capelli lunghi, lisci e di un color rosso fuoco, e gli occhi blu come il mare. Flaviya la abbracciò come se fossero state amiche da una vita, quasi strozzandola.
- Hmm… Sei Zaytseva Flaviya? Mi avevano avvertita… - disse la prof, sussurrando le ultime parole.
- Sì, Proffy, è ovvio che vi abbiano avvertita del fatto che sono una rivelazione, lo sanno tutti che canto come una ballerina!Sul volto della Prof comparve un’espressione che parlava da sola; stava per scoppiare a ridere.
- Uh, sì, fantastica allora, non è che balli come una cantante? –
- Ma certo! E poi Fantastica è il mio secondo nome! – 


Ormai era più di una settimana che Mei lavorava ad un nuovo progetto scolastico. Le avevano fornito tutti i componenti che aveva richiesto per realizzare la più grande invenzione del secolo, La macchina del tempo. Stava procedendo gradualmente e aveva ricevuto, direttamente dal preside, un documento per esentarla un massimo di cinque ore settimanali dalle lezioni, ore in cui avrebbe lavorato al progetto. L’incarico le era stato dato dal prof di Informatica d’accordo con la Professoressa Aralia, i quali avevano notato il genio che vi era nella ragazza. Ce l’avrebbe sicuramente fatta, perché lei doveva incontrarlo. 

 
Se non fosse stato mezzo addormentato, probabilmente Ian non avrebbe aspettato un quarto d’ora davanti alla porta dell’aula dove si tenevano le lezioni di basso, per poi rendersi conto che sì, se non entrava nessuno quello era effettivamente il suo turno. Così era entrato.

- Buongiorno. – aveva biascicato a voce bassa, sperando che il prof non si accorgesse di lui o che intanto arrivasse l’alunno successivo, in larghissimo anticipo.
- Salve, signorina Juliet. – Salutò il prof senza girarsi. Beh, aveva una cinquantina di anni, ma scambiarlo per una ragazza era il colmo!
- Strano, avrebbe dovuto esserci il signorino VanDyck adesso. Ne sa qualcosa? –
- Professore, io sono Ian VanDyck! –
- Ah, sei tu… Mi avevano detto che sembravi una capra. –
- C-c-capra??? –
- Capra o bruco è la stessa cosa. – mormorò il professore.
- B-bruco? – esclamò Ian, con il fumo che gli usciva dalle orecchie. 


- Iniziamo con la lettura delle note. – disse la prof di flauto a Rosalind e Misty, che per caso si erano catapultate nell’aula allo stesso orario, nonostante quell’ora fosse di una ragazza assente. Le due annuirono. 
- Questa è la chiave di Sol. – affermò la prof, indicando una figura lineare che Rosalind non avrebbe mai potuto descrivere con una parola. 
- Quindi, la nota sul secondo rigo è il Sol, posto sopra il Fa e sotto il La. – Le due fanciulle annuirono di nuovo e la prof posò sui loro banchi delle pagine pentagrammate, con delle note scritte per formare una melodia. 
Provate a scrivere quali note sono. – 
 
Erano forse due giorni che Derren fissava Céline nascosto dietro uno degli alberi poco distanti a quello sotto cui lei si sedeva per disegnare. Da quando si era fatto avanti e le aveva chiesto di fare la ricerca di Storia insieme, la ragazza si era allontanata notevolmente da lui. Come poteva fare? Quando si sarebbe deciso e le si sarebbe avvicinato per dirle “Sai, Céline, io sono innamorato di te.”? Non riusciva a darsi una risposta, non riusciva a trovare quell’impulso per avvicinarsi a lei e urlarle che l’amava più di ogni altra cosa, proprio non ci riusciva. Eppure, delineando il suo dolce profilo, si diceva che un giorno avrebbe dovuto dirglielo, sì, avrebbe dovuto confessargli tutto l’amore che provava.


Joker si sentiva il fiato sul collo. Aveva camminato per tutto il parco cercando di seminare quella gentaglia, quei ragazzi di chissà quale classe che la seguivano da più di mezz’ora. Pedalava e pedalava su quella bicicletta che aveva trovato da cinque minuti, magari sarebbe riuscita a salvarsi grazie all’antenato di un cinquantino. E non poteva nemmeno attaccarli con i suoi Pokémon; aveva lasciato le sue sfere Poké in classe. Sentiva che avevano brutte intenzioni e… Doveva scappare. Senza nemmeno accorgersene era giunta ai confini dell’istituto, cosa poteva fare adesso? Sì, probabilmente li aveva seminati, ma solo per poco, perché era sicura che l’avrebbero raggiunta. Guardandosi intorno, notò un buco in una roccia; doveva esser stato fatto con una trivella. Era piccolo, ma, in quanto esile, sarebbe riuscita ad introdursi lì dentro. Così lanciò la bicicletta poco lontano di lì, in modo da depistare gli inseguitori e si introdusse in quella che forse era la base segreta di qualche allenatore. Fece due passi, il terreno era stato trivellato bene, e seguì una luce, che proveniva da quello che poteva essere un nascondiglio adiacente a quella base. Appena mise piede nel nascondiglio, si stupì.

- Green?
- Joker? – La ragazza annuì. 


- Anche tu hai lezione? – domandò Ren ad Elise, la quale assentì. 
- Di cosa? – 
- Canto. – 
- Wow, una futura cantante! – Esclamò Ren, osservando i lunghi capelli rossi della ragazza che si fermavano solo dopo aver percorso metà schiena. 
- Macché! Non ho nemmeno iniziato! – 
- Conosci i Poké Zeppelmon? – 
- Certo, non per niente sono una delle più grandi band del mondo della musica! – Esclamò la ragazza, per poi iniziare a discutere con Ren delle canzoni più popolari del gruppo. 
 

Ian aveva appena terminato la sua lezione di Basso, non aveva fatto quasi niente ma, d’altronde, lui già sapeva suonare benissimo, perciò il Prof non gli aveva fatto fare una lezione troppo facile, lui era già bravissimo. Con la testa fra le nuvole aprì la porta, ritrovandosi a distanza ravvicinata con una ragazza dalla pelle bianchissima e il viso coronato da dei bellissimi capelli lisci e rossi, ma molto chiari, che le arrivavano fino all’anca e, lisci com’erano, si poteva dire che erano proprio belli, almeno secondo Ian. Il ragazzo diventò tutto rosso quando la ragazza lo salutò:

- Ciao! Grazie per avermi aperto la porta, io sono Juliet. – esclamò, per poi scoccargli un velocissimo bacio sulla guancia.
- Io sono Ian VanDyck! – si presentò a sua volta il ragazzo, mettendosi in posa come un Ranger, con il braccio rivolto verso l’alto.
- Come sei comico! – affermò la ragazza, iniziando a ridere. 


Ryu non riusciva a smettere di riflettere a quando si era battuto con Zefiron e il ragazzo aveva vinto. Non gli sarebbe dispiaciuto tantissimo se tutto ciò non fosse accaduto nell’ora di Potenziamento dei tipi, ossia sotto gli occhi della prof. Era sicuro di vincere, si era impegnato, in più la Prof aveva sempre riguardo per lui, consigliandogli esercizi per migliorare. Era sicuro di averla delusa.

- Hisame! – disse ad alta voce la professoressa di tipo Ghiaccio, chiamando il suo alunno che si stava dirigendo a lezione di Chitarra elettrica. 
- Salve professoressa. – il ragazzo salutò la sua Prof per poi avvicinarsi a lei con lo sguardo rivolto verso il pavimento. 
- Alza lo sguardo, Ryu. Ricordati che anche se perdi, i tuoi Pokémon non perderanno mai la loro forza. Sii sempre fiero di te e vedrai che batterai tutti gli allenatori. – 

 
Nezumi era confuso, la notizia che Historia gli aveva dato l’aveva distrutto.

- Nezumi, io e la mia famiglia ci trasferiamo. Partiremo fra due giorni. – Le domande che avrebbe voluto porle erano così tante che non riuscì a pronunciarne nemmeno una. Dove andrai? Perché? Non ci vedremo più?
- Però ci scriveremo… - sussurrò dolcemente la ragazza, che per prima aveva provato quella sensazione di vuoto dentro di sé, quando aveva affermato al ragazzo che amava che avrebbe cambiato scuola. Sì, non erano nemmeno fidanzati, ma è come se quel sentimento che si era formato fra i due li avesse uniti talmente tanto da esserlo, anche in così poco tempo.Il ragazzo non sapeva cosa fare. Voleva affidarle qualcos’altro prima di partire, non solo quel semplice ma dolce sentimento. Si sedette alla scrivania e, presa una penna, scrisse, per tutta la notte. Due giorni dopo, all’aeroporto da dove sarebbe partita la ragazza, Nezumi le diede la lettera. E anche se a strappargli quelle dolci parole dal cuore c’era voluto qualcosa di così triste, glielo confessò nero su bianco.
 
 
 
 
Ti amo.
 

 

- Com’è andata la lezione? – chiese Ryu Yami alla sua amica d’infanzia, invitandola a salire sul motorino. Si erano già messi d’accordo: in caso attività extrascolastiche Ryu, con il cinquantino, portava a casa Kaori e, magari, studiavano insieme. Quel pomeriggio, però, decisero di dirigersi alla biblioteca della città per prendere in prestito un enciclopedia sugli allenatori Pokémon, per fare la ricerca di Storia. Arrivata davanti alla biblioteca, Kaori iniziò a fissare il mare e i gabbiani. Quanto avrebbe voluto volare come uno di quei bellissimi uccelli, libera. 


- Sayu! – Saki gridò il nome della sua migliore amica, abbracciandola. 
- Mi sono innamorata! – 
- Di chi? – chiese Sayu curiosa. 
- Zefiron Isley, un ragazzo di IF. Ha i capelli blu e gli occhi grigi, è bellissimo! – 
- Il fratello del capo palestra Valerio? – 
Saki annuì, non potendo immaginare che Sayu aveva – quasi – centrato lo stesso bersaglio. Era innamorata di Valerio, il capo palestra di Violapoli. - L’unica differenza era che Zefiron amava il tipo ghiaccio, mentre Valerio il tipo volante, per il resto erano molto simili, anche nel carattere. – si diceva Sayu. Beh, anche lei e Saki erano molto simili, sembravano proprio due gocce d'acqua!

 
Ren si era appena lasciato alle spalle la porta dell’aula di chitarra, chissà se Elise aveva già terminato la sua lezione. L’aspetto vicino alla porta per qualche minuto e, quando fu in procinto di voltarsi e andarsene, poté contornare la sua figura. Prima che la ragazza potesse anche solo fiatare, Ren le chiese: - Ci canti qualcosa? – Quell’invito, alle orecchie di Elise, suonò quasi come una presa in giro, ma fu pronunciato con un tono così gentile che la ragazza non poté non intonare una delle canzoni più famose dei Poké Zeppelmon.
 

Era stato approvato un nuovo progetto: per ogni incontro disputato da due alunni vi sarebbe stato mezzo punto di credito per il perdente e un punto credito per il vincitore. Tutti gli alunni interessati ad ottenere i punti credito erano radunati all’incirca ogni settimana e quella volta a sfidarsi c’erano Dixon Virginia e Nariwa Shion.
Umbreon e Feraligatr erano ormai schierati in campo. I cerchi gialli sul corpo del primo erano incantevoli quanto incuteva timore la prominente mascella del secondo. Infondo riflettevano anche le personalità dei propri allenatori: Il primo era elegante ma piccolo e capace di intrufolarsi dappertutto, mentre il secondo era serio e spaventoso in battaglia quanto allegro e spensierato con il proprio allenatore.
- Umbreon, tossina! – esclamò la bionda, mentre il Pokémon si apprestava ad eseguire il comando dell’allenatrice e, in pochi istanti, Feraligatr fu avvelenato. Nonostante ciò, Shion non si avvilì e ordinò al suo Pokémon di usare Gelodenti, la quale fu abilmente eseguita per poi essere seguita da un potente Pistolacqua. Sebbene Umbreon sembrò inizialmente ferito, riuscì a rialzarsi e a scagliarsi con Rivincita su Feraligatr. Si poteva dire che fossero pari. – Umbreon, Stordiraggio! – urlò Virginia, e Umbreon stordì il Pokémon nemico, che morse il proprio braccio con Gelodenti e poi, per l’effetto del veleno, cadde a terra KO.
- Feraligatr è KO, il vincitore è Umbreon! Virginia Dixon si aggiudica quest’incontro! –Concluse l’arbitro e sul viso di Virginia sorse un sorrisetto che poteva avere solo lei. 




My space: 

Eccomi qui, finalmente aggiorno! 
Ho scritto questo capitolo tutto oggi e 
spero vi piaccia! Spero di non avervi 
scocciata proponendovi più situazioni 
riguardanti gli stessi temi! Ciao!


 
  
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