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Autore: Defiance    03/02/2014    4 recensioni
"Sono Niklaus Mikaelson, l’ibrido, un mostro; o a dirlo utilizzando i termini di mio padre, ‘una bestia’, ‘un abominio’ e sono sicuro che mi avrebbe attribuito volentieri anche l’appellativo ‘bastardo’.
Tutti hanno sentito parlare di me, io sono la storia, io sono leggenda.
Io sono l’Originale, l’immortale per eccellenza; e alcuni, direbbero anche la malvagità fatta persona.
E questo è il mio diario, le mie memorie, i miei pensieri più intimi."
Dal Primo Capitolo.
Un excursus della storia e della vita del nostro ibrido Originale, Klaus, attraverso le pagine dei suoi diari segreti.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Klaus, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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Disclaimer: i personaggi di questa storia non mi appartengono; questa fan fiction è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


 
The Hybrid
Diaries.



 
 


 
INTRO: Sono Niklaus Mikaelson, l’ibrido, un mostro; o a dirlo utilizzando i termini di mio padre, ‘una bestia’, ‘un abominio’ e sono sicuro che mi avrebbe attribuito volentieri anche l’appellativo ‘bastardo’.
Tutti hanno sentito parlare di me, io sono la storia, io sono leggenda.
Io sono l’Originale, l’immortale per eccellenza; e alcuni, direbbero anche la malvagità fatta persona.
E questo è il mio diario, le mie memorie, i miei pensieri più intimi.

 
Molti anni orsono, la mia famiglia si trasferì in un piccolo paesino, - oggi chiamato Mystic Falls -, che allora era completamente abitato da licantropi; nonostante la loro natura violenta, vivevamo in armonia con loro, avevamo degli amici e nessuno pareva discriminarci per la nostra natura debole e patetica, umana.
Questo, fino al momento in cui qualcosa cambiò…

 

 
 
 
 
 
 
 1. Henrik



 
 
 
“Niklaus, lo sai che giorno è oggi, vero?”
La voce di mia madre mi riporta alla realtà, allontanando così tutti quei pensieri di libertà che mi invadono la mente ogni qualvolta posso permettermi di guardare dalla finestra il paesaggio che circonda la nostra casa.
Mi sono sempre chiesto cosa celano i lontani boschi, perché una notte al mese si possono udire gli ululati dei lupi mentre durante i restanti giorni non si sente fiatare una mosca.
Tutto ciò che mi è sempre stato dato sapere, è che in quel giorno non devo mettere piede fuori dalla nostra abitazione, né devo permettere che lo facciano i miei fratelli.
Mia madre, Esther, adorna la casa di talismani con lo scopo di proteggerci, anche se a mio parere è solo una stupida forma di superstizione; mentre posiziona l’ultimo oggetto, proprio sulla porta di casa, si volta verso di me e mi scocca una sguardo apprensivo.
“C’è la luna piena, madre” rispondo con aria scocciata alla sua precedente domanda.
Ho sempre odiato le restrizioni, fin da quando ero bambino e quella, in particolare, mi è sempre stata stretta.
“Niklaus” sussurra pazientemente lei, avvicinandosi a me e posando delicatamente una mano sulla mia spalla.
“Capisco la curiosità che provate tu e i tuoi fratelli, ma bisogna essere prudenti, alcune volte, sacrificarsi per ciò che è più giusto”.
Annuisco, stanco di sentire sempre le solite scuse.
“Lo so, madre. Rientreremo prima che la luna sorga” la rassicuro, poi esco di casa, assaporando l’aria fresca, gustando il sapore della libertà e raggiungo mio fratello Elijah al pozzo, il luogo dove siamo soliti ritrovarci per svagarci o semplicemente per fuggire all’inferno che quell’edificio rappresenta.
“Che ne dici di un duello, fratello?” mi sfida senza esitare Elijah, ed io, sorridendo con malizia, accetto subito.
È una sorta di gioco per noi, vedere chi dei due è più forte, chi riesce a prevalere sull’altro.
Mi lancia una spada, mentre l’attenzione di mia sorella, Rebekah, - lo vedo -, ora è tutta rivolta verso di noi.
È Elijah a fare la prima mossa: schivo i suoi attacchi, ne blocco altri, e lui fa altrettanto, tra gli ansimi di una Rebekah eccitata dallo scontro.
È proprio nel momento in cui riesco a disarmare mio fratello, - tra le nostre risate divertite -, che mio padre, Mikael, sopraggiunge sul luogo.
Applaude, lentamente, come se stesse godendo di una sua vittoria, con lo sguardo di chi vuole dimostrare qualcosa.
Avanza apatico verso di me, poi raccoglie la spada di Elijah e la punta diritta al mio petto.
Posso percepire la punta dell’arma contro la mia pelle, mentre brama il mio sangue.
“Combatti” ordina autoritariamente.
Per un istante, esito. Mio padre è sempre stata l’unica persona al mondo di cui abbia avuto paura; brutto a dirsi, ma il pensiero che potesse uccidermi mi ha sfiorato la mente più di una volta.
Avverto Rebekah trattenere il respiro e scruto Elijah arretrare intimorito.
Poi mio padre sferra il primo attacco e sono costretto a reagire; si scaglia contro di me con violenza e capisco che non è affatto un gioco nella sua mente: è una dimostrazione, la prova che devo sottostare al suo volere, sempre e comunque, che sarà sempre più potente di me.
Arranco, nella fatica di stare dietro alle sue mosse, finchè non cado con le ginocchia per terra e la spada mi scivola dalle mani.
“Patetico” commenta lui, guardandomi quasi con vergogna, per poi allontanarsi con la sua solita andatura fiera e altezzosa.
Dentro di me si fanno strada rabbia, vergogna, delusione: i sintomi della sconfitta morale, fisica e psicologica.
Elijah e Rebekah corrono subito verso di me, offrendomi un aiuto e un supporto morale che rifiuto.
Mi ha sempre fatto ribrezzo, la pietà, la compassione.
E di una cosa sono sempre stato certo: Niklaus Mikaelson non si sarebbe mai sottomesso a qualcuno che non fosse sé stesso.
 
Il sole sembra tramontare prima del solito, questa sera.
Mia madre controlla che siamo tutti in casa: Elijah, Finn, Kol, Rebekah, Henrik, ed io; ripetuta l’ennesima ramanzina, questa volta da parte di mio padre (il che suona più come una minaccia, che come un’imposizione guidata dalla preoccupazione e dall’amore verso di noi), i nostri genitori ci lasciano andare a dormire.
È nel cuore della notte che percepisco mio fratello minore, Henrik, ruzzolare giù dal suo letto e sgattaiolare fuori dalla stanza; mi alzo immediatamente, per andare a fermarlo, qualunque cosa voglia fare.
“Henrik! Dove vai!?” lo chiamo sussurrando.
Lui mi sente e si volta a guardarmi.
“A vedere i lupi, Nick. Vuoi venire?” domanda con lo sguardo carico di adrenalina.
“Lo sai che è pericoloso… nostra madre e nostro padre ci ucciderebbero, se gli disobbedissimo!” cerco di farlo ragionare, ma il suo tentativo di persuasione sembra avere la meglio su di me.
“Andiamo, so che muori dalla voglia di vederli anche tu!” esclama con una lucentezza negli occhi che conosco bene: è quella che brilla nei miei, quando sono eccitato per qualcosa.
“Non se ne parla, Henrik, torna a dormire!” provo a restare fermo sulla mia posizione, ma lo sguardo del mio fratellino si fa sempre più ostinato.
“Resteremo ai margini del bosco, te lo prometto! Ti prego, Nick!” mi supplica, così pieno di speranza che non riesco più a rifiutare la sua proposta.
Cercando di non fare rumore, socchiudiamo la porta, per poi guardarci trionfanti una volta fuori casa.
Corriamo verso il bosco, quando l’ululato di un lupo ci fa drizzare i peli delle braccia.
“Henrik…”
Lui scuote la testa, determinato.
Ha la mia stessa testardaggine, e anche la mia istintività, fermezza e imprudenza, ma non è per me che sono preoccupato, quanto per lui.
Raggiunti gli alberi marginali del bosco, ci mettiamo in posizione, per osservare ciò che ci circonda: è buio e non si vede quasi nulla.
Il vento provoca il fruscio degli alberi e dei cespugli, cosa che ci impedisce di individuare la presenza di movimenti altrui.
Sono a pochi passi dal mio fratellino, quando lo sento urlare.
Mi volto e mi ritrovo di fronte un grosso lupo bianco.
“Henrik! Scappa!” ordino immediatamente, ma lui sembra essere stato pietrificato dalla visione di quell’animale così imponente.
Lo tiro per il braccio, riuscendo per fortuna a smuoverlo, ma è proprio mentre siamo in fuga, che sento la sua mano scivolare dalla mia e il suo grido più atroce, che mi torturerà per il resto dei miei giorni, poi il rumore della carne dilaniata.
“NO!” urlo con le lacrime agli occhi, facendo subito dietrofront per raggiungerlo, per aiutarlo, ma è troppo tardi: il corpo di Henrik giace inerme per terra.
Il lupo ulula più forte alla mia vista e sta per scagliarsi contro di me, quando le prime luci dell’alba illuminano il cielo e lo mettono in fuga.
Qualche minuto; la vita di mio fratello è stata spenta a causa di qualche stupido minuto.
Il dolore mi annebbia la mente, misto al senso di colpa; mi getto su di lui, in lacrime e quando riesco a raccogliere un po’ di forza, lo prendo tra le mie braccia e corro verso casa.
Magari, una delle erbe di mia madre lo salverà; magari è vivo, non può essersene andato così.
“Madre! Padre!” urlo disperato, tra i singulti e il sapore amaro delle lacrime che mi rigano le guancie, fino a penetrare nelle labbra.
Rebekah è la prima ad uscire e, non appena ci vede, lancia un urlo di terrore e dolore, poi è il turno di mia madre, di mio padre e degli altri miei fratelli.
Mi accascio per terra, col corpo freddo e cereo del piccolo Henrik tra le braccia, l’odore del sangue che mi irrita il naso.
Per una volta, per la prima volta in tutta la mia vita, non mi importa nulla dello sguardo d’odio che mio padre mi sta lanciando: mio fratello è morto, a causa della mia incoscienza, per colpa mia, perché non ho saputo proteggerlo; perché non sono riuscito a sacrificare la mia vita per risparmiare la sua.
C’è solo spazio per il dolore, dentro di me, e lascio che mi divori, come se fosse una punizione sufficiente ad espiare le mie colpe.


*************************Angolo Dell'Autrice*************************
Salve a tutti!
Contemporaneamente alla pubblicazione della mia FF 'The Hybrid Chronicles', ho deciso di postare anche i capitoli riguardo a questa FF, la cui stesura, lo ammetto, è molto complicata perchè comporta una mia immedesimazione nel forse più particolare personaggio della serie (e per questo uno dei miei preferiti, ovviamente), ma cercherò di farlo al meglio delle mie capacità.
Ci saranno alcuni punti che sarò costretta ad inventare, in quanto non sviluppati a pieno della serie televisiva e spero almeno in questo di non annoiarvi.
Cos'altro dire, se non che mi auguro che il capitolo e, soprattutto, la FF vi piacciano?!
Vi invito a lasciare una recensione, un piccolo commento per farmi sapere cosa ne pensate (sono ben accette anche le critiche, ovviamente), e per segnalarmi eventuali errori.
Sottolineo che ci tengo particolarmente a questa storia.
Alla prossima,
Bell.


 
  
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