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Autore: Blue Fruit    09/02/2014    4 recensioni
Kurt Hummel è il ragazzo perso che tutti vedono, ma di cui nessuno si preoccupa.
E' il ragazzo intelligente, ma che non ha nessuna possibilità di dimostrarlo.
E' il ragazzo che non ha un posto nel mondo e nessuna speranza di trovarlo.
La famiglia Anderson deciderà di dargli una possibilità, perchè ognuno di noi ne merita una.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Puck/Quinn
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Buona domenica a tutti! :)

Alla fine, dopo aver lasciato passare un bel po' di mesi dalla conclusione di Therapy, eccomi qui con una nuova ff Klaine, del tutto diversa dalla precedente.
Vi lascio subito alla storia, per chi vorrà ci vedremo dopo alle note. Buona lettura :)

 



The Lost Boy

Prologo

 
“… Sì, sono sicuro. No, il ragazzo non rimarrà in casa mia neanche un giorno di più.
Potresti venire a prenderlo domani mattina presto? Devo essere al lavoro per le otto in punto.
No… No! Tanto ha quasi diciotto anni, giusto? Tra poco non sarà più neanche un problema tuo, sarà sballottato per ancora qualche mese e poi sarà la vita a raddrizzarlo come si deve.
Sì, sì certo. A domani!”
 
 
La stronzaggine di questo tizio andava oltre le prime supposizioni fatte da Kurt appena arrivato.
Con un giro veloce della casa aveva notato solo tre cose degne di nota:
Una libreria curata e ben fornita in cui di certo il padrone di casa non aveva mai infilato il naso, un grosso piano da lavoro in cucina e degli armati capienti, alti e di ottima qualità.
Il resto si era dimostrato tutto asettico e sterile, esattamente come il padrone di casa.
Si trattava di un neo-single che per dimostrare la sua sconfinata maturità alla ormai ex ragazza aveva appena finito di compilare le pratiche per un affido temporaneo di un ragazzo di diciassette anni, sperando che prendendone uno ormai vicino alla maggiore età potesse facilitargli in compito.
Kurt era stato trattato alla strenua di un cucciolo, insomma.
Non che si aspettasse di meglio, in realtà. Gli era bastata una semplice stretta di mano e quell’insulso sorrisetto che l’altro aveva sfoggiato per capire che fosse un idiota.
Dopo aver fatto il giro della casa Kurt era stato preso per le spalle e si era ritrovato davanti alla faccia un telefonino intento a scattare una foto a lui e all’altro, tutto sorridente e ammiccante.
L’uomo non aveva perso tempo e l’aveva subito invitata alla ex ragazza, con un una frase che recitava:
 
“Hai visto quant’è bello il mio ragazzo? Sarei un ottimo padre.”
 
Insomma, tra tutti gli imbecilli che Kurt aveva avuto la sfortuna di incontrare questo si era aggiudicato di diritto un posto d’onore nella sua personale top ten.
Il ragazzo non si disturbò neanche di disfare il suo zaino, sarebbe tornato presto alla sua comunità alloggio.
La cena era stata a base di patatine fritte riscaldate al microonde.
La vita gli aveva insegnato a non essere troppo sofisticato o prevenuto a tavola e ad apprezzare il solo fatto di poter avere un po’ di cibo nel piatto, ma quella sera Kurt non si sentiva particolarmente affamato.
Se più tardi l’appetito si fosse presentato avrebbe mangiato qualche barretta dalla sua personale scorta.
Ormai da quando in una delle tante famiglie troppo numerose in cui era capitato era andato a letto senza mangiare nulla per quattro giorni di fila, portava sempre nello zaino qualcosa di commestibile.
Aveva smesso di dare per scontate molte cose e non nutriva molta fiducia nelle persone estranee ormai da molto tempo.
 
La serata si era poi articolata con il padrone di casa sbracato sul divano davanti ad una partita di football, mentre Kurt si era accomodato su una poltrona dall’altra parte della stanza, completamente perso nella lettura di ‘Sogno di Una Notte di Mezza Estate’.
Sapeva che una volta tornato nella comunità alloggio la signora Anderson gli avrebbe chiesto di svolgere un compito riguardante questo libro.
Kurt era molto contento di avere Martha Anderson come volontaria nella Casa, lei era una di quelle poche persone a cui realmente importava qualcosa di quei ragazzi. Non li trattava mai come vagabondi, dei poco di buono o, peggio ancora, come dei poverini bisognosi di pietà e attenzioni.
Stava per finire di leggere il secondo atto, quando quel tizio gli rivolse la domanda più stupida che potesse fare:
 
“Ce l’hai ragazza?” Chiese con un ghigno disgustoso, sicuramente in cerca di qualche stupida chiacchiera tra maschi.
Kurt lo catalogò all’istante come un viscido di primo ordine.
 
“No. Ho altri gusti.”
 
L’uomo, dopo aver passato qualche secondo di confusione, sbarrò gli occhi e fece un salto dal divano, cercando di mettere ancora più distanza tra lui e Kurt.
 
“Sei frocio?” A Kurt suonò più come un’accusa che altro.
 
“Si dice gay o omosessuale, se proprio senti il bisogno di etichettarmi per questo.” Sibilò il ragazzo tra i denti, sfoderando un’espressione più minacciosa del dovuto.
 
“Cazzo, sei un finocchio! Come ha potuto Derek rifilarmene uno così?!”
 
“Sei proprio uno stronzo, lo sai? Mi hai fatto portare qui solo per fingere di poter essere responsabile davanti alla tua ex ragazza.
Pensi veramente che tenere un ragazzino in casa le farà cambiare idea? Oh oh, ma che uomo maturo che sei!”
 
Il tizio si avvicinò pericolosamente a Kurt, ma lui fu più veloce:
 
“Forza, prova anche solo a sfiorarmi: finirai in galera prima che tu possa avere ancora il tempo di darmi del finocchio.”
 
L’uomo si bloccò all’istante e indietreggiò.
La Legge si era sempre dimostrata una cosa molto simile ad un’arma, anche se a doppio taglio purtroppo. Aveva la capacità di spaventare chiunque.
 
Così ora Kurt si trovava ancora in salotto, mentre l’imbecille era in cucina a parlare al telefono con Derek, che di certo si sarebbe presentato la mattina dopo alle 6 in punto per riportarlo indietro.
Derek era l’assistente sociale a cui Kurt era stato affidato non appena era entrato nella lista dei ragazzi accolti presso la comunità alloggio per minori di Lima.
Era ormai da 13 anni che l’uomo cercava disperatamente di trovare una famiglia disposta ad accogliere Kurt per più di qualche mese, ma purtroppo non ci era mai riuscito.
Il ragazzo ricordava ancora bene le parole che Derek gli aveva detto al loro primo incontro, quando lui aveva più o meno 4 anni:
 
“Ciao, piccolo! Ma guarda che occhi che hai, e che visino! Non sarà difficile trovare una famiglia che ti accolga e che ti voglia bene.
Io sono Derek, e per un po’ di tempo ti aiuterò a trovare una nuova e bellissima casa.”
 
A quel tempo Kurt pensava che Derek fosse una specie di angelo custode, una sorta di dono invitato direttamente dai suoi genitori per proteggerlo.
Ora invece Kurt aveva vissuto abbastanza a lungo da rendersi conto della stupidità della sua piccola e cieca fede da bambino.
 C’erano dei momenti in cui sentiva il forte bisogno di rinfacciare a Derek quelle parole, sputargliele in faccia e farlo sentire in colpa.
Avrebbe voluto fargli male.
Costringerlo ad aprire gli occhi e mostrargli apertamente che con lui stava fallendo ormai da ben 13 anni.
Alla fine però ogni volta Kurt si tratteneva dal fare tutto questo e ingoiava in silenzio tutta quella cattiveria.
Non era colpa di Derek, non del tutto.
 
Si chiamava Kurt Elisabeth Hummel, aveva 17 anni, non aveva una famiglia, era diffidente verso chiunque, possedeva una voce che molti avrebbero definito da femminuccia ed era gay.
Quante famiglie avrebbero voluto avere a che fare con un problema simile?
Sì:
Un problema.
Questo è ciò che Kurt era secondo il suo Stato e il pensare comune.
Quelli come lui sono considerati come un ammasso di bisogni che qualcuno ha messo su questa Terra e di cui nessuno si vuole occupare, tanto meno dopo aver scoperto quelle poche eppur significative informazioni sul suo conto.
 
Derek non aveva ancora smesso di provarci solo perché in fondo si era affezionato a Kurt e sapeva bene che se non avesse trovato una famiglia disposto ad accettarlo in modo stabile entro il giorno del suo diciottesimo compleanno, la casa famiglia non avrebbe potuto fare altro che dargli qualche dollaro e alcune indicazioni per tentare di trovare un lavoro, dopodiché il neo maggiorenne non sarebbe più stato un problema della struttura.
Kurt avrebbe dovuto interrompere gli studi prima di aver conseguito il diploma e cercare un posto in cui poter vivere, senza aver avuto la possibilità di andare al college.
Il ragazzo nel corso degli anni aveva mostrato una notevole intelligenza e un discreto talento per gli studi.
Derek sperava con tutto se stesso che quelle capacità non andassero sprecate.
Kurt invece era molto più disincantato e ormai aveva accettato il fatto che nessuno lo avrebbe mai più accolto in un vera famiglia.
Si era ripromesso di non disperarsi e di sopravvivere come aveva sempre fatto:
Da solo.


 

Grazie per chi è arrivato a leggere fino in fondo :)
So che questo prologo non è molto lungo e non è il massimo dell'allegria, ma serve per mostrarvi una prima parte della vita e del carattere del Kurt di questa storia.
Sarà un Kurt abbastanza cupo e dagli alti e bassi, a tratti forse potrà apparirvi anche un po' bad boy, ma spero che questo stravolgimento sia credibile e non infastidisca nessuno. Fatemi sapere la vostra in proposito :)
Blaine farà presto la sua comparsa, ma non posso svelarvi di più :)
Il raiting per ora è arancione, ma non è detto che sia definitivo. Ho già scritto alcuni capitoli e quindi per un po' gli aggiornamenti arriveranno con una regolarità che spero di mantenere per tutta la lunghezza della storia, maturità permettendo (uccidetemi, vi prego!).
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e le critiche sono ben accette :)
Bene ora vi lascio in pace, buona settimana! :D

 
   
 
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