Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Ginny90    01/12/2004    13 recensioni
Ricordi di una notte di fine marzo. Vorresti rinascere anche tu insieme alla primavera, ma non puoi perchè il tuo sole si è spento, tramontato su quell'inverno che l'ha inghiottito per sempre. Le lacrime ti offuscano la vista. Il buio ti avvolge. E poi soltanto ricordi lontani.
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Due paroline prima di cominciare:

Salve a tutti (davvero un'entrata spettacolare =__='') !!

Questa non è la mia prima fanfiction in assoluto (condoglianze davvero sentite a chi ha avuto l'ardire di leggere le altre), ma è la prima volta che mi impegno a infangare il nome di questa sezione, quindi...ECCOMI QUA [dalle quinte si levano cori di bestemmie varie] ^__^'' !!!

A proposito della fanfiction: l'idea per la trama l'ho avuta ascoltando la canzone che dà il nome al titolo...in realtà non sò quanto c'entri con la storia, ma utilizzarla anche come titolo è stato un passo quasi obbligato =) ! Per quanto riguarda quanto segue, io lo definirei più un prologo che un capitolo... ma per voi potrebbe anche essere una sorta di esame: se riuscirete a leggerlo tutto, allora, forse, potrete uscire indenni dal resto della storia (ma ho specificato forse) XDD !
Ah, un'ultima cosa...sondaggino: nel capitolo ho utilizzato una frase abbastanza celebre di un famosissimo libro, dal quale, inoltre, è stato tratto un film altrettanto conosciuto! Trovatela =PP !!

P.s.: Se mi lasciaste anche una piccolissima, minuscola, microscopica recensione mi fareste tanto tanto piacere (ollallà, non l'avreste mai detto!) ...

P.p.s.: scusatemi per il commento alla storia... mi sto rendendo conto che non è dei più allegri, ma è quanto di meglio la mia mente sia riuscita ad elaborare in questo momento (e vi censuro i peggiori >.< ) !!

Baci,

Ginny90





There you'll be

- 1 -

Diventerò Auror!




Londra non era mai sembrata tanto grigia e cupa quanto allora, dal cielo plumbeo che la sovrastava alle fredde strade asfaltate, dalle vetrine spente dei negozi alle vecchie facciate degli antichi palazzi. La pioggia fredda e pungente aveva appena cessato di scendere copiosa, lasciando come uniche tracce pozzanghere di fanghiglia scura agli angoli dei marciapiedi e una leggera foschia nell'aria che rendeva il paesaggio circostante ovattato e spento. Poche erano le figure che si aggiravano nei dintorni, oltre ad un gatto confuso nella nebbia che qualvolta saltellava da un versante all'altro della strada o sonnecchiava pigramente al riparo di qualche automobile.

La luna non splendeva quella notte e il sole, già da un pezzo, era tramontato su quel giorno del 19 Marzo 2005.

Nei paraggi della palazzina all'incrocio tra All Saints Road e Lower Belgrave Street vigeva un innaturale silenzio per la nomina di quartiere chiassoso che gli era stata attribuita e l'appartamento numero 216 era avvolto dalla penombra. Nel caminetto i tizzoni non ardevano più ormai da giorni e ciò che restava degli antichi fuocherelli erano solo mucchi di cenere. Le tapparelle delle finestre erano completamente abbassate in modo tale che nemmeno uno spiraglio di luce trapelasse dalle fessure e l'unica fonte di illuminazione proveniva dalla fioca fiamma della candela, poggiata sul tavolo da cucina, che andava consumandosi lentamente, così come ciò che restava della cera ormai traboccante dal candeliere. Alcuni scatoloni di cartone erano rovesciati per terra e il loro contenuto sparso alla rinfusa intorno ad essi. Nel disordine generale si poteva distinguere la sagoma di una ragazza, avvinghiata scompostamente all'angolo di un vecchio divanetto impolverato, dondolarsi convulsamente avanti e indietro, stringendo al petto una copertina di lana rosa lavorata a mano che qualvolta portava al viso per ispirarne a fondo il profumo. Le calde lacrime che le rigavano il volto si infrangevano sul prezioso tessuto, formando su di esso aloni di colore più scuro. Questo andava avanti incessantemente ormai da due ore quando Ginevra Molly Weasley si alzò dal divanetto. Il suo sguardo percorse tutta l'area della stanza... ogni cosa lì dentro sembrava brillare ancora della sua luce, quella luce che si era ormai spenta per sempre.

- Lei non c'è più... e per colpa mia. -

Portandosi le mani al viso si lasciò scivolare a terra e scoppiò in un pianto disperato. Nella mente i ricordi di quegli ultimi anni si susseguivano come in un film.


31 Maggio 1998, ore 22.00, Hogwarts

- Sei splendida! -

Ginny posò lo sguardo sul suo interlocutore. Harry indossava giacca e pantaloni scuri e poteva quasi passare per un vero damerino se la cravatta allentata non lo avesse tradito.

- Cosa? -

- Sei splendida! -

- Oh...grazie! - Non era vero. I capelli vermigli li aveva lasciati sciolti, non aveva avuto il tempo di acconciarli diversamente, mentre l'unico "lusso" che si era concessa era il semplice vestito celeste, senza troppi ghirigori, al quale aveva abbinato uno scialle del medesimo colore per coprire le toppe. Doveva ammettere però che quello era il migliore capo sfornato finora da casa Weasley, questo perchè lo usava per le grandi occasioni e quindi non mostrava evidenti segni dell'usura. Ginny si avvinghiò al braccio del suo compagno e si diresse verso la Sala Grande dove li attendeva il ballo di fine anno. L'ultimo per Harry, Ron ed Hermione.
Harry non era il suo fidanzato, ma comunque non erano nemmeno semplici amici. La situazione era piuttosto complicata e si era talmente ingarbugliata col tempo che Ginny aveva abbandonato il proposito di risolverla. Le andava bene anche così, anzi non avrebbe sperato in una situazione migliore. Non doveva sentirsi oppressa dagli obblighi di coppia, ma nemmeno dalla solitudine che imponeva la vita di un single. Inoltre, in questo genere di occasioni, non correva il rischio di rimanere per così dire "spaiata".

Quando varcarono la soglia della Sala Grande fu travolta da un'ondata di ansia. L'ora dell'appuntamento si avvicinava inesorabilmente. Si ritrovò quindi ad esaminare minuziosamente la massa confusa di studenti, ma Harry era talmente immerso in una discussione sul Quidditch con Ron da non accorgersi neppure della sua agitazione. Hermione invece, quando il compagno aveva toccato l'argomento, aveva cominciato a giocherellare con le unghie senza nascondere il fatto che si stesse spazientendo.

- Gin, andiamo a bere qualcosa? -

- Oh...emh, io credo che faccia meglio a sedermi da qualche parte, non sono abituata a questi tacchi così alti, Harry. - Così dicendo inscenò una falsa perdita dell'equilibrio in modo tale da rendere più incisive le sue parole.

- Ok...Hermione? -

- Se avete ancora molto da discutere su pluffe e bolidi, credo che sedermi farà molto meglio anche a me... e a voi! - I suoi occhi lanciarono uno sguardo eloquente al rosso che evidentemente colse l'allusione e acquisì un colore più acceso nelle zone delle gote e delle orecchie. Suo fratello e l'amica stavano ufficialmente insieme da due mesi o giù di lì, ma se non glielo avessero detto avrebbe giurato che i due non si considerassero più di due buoni amici. Ancora oggi, infatti, da entrambe le parti non era raro che volassero epiteti poco carini tra i quali aveva imparato a memorizzare "Signorina Storia-Di-Hogwarts-Vivente" e "Troll-Cerebralmente-Interdetto". Aveva capito che quest'ultimi godevano della loro predilezione.

- Emh... - Ron si schiarì la voce. - Vorrebbe concedermi questo ballo? -

Gli occhi di Hermione si ridussero a due fessure, come volendo studiare le vere intenzioni del ragazzo, poi il suo sguardo si rabbonì. - Troll... -

- Cerebralmente-Interdetto... questa l'hai già detta! Allora? -

Fu un miracolo che le Sorelle Stravagarie in quel momento suonassero uno dei pezzi preferiti da Hermione che accolse di buon grado l'invito, illudendosi inoltre che il compagno si fosse ricordato di quel particolare. A Ron invece, quel pensiero, non era passato nemmeno per l'anticamera del cervello.

Quando Harry era stato catturato da Dean, che evidentemente aveva ascoltato strascichi della conversazione tra lui e Ron, Ginny si era ritrovata da sola, seduta su una poltroncina alquanto scomoda. Nelle mani stringeva un lembo del suo scialle, le gambe accavallate avevano cominciato a tremarle e le sue gote si erano tinte di una leggera velatura rosata. Erano i primi sintomi del nervosismo. Continuava a cercarlo con lo sguardo in mezzo alla folla, ma lui, lui non c'era. Aveva mancato all'appuntamento. Quant'era stata stupida?


31 Maggio 1998, ore 23.20, Hogwarts

"Tanto", si era risposta un'ora dopo, ancora seduta su quella stessa poltroncina. Era in procinto di alzarsi e tornare al suo dormitorio, quando il prode cavaliere si ricordò della sua dama.

- Emh... Gin...senti...emh... -

- Harry, grazie, la tua eloquenza mi lascia davvero sbalordita, te lo giuro, adesso però puoi anche smettere di boccheggiare! - Afferrò lo scialle e corse verso la terrazza. Aveva bisogno d'aria fresca.


Appoggiata alla ringhiera di pietra in stile gotico, lo sguardo fisso al cielo e aria che non puzzava di chiuso nei polmoni, si sentì finalmente più rilassata. Forse, arrivò a pensare, aveva esagerato con Harry e conoscendolo sarebbero passati altri due giorni prima che si parlassero nuovamente. Lui non aveva nessun obbligo nei suoi confronti, non l'aveva neppure invitata a quel ballo nè si era proposta lei, semplicemente era la cosa più naturale e spontanea che ci fosse. E poi, con che coraggio poteva giudicare, lei?!

La mezzanotte era ormai passata, quando Ginny realizzò che forse lui nemmeno ricordava dell'appuntamento. Stava giusto per fare dietrofront che sentì due braccia cingerle la vita e una voce strascicata sussurrarle all'orecchio. - Buonasera, Ginevra... -

Sussultò.

- Per Merlino, potrebbero vederci.. -

- Paura, Weasley?! -

Ginny roteò gli occhi.

- Quanto sei scemo.. - Con un movimento brusco si districò dalla sua presa e si voltò per poterlo finalmente guardare in faccia. La luna gli illuminò il volto. Impeccabile, come sempre. Quando i loro visi furono abbastanza vicini, lui le scoccò un bacio a fior di labbra, scrutando poi la sua espressione in attesa di una risposta. Lei rimase immobile. Sapeva che quando restava ferma, senza che dalle sue labbra uscissero lunghissime disquisizioni accampate chissà dove, allora non aveva argomenti su cui obiettare, quindi ghignò soddisfatto e approfondì il bacio. Con le mani le strinse la vita avvicinandola a sè, mentre lei aveva portato le braccia attorno al suo collo.
Un turbine di emozioni la avvolse. Non era come baciare Harry Potter, con lui le sembrava di seguire il corso di una storia già scritta, tutto troppo scontato e prevedibile. Con Draco Malfoy era come affondare negli abissi di un oceano buio, sfiorare le sue labbra la inebriava come il morso di un serpente, sentiva il suo veleno iniettato nelle vene e i suoi sensi cullarsi in quella lenta dolce agonia.

Quando entrambi sentirono il bisogno di riprendere fiato, si staccarono e per attimi interminabili si persero l'una nello sguardo dell'altro. Poi il ragazzo uscì qualcosa dalla tasca del suo mantello.

- Questo è per te.. - disse con aria di sufficienza.

Ginny fissò il fiore che sembrava aver perso le sue caratteristiche fisiche da tempi immemori, lo stelo striminzito e i petali che all'epoca dovevano essere bianchi, mentre adesso si mostravano rinsecchiti e di colore marroncino.

- Emh..dovrei sentirmi omaggiata? -

- Si suppone.. -

Per qualche secondo il suo sguardo vagò dall'espressione corrucciata e seria di lui, al fiore, stretto fra il suo dito indice e il pollice, ritto e arzillo mentre sfoggiava quella sua rigogliosa corona di petali bianchi. No, ok...non stava esattamente ritto. Forse era più giusto dire che penzolava dal suo stelo molle e avvizzito.

Si portò una mano alla bocca.

E la sua corona era più appassita che rigogliosa.

Le scappò uno sbuffo.

...e nemmeno un daltonico avrebbe potuto affermare che il colore dei suoi petali si potesse avvicinare anche lontanamente a una tonalità biancastra.
E no, ok...ammettiamolo! Quel fiore aveva smesso di essere tale da prima che Godric Grifondoro impugnasse una bacchetta!

Allora scoppiò in una fragorosa risata.

- Aha...davvero esilarante, Weasley!

Lei stava ancora ridendo.

- Oh, Malfoy, ti sei proprio sprecato! Potevi anche metterlo in un vaso quando l'hai raccolto. -

- Ma davvero credi che mi sia chinato a cogliere questo bocciuolo fresco di rugiada per te?! Illusa...me l'ha portato Pansy due giorni fa, come pegno del nostro grande amore. Erroneamente gli ho messo sopra una scarpa quindi ho pensato di regalarlo a te. Sei stata la prima persona che mi ha ispirato! -

- Grazie. -

Fra entrambi calò di nuovo il silenzio.

- Sei in ritardo! - disse, per rompere l'imbarazzo.

- Un Malfoy non è mai in ritardo, arriva precisamente quando intende farlo.. -

- Ma davvero... E cosa diresti se io adesso intendessi andarmene?! - Così dicendo sgusciò dalla stretta del giovane e si portò dall'altra parte della terrazza.

- Fallo! - le rispose distrattamente.

- Come?! -

- Fallo!! Sei libera di andartene per quanto me ne importa...preferisci che ti leghi alla ringhiera? -

Draco inarcò un sopracciglio, muovendosi di qualche passo nella sua direzione.

- Tu dici che ci riusciresti?! -

Ebbene, era guerra. Con un rapido gesto le bloccò i polsi dietro la schiena, spingendo con il suo corpo quello della ragazza verso la parete, mentre l'altra mano libera frugava nella tasca alla ricerca della sua bacchetta.

- Io dico di sì... - Disse, puntandogliela contro.

- ... -

- Allora?! -

- Mi hai solo colta di sorpresa, Draco, devo forse ricodarti quell'episodio del quint... -

Le labbra del serpeverde si erano impadronite con veemenza delle sue, impedendole di terminare la frase.

- Draco... -

- Mh... -

- Smettila... - sussurrò, mentre il biondo serpeverde tracciava una scia di baci lungo il suo collo - ...potrebbe vederci qualcuno! -

Il ragazzo si staccò bruscamente da lei, spintonandola verso la parete di pietra e facendole graffiare il gomito.
Non sapeva mai come prenderlo. Alle volte si chiedeva in che modo loro due potessero aver instaurato quella pseudo-relazione, come aveva imparato a definirla. Non sapeva cosa stessero facendo. Non sapeva se lui invece ne era consapevole. In realtà non sapeva proprio nulla, meno una cosa. Lei non amava Draco Malfoy. Almeno, era quello di cui si era convinta.

Rimase lì a fissarlo mentre si appoggiava alla ringhiera dandole le spalle.

- Come siamo arrivati fino a questo punto? - Bisbigliò.

- Quale? -

Odiava quando faceva finta di non capirla.

- Senti Weasley, sei libera di tornare indietro se non te la senti di... -

- Di?! -

Il ragazzo si voltò per guardarla in faccia e smise di darle le spalle.

- Per l'amor del cielo, Weasley! Mi sembra piuttosto ovvio! -

- Per me non è un problema avere una relazione con il figlio di un Mangiamorte, se è questo che intendevi, io voglio sapere se lo diventerai tu.. -

Non sapeva se fare una domanda così diretta fosse stato un passo verso la direzione giusta, eppure sentiva il bisogno di conoscerne la risposta. Era ignara di cosa sarebbe successo l'indomani, se quella sorta di relazione tra loro due fosse durata anche dopo Hogwarts, ma doveva sapere per cosa, per chi lottava.

- Tu che ne dici?! - Draco inarcò un sopracciglio e la guardò sibillino.

- Non posso saperlo se non sei tu a dirmelo.. -

Seguirono attimi di silenzio. L'aria si stava facendo pesante.

- Sì... -

Ginny si voltò incredula. Non era ciò che avrebbe voluto sentire.

Forse non aveva fatto bene a restare zitta, eppure le parole in quel momento sembravano morirle in gola o tramutarsi in quelle nuvolette di vapore bianco che avevano preso a uscirle dalle labbra ad ogni suo respiro. Era una notte particolarmente fredda. Si avvolse lo scialle intorno alle spalle mentre seguiva con lo sguardo la figura di Draco allontanarsi dalla Sala.


1 Giugno 1998, ore 00.35, Hogwarts

Non sapeva cosa l'aveva spinta a seguirlo. Era rimasta imbambolata a fissare il punto dov'era sparito per parecchi secondi, poi si era risvegliata da quella trance e aveva cominciato a correre. Non aveva risposto ai richiami di Harry che l'aveva vista rientrare nella Sala, nè si era fermata ad ascoltare la timida richiesta di Neville che l'aveva bloccata per Merlino sà cosa. Aveva corso finchè, troppo stanca, si era poggiata a una parete per riprendere fiato, trafelata in viso. Se doveva finire, almeno voleva che glielo dicesse.
Quando rialzò lo sguardo dal pavimento, distinse una figura che quasi si confondeva nel buio del corridoio. Stava per scomparire dalla sua visuale, quando con tutto il fiato che aveva in gola lo richiamò.

- Draco! -

La sua voce sembrò squarciare l'aria di fronte a lei. Senza eco. Senza rimbombo. Morì poco dopo essere pronunciata. Non udì più il rumore di passi che si diffondeva nel corridoio, intuì quindi che il ragazzo doveva essersi fermato. Non si era voltato, era rimasto semplicemente lì, di spalle, ad aspettare.
Non seppe per quale ragione arrivò a quella conclusione solo in quel momento, ma capì di amare Draco Malfoy, il ragazzo diciassettenne. Ed allora la sua mente non rispose più delle sue azioni e a nulla valse che, più e più volte, in seguito si chiese il perchè di quella rivelazione che in quel frangente non aveva avuto senso, eppure mosse le sue labbra senza nemmeno accorgersi di pronunciare quelle parole.

- Io diventerò Auror! -
  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ginny90