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Autore: LadyAgnesFreiheit    18/02/2014    7 recensioni
- Arrivano oggi!-, urlò ancora Hellen.
- Diventeranno i miei fratelli!-.
- I tuoi. Non i miei, cara!-.
- Oh Hellen, magari sono dei cessi!-, rise Agnes.
- Beh….-, continuò Sofie. - Giudicando Gordon avrei SERI dubbi!-.
- Oh, perché siete tutte fissate col mio patrigno?-.
- Perché è figo!-, risposero in coro le tre.
- Okay, ammetto che se fosse vent’anni più giovane e non fosse il mio patrigno un pensierino ce lo farei, ma… Dio! Rimane il fatto che i vostri sogni erotici non mi riguardano minimamente!-.
- Fammi capire! Tu non hai MAI conosciuto i figli di Gordon?-, chiese stupita Sarah.
- Nah…-, alzò le spalle lei guardando i tipi della squadra di basket che entravano nell’aula. - E ad essere sincera non m’interessa minimamente conoscerli.-.
- Ancora questa storia!-, girò gli occhi Sofie.
- Saranno due intellettualoni del cazzo. Insomma, Gordon poteva lasciarli a Magdeburgo no?-.
- Sì, certo!-, girò gli occhi Hellen. - Quale padre lascerebbe i figli in provincia, quando ha la possibilità di sposare la più famosa stilista di Berlino, vivere in un Megavillone nel Mitte e mandare i figli a studiare al Graues Kloster? Sarebbe un pazzo!-.
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ottavo capitolo
Quando Bill era venuto a conoscenza del fatto che da lì a poco sarebbe entrato a far parte di una fra le più grandi ed importanti case di moda della Germania, aveva a dir poco urlato al padre che non voleva essere considerato come chi si era approfittato della propria matrigna per arrivare al successo.
Ma poi, pian piano, l’idea di lavorare per la Lorenz Couture aveva iniziato ad allettarlo fino a sfociare ad un vero e proprio entusiasmo.
La quiete dopo la tempesta, aveva pensato.
Se in amore la sua vita faceva a dir poco schifo, in affari stava iniziando ad andare decisamente meglio.
In effetti l’idea di far parte di una multinazionale  non era poi così male.
Chiuse la sua borsa e la poggiò sul piano chiaro del banco poggiandosi con la schiena contro al muro.
Dall’altro lato la sua maledetta strega stava animatamente annunciando alle sue amiche il lietissimo evento con tutto l’entusiasmo che aveva in corpo.
<< Così io ho detto ‘NO! NON SE NE PARLA NEMMENO!’, ma ovviamente quella dittatrice qual è Sabine Lorenz ergo mia madre mi ha implicitamente fatto capire che non avrei avuto voce in capitolo, COME AL SOLITO.>>, Agnes muoveva le mani freneticamente stando comodamente seduta sulle gambe di Tom, che ridacchiava e lanciava sguardi fugaci e loquaci alle tre amiche. << E’ tutto!>>.
<< Oh!>>, Hellen la guardò sconvolta e poi lanciò uno sguardo a Bill che osservava la scena con un sopracciglio inarcato e un’espressione infastidita sul volto. << Beh…. Se tua madre ha ritenuto Bill all’altezza di questo compito…>>.
<< Non credo che Sabine assuma senza un criterio, Ag.>>, Sarah inarcò il sopracciglio accavallando le gambe madre e sistemò l’orlo del suo maglioncino.
<< Certo che no, ma…>>.
<< Ma… niente ‘ma’, Ag!>>, la interruppe Sofie. << Sei sempre la solita esagerata.>>.
<< IO NON VOGLIO LAVORARE AL FIANCO DI MIRTILLA MALCONTENTA.>>, urlettò la mora lanciando uno sguardo di fuoco a Bill.
<< CHE COSA?!>>, urlò Bill avvicinandosi alla bancata delle ragazze. << SOL PERCHE’ LA PRINCIPESSA NERA SUL PISELLO NON GRADISCE LA MIA PRESENZA IN AZIENDA NON VUOL DIRE CHE IO DEBBA RIFIUTARE UNA TALE OFFERTA. >>, urlò fulminandola mentre girava gli occhi e incrociava le braccia. << Scendi dal piedistallo, Strega dell’Est. O forse dovrei dire ‘dal cubo’?>>, Bill inarcò il sopracciglio e Agnes arrossì.
<< Oh oh oh!>>, Hellen guardò Agnes prendendo il proprio borsone.<< Anche il Kaulitz numero due ha saputo della tua doppia vita, Miss Hyde?>>.
<< Lo ha saputo?!>>, Sofie e Sarah con una sincronia strabiliante si voltarono verso Agnes che mosse una mano con nonchalance. << Come lo hai saputo?>>, continuò Sarah rivolgendosi a Bill.
<< Come non accorgersi dei suoi tattoo se mi si mette addosso in una vasca da bagno come una cagna in calore credendo che fossi Tom?!>>.
Le tre ragazze sgranarono gli occhi e guardarono l’amica che stava replicando CHE NON ERA COLPA SUA SE SENZA TRUCCO ERANO COSI’ STRAMALEDETTAMENTE UGUALI. Tom scoppiò a ridere e Bill lo colpì sulla nuca urlettando che non era divertente.
Il suo viso andò in fiamme e quello fu un particolare che non sfuggì a Sofie. Scosse il viso e rise guardando l’amico: “E’ stracotto.’’.
<< Smettila, Tomi!>>, Bill imbronciò le labbra e Tom rise più forte. << La prossima volta non ti racconterò più nulla, al diavolo!>>.
<< Bill! Come non ridere davanti alle tue uscite da checca isterica?>>, Tom voltò lo sguardo verso le amiche. << Dovevate vederlo: ERA SCONVOLTO…. Oh, Helly…>>, sorrise guardando la mora che aveva inforcato gli occhiali e teneva con una mano il borsone sulla spalla. << Vai in palestra?>>.
Hellen sorrise annuendo. << Ho gli allenamenti. Perché?>>.
Tom prese per i fianchi Agnes e la fece alzare dalle proprie gambe, fece il giro della bancata e prese il proprio borsone. << Vengo con te. Le selezioni sono fra due ore e voglio fare due tiri liberi… sai…>>, il ragazzo sorrise e la affiancò.
<< Oh..>>, la ragazza annuì dolcemente. << Beh, okay… andiamo?>>.
Tom le sorrise e poi si voltò verso la sorellastra baciandole la guancia. << Torno a casa con la U-bahn.>>.
<< TOM QUESTO POMERIGGIO PAPA’ VA A PREND….>>, Bill non fece in tempo a finire la frase che i due ragazzi erano già usciti in corridoio. << OH BENE, LA USERO’ IO LA TUA FOTTUTISSIMA R8.>>.
<< Tom ha una R8?!>>, Sarah sgranò gli occhi e si alzò in piedi prendendo la propria borsa. << Sul serio?>>.
<< Sì.>>, annuì Bill. << Regalo di nonna.>>.
<< E tu?>>, continuò Sofie indossando il proprio cappotto.
<< Ed io…>>, Bill sorrise gelidamente. << Io non sono esattamente il prototipo di nipote modello.>>.
Fra i quattro ragazzi calò il silenzio e Agnes si schiarì la voce. << Beh…>>, iniziò. << … Beh, spero che tu abbia un ricambio adatto, sfigato.>>, lanciò uno sguardo al fratellastro.
Sperava di scatenare una qualsiasi reazione in modo da riuscir a rompere il ghiaccio che si era creato intorno a lui: sembrava che il suo corpo fosse stato contornato da lance ghiacciate che lo custodivano come a non volerlo scalfire. Quello era un argomento tabù, poco ma sicuro.
<< Ricambio adatto per cosa?!>>, Bill aggrottò le sopracciglia.
<< Sveglia!>>, Agnes girò gli occhi e portò la mano sul fianco. << Oggi ti porto a visitare l’azienda, ordini dall’alto!>>.
<< Cosa?!>>.
<< DIO, non dirmi che verrai vestito da scolaretto!>>.
<< Se solo mi avvisassi!>>.
<< Se solo mi ascoltassi!>>.
<< Non mi hai detto niente di simile, vedova nera!>>.
<< Oh, piantala!>>.
Sarah e Sofie si guardarono con uno sguardo complice e sorrisero: Sì, erano DECISAMENTE cotti.
 
<< E’ molto che pratichi basket?>>, Hellen percorreva velocemente gli androni della scuola seguita da Tom.
<< Sono circa sei anni.>>, rispose lui tenendo il proprio borsone e quello della ragazza. Lei non avrebbe mai acconsentito a darglielo se lui non avesse insistito così tanto.
<< E sei bravo?>>, sorrise lei lanciandogli uno sguardo. Entrò nella palestra coperta dove altre ragazze erano intente a fare stretching.
<< Beh…>>, Tom sorrise appena. << Io non mi sono mai definito un bravo giocatore… semplicemente sono stati gli altri a valutarmi. E… beh, sì, dicono che son bravo.>>, si strinse nelle spalle.
<< Voglio vederti. >>.
<< Oggi alle selezioni mi vedrai.>>.
<< No…>>, la ragazza sorrise e corse verso il cesto che conteneva i palloni di basket. Ne prese uno e palleggiò. << Voglio vederti ORA.>>, fissando negli occhi Tom lanciò la palla che andò a finire dritta nel canestro.
Tom sgranò gli occhi senza parole e fissò la palla rimbalzare sonoramente sul parquet. << Ma… ma questo è un tiro da almeno due punti.>>.Hellen rise e riprese la palla lanciandola a Tom che la bloccò con le mani. << Come diavolo hai fatto?!>>.
La ragazza rise. << Beh…>>, prese fra i denti un elastico e passò le mani fra i lunghi capelli acconciandoli con una coda alta. << Per una che studia basket da dieci anni è anche normale, non credi?>>.
<< Dieci…>>, Tom le si avvicinò. << Giochi nella squadra femminile?>>.
Hellen sorrise e gli rubò il pallone dalle mani. << Per i miei genitori giocare per una squadra femminile in una scuola sarebbe poco… riconoscente?>>, sorrise appena. << Per cui, mentre loro gestiscono una linea di palestre, io faccio parte della squadra femminile berlinese. Tutto qui.>>.
Tom la osservava con gli occhioni granati e una nota di ammirazione nello sguardo: quella ragazza lo incuriosiva davvero tanto. Era sempre al suo posto, posata e sulle sue, non ostentava il suo successo e, se non fosse capitata quella occasione, magari lui non avrebbe mai saputo quelle informazioni che aveva appena saputo.
E poi, pensò arrossendo appena, era anche molto molto bella. La pelle olivastra era risaltata dai suoi capelli castani e lunghissimi, gli occhi erano anch’essi castani e poco truccati. Vista così, non aveva nessun tratto tedesco ed il corpo, per di più, era muscoloso e sodo: aveva le spalle abbastanza larghe e il bacino stretto, un seno non eccessivamente grande e la pancia piatta.
<< Allora?>>, rise lei inarcando il sopracciglio. << Finito di squadrarmi? Non sono mica Agnes, non mi piace essere guardata come un animale da circo.>>.
Il ragazzo arrossì visibilmente e si schiarì la voce. << Mi chiedevo….>>, si morse le labbra.  << Non hai origini tedesche, vero?>>.
La ragazza sorrise e prese a palleggiare avanzando verso il canestro. << Beh… mia madre è italiana, mio padre è tedesco. Fa’ un po’ tu.>>, e fece nuovamente canestro.
<< Oh…>>, Tom sorrise e afferrò prontamente la palla. La fece girare su un dito e poi face a sua volta canestro. << Helly, che ne diresti di…. C’è un buon ristorantino italiano in centro… beh…>>, deglutì.
Hellen sgranò gli occhi e lo fissò. << Mi stai forse chiedendo di uscire, Thomas Kaulitz?>>.
<< Beh…>>, Tom si passò imbarazzato il braccio dietro la nuca e sorrise. << Magari tu ne sai più di me di cibo italiano… potremmo andare insieme… cioè…>>.
I suoi farfugliamenti  furono presto smorzati dalle labbra della ragazza che si erano fugacemente posate sulla sua guancia. << Abbordare una ragazza non ti riesce proprio bene, Tom.>>, sorrise lei. << Venerdì alle otto passo io.>>, sorrise dolcemente e Tom rimase imbambolato a guardarla avanzare verso lo spogliatoio.
<< Oh… hey…. E con l’Adagio?>>.
In risposta ebbe solo una risata cristallina.
 
Bill poteva giurare di non aver mai visto nulla di simile nella sua vita: le larghe colonne di marmo bianco si ergevano al centro del grande spazio dove il colore dominante era appunto il bianco. In fondo una grande bancata anch’essa di marmo con la facciata anteriore di pelle nera cuscinata e luccicanti strass, nascondeva quattro ragazze bellissime vestite elegantemente e con i capelli e il trucco perfetto. Sulla destra due ascensori aiutavano che il via vai di gente fosse troppo affollato sulle scale col passamano in ferro battuto sulla sinistra dell’area.
Il palazzo in cui erano entrati ospitava forse sette piani e sull’ultimo si ergeva un’insegna a caratteri cubitali ed eleganti: Lorenz.
Agnes, sui suoi tacchi dodici e nel suo vestito rosso che lasciava la schiena scoperta, camminava con passo svelto e sicuro affiancata da Sarah. Da quando erano entrati aveva potuto notare almeno cinque persone correrle incontro con diversi documenti da firmare e con messaggi da comunicare. Lei aveva risposto ad ognuno con un severo: fatemeli avere sulla mia scrivania, adesso.
Mentre un uomo vestito di tutto punto chiamava l’ascensore, Sarah affiancò Bill e gli regalò un sorriso.
<< Spaventato?>>, sussurrò solamente.
<< Terrorizzato.>>, Bill guardava tutto con gli occhi sgranati e si mordeva ripetutamente le labbra rosse.
Sarah rise dolcemente e lo fissò. << Stai tranquillo, Bill.>>.
<< Non sono neanche vestito bene.>>, guardò il suo abbigliamento scolastico fatto eccezione per un paio di anfibi che portava ogni giorno con sé- le scarpe della divisa erano SCOMODISSIME.
<< Vedrai che non sarà un problema.>>, la ragazza gli sorrise ed entrò con i due nell’ascensore.
L’uomo pigiò il numerino 5 in oro laccato e l’ascensore li portò velocemente fino a quel piano.
<< Grazie, Ernst.>>, Agnes uscì dall’ascensore e si diresse verso una grande porta di  vetro, mentre intorno diverse modelle la salutavano, altre persone spingevano attaccapanni pieni di capi e altre persone abbassavano lo sguardo per non incontrare il suo.
<< Non aver paura: è solo molto molto rispettata.>>, sussurrò Sarah ridacchiando.
Bill voleva replicare che MAGARI ERA SOLO MOLTO TEMUTA VISTO CHE E’ UNA STREGA ACIDA DELL’EST, ma si trattenne vedendo Sabine seduta dietro ad una scrivania simile a quella del piano terra.
<< Oh, siete arrivati.>>, disse levando gli occhiali.
Sulla scrivania diversi cataloghi Vogue e un Apple fisso attirarono la sua attenzione e strinse le labbra sentendosi chiamato in causa.
<< Ti ho portato lo sfigato.>>.
<< Agnes.>>, la fulminò la madre. << Ciao Bill… Sarah!>>.
<< Ciao Sabine.>>, la ragazza sorrise dolcemente.
<< Quali sono i tuoi programmi oggi, signorina?>>, Sabine rivolse uno sguardo alla figlia che stava leggendo la propria agenda elettronica attentamente.
<< Photoshoot per la collezione Fall/Winter.>>, posò l’Ipad e guardò la madre. << Georg è già lì?>>.
Sabine annuì e guardò Bill. << Tesoro, ora assisterai a delle scene di puro DELIRIO. Spero non ti sconvolgerai!>>.
Bill rise e lanciò uno sguardo alla sorella. << Come sconvolgersi se il delirio è di casa?>>.
Agnes rise falsamente. << Come sei simpatico.>>, lo fulminò e Bill rabbrividì. << Andiamo. Ciao!>>, salutò fugacemente la madre e si diresse nuovamente verso l’ascensore e i due ragazzi non potettero fare a meno di seguirla.
Arrivati all’ultimo piano Agnes entrò nell’area che-poteva giurarlo- era ancor più bianca dell’edificio stesso. Sui lati del set erano sistemati diversi fari e riflettori e al centro un uomo non troppo alto con i tratti nordici, i capelli ramati e corti e gli occhi verdi era intento a sistemare le proprie diavolerie da fotografo.
<< Ciao Gè!>>, la ragazza urlò e si gettò letteralmente addosso all’uomo che l’abbracciò prontamente.
<< Heey, principessa!!>>.
<< Ag si è passato anche lui.>>, sussurrò Sarah con una nota di disappunto nella voce e seguì un lungo sospiro che a Bill non passò inosservato.
<< Cos’è?>>, guardò dolcemente la bionda. << Sei gelosa?>>.
Sarah sgranò gli occhi e si appuntò i capelli dietro l’orecchio. << NO!>>, rispose prontamente-troppo prontamente, osservò Bill-<< Non dire stronzate!>>.
<< Ti piace il tipo delle foto?>>, un sorriso beffardo nacque sul volto di Bill e Sarah assunse un colore rosso bordeaux.
<< Smettila, Bill. E poi è fidanzato…>>.
<< Lo sai per certo?>>.
<< No…>>, sussurrò timidamente Sarah. << No, ma lo è di sicuro.>>.
<< Hey Sarah!>>, il ragazzo sorrise dolcemente guardando dalla loro parte ed avanzò piano verso di loro.
<< Dov’eri finita? Il mio obbiettivo aveva bisogno della tua bellezza!>>, disse lui e posò un bacio sulla guancia della ragazza che arrossì.
<< Ciao, Gè. >>, sorrise lei.
Georg le sorrise e poi spostò lo sguardo verso Bill. << Tu dovresti essere il nuovo stilista!>>, sussurrò il ragazzo che iniziava a stare profondamente simpatico a Bill. << Io sono Georg. Georg Listing. Il fotografo personale di Mrs e Miss Lorenz.>>, gli porse la mano e Bill la strinse volentieri.
<< Piacere mio. Wilhelm Kaulitz, ma puoi chiamarmi Bill… sono in prova in azienda fino ad aprile.>>.
Il ragazzo non ebbe il tempo di rispondere che Agnes arrivò da loro con le mani sui fianchi. << ALLORA?>>, urlettò. << Così facciamo notte. Sarah, sei assolutamente in ritardo, Ge, ti voglio pronto in tre minuti e TU…>>, indicò il fratellastro afferrandolo per il polso. << VIENI CON ME.>>.
Presto Bill si ritrovò davanti a forse venti modelle: chi girava nuda in cerca del proprio capo, chi si spogliava, chi parlava con le diverse costumiste.
Deglutì a forza terrorizzato e le sentì le gambe sciogliersi come gelatina al sole.
<< Oh mamma.>>.
 
<< Tu sei sicuro al cento per cento che quel biondo non ci abbia preso in giro?>>, Tom fece un tiro dalla sua sigaretta mentre Bill camminava avanti ed indietro per Potsdamerplatz. << Bill!>>.
<< Sì, Tom… sono sicuro!>>, disse seccato il moro lanciando sguardi alla stazione ormai deserta.  << Mi ha detto che sarebbe arrivato alle sette e mezzo di martedì.>>.
<< Cioè un’ora fa.>>, concluse Tom premendo il piede sulla cicca per spegnerla.
<< Ha detto che avrebbe passato la settimana di vacanza autunnale con noi, perché mentire?>>, urlò spazientito Bill e una coppia di vecchietti si voltarono a guardarlo.
<< Semplicemente perché Andreas è un grandissimo, enorme, impareggiabile stronzo SMEMORATO.>>, ridacchiò Tom mentre Bill gli faceva il verso chiudendo l’ennesima chiamata in cui quella fastidiosissima voce metallica gli aveva fatto saltare i nervi.
<< Stronzo smemorato a chi?>>.
I gemelli sgranarono gli occhi e guardarono dall’altra parte della strada un ragazzo alto e magro-quasi più alto e magro di Bill- che teneva sulle spalle un borsone e tirava con sé un trolley. Il ciuffo biondo era tirato indietro e un sorriso sincero era dipinto sul volto.
Presto fu assalito dai gemelli e si ritrovò in un caloroso abbraccio di gruppo. << Brutti stronzi, potreste evitare di urlare come due checche isteriche per strada! Siamo a Berlino, ragazzi!>>.
<< Finalmente sei qui, DIO quanto ti odio!>>, Tom ridacchiò e sciolse l’abbraccio dandogli una pacca sulla spalla.
<< Hey Bill, dici che per il prossimo disgelo mi lascerai andare?>>, Andreas rise tenendo stretto a sé il moro che aveva nascosto il viso nel collo dell’amico e non indugiava ad allontanarsi. Andreas sorrise dolcemente intuendo le ragioni della reazione del suo amico e lo strinse più forte. << Ci sono qui io.>>.
 
<< Cazzo, ragazzi!>>, disse il biondo scendendo dalla R8 di Tom e guardando la grande villa in cui l’amico aveva parcheggiato. << Voi vivete QUI?>>.
<< Affermativo.>>, rise Tom prendendo il borsone dell’amico.
<< Così sembra.>>, Bill girò le chiavi nella serratura ed aprì la porta.
Presto fu assalito dalla mascotte del diavolo che quella sera aveva dietro al collo un fiocchetto nero di velluto. Cassie prese a saltellargli ai piedi abbaiando e si piegò sulle zampe anteriori sporgendo la coda.
<< Non ora, cane del diavolo!>>.
<< Zio Bill, Zio Tom!>>, Mia corse da loro con i piedini scalzi e si lanciò addosso a Bill che la prese prontamente.
<< MIA! METTI IMMEDIATAMENTE LE SCARPE.>>, Natalie corse all’ingresso con in mano due scarpine antiscivolo. << Oh…. Ciao Bill, Ciao Tom… lui dev’essere il vostro amico!>>.
Andreas osservava quella stramba famiglia con gli occhioni azzurri sgranati ed annuì piano alla donna bionda davanti a lui. << Sono Andreas.>>.
Natalie sorrise e gli porse la mano che lui strinse. << Natalie. Sono la sorella della principessa dell’Est.>>, rise lei rivolgendo uno sguardo a Bill.
<< Rettifico: STREGA dell’Est.>>, precisò Bill tenendo Mia che gli toccava con le manine tutte le collane.
<< Mi hai già presentata, Wilhelmina?>>, dalle scale scese un’Agnes vestita semplicemente con un jeans damascato blu e un maglioncino nero che lasciava scoperta la spalla. << E’ bello sapere che sono sempre al centro dei tuoi pensieri.>>, sorrise gelida e guardò Andreas. << Tu dovresti essere il fidanzato di Wilhelmina.>>, ridacchiò.
Andreas e Bill arrossirono fino alla punta dei capelli e Bill urlò che PER L’ULTIMA VOLTA, LUI NON ERA GAY E ANDREAS ERA SEMPLICEMENTE IL SUO MIGLIORE AMICO.
 
Dopo le diverse presentazioni, Sabine aveva maternamente scortato Andreas nella camera che aveva fatto preparare dai camerieri  e poi lo aveva invitato a lavarsi in uno dei bagni.
Ora erano tutti seduti intorno al tavolo e mangiavano in silenzio il proprio arrosto.
Ci fu un gioco di sguardi fra Sabine e Gordon che fece inarcare il sopracciglio ad Agnes.
C’era qualcosa che non andava.
La conferma le fu data da Sabine che si alzava tenendo le dita intrecciate a quelle di Gordon.
<< Noi dovremmo dire una cosa, oggi che siamo al completo…>>, sorrise Sabine e lanciò uno sguardo ad Andreas. << E non solo.>>.
Gordon sorrise dolcemente e tutti guardarono la coppia in silenzio.
<< OH MIO DIO.>>, urlò Agnes mentre una terrificante idea le attraversava la mente. << NON SARAI MICA INCINTA!!!>>, indicò la madre che arrossì.
<< Non essere sciocca!>>, Sabine sgranò gli occhi.
<< Dio, che spavento.>>, sfiatò teatralmente la mora. << Okay, non interrompo più.>>.
<< Grazie.>>, sorrise Sabine. << Famiglia….>>, guardò Andreas e le cameriere. << E amici di famiglia…. Io e Gordon volevamo dirvi che FINALMENTE…>>, fece una lunga pausa mentre tutti i presenti smisero di respirare ansiosi di sapere. << Abbiamo deciso la data del nostro matrimonio.>>.
Un urlo felice all’unisono si alzò nella sala e presto tutti si alzarono a fare gli auguri ai due novelli sposi. Agnes nascose la commozione nel collo della madre quando la prese fra le braccia e le sussurrò un semplice Ti voglio bene. La ragazza a quelle parole tremò e strinse ancor di più la madre fra le braccia.
<< Finalmente hai quel che meriti. Ti voglio bene anche io, mamma.>>.
   
 
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