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Autore: asia_mia    24/02/2014    4 recensioni
«Io non voglio una relazione con lui…»
Alza lo sguardo e lo posa ancora su di me, stavolta è fragile, incerta, si morde il labbro inferiore e trattiene il respiro, non lo aggiunge eppure glielo leggo in faccia che ciò che pensa è ‘…voglio una relazione con te’.
«Elena..»
Scuoto la testa e mi allontano di un altro passo, lascio che un Oceano inondi lo spazio tra di noi, lascio andare zattere nel blu più profondo, senza provare minimamente a lanciargli un’àncora con cui restare aggrappate alla terra ferma.
Mi allontano e non ci sono già più.
Lei però è ancora lì, dall’altra parte della riva.
«Non dire niente per favore. Ho capito, tu non sei in grado e anche se lo volessi, questo non cambierebbe le cose.»
«Vedo che siamo d’accordo.»
«C’è solo una cosa che ti sfugge.»
«Quale?»
Fa un passo avanti, si butta in mare aperto e io resto a guardarla dalla mia sponda, sicura e conosciuta.
«Io non sono una bambolina nelle vostre mani. Non potete decidere al posto mio. Tu non puoi controllare me, cosa faccio o con chi voglio stare.»
«Ma posso controllare me, ed è quello che ho intenzione di fare.»
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alaric Saltzman, Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Cosa ti manca?”
“Le sensazioni che non provo. Le cose che non faccio. Le persone che non incontro. Le vite che non ho.”
 (A. De Carlo)
 
 
«Io credo tu lo stia davvero troppo idealizzando, secondo me neanche ti piace. Tu non lo conosci poi così tanto.»

Eccolo il suo inconfutabile ed incontrollabile lato da psicologa che sbuca fuori ogni volta ed è più forte di lei, come il suo giudizio, non richiesto e che pesa, per me, come un mattone nello stomaco.
Sottolinea quel “tu” con un certo tono di possesso, di rivendicazione, la mia Caroline, perché è lei che lo conosce il suo Damon e lo so che, dal suo punto di vista, lo fa per spronarmi ma mi infastidisco lo stesso.
Lo so che lo conosce da quando erano bambini, che lei stravede per lui e lui lo stesso, che sono molto simili, che attaccano e si difendono allo stesso modo. So che io e lui siamo i suoi due migliori amici e che, forse, quello che non dice è che un po’ le da fastidio il rapporto che sta nascendo tra me e lui, perché si sente un po’ lasciata fuori, un po’ spettatrice invece che protagonista come è sempre stata tra di noi.
Poi continua, come se il suo tono freddo, stanco, quasi irritato dalla mia solita aria da donzella innamorata che si limita a sognare in silenzio e non ha il coraggio di vivere le sue storie e andare mai fino in fondo, non fosse abbastanza.

«Scusa cosa ti piace di lui, Elena?»

E io non lo so, mi si annebbia il cervello quando me lo chiede, o forse lo avevo già spento da quando ha intrapreso quel discorso, mentre mi riaccompagna a casa in macchina, all’una di notte, dopo un compleanno di un nostro amico a cui eravamo state invitate.
Perché come si fa, come si fa a spiegarle quello che provo quando lui mi guarda con quegli occhi di ghiaccio che mi entrano dentro e invece mi scaldano, come faccio a spiegarle cosa mi succede dentro quando mi sfiora la guancia con le labbra per salutarmi e fa scivolare un braccio intorno alla mia vita in una stretta naturale ma voluta, quelle fitte al cuore e allo stomaco quando mi sfiora per caso o lo vedo arrivare e mi sorride appena, imbarazzato ma con quella sua aria spavalda che usa sempre per mascherare le emozioni, perché noi non ci tocchiamo mai davanti agli altri, se non per caso, non ci baciamo mai, se non sulla guancia, non esprimiamo niente, se non in quel modo. O magari è lui che non esprime niente, perché non prova niente, mentre io, io esprimo tutto.
Come faccio però a spiegare cosa ho provato quando sul divano di casa sua, dopo il nostro primo bacio, mi ha abbassato il vestito che aveva scoperto gran parte della mia coscia, sistemandolo, in modo da segnare un confine che al momento sapeva di non poter oltrepassare, non con me.
Come faccio a dirle che mi piace come mi fa sentire, che mi piace il suo modo di fare, di giocare, di scherzare con me e anche di prendermi in giro, come si fa a spiegare una sensazione, un’emozione del genere?
Non si può e se si può, io non ne sono in grado in questo momento.
Per questo resto in silenzio, dandole la sensazione di aver ragione e forse ce l’ha davvero.
In fondo, non lo conosco bene, so di lui tramite ciò che lei mi ha sempre raccontato, tramite ciò che ho visto e vissuto in questi pochi mesi, da quando Klaus l’ha lasciata e abbiamo iniziato ad uscire con Damon e il loro gruppo di amici d’infanzia.
Non lo conosco come lo conosce lei, non lo so com’è quando si arrabbia con qualcuno, quando lavora, quando guida, quando parla al telefono con i suoi genitori, quando accompagna a calcio il suo fratellino, quando ha avuto una brutta giornata o ha ricevuto una bella notizia.
Non lo so com’è quando è a casa da solo e si annoia, non lo so cosa fa per ingannare il tempo, cosa guarda in tv, che musica ascolta, che posti frequenta, se è gentile con gli estranei.
So solo che a me piace lui, con me.
Mi piace come mi sento quando c’è lui, cosa scatena dentro di me, ciò che mi provoca, mi piace la sensazione di essere viva, di essere vista, mi piace lui quando è con me, solo con me, in quei pochi giorni in cui lo siamo stati, prima di arrivare a baciarci e nei giorni successivi, in cui ci siamo visti e sentiti, seppur saltuariamente.
Tutto questo però probabilmente non basta per dire che mi piace davvero, per scacciare via l’incertezza che mi piaccia solo quello che potrei avere e le sensazioni che mi da, perché lo so che lui non vuole una storia, mi è stato chiaro dall’inizio e allora cosa sto facendo, chi sto rincorrendo?
Abbasso lo sguardo e sospiro confusamente.

«Non lo so…» rispondo solamente.





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Salve a tutti!
Eccolo qui.. quello che è uscito fuori dalle mie dita e dalla mia testa dopo mesi che seguo le vostre storie e vivo delle loro emozioni.
Volevo restare spettatrice e ho impiegato molto tempo per familiarizzare con tutto questo, per trovare lo spunto che desse il via alla mia avventura, che forse resterà in questo prologo o forse andrà avanti.. ho attinto in me e ogni parola è venuta fuori da sola e di getto nel giro di pochissimo tempo.
E' una piccola parte che dentro di me ha già una storia e spero di riuscire a portarla avanti, anche con il vostro sostegno!

Intanto, Grazie a chiunque dedicherà anche solo un minuto del proprio tempo.

Ale_
  
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