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Autore: Lady Guineviere di Camelot    23/06/2008    4 recensioni
Inghilterra, 1804. La guerra tra la flotta napoleonica e quella inglese, farà da sfondo ad una storia d'amore che riuscirà ad arrivare in pieno oceano atlantico.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
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LEmber Rose navigava su un mare incerto. Tutto intorno a loro, un biancore grigiastro si stagliava sull’oceano. L’unica cosa che si riusciva a vedere, era il pennone di prua della nave che avanzava lentamente nella coltre biancastra.

Improvvisamente, la sentinella di dritta gridò: <>. A quel punto, un giovane nocchiere, il signor Calamy, si diresse verso la sentinella oltrepassando tutti gli uomini, che allarmati si sporgevano verso il parapetto.

<< Cosa c’è Slade? >>, gridò il signor Calamy, guardando dal basso verso il pennone di prua.

<< Mi è sembrato di sentire qualcosa…sembrava una campana >>, rispose diligentemente.

Il signor Calamy, gli rivolse uno sguardo dubbioso, poi soffermandosi a pensare, rifletté attentamente sugli utilizzi d’una campana.

<< Forse sono pescatori locali >>, suggerì infine.

<< O una boa che segnala uno scoglio >>, propose la vedetta.

<< Signor Barkley… il solcometro, prego >>, ordinò ad un giovane ufficiale costatando che la cosa migliore da fare, era scandagliare l’orizzonte anche se poco visibile.

Con un cenno del capo, il signor Barkley prese l’oggetto in questione, consegnandolo al nocchiero, che prontamente puntò verso il mare, ma non vide altro che la solita nube biancastra.

<< Al segno cinque braccia! >>, gridò un marinaio. Intanto Calamy continuava a far vagare il suo sguardo di fronte a lui, alla ricerca di qualche oggetto.

Un balenio scuro, attraversò repentinamente la foschia. C’era qualcosa li in mezzo…

Incredulo, Calamy abbassò il cannocchiale per osservare ad occhio nudo, ma non individuò alcun oggetto.

<< Sabbia e conchiglie rotte! >>, gridò l’addetto allo scandaglio del fondale.

Nel mentre, il secondo ufficiale raggiunse il ponte, andandosi ad affiancare al signor Calamy, che continuava a tenere lo sguardo fisso davanti a se come fosse in trans.

<< Cosa c’è? >>, chiese Howe.

<< Ehm…a 20° gradi dal mascone nella nebbia, signore >>, gli rispose porgendogli il solcometro.

<< Cosa c’è? Una vela? >>, domandò Howe.

<< Non so cos’era >>, ammise deluso Calamy, infine aggiunse: << Dobbiamo prepararci al combattimento? >>.

Howe scrutò gli uomini dietro di esso, che lo fissavano in attesa di ricevere ordini. Non sapeva che fare. Allarmare inutilmente l’equipaggio avrebbe solo peggiorato le cose.

Indeciso sul da farsi, disse: << Non ne ho la certezza >>.

<< Siete voi a scegliere >>.

<< AI POSTI DI COMBATTIMENTO !>>, gridò verso l’equipaggio, che prontamente scattò.

I fanti di marina cominciarono a rullare i tamburi, mentre gli ufficiali andavano ad occupare le rispettive postazioni.

<< IN PIEDI! SVEGLIA! >>, gridò il commissario agli uomini sotto coperta, che fulmineamente raggiunsero il ponte di comando affiancando i propri compagni, gia pronti.

<< POSTI DI MARINA! >>.

<< SBRIGATEVI! >>.

<< TUTTI A PRORA VIVA NELLA STIVA! >>.

<< SCATTARE RAGAZZI! >>.

<< PRENDETE LE ARMI! >>.

Matthew raggiunse velocemente il ponte di comando, e guardandosi attorno notò che il Signor Pullings gli si avvicinava.

<< Signore… avvistamento nella nebbia >>, gli disse mentre la sua voce veniva sovrastata da quella grossa e squillante del commissario che ordinava:

<< PIANO COL BOZZELLO DEI PENNONI! >>.

<< I GABBIERI ALLE COFFE! >>.

Con un cenno affermativo del capo, Matthew si avviò a passo spedito, verso il parapetto di prua dove si trovavano Calamy e Howe.

< < Da che parte? >>, domandò senza tanti complimenti.

<< Ehm… a 20° gradi dal mascone di prora, signore. A meno d’un miglio di distanza >>, rispose un po’ balbettante, a causa dell’impeto che aveva usato il suo capitano.

Nel mentre Matthew, tirò fuori dalla giacca con le gale un cannocchiale, e lo puntò nella direzione suggerita da Calamy.

Scrutò minuziosamente il paesaggio attraverso il cannocchiale, ma non vi trovò nulla.

<< Siete sicuro, Mr Calamy? >>, chiese continuando a scandagliare.

<< Sissignore >>.

<< Una nave da guerra? >>.

<< Non so signore >>.

Matthew si voltò per un istante a guardarlo, così Calamy si affrettò ad aggiungere: << L’ho vista solo per un attimo. Mi è sembrato di vedere una sagoma >>.

Matthew ritornò al suo cannocchiale, soffermandosi più volte su d’un punto preciso, nella speranza di intravedere qualcosa. Un bagliore.

<< GIU’! TUTTI GIU’! >>, gridò con quanto fiato aveva in corpo. Con una spinta, fece abbassare a terra Howe e Calamy che si trovavano al suo fianco, mentre il resto dell’equipaggio si buttava a pancia a terra sul ponte.

Un rumore assordante, cordame e legno che venivano infranti e una pioggia di schegge, annunciarono l’arrivo dell’Acheron, la temibile nave francese.

Gli uomini se ne stavano appiattiti contro il pavimento in legno del ponte, cercando di riparasi dalle schegge il viso, con le braccia e le mani.

Intanto l’Acheron, scagliava a raffica palle di cannone. Alcune riuscirono a colpire il parapetto e le modanature di poppa, altre affondavano nel profondo dell’oceano.

<< Tutti ai posti di combattimento. Mr Hollar rapporto sui danni >>, ordinò il signor Howe mentre avanzava verso Matthew, ma improvvisamente si fermò di colpo come il resto dell’equipaggio, che osservavano la nave dagli alberi neri, uscire dalla nebbia.

<< Cannoni da 18 libre >>, affermò Matthew rivolgendosi al suo secondo.

<< Per lo meno >>, asserì Howe angustiato.

<< Non possiamo permetterci uno scontro a fuoco, siamo troppo danneggiati. Questa volta agiremo d’astuzia >>, disse infine Matthew, poi con lo sguardo cercò il signor Howard e ordinò: << Nota per il giornale di bordo, Mr Howard. “Intercettata e iniziata battaglia con fregata nemica ai sei colpi” >>.

<< Gli ordini signore? >>, chiese Howe.

Matthew lo guardò con un ghigno furbesco, e disse: << Chiama i cannonieri. Portateci dentro quella nebbia Burton, a dodici nodi >>.

<< Ma… signore. Dovremmo spiegare tutte le vele per raggiungere i dodici nodi >>.

<< Spiegheremo anche i fazzoletti se necessario. Forza! >>.

<< Si signore >>.

<< VOGARE VERSO LA NEBBIA! DODICI NODI! >>, gridò il secondo al timoniere.

L’equipaggio si preparò, e scattante spiegò tutte le vele. I nocchieri invece, misurarono la velocità, e con grande successo riuscirono a raggiungere i dodici nodi.

<< Dodici nodi, signore >>, confermò il signor Calamy.

<< Ve bene >>, rispose Matthew con un sorriso compiaciuto sulle labbra.

<< Non riesco a capire cosa ci troviate di così tanto divertente in tutto questo >>, annunciò improvvisamente il dottore che aveva raggiunto in quel momento il ponte.

<< Non vi piace la velocità dottore? L’Ember Rose è ottima in questo genere di cose! >>, lo schernì Matthew, continuando a ridere.

<< Lo dite per farmi tacere, o perché conoscete bene questa nave. Da quello che ho sentito, c’è così tanto sangue vostro in questo legname, che la nave vi potrebbe essere parente >>.

<< Oh, dottore… Lo dico perché è la verita. E poi amo andare veloce con le vele >>, gli rispose Matthew voltandosi. Joseph, rassegnato se ne tornò in infermeria, con qualche difficoltà. Causa il beccheggio della nave, che non accennava a rallentare.

<< Signor Howe… >>, lo chiamò Matthew.

<< Si signore? >>.

< >.

<< Certo signore. Mr Hollar, avvisate gli uomini>>.

<< TUTTI GLI UOMINI ALL’IMPAVESATA DI DRITTA! TIRARE LE SCOTTE DELLE VELE DI GABBIA! >>.

In un baleno, l’Ember Rose incrementò più velocità, guadagnando un notevole distacco dall’Acheron che li inseguiva ancora. La velocità alla quale stavano navigando era altissima, tanto che vennero imbastite delle sartie lungo il ponte, in modo che gli uomini vi si potessero attaccare per non venire riversati a terra dal beccheggio della nave, e l’acqua delle onde, che lentamente allagava il ponte.

Soddisfatto Matthew, si posizionò sull’albero di belvedere ad osservare l’Acheron che cercava di stargli dietro. Ma in ogni modo, mancava poco, e sarebbero entrati nella coltre di nebbia.

<< Andiamo a tutta forza! >>, gridò un uomo dell’equipaggio.

<< Andiamo al creatore tran po’ se non sta attento! >>.

<< No, il Capitano conosce questa nave. Sa quanto può reggere! >>.

<< Mr Hollar, voglio delle cime di sicurezza a prua! >>, gridò Matthew.

<< Si signore! >>.

Dopo un quarto d’ora, passati a navigare alla massima velocità, finalmente raggiunsero la nebbia, e Matthew ordinò di diminuire la velocità e di ritornate alla navigazione normale.

<< Mr Barkley… può bastare. Velocità di crociera >>.

<< Si signore >>.

Dell’Acheron non c’era rimasta nemmeno l’ombra, e quando gli uomini se ne accorsero, un grido di vittoria si levò dal ponte.

<< Un urrà per il Capitano Keller! >>.

<< URRA! URRA PER IL CAPITANO KELLER! >>, gridò all’unisono tutto l’equipaggio entusiasta.

 

Ormai era tutto finito. L’Acheron aveva evitato di inseguirli anche dentro la nebbia, ma rimaneva sempre il fatto che alla fine si sarebbe scontrati.

Matthew, angustiato per i propri uomini corse verso l’infermeria, dove il dottore si stava dando da fare con parecchi feriti.

Quando vi entrò un fila d’uomini sanguinolenti e gementi lo accolse nella stanza. L’importante però, è che fossero vivi. Li superò, raggiungendo il dottore, occupato nel medicare una ferita sanguinate all’addome d’un uomo.

<< Qual è il conto? >>, gli chiese con ansia.

<< Tre morti e ventisette feriti >>, rispose Joseph. Ma solo in quell’istante, il dottore si accorse del pallore sul viso di Matthew, che lentamente diventava cinereo.

Matthew non riuscì più a proferire parole, e con un ultimo esalato respiro, cadde a terra privo di sensi. Il medico, lo soccorse immediatamente, notando una grossa macchia di sangue che si stava allargando sulla camicia bianca.

A quella vista, Joseph chiamò subito degli uomini per aiutarlo.

<< Presto! Presto! Aiutatemi, il Capitano è stato ferito! >>, gridò. Poi, dopo averlo adagiato su una branda, gli strappo la camicia di dosso, osservando la scheggia conficcata nel torace, vicino al cuore. << Dobbiamo operarlo immediatamente. Killik… preparate l’attrezzatura. Subito! >>, ordinò cercando di fare il più velocemente possibile per prepararlo all’intervento.

 

Dopo ore di duro lavoro da parte del dottor Beaumont, la scheggia era stata rimossa con successo, ma sfortunatamente, il paziente aveva perso una grossa quantità di sangue, rendendolo molto debole. Si decise di accomodarlo nei suoi alloggi, essendo molto più caldi e asciutti dell’infermeria, che durante l’attacco aveva subito alcuni danni. Il dottore, arrivò davanti alla porta dell’alloggio del Capitano, aiutato da Jed e Howe, che sostenevano una barella imbottita, in cui giaceva Matthew ancora inerme.

Joseph, bussò lievemente contro la porta, la quale fu subito spalancata.

Jacklynn aveva passato molte ore nell’attesa che qualcuno gli riferisse quant’era successo. L’unica cosa che era riuscita a capire, era che qualcuno gli stava sparando addosso, e che la nave dopo mezz’ora aveva  aumentato la velocità. Fortunatamente, i ponti superiori non erano stati colpiti, compreso quello dove si trovava lei, ma comunque aveva avuto una paura tremenda. Aveva ancora le mani tremanti e il viso pallido. Il cuore le batteva furioso in gola, ed il battito accelerato le rimbombava nelle orecchie, come un orologio impazzito.

Quando spalancò la porta con impeto, desiderò con tutta se stessa di ritrovare davanti a se Matthew per accoglierla a braccia aperte. Aveva un gran bisogno di essere coccolata e rassicurata, ma quello che le fu davanti agli occhi, le bastò per far si che il suo cuore smettesse di battere.

Inconsciamente, le sfuggì un grido acuto, che venne placato, portandosi una mano davanti alla bocca.

Joseph, conscio del fatto che Jacklynn era abbastanza sconvolta, le disse:

<< Miss Bradford, non allarmatevi. Il Capitano sta bene, ha solo bisogno di un po’ di riposo >>.

<< Cosa gli è successo? >>, domandò Jacklynn tenendo lo sguardo fisso sul volto di Matthew, che aveva un colore più vivace rispetto a quello di prima.

<< Una scheggia lo ha colpito vicino al cuore. Fortunatamente, siamo riusciti a estrargliela con successo, ma ha perso molto sangue, e di conseguenza è debole >>, rispose Joseph fissando Jacklynn.

<< Ma… ma. Si riprenderà… non è vero? >>, chiese balbettante, per paura di ricevere una risposta compromettente.

<< Certo Miss Bradford! Matt ne ha passate di peggio, mi creda. Ora, deve solo riposare un pochino e tornerà come nuovo, non preoccupatevi >>, disse con un sorriso Joseph.

<< E ditemi, posso esservi di qualche utilità? >>.

<< Bhè… se per voi non è un problema, potete prendervi cura voi del Capitano. Sono sicuro che gradirebbe molto di più la vostra solerzia che la mia >>, affermò ridendo. Anche Jacklynn abbozzò un lieve sorriso, poi scostandosi dall’uscio permise agli uomini di entrare e di sdraiare Matthew nella cuccetta. Vederlo in quello stato, inerme e debole, faceva star male Jacklynn, tanto che dopo poco dovette distogliere lo sguardo da Matthew, che riposava sopra il materasso della cuccetta.

Il dottor Beaumont, si sfregò le mani sulla camicia, poi prese un po’ di tempo prima di proferir parola;

Aveva notato le due lacrime che lentamente stavano solcando le guance di porcellana di Jacklynn. Con il suo “tossicchiare” richiamò l’attenzione di Jacklynn, la quale si voltò verso di lui, mentre tentava di scacciare le lacrime.

<< Ehm… bene Miss Bradford. Ora noi torneremo al nostro dovere. La nave è sotto il comando del signor Howe. Nel caso aveste bisogno di qualcosa… bhè… sapete cosa fare >>, disse il dottore, che con un cenno del capo lasciò la stanza.

 

   
 
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