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Autore: cherubina    03/03/2014    7 recensioni
"Se la sofferenza rendesse davvero più forti, non pochi su questa terra avrebbero raggiunto l'invincibilità degli dei..."
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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30 aprile.

La data era cerchiata in rosso mentre tutti i giorni che l'avevano preceduta erano spuntati da una X. Tutto il calendario affisso alla parete era contrassegnato da queste cancellature, era l'unico oggetto decorativo in quella stanza d'ospedale da quando non c'erano più i disegni di Vale a renderla più accogliente.

Leo si stiracchiò nel letto con un gran sorriso: si era abituato al letto vicino alla finestra e, tenendo fede al suo proposito, se lo era accaparrato appena il suo compagno di stanza era stato dimesso anche perchè erano mesi che aveva visto entrare e uscire altri pazienti ma, contrariamente a quanto avrebbe voluto il suo carattere, non aveva legato con nessuno.

Nonostante si fosse imposto di non farsi rovinare quella fatidica data dalle recriminazioni, una punta di rabbia e di dispiacere gli increspò le labbra.

Gli mancava Vale.

Gli mancava Davide.

Gli mancava Cris. Dannatamente.


Scacciò il pensiero degli amici persi e, finalmente, si alzò. Ora che, finalmente, aveva la sua protesi poteva muoversi senza la sedia a rotelle. Claudicò fino al bagno e, con un sorriso compiacituo, rimirò i suoi folti capelli corvini ormai ricresciuti.

Era passato quasi un anno da quando il suo meraviglioso gruppo si era sciolto come neve al sole.

La cosa gli faceva male, certo, ma non voleva pensarci quel giorno, niente brutti pensieri per quel 30 aprile, la fine dell'incubo.

 Tra poco Asia sarebbe venuto a prenderlo e se ne sarebbe tornato anche lui a casa. Pensò a come sarebbe stato star fuori e si accorse di essere felice ma di avere anche un pò di paura.

Leo decise che c'era una cosa da fare prima di lasciare l'ospedale. Andare a salutare i Braccialetti Bianchi e vedere la vita che aveva portato la cicogna durante la notte.

Mentre  passava dal reparto di pediatria riconobbe un simpatico clown che intratteneva i bambini con un aiutante d'eccellenza. Leo sorrise ed entrò nel reparto dove Piera faceva sorridere i piccoli pazienti e Rocco l'aiutava con alcuni giochi di prestigio.

"Ciao scricciolo!"

Lo salutò Leo avvicinandosi. Lui e Rocco erano stati un pò i veterani dell'ospedale e anche in quegli otto mesi in cui non si erano detti una parola, la presenza del piccolo aveva fatto sentire Leo meno solo.

"Ciao Leone!"

Salutò Rocco sorridente, fingendo un ruggito e improvvisando con un palloncino una forma felina. L'altro si mise a ridere.

"Ma dai sembri un gattino spelacchiato. Non dovresti essere a scuola tu?"

"Sciopero degli insegnanti. Sono uscito prima così sono venuto qui con la mamma!"

Quando Rocco era stato dimesso, Piera aveva deciso di continuare a fare la "pagliaccia" in ospedale. Quei lunghissimi mesi spesi al capezzale del suo bambino le avevano fatto capire di poter fare molto, anche solo regalando un semplice sorriso, ad altri piccoli sfortunati.

"Va bè ci vediamo in giro. Oggi levo le tende anche io!"

Annunciò Leo scompigliando i capelli rossicci di Rocco. Si voltò per andarsene ma il bambino gli afferrò la mano.

"Aspetta, vengo con te! Mamma non avrà niente in contrario se sto un pò di tempo con te ora che siamo ancora 2/6 del gruppo!"

Và a spiegare ad un bambino di dodici anni che 2/6 non esiste!

Sorrise Leo e, per l'ennesi volta quella mattina, ripensò a quando lui e Vale avevano fondato il gruppo.

"Va bene andiamo dai pulcini!"

Acconsentì Leo lasciando che Rocco lo seguisse in neonatologia.

Qui, al nido, trovarono Tony a contemplare quei visini d'angioletto e, magari, ad interrogarsi se il nome che i genitori avevano scelto per i nuovi arrivani gli calzasse bene.

Accortosi degli amici iniziò a sventolare le mani tutto contento, quindi li raggiunse.

"Certo che con questa divisa sembri un vero infermiere. Un pò come il nostro Ulisse!"

Lo prese in giro Leo, dandogli una pacca sulla spalla.

"Eh me lo dice anche Carletto, ma io sono solo un volontario. Diciamo che mio nonno pensa che possa fare meno casini qui che nella sua officina!"

Spiegò il simpatico Tony orgoglioso delle sue ore di volontariato e dell'amicizia rimasta solida con Leo e con Tony.

"Perchè non andiamo a prendere una boccata d'aria? In fondo questi sono gli ultimi minuti della mia vita da paziente! Me ne torno a casa e credo che non vorrò mai più rimettere piede in ospedale!"

Disse euforico Leo mentre gli altri due lo seguivano al campetto improvvisato dove avevano vinto un infuocato duello a basket tanto tempo prima. Tony non riuscì a tradire un'espressione triste.

"Così perdiamo un altro pezzo. Ma, in fondo, me lo aspettavo: l'ospedale è come un nido dove i medici si prendono cura di te come gli uccellini con i loro piccoli ma poi sono proprio mamma e papà a buttarli dal nido per insegnargli a volare. E così fanno i dottori..."

"Si ti scaraventano fuori di qui mezzo storpio!"

Rispose Leo acido.

"Un pò mi dispiace. Dovremmo rifare il nostro gruppo, anche se non siamo più in ospedale!"

Propose Tony.

"Dovremmo riunire i Braccialetti Rossi?"

Fece eco Rocco a cui l'idea di Tony piaceva un sacco.

"Eh già!"

"Impossibile!"

Li gelò Leo. Lui non voleva vedere più nè il suo ex migliore amico, nè la sua ex ragazza.

"Tra poco sarà l'anniversario della morte di Davide...Pensavo che saremmo potuti andare da lui tutti e cinque, insieme!"

Azzardò timidamente Tony venendo fulminato con lo sguardo da Leo.

"Io con quei due ho chiuso. Volete rifondare il gruppo? Bene: trovatemi un'altra ragazza e un'altro viceleader...o forse dovreste trovarvi anche un altro leader. Io vado dalla Lisandri: devo firmare le carte delle dimissioni!"

Chiuse ogni spiraglio Leo, lasciando gli altri due rammaricati sul terrazzo.

*********

Ciao a tutti. Un po' di note per chi volesse dare una possibilità a questa storia:

la frase dell'introduzione è di Giovanni Soriano.

Alcune situazioni prenderanno spunto dalla seconda serie della serie spagnola "pulseras rojas", avvertimento per chi non volesse spoiler, ma spero la storia abbia un'identità propria.

Ovviamente sono ben accette recensioni, critiche e consigli...

  
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