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Autore: Artemisia_Amore    09/03/2014    2 recensioni
Raccolta di momenti speciali e piccoli omake basati sulla nostra storia principale: "Life, what is it but a dream?". Ogni capitolo è una storia a sé stante: sentitevi liberi di saltellare in qua e là!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Reim Lunettes, Sharon Ransworth, Xerxes Break
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le eroiche imprese del prode Reim-san
 

Ore 5.58

Il prode Reim-san ama svegliarsi presto. Possibilmente, pochi minuti prima del sole, così da potergli rivolgere un sorriso e approfittare del calore dei suoi raggi fino all’ultima goccia. Lentamente si alza. Lentamente piega le lenzuola ai piedi del letto. Poi, traballante e incerto, raggiunge il bagno, lasciando gli occhiali sul comodino.
 

Ore 6.42

Dopo una fresca doccia ristoratrice, il prode Reim-san si prepara per il sacro rituale della rasatura. Ama disporre gli strumenti nell’ordine di utilizzo: la scatolina di latta, il sapone, il pennello, il rasoio, la bacinella d’acqua. Infine, posa un morbido telo bianco sulla spalla. Si guarda allo specchio per pochi secondi, prima da un lato, poi dall’altro, dopodiché afferra la scatolina di latta e il pennello, che bagna e muove velocemente sul sapone per montare la schiuma. Il passaggio seguente è il suo preferito.
 

Ore 6.53

Se c’è una cosa che Reim-san adora, questa è il profumo di tutto ciò che è pulito. In questa categoria rientrano le lenzuola, le camicie dal colletto inamidato, i fazzoletti, i cache col e persino i guanti della divisa della Pandora. Non può mancare all'appello, naturalmente, la sua stessa persona. Questa è, perciò, la ragione per cui il prode Reim-san versa due gocce di acqua di colonia sulla punta delle dita. Un istante dopo, il profumo viene equamente distribuito tra polso destro e polso sinistro. Altre due gocce vengono versate, ma quest'ultime trovano la loro destinazione dietro le orecchie. Un sorriso di compiaciuta soddisfazione pone fine alla consueta liturgia mattutina.
 

Ore 7.21

Per il suo primo giorno libero dopo due settimane di intenso e spossante lavoro, Reim-san ha deciso di indossare una comoda camicia di cotone bianco, sostituendo un gilet antracite alla più consueta, rigida giacca della divisa della Pandora. Gli orecchini per quel giorno di festa sono rossi, sobri, con una certa, sommessa nota vivace che pare riflettere il suo buonumore.

A Reim-san piace il rosso.
 

Ore 8.13

Sono rare le occasioni in cui Reim-san riesce a concedersi una colazione appropriata. Il menù della sua frettolosa routine quotidiana propone, quasi invariabilmente, poche dita di latte fresco a cui viene aggiunta una generosa quantità di corposo, caldissimo tè nero, due cucchiai di zucchero e tre biscotti al burro. Ma nel suo giorno di festa il prode Reim-san non può far altro che cedere ai sereni, onesti occhi azzurri del gioviale fornaio di Reveille, lasciandosi andare pertanto al piacere semplice di un fragrante croissant appena sfornato, mangiato all’angolo della strada, con la schiena appoggiata a un lampione la cui candela è stata da poco spenta.

 

Ore 8.46

Reim-san è innamorato. Sebbene sia un uomo composto, razionale e riservato, tuttavia non riesce a imporre al proprio cuore di battere secondo il ritmo della volontà del suo padrone. E’ questo il motivo per cui si sorprende a posarsi una mano sul petto, e a stringere appena la stoffa sotto le dita, quando i suoi occhi si posano distrattamente sul profilo perfetto e delicato della più graziosa visione che abbia mai avuto la benedizione di incrociare sul suo cammino.

Esitante, il prode Reim-san si congela dapprima sul posto. Impaziente, freme per poter compiere il prossimo passo.
 

Ore 8.57

Reim-san è una persona corretta. Soprattutto, è una persona estremamente rispettosa. Ma nonostante tutte le sue migliori intenzioni, non riesce a impedirsi di sbuffare e lanciare un’occhiata fremente al possente orologio a pendolo che rintocca pigramente i lunghi, infiniti minuti mancanti all’apertura del negozio. Ancora tre minuti. Solamente tre minuti, e le dita di Reim-san potranno corteggiare l’oggetto di così tanta emozione nel suo cuore. Ancora tre minuti.

Ma lei lo sta già aspettando.
 

Ore 9.24

Lei è costata un intero stipendio. Reim-san sapeva bene che il prezzo dell’amore è sempre irragionevolmente alto, e sebbene inizialmente la somma richiesta l’abbia fatto vacillare, tuttavia quel delicato, sensuale intrecciarsi di pelle lavorata a mano e tese, vibranti corde di canapa l’hanno infine persuaso a comprare il libretto rilegato in cremisi e oro, coordinato a un delicato pennino obliquo dalla punta di metallo e l’impugnatura di vetro soffiato, più bello, elegante e profumato che avesse mai visto. Avrebbe potuto scrivere maree di calcoli, su quella carta così spessa, così gialla, così ruvida. Avrebbe versato fiumi e fiumi del più incisivo, pungente, ordinato inchiostro. Parole nere su sfondo bianco, gocce e gocce a simboleggiar virgole e punti e sottrazioni e moltiplicazioni e affermazioni. Scrivere su quel libretto sarebbe stato pura poesia dei sensi e dell’anima.

Con il suo amore stretto tra le braccia, il prode Reim-san esce dalla bottega del tipografo, diretto alla fontana.
 

Ore 9.39

Reim-san è affezionato a un ricordo della sua infanzia. Ogni volta che riesce a guadagnarsi un giorno di riposo, non manca mai di attraversare le strade colorate e vivaci di Reveille per raggiungere la fontana della piazza. A quella fontana, una bambina sempre allegra gli aveva regalato un fiorellino, sancendo così la loro eterna amicizia - un’amicizia innocente, che al tempo spensierato dell’infanzia non si curava neanche lontanamente di prendere in considerazione il diverso grado di nobiltà nel sangue di Reim-san e in quello di Sharon-sama. Un’amicizia che si sarebbe gioiosamente trasmessa, anni e anni dopo, alla loro età adulta, nascosta dalle formalità che le avrebbero imposto un quieto contegno. Tuttavia, il silenzio non ne avrebbe mai negato l’esistenza. Sorride, il prode Reim-san, cercando con il suo sguardo di brillante brandy d’estate l’oggetto del suo amato ricordo. Gli occhi scorgono un luccichio, e il suo cuore si sorprende ancora una volta nel constatare come la sua monetina di piombo - un giocattolo donatogli dal Conte suo padre per il suo ottavo compleanno - sia ancora là, sommersa dall’acqua cristallina, alla base dell’elegante statua danzante. Sorride di nuovo, ricordando il proprio desiderio di serenità, espresso per quello sciocco, angosciato cavaliere che si era rifiutato di credere al Miracolo della Fontana, aveva dato le spalle a lui e Sharon-sama, e se n’era andato a rifugiarsi in una locanda - o almeno così era parso ai suoi giovani occhi - abbandonandoli alle cure della balia della bambina. 

Uno sciocco cavaliere, davvero. La fontana aveva esaudito il suo desiderio, e il prode Reim-san, silenzioso, si volta per tornare al Quartier Generale con quella rinnovata consapevolezza nel cuore.
 

Ore 10.01

A differenza della maggior parte dei suoi colleghi alla Pandora, Reim-san non ama sperperare il suo denaro. Nonostante il cognome che porta potrebbe facilmente tradursi in un certo grado di comodità e facilità nella vita di tutti i giorni, Reim-san non ha nessuna intenzione di lasciare che siano i suoi avi a determinare il suo effettivo valore. Al prode Reim-san piace riuscire a cavarsela con le sue sole forze. Per questo motivo, valuta attentamente il costo della carne, alla terza bancarella del mercato. Ha evitato, senza neanche prenderli in considerazione, le insegne e il profumo invitante delle locande ai lati della strada principale: comprare le materie prime gli permetterà di risparmiare un po’ del poco denaro che, dopo il sensuale lusso cartaceo che si è concesso, gli è rimasto in tasca. Ed è così che Reim-san, dopo un paio di veloci e precisi calcoli mentali, torna a percorrere la strada di casa, le braccia occupate dal suo tanto peccaminoso quanto intensamente amato acquisto, da un arrosto dall’intenso aroma speziato e da un sacchettino di carta colmo delle prime fragole dell’anno. Reim-san ama molto le fragole.

 

Ore 10.57

E’ l’acuto, disperato suono di un pianto ciò che distoglie il prode Reim-san dai suoi pensieri, un attimo dopo aver posato il piede destro sul primo gradino della breve scalinata del Quartier Generale. Sorpreso, sbatte le palpebre un paio di volte e si sporge per lanciare un’occhiata furtiva al di là dei cespugli decorativi. Un topo miagola di nuovo.

Un topo?

Il prode Reim-san rimane interdetto per qualche istante. Spostando il peso del pacchetto e dei due sacchetti su un solo braccio, si sistema gli occhiali sul naso. Perché i topi non miagolano, e questo lo sanno tutti.

Ma il topo, al di là di ogni ragionevole senso comune, miagola ancora.

Incuriosito, Reim-san si avvicina. Posa a terra i fagotti, si inginocchia e studia attentamente quell’insolito caso. Un istante dopo un sorriso si dipinge sulle sue labbra, e il prode Reim-san allunga coraggiosamente le braccia tra i cespugli, le ritrae, e rivela alla luce del sole…

Un gattino.

Un gattino dello stesso colore del latte, e gli spaventati, disperati occhi rossi. Perde un battito, il cuore di Reim-san, nel constatare l’anomalia di quella creatura. Un gattino albino. Abbandonato, disperso. Perduto.

“La natura ha un modo crudele di lasciarsi alle spalle i più deboli…”, pensa Reim-san, mentre le sue dita gentili - perché il prode Reim-san sfiora sempre ogni cosa con una precisa, discreta delicatezza - percorrono il pelo scompigliato della creaturina, i cui intensi occhi cremisi devono essersi aperti sul mondo da non più di una decina di giorni.

Il prode Reim-san sospira. La Pandora non ammette animali, e il prode Reim-san è un uomo ligio al suo dovere. Ma il gattino trema. Il gattino miagola. Quel gattino albino con gli occhi rossi, perduto. Sospira di nuovo, Reim-san, e afferra la prima fragola dal sacchettino di carta. Seduto sull’erba fresca, con le spalle appoggiate al muro ruvido dell’imponente edificio in cui lavora e fin troppo spesso vive, il prode Reim-san divora, una dopo l’altra, le sue amate fragole, sotto un tiepido sole che pare cantare un debole, timido preludio di primavera.

 

Ore 11.29

Dopo essersi chiuso la porta alle spalle, Reim-san posa sul tavolo i suoi fagotti. Lentamente, allunga le mani dentro il sacchettino delle fragole. Ne tira fuori il gattino spaurito, il pelo e la coda ritti mentre miagola e piange, incerto su quelle sue piccole, inesperte zampine. Reim-san lo posa a terra e lo lascia libero di annusare il pavimento per pochi istanti. Quando torna, ha un piattino di latte tiepido per la creaturina senza un posto nel mondo.

Sorride, Reim-san. Ha infranto una regola.

Ma qualcun altro prima di lui non aveva forse fatto altrettanto, dando asilo a un’anomalia della natura, senza più un posto nel mondo?

Il prode Reim-san si siede a terra. Osserva il gattino lappare il latte, si toglie gli occhiali, cerca il proprio fazzoletto nella tasca dei pantaloni e pulisce le lenti, delicatamente, accuratamente.

“E adesso, un nome…”, sussurra Reim-san, mentre il gattino perduto sembra leccare la vita e l’amore da quel piattino tanto più grande di lui.

D’un tratto, gli occhi caldi e dolci del prode Reim-san si illuminano, decisi.

“Beh… Pare che saremo entrambi meno soli, da oggi, Sake”.








*** [Nota di Amore] ***

Innanzi tutto, grazie a tutti voi per aver letto questo nostro secondo omake! Le eroiche imprese del nostro prode Reim-san vi sono piaciute? Chissà quali altri entusiasmanti avventure gli riserverà il futuro!

Sfrutto questa insolita nota a fine capitolo per spiegare la ragion d'essere del piccolo gattino albino che da questo momento entrerà inevitabilmente a far parte della nostra storia principale. Il prode Reim-san ha scelto il nome "Sake" per due motivi. Il primo è l'assenza di colore del micetto, che ha richiamato alla mente del nostro amato protagonista il sakè, bevanda di cui - ne siamo più che certe - Reim-kun deve apprezzare il meraviglioso sapore.
In secondo luogo, "sake" (sakè, letto /saki/) e "sake" (letto /seik/) condividono la stessa grafia, ma il secondo termine in inglese viene utilizzato per frasi di questo tipo: "To do something for someone's sake", ovvero "agire in un certo modo per il bene di qualcuno".

E non è forse questo ciò che Reim fa con ogni suo respiro? Agire per il bene, per amore di qualcuno?

Chiamate il nostro gattino come più preferite. Che lo leggiate /Saki/ oppure /Seik/, speriamo che possa conquistarsi un angolino nel vostro cuore.

 

   
 
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