Fanfic su artisti musicali > Arctic Monkeys
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Autore: kid_napped    12/03/2014    2 recensioni
Qualche sera dopo, Alex rimase in spiaggia più a lungo del solito: spirava una brezza leggera e si prospettava un tramonto rosso sangue che lo faceva sentire ispirato. Aveva da poco scoperto, infatti, il piacere della scrittura, che coltivava segretamente e senza un reale scopo.Tirò fuori il bloc-notes, e, picchiettandosi il labbro inferiore con la matita, si mise a vagare con lo sguardo, in cerca di qualcosa di cui scrivere. Quasi senza pensarci, si girò verso il punto della spiaggia dove lei si metteva di solito e la vide, stesa su un fianco, che leggeva un libro. Aveva addosso il solito costume e una maglietta, che i capelli ancora bagnati sparsi sulla schiena macchiavano di scuro. Non seppe quanto rimase a guardarla mentre voltava delicatamente le pagine di quel libro, ma il sole calò del tutto e non una stella si azzardò ad accendersi nel celeste terso del cielo. Alex si stropicciò gli occhi e provò a comporre una frase nel buio crescente: “I looked up into the dark half of the blue, and the stars weren't there.”
La cancellò in preda al nervosismo. “Non ha alcun senso” disse ad alta voce.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Turner
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quando scoprì che il film era ambientato a Swansea, lo considerò un caso fortuito e lo liquidò con un sorriso ampio e triste, invitando Richard a mandargli gli altri dettagli del progetto, in modo da potersi fare un'idea di cosa avrebbe dovuto comporre e sperando di poter riarrangiare per la colonna sonora qualche vecchio pezzo mai completato.
Seduto a gambe incrociate e piedi nudi sul divano, mangiando una mela, stava leggendo svogliatamente la sceneggiatura del film, quando, dopo anni, si imbatté in quel nome, che non aveva mai più sentito da allora. Lei era la protagonista femminile.
Un'onda di quel mare freddo in cui si era bagnato solo con lei, lo travolse. Ricordi piccoli, invisibili, ma indelebili. Il miele delle sue labbra. Il salmastro delle sue lacrime.
Saltò su come punto da uno spillo e si catapultò in camera sua. Frugò nei cassetti, tra il libri sulle mensole, nelle scatole. Mise l'intera stanza a soqquadro, cercando, invano, di ricordare quelle parole che aveva tracciato nella più assoluta inconsapevolezza del futuro. Alla fine trovò quello che cercava: una copia esatta di quel bigliettino che le aveva dato, quasi dieci anni prima, sommerso dalla sua sgraziata grafia adolescenziale. Lo aprì con la delicatezza di una reliquia e una pioggia di granelli di sabbia gli cadde sui piedi. Rilesse quelle parole goffe, ma allo stesso tempo delicate, che aveva dedicato all'amore più strano e breve della sua vita.
Sarebbe bastato modificarle leggermente e arrangiare una linea di chitarra convincente. Qualcosa che gli ricordasse lei... e che insinuasse un piccolo dubbio in lei. Sospirò, guardando fuori dalla finestra il cielo che lentamente si scuriva in un crepuscolo triste, ma pieno di promesse.
“Puoi farcela, Alexander...” si disse.
E respirò dalla carta ingiallita l'odore del mare.

  
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