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Autore: mattmary15    16/03/2014    3 recensioni
Questa storia comincia con una giornata come un'altra al liceo Shohoku. La ascolterete da tre punti di vista: quello del bel tenebroso Rukawa, quello dell'inarrestabile Sakuragi e quello della forte Ayako. Insieme racconteranno di come la vita scorre, giorno dopo giorno, e riserva sorprese. Ma ci vuole poco a fare in modo che un giorno come un altro diventi ... l'inizio di una storia da raccontare.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Ayako, Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Un giorno come un altro

La sveglia suona alle sei.
La spengo e mi volto dall’altra parte. Neko non è d’accordo con me. Vuole mangiare. Stupido gatto. Ha sempre fame.
Mi alzo e il contatto tra il pavimento freddo e i miei piedi nudi mi ricorda che dormire non è un’opzione adesso.
Mi spoglio, lavo e infilo la tuta.  La divisa scolastica finisce nella borsa da allenamento. Non mi serve per ora.
Bevo un succo di frutta e do da mangiare a Neko che così smette di tormentarmi e si dimentica che esisto. Bravo gatto.
Esco. E’ a malapena chiaro. Fa nulla, con questa luce il canestro del campetto dietro casa lo vedo lo stesso. Prendo la bici e parto. Musica nelle orecchie.
Non la tolgo nemmeno mentre comincio il riscaldamento. Beata pace. Qui non c’è nessuno. Prendo la palla e la stringo tra le mani. Com’è possibile che sfiorare quel tessuto rugoso mi dia sempre la stessa scarica di adrenalina anche quando si tratta di un semplice allenamento?
Chiudo gli occhi e piego le ginocchia. Inarco la schiena e sollevo i gomiti. Inspiro. Apro gli occhi e lascio che, nell’esatto momento in cui l’aria mi fuoriesce dai polmoni, la palla si stacchi dal mio corpo tutto teso verso il canestro.
Flap.
La rete si gonfia e sgonfia. Ha tirato un respiro pure lei.
Mentre si fa giorno, io godo di ogni singolo istante di silenzio interrotto solo dal cadenzato battere della palla sul cemento. Tra poco è ora di entrare in classe. Guardo con nervoso il canestro arancione e riprendo la bici.
Quando arrivo a scuola è pieno di svampite che ridacchiano al mio passaggio e di ebeti che le guardano sbavando.
Tiro dritto e raggiungo la classe. Il mio banco è lì ad aspettare che ci poggi i gomiti così che possa addormentarmi. Nessun professore riuscirà a convincermi che c’è qualcosa che valga la pena ascoltare.
Riuscirei a battere il record del sonno facile se non ci fosse lui.
Avete presente la cosa più fastidiosa che esiste al mondo? E’ niente rispetto a lui.
Pare che tutta la sua esistenza sia finalizzata ad un solo scopo: distruggermi i nervi. E pensare che ne ho tanti di nervi. A volte mi sembra di essere fatto solo di nervi!
Chiudo gli occhi. Se il professore mi ignora, perché dovrei consentire a lui di impedirmi di dormire?
Niente. Sta parlando. Parla continuamente se ci penso. Dice, come al solito, cose senza senso. Insulti diretti a me, per lo più. Come fa a dire una così grande quantità di inutilità? Stupido idiota.
Se non fosse un compagno di squadra del club di basket, non dovrei averci niente a che fare.
Peccato che sia bravo. Peccato che sia bravo e lui non lo sappia. Peccato che sia bravo, che lui non lo sappia e che gli altri pensino per lo più che sia uno stupido idiota.
Se parlasse di meno e si allenasse di più sarebbe un giocatore discreto. Del resto se in squadra ci sta uno come Kogure, possiamo anche tenere lo stupido idiota. Una buona riserva uno, una buona riserva l’altro.
Tutto questo se lui non credesse di essere un genio! In effetti, non sa davvero di essere portato per questo sport, di essere bravo, riesce comunque a sparare cazzate dicendo ogni due parole che è un genio.
Considerando che parla continuamente, dice continuamente di essere un genio.
Maledizione!
Se non posso dormire, vorrà dire che mi farò espellere. La mia media è buona e me lo posso permettere. Ci metto pochi minuti a mandare su di giri il prof di matematica e lui mi spedisce fuori. Lui ridacchia, io pure. Raggiungo la terrazza e mi sdraio al sole. Batto il record del sonno facile.
Mi sveglia lo schiamazzo di un gruppo di ragazzi che raggiunge l’ombra di un albero in giardino per il pranzo.
Scendo e raggiungo la palestra. Non c’è ancora nessuno. Gli spogliatoi sono deserti. Mi cambio e infilo la maglia numero undici. Il rosso mi piace. E’ il mio colore preferito. Mi guardo allo specchio. Perché questo pensiero mi fa pensare a lui? Infilo la fascia al braccio e raggiungo il campo.
E’ arrivato anche Kogure. Mi saluta con un sorriso. Faccio uno dei miei soliti cenni. A volte sono proprio stronzo. Kogure è un ragazzo in gamba. Sa di non essere all’altezza a volte ma non si comporta come lo stupido idiota ed io sono troppo cinico quando si tratta di basket.
La porta si apre ed entra Ayako. Lei è a posto. La sola ragazza della scuola che non abbia provato almeno una volta a infilarmi la lingua in gola. L’ammiro, davvero. Anche perché deve allenare lo stupido idiota. Alle calcagna inoltre ha sempre il nostro play Ryota Miyagi. E’ bravo lo stronzetto! Compensa la scarsa altezza con la velocità e una massiccia dose di fiducia in se stesso. Inoltre sa bene che sono l’arma migliore della squadra e sa come valorizzarmi in campo. Dietro a lui arrivano alla spicciolata una manciata di mezze seghe e gli amici dello stupido idiota. Si definiscono la sua armata. Imbecilli. Finalmente arrivano anche Hisashi Mitsui cui va tanto di cappello per come gioca e Takenori Akagi, il nostro capitano, anch’egli meritevoli di tanta stima.
Manca solo l’idiota. Prendo il pallone e comincio a scaldarmi. Ecco la scarica di adrenalina che arriva. Prendo la mira e mi compare davanti lui!
Lui è Hanamichi Sakuragi, il più stupido, incapace, idiota, mentecatto, tremendo giocatore di basket di questa squadra, forse dell’intera prefettura, probabilmente del mondo. Ma è il numero dieci della mia squadra, lo Shohoku, ed è la mia nemesi.
Maledizione!

Non c’è niente da fare.
Anche stamattina sono in ritardo. Devo correre per non essere lasciato fuori dalla scuola. Non che me ne freghi un cazzo delle lezioni ma se perdo quelle, salto gli allenamenti di basket.
Pensare che prima di conoscere Haruko Akagi, io il basket lo odiavo! Mollato per un giocatore di basket senza sapere che io stesso sono un giocatore di basket! Il migliore che questa scuola abbia mai visto!
Riesco miracolosamente ad entrare ad un soffio dal suono della campanella e raggiungo la classe.
Eccolo la. Lui, il motivo della mia infelicità costante. Se qualcosa va male nella mia vita, posso star certo che la colpa sia sua. E’ colpa di Kaede Rukawa. E’ colpa sua se in squadra non capiscono che sono io il migliore, è colpa sua se la mia Haruko non si decide a capire che sono io l’uomo giusto per lei, è colpa sua se in classe non riesco a concentrarmi, è colpa sua se i miei amici mi prendono in giro durante gli allenamenti, è colpa sua se gli avversari dello Shohoku non mi prendono sul serio.
Come fanno tutti quanti a non vedere il mio genio e a venerare quella stupida faccia da volpe?
Bhé, se devo essere completamente sincero con me stesso e non lo ammetterò mai con nessuno, Rukawa è veramente un portento quando gioca a basket. Sembra che la palla, come tutte le ragazze che muoiono ai suoi piedi, sia cotta di lui e obbedisca docilmente ad ogni suo desiderio. Fa delle cose che non so neanche immaginare in campo. Come diavolo fa? Mito, il mio migliore amico, dice che ha quella cosa che si chiama talento.
Talento? Talento per cosa? Per muoversi con tanta eleganza in uno sport fisico e a tratti bestiale?
Quando sono riuscito ad entrare in squadra, ero convinto che battere di forza il capitano fosse stata la palese dimostrazione della mia superiorità. Poi sono cominciati gli allenamenti e faccia di volpe mi ha dimostrato che non si tratta solo di forza. Quanto mi da fastidio questa cosa! E’ per questo che ho deciso di tormentarlo. Perché più di tutto mi da fastidio quella sua calma, quella indifferenza per ogni cosa. Io devo fare tutta quella fatica per dimostrare il mio valore e lui ottiene tutto con una scrollata di spalle.
Finalmente il professore lo butta fuori.
Strano. Nelle ore di lezione che seguono, mi ritrovo più volte a fissare il suo banco vuoto. Di sicuro è in terrazza a dormire! Mi sono accorto ultimamente che, quando lui non è in giro, mi annoio. Anche in campo. Ci sono dei momenti in cui credo che non sia più Haruko il motivo per cui continuo a giocare a basket. Questo sport mi piace. Mi ha preso molto più di quanto non mi aspettassi. Mi esalta preparare una partita. E’ come preparare una battaglia e il mio avversario preferito è sempre lui: Kaede Rukawa.
Le lezioni finiscono e io corro in palestra. Mi toccano i fondamentali e prima di entrare in campo, ce ne vorrà di sudore. Corro lo stesso perché so per certo che lui è già li. Arriva sempre per primo. Deve essere sempre il primo lui. Per questo lo odio. L’ho già detto che non lo sopporto? Per questo veniamo spesso alle mani. Ci pestiamo a sangue. Io però aspetto il momento in cui sarò in grado di battermi con lui sul parquet. Perché lui è la mia ossessione, lui è il mio bersaglio. Kaede Rukawa , il numero undici dello Shohoku.

Sarei curiosa di conoscere i pensieri di ognuno di loro prima di una partita importante.
Tra quattro giorni giocheremo una partita di allenamento con il Ryonan. Non è quella che definisco una partita importante, anche se i ragazzi ci tengono a non sfigurare. E’ un’amichevole e il motivo per cui serpeggia un velato nervosismo generale in realtà, è la presenza degli osservatori della nazionale giovanile. Selezioneranno dieci giocatori, cinque titolari e cinque riserve per un quadrangolare tra Lituania, Stati Uniti, Spagna e Giappone.  Inutile dire che quando Anzai ha dato la notizia, tutti i ragazzi hanno rizzato le antenne. Tutti tranne Hanamichi che non ha capito nulla e ha cominciato ad inveire contro Rukawa. Tanto per cambiare! Ogni occasione è buona per lui per insultare Kaede.
Il mio vecchio compagno di classe sembra, comunque, sopportarlo di buon grado. All’inizio ero convinta che le loro scazzottate prima o poi sarebbero degenerate in qualcosa di brutto tipo l’espulsione di uno dei due o di entrambi, invece ho capito che è semplicemente il loro modo di comunicare. Kaede non è mai stato uno che parla molto. Sin dalle elementari stava sempre per conto suo. Appena è stato abbastanza grande per far rimbalzare una palla da basket, si è isolato completamente. Io sono stata sempre sua amica, abbastanza almeno per sapere che questo suo modo di essere ha un solo responsabile: suo padre. Con Hanamichi ha creato uno strano rapporto. Nonostante Rukawa sappia di essergli superiore, è come se ci tenesse a sfidarlo. In quel suo modo di provocare l’altro è come se cercasse compagnia, come se, dopo tanti anni, si fosse stufato di starsene solo.
Sakuragi, dal canto suo, si comporta come se la sfida lo facesse infuriare, ma in realtà sembra più che altro soddisfatto che l’altro, in qualche modo, gli riservi le sue attenzioni.  A guardarli, quei due bambinoni, mi viene quasi da sorridere per quanto sono teneri.
L’allenamento termina con i soliti battibecchi mentre Ryota continua a corteggiarmi. Se sapesse che mi piace, sarebbe la mia fine. Io però sono Ayako, la manager migliore del mondo e non posso distrarmi per queste cose adesso. La mia missione è portare lo Shohoku in vetta al campionato. Per farlo devo tenere insieme questa massa di caproni. Devo impedire a Mitsui di tornare ad essere un teppista, a Miyagi di guardarmi le tette, ad Akagi di pensare troppo che questo è il suo ultimo anno e ad evitare che Rukawa e Sakuragi si uccidano a vicenda!
Sono l’ultima ad uscire perché faccio attenzione che tutte le luci vengano spente. Il club non ha così tanti soldi per pagare bollette esorbitanti.
Sono andati tutti via. C’è solo Rukawa fuori che armeggia con il lucchetto della sua bici. Gli si avvicina un tipo alto con le mani in tasca. Deve essere uno studente di un’altra scuola perché la sua uniforme è diversa. Rukawa si alza e lo fronteggia. Si stanno dicendo qualcosa che sembra non interessare a Kaede che monta in bici e se ne va.
“Che ci fa quello qui?”
La voce di Hanamichi mi fa sobbalzare. Mi ero dimenticata che fa allenamenti supplementari. Doveva essere ancora negli spogliatoi.
“Non lo so. Parlava con Rukawa. Tu lo conosci?”
“Guarda che lo conosci anche tu! E’ Fukuda del Ryonan. Ora la volpe parla con il nemico?”
“Hana guarda che è un’amichevole! Comunque non lo avevo riconosciuto! In effetti, ora che me lo nomini, mi ricordo di lui. Fukuda… l’amico di Sendoh.”
Incrocio le braccia pensierosa. Sendoh è un altro pallino di Kaede. Quando lo ha visto giocare la prima volta, uno strano fuoco si è acceso nel suo sguardo. Ha detto testuali parole “Questo merita tutta la mia attenzione” che per Rukawa è un discorso di una certa complessità. So che si sono incontrati più volte da soli nel campetto dietro casa di Kaede. So anche, per via delle chiacchiere di Haruko e delle altre ragazze che anche Sendoh è interessato a Kaede, anche se non solo sportivamente. In effetti, durante una partita di allenamento tra lo Shohoku e lo Shoyo, lui si è avvicinato alla panchina per osservarlo e io gli ho rivolto la parola dicendogli che non poteva stare li. Mi ha sorriso con una delicatezza disarmante e mi ha chiesto il favore di rimanere.
“Per cortesia, vorrei vedere Rukawa da vicino. Lui non si fa osservare da vicino e a me piace tanto guardarlo. Non lo trovi bellissimo anche tu?”.
Sono rimasta interdetta e non ho saputo dirgli di no. Quando la partita è finita, ha teso un asciugamano a Kaede che l’ha preso senza esitare. Si sono scambiati solo uno sguardo quella volta ma sono certa che si siano incontrati spesso. 
Hanamichi si deve essere accorto che sto rimuginando su qualcosa e mi sfila le chiavi di mano.
“Va a casa, qui chiudo io. Non ti preoccupare. In cambio mi dici a cosa stavi pensando riguardo a Rukawa e Sendoh?”
Pestifera scimmia rossa! Come ha fatto a capire che aveva associato Rukawa a Sendoh? Ad ogni modo non posso lasciarmi scappare una parola. Ci manca soltanto che domani entri in campo urlando qualche sfottò su una possibile storiella sui due!
“Non stavo pensando niente del genere! Ma figurati, con tutte le ragazze che ronzano dietro a Rukawa!”
Hanamichi sorride.
“Guarda che lo so che Sendoh è interessato a Rukawa. Me lo ha detto lui stesso!”
Stavolta non posso impedire che la mia mandibola diventi preda della forza di gravità.
“Ma che dici?”
“Una volta l’ho beccato che spiava Rukawa mentre si allenava nel campetto dietro casa sua. L’ho preso in giro. Non credevo davvero che mi avrebbe confessato una cosa simile. Invece mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha detto che lui è molto attratto da Rukawa.”
Sarà una mia impressione ma, mentre mi dice queste cose, lo sguardo di Hanamichi vaga, triste, nel vuoto. Per stemperare quell’atmosfera lo punzecchio.
“E tu che ci facevi lì? Anche tu a spiare Rukawa?”
Lui agita le braccia imbarazzato.
“Passavo di lì per caso!”
“Sì, come no!”
“Basta! Chiuditela da sola la palestra!”
Urla, sbraita e se ne va.
Spengo le luci e chiudo. Mi incammino verso casa mia. In effetti, ho sempre pensato che Rukawa non degnasse le ragazze di uno sguardo perché troppo impegnato col basket e teso verso il suo obiettivo di diventare il miglior giocatore del Giappone prima, del mondo poi e dell’universo alla fine. Eppure un tarlo comincia a rodermi la mente. Possibile che Kaede possa essere invece interessato a Sendoh? La voce di mia madre mi distrae da questi pensieri e mi convinco che è tempo di non pensare più allo Shohoku per stasera.

La sveglia suona alle sei.
La spengo e mi metto seduto sul letto. Mancano tre giorni all’amichevole e devo allenarmi. Neko miagola e si struscia ai miei piedi. Vuole mangiare. Stupido gatto. Ha sempre fame.
Mi alzo e raggiungo il bagno. Mi spoglio, lavo e infilo la tuta.  La divisa scolastica finisce nella borsa da allenamento. Di nuovo.
Bevo il mio succo di frutta e do da mangiare a Neko che si dimentica subito della mano che lo ciba. Bravo gatto.
Esco e mi accorgo che piove. L’opzione campetto dietro casa è esclusa. Mi ammalerei e addio partita. Mi ricordo che Ayako lascia le chiavi della palestra sulla lastra del primo finestrone a destra. Mi decido ad andare ad allenarmi li. Prendo la bici e parto. Musica nelle orecchie. Con l’impermeabile tirato su fino agli occhi a malapena vedo la strada. Io sono un tipo fortunato agli incroci.
Raggiungo la palestra. La chiave è dove dovrebbe essere. Mi tolgo l’impermeabile e comincio l’allenamento.
Sono migliorato molto negli ultimi mesi. Soprattutto nella percentuale di realizzazione. Certo, sono ancora fisicamente un po’ indietro rispetto agli altri ma compenso in stile e improvvisazione.
Se fossi un po’ più forte, se avessi la resistenza di quello stupido idiota, per esempio, sarei perfetto. La mia eleganza e il mio estro con la sua forza. Che unione ragazzi!
Canestro.
Questo era davvero bello. Perché, da un po’ di tempo a questa parte devo finire sempre con il pensare a quella stupida testa rossa? Non basta quanto mi tormenta con la sua presenza? Ora deve infastidirmi anche quando non c’è? Scuoto il capo e mi asciugo il sudore della fronte con la fascia che porto su braccio.
E’ ora di staccare. Faccio la doccia, visto che sono qui. Gli spogliatoi sono un po’ freddi ma il getto dell’acqua calda riempie subito la stanza di vapore. Mi spoglio e beneficio della sensazione di relax che scioglie i miei muscoli tesi per l’allenamento.
Esco e comincio a rivestirmi quando vedo qualcuno nello spogliatoio. Chissà perché mi viene in mente che sia lui. Forse fa i suoi allenamenti speciali anche di mattina?
“Di buon’ora idiota?”
Viene verso di me e lo riconosco troppo tardi quando già mi è addosso schiacciandomi contro gli armadietti.
“L’hai voluto tu, Rukawa! Ti ho detto di starmi a sentire! Tu pensi di essere migliore degli altri e non dai retta a nessuno! E’ per questo che gli piaci tanto? Già pensa a quando starete in ritiro insieme e io non posso sopportarlo, lo capisci? Niente di personale. Voglio solo che tu dica che starai lontano da lui!”
Ha gli occhi iniettati di sangue ma non mi fa paura. Io non ho mai paura. Gli prendo i polsi cercando di allontanarlo da me.
“Sei un deficiente. Ci incontreremo sempre! Giochiamo partite continuamente! Come pensi che potrei rispettare una simile richiesta? E poi, non è un mio problema. Se ti interessa, diglielo in faccia e accetta la sua risposta.”
A questo punto dovrei frenare la lingua perché mi ha già dato una serie di pugni e ho capito che è più forte di me. Non posso difendermi. Lui però pare non essere soddisfatto.
“Forse non hai capito! Lui a te non interessa! Perché non la smetti di giocare con lui? Io gli voglio bene e tu non me lo porterai via!”
Urla e mi scaraventa a terra. Mi divincolo ma i pugni che gli tiro sembrano fargli il solletico. Mi sbatte la testa contro il pavimento e sono quasi certo che il sapore che sento in bocca sia sangue. Il mio. Si alza e io spero che ne abbia avuto abbastanza invece mi trascina per una caviglia fino alla vasca piena d’acqua.
“Vediamo di rinfrescarti le idee, Rukawa. Voglio che ti dimentichi persino dell’esistenza di Sendoh!” dice infilandomi la testa sott’acqua. Ora comincio a credere che sia pazzo e che mi ucciderà. Mi lascia ricadere al suolo e prendere aria, solo quando vede che non mi agito più nell’acqua. Mi volto e lo fisso negli occhi. Con rabbia perché non vedrà mai la paura in me.
“Non hai la minima possibilità con lui se ti comporti così!”
Ho decretato la mia fine perché, anche se quello che ho detto lo penso davvero e voleva essere un suggerimento da amico, è suonato come una condanna alle sue orecchie. Solleva una panca e me la scaraventa addosso. Risultato. Non vedo più nulla. Sento ancora qualcosa ma non riesco a capire. Qualcosa di caldo mi scorre sulla faccia. Non riesco più a muovermi. Se è un incubo, è questo il momento in cui devo svegliarmi. Mi sento cadere. Il pavimento è freddo. Io ho freddo. Provo a dire al mio corpo di alzarsi. Fa freddo. Sento freddo, nient’altro che freddo.


Note dell'autrice:
Ecco il primo capitolo di questa storia nata un po' di tempo fa che ho riletto di recente e deciso di pubblicare.
Ovviamente i personaggi non sono miei (Inutile dire che appartengono ad Inoue) anche se mi piacerebbe che almeno Rukawa fosse tutto mio!!!
A presto! Kisses.

  
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