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Autore: AwwSelena    28/03/2014    2 recensioni
Un cugino comparso dal nulla, una richiesta inaspettata, una scommessa deficiente tanto quanto il suo ideatore e un amore che si sgretola ma da lì nascerà una nuova amicizia.
Loro due, così diversi eppure così uguali.  
Gli opposti si attraggono? Loro due si odiano ma nonostante ciò non possono stare uno lontano dall'altra.
Cosa ne uscirà fuori?
 
-Mamma d’inglese non ne capisce nulla, io le ferie le ho ad agosto e poi ci sei tu…l’unica capace di farsi capire da un inglese senza comprare una cucina al posto di un pollo allo spiedo. Spiegami, dovevo bruciare quest’opportunità?-
-Papà, se intendi la figuraccia di zia Margherita in Inghilterra, stai tranquillo, non credo che Louis la voglia con se. E comunque almeno lasciarmi decidere no, eh?-
-Come, lui non te l’ha chiesto?-
-Si, ma se me lo avessi direttamente detto tu, tipo “Faith, tu andrai in Inghilterra perché ho appena scoperto che tu e un 1/5 dei One Direction siete cugini” mi sarei evitata una figura di merda con Louis Chiappe D’Oro Tomlinson, MI SPIEGO?-
 
Prequel de "Il matrimonio del mio migliore amico"
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hayley’s POV
 
-Per Santa Maria Dolores, Harry, hai finito?- Urlai alla porta del bagno, dentro il quale mio fratello era barricato da più di mezz’ora.
-Un attimo!-
Alzai gli occhi al cielo e sospirai pesantemente, sfociando in un grugnito esasperato.
Mi sedetti sul letto della stanza d’albergo in cui ci trovavamo, ancora una volta ad aspettare.
Neanche io sono tanto lenta da stare in bagno per quaranta minuti. Grazie al cielo mi ero lavata per prima, ma avevo un bisogno impellente di farmi i capelli, altrimenti sarebbero rimasti quel nido di corvi che erano quando mi ero svegliata.
Presa dalla noia, mi misi a controllare i borsoni e la borsa da mare.
Faith ci aveva convinti a venire a dormire con lei alla casa al mare, e, in particolare, ci aveva proposto di passare la prima notte a dormire in spiaggia, dato che avevamo passato il Ferragosto lontani. Per gli altri giorni invece ci saremmo dovuti adattare, ma sarebbe stato divertente.
In parole povere, avevamo prenotato in hotel inutilmente.
Chissà com’era il mare siciliano.
L’avevo visto quando eravamo arrivati, certo, ma di sicuro era differente dalle spiagge bianche cui ero solita recarmi a Miami.
-Il bagno è tutto tuo.- Mormorò quel surrogato di lumaca che avevo come fratello.
-Grazie al Signore!- Mi ci fiondai dentro di corsa, per poi pettinarmi i capelli in meno di tre minuti e ritornare a prendere tutti i nostri bagagli.
Quando arrivammo alla reception, gli altri ci stavano aspettando.
-Era ora!- Sputò con collera Zayn.
-Scusa, ma lui è peggio di una ragazza. Ha occupato il bagno per un’ora intera.- Indicai il riccio dietro di me, che nel frattempo mormorava un ‘Ti ho sentita.’
Consegnammo le chiavi delle stanze e pagammo, tutto questo sotto lo sguardo stranito dei gestori.
Una volta fuori, una ventata d’afa ci travolse.
-Com’è possibile che io sia già sudato?- Biascicò Louis.
-La magia del sud, caro mio!- La voce di Faith sbucò da un paio di metri più in là.
-Da quanto ci aspetti?- Chiesi mentre mettevo a fuoco la sua figura.
-Sono arrivata ora!- Disse euforica.
-Avanti, saltate su!- Ci indicò la sua auto.
Ci dirigemmo verso la vettura e ci ritrovammo di fronte ad un utilitaria color verde mela, nuova di zecca.
Tutti la squadravano a bocca asciutta. Si aspettavano qualcosa di più…di più… di più imponente, ecco.
-Hey, cos’è, la mia Fiat non vi piace?- Chiese la proprietaria con aria scherzosa.
-Si ma…- Cominciò nientemeno che Liam. -…insomma, credevamo che tu avessi una macchina più spaziosa.-
-Ha sei posti!- La difese la bionda.
-Faith, è un buco!- Precisò Zayn.
-No Zayn, non è un buco. E poi dove li trovavo i soldi per una macchina più grande? Voglio capire…! Neanche me li stessi dando tu!-
-Ragazzi, l’importante è che parta.- Li zittì Niall.
-Decideteli ora i posti, non voglio litigi durante il tragitto.-
-Perché, scusa, vorresti guidare tu?- Mio fratello alzò un sopracciglio.
-E chi sennò? Guarda che la patente non me l’hanno data a caso.-
-Si, certo, questo sicuro, ma… niente… - Rimase sul vago.
-Ti spiego: tu sei una ragazza e lui è convinto, secondo la contorta logica maschile, che ci condurrai tutti a morte certa.- Rivelai con semplicità.
Lui si voltò di scatto a guardarmi, pallido e con gli occhi sgranati.
-State tranquilli che, se non fosse per il fatto che voi inglesi avete la guida a destra, avrei fatto guidare uno di voi maschi.- Ammise la neo-patentata.
-Ora muovetevi: la casa è un po’ fuori città, vorrei arrivare entro questa notte.-
-Faith, non fare la sarcastica.-
-Louis, non fare l’idiota.-
Era così divertente vedere due cugini scherzare come fossero fratelli.
Louis, Liam, Zayn e Niall finirono dietro (esatto quell’auto aveva quattro sedili posteriori!) e io mi misi in braccio a quest’ultimo, mentre mio fratello e Faith rimasero davanti.
Avrebbero dovuto ricominciare a parlarsi prima o poi, e stavano ricominciando bene.
Quando lei era partita, Harry si era chiuso in se stesso per giorni e non voleva saperne di vederla di nuovo. Poi il rapporto con Niall era addirittura peggiorato: se prima si era limitato ad ignorarlo, dopo la partenza della cugina di Lou le cose avevano cominciato ad andare male. Loro due si erano ritrovati a litigare ogni santo giorno, con urla che avrebbero fatto invidia alla giungla più nera. Alla fine, però, entrambi avevano messo da parte l’orgoglio e si erano scusati e perdonati a vicenda.
Su Faith ne aveva dette di cotte e di crude… e ora si ritrovava seduto accanto a lei a parlarci allegramente!
Ah, questi inglesi bipolari!
 
Harry’s POV
 
Sporsi il braccio fuori dal finestrino, per sentire l’effetto della velocità sulla mia mano. Il tettuccio dell’auto l’avevamo abbassato già da un po’ e il vento ci donava sollievo dalla calura estiva.
Avevamo già passato la periferia e si vedeva il mare in lontananza. Il cielo era più azzurro che mai e il sole splendeva anche troppo quella mattina. Giurerei che mi stavo abbronzando il cuoio capelluto.
La musica faceva da sottofondo alle nostre chiacchiere, come sempre molto fitte.
Due settimane erano tante.
Osservavo alla mia destra la vegetazione fitta e incolta, mentre il vento mi schiaffava i capelli in faccia.
-Harry, guarda!- Esclamò Faith. Mi girai alla mia sinistra e vidi il mare che brillava dall’alto della collina sulla quale ci trovavamo.
Lei lo guardava con un sorrisone stampato sul volto.
Ad un tratto si girò verso di me e credetti che da qualche momento a quella parte sarei morto.
Era come se vedessi a rallentatore.
Lei ritornò a guardare la strada, le mani fisse sul volante, sempre con quel sorriso spontaneo che la caratterizzava.
Il vento le portava i lunghi capelli biondi all’indietro, lasciandole la fronte libera.
Lei inclinò la testa all’indietro, lanciando un urlo di felicità, per poi guardarmi di nuovo e scoppiare a ridere.
-Questa si che è vita!- Gridò per sovrastare il rumore causato dalla velocità con la quale ci muovevamo.
Mi guardava negli occhi e potevo percepire che fosse felice davvero, in quel momento.
Imboccò una strada sterrata e scese fino a un cortile. C’era un cancello grande e un cancelletto accanto.
Quando scendemmo dall’auto, dei cani le saltarono sulle ginocchia, e lei prese a coccolarli.
-Andiamo! Vi faccio conoscere la nonna Mary!-
Entrammo dal cancelletto e ci ritrovammo davanti una casa bianca a due piani con il tetto in mattoni rossi ed attaccato ad essa c’era un gazebo di legno ricoperto di rampicanti, come una pensilina.
Faith entrò e una signora sulla sessantina dai capelli color miele le venne incontro, abbracciandola.
-Loro sono i ragazzi!- Ci presentò. Evidentemente non poteva smettere di sorridere.
La donna sorrise, poi cominciò a parlare.
-Sentite, io vi ho preparato pasta e pizze. Quando finite in piscina, l’importante è che non lasciate macello, va bene?- Noi tutti annuimmo, anche se nessuno di noi era sicuro di cosa intendesse.
-Dai, andate in piscina!- Ci spronò.
Noi salutammo e la bionda ci fece strada verso un improbabile piano inferiore. Andò alla nostra destra e cominciò a scendere la scalinata sotto il sole cocente.
Scendemmo anche noi e ci ritrovammo davanti una piscina immensa, decisamente ben curata, che poteva tranquillamente fare invidia a quella di casa nostra, a Londra.
C’era qualche sdraio intorno.
 Dietro la piscina c’era una sorta di balconata dalla quale si vedeva la vegetazione sottostante, e c’era anche un’altra gradinata che di sicuro portava a mare.
Alla nostra sinistra c’erano una vetrata e una porta.
Faith era entrata con tranquillità nell’appartamento rustico che si celava dietro alla vetrata e aveva cominciato ad aprire armadi e a cercare nelle dispense per vedere se c’era qualcosa di utile.
-Ma qui… è bellissimo.- Ebbe la forza di mormorare mia sorella, con la bocca spalancata.
Le ragazze si andarono a cambiare in bagno mentre noi semplicemente rimanemmo in costume levando pantaloni e magliette.
 
Due ore dopo…
 
Eravamo tutti in acqua. Chi parlava, chi nuotava, chi altri invece prendeva il sole sul lettino.
L’unica che invece era rimasta a prendere il sole era proprio la proprietaria della casa.
Improvvisamente si alzò e camminò fino al bordo della piscina, guardandosi intorno.
La guardavo dal centro della piscina, e da lontano sembrava ancora più magra di quanto già non fosse.
Poi mi accorsi di Louis dietro alle sue spalle. Ci fece segno di fare silenzio, poi prese la rincorsa silenziosamente e la buttò in acqua.
Lei non ebbe neanche il tempo di cacciare un urlo che era già immersa fino alla testa.
Quando riemerse, mi ci avvicinai e le circondai la vita con le braccia, tenendola vicino a me. Faith arrossì violentemente per poi scivolare via dalla stretta scendendo giù sul fondo.
In quel momento sentii una sorta di panico. L’avevo lasciata cadere facilmente, senza considerare che magari qualcuno l’aveva tirata giù prendendola per il piede per torturarla in qualche modo.
D’istinto ficcai la testa sott’acqua e, aprendo gli occhi, mi resi conto che Faith si era avvicinata al suo cugino, che non l’aveva vista, e gli aveva restituito il favore spaventandolo.
Quando riemersi, Louis era dieci volte più terrorizzato e sorpreso di quanto sua cugina non lo fosse stata pochi attimi prima.
-Io ho fame!- Gridò mia sorella.
In contemporanea, qualcuno dal piano di sopra urlò ‘E’ prontooooo!’
-Muovetevi, che si fredda la pasta!- Esclamò Faith uscendo dalla piscina e andando ad prendersi un asciugamano e utilizzandolo come pareo.
Tutti la imitammo e salimmo al piano superiore.
Faith fece strada fino alla veranda a destra della porta d’ingresso, dove un tavolo di plastica era già imbandito.
Davanti al tavolo la balconata dava sia sulla piscina che sul mare, ci trovavamo davvero in alto.
Ci sedemmo, tutti un po’ gocciolanti, e cominciammo a mangiare.
-La pasta a forno della nonna Mary è… molto più che buona!- Osservò Niall mentre si rimpinzava.
Scoppiammo tutti a ridere perché aveva la bocca completamente piena di quella roba ed aveva la faccia tutta sporca, neanche fosse un cane.
-Allora, vi state divertendo?- Spuntò proprio la nonna Mary.
-Si signora!- Rispondemmo in coro.
-La sua pasta è buonissima!- Ne approfittò Niall.
-Grazie!- Sorrise e tornò in casa.
Guardai Faith, e aveva un espressione che stava tra un sorriso e una smorfia. Dopo neanche un secondo scoppiò in una risata cristallina, dove arrivò quasi a piangere per il troppo ridere.
Quando si fu ripresa, fu la prima a parlare:- Allora, verso che ora scendiamo stasera?-
-Verso le otto… O le nove, dipende.- Risposi io.
-E che facciamo oggi pomeriggio?- Domandò Liam.
-Boh. Prendiamoci il sole. Oppure prepariamo il mangiare per stasera!- Propose Hayley.
-Oddio, vero! Mi ero completamente scordata del cibo!- Disse Faith.
-Ma portiamoci la pasta e le pizze di tua nonna, no?- Ribattei.
-Giusto. Con le bevande come siamo messi? Poi dobbiamo portare gli ombrelloni e prendere la legna!- Continuò lei.
-A che serve la legna?- Zayn la guardò con aria confusa.
-Ad accendere il fuoco, ti pare che ci portiamo la stufa a mare?-
Quando finimmo sparecchiammo tutto ed entrammo in cucina, dove spostammo gli avanzi dalle teglie per metterli in dei piatti di alluminio e avvolgerli con la pellicola trasparente.
Scendemmo di nuovo nell’appartamento (che poi appartamento non era, non aveva la camera da letto ed era adibito più che altro alla conservazione del vino e delle cose per il mare) e prendemmo un ombrellone e cominciammo a guardare nei vari armadi e cassetti in cerca di qualche svago per il pomeriggio.
Dopo un’ora scarsa di ricerche ci arrendemmo alla stanchezza e ci concedemmo un riposino pomeridiano al sole.
Non sono il tipo da abbronzatura, ma quella notte avevo dormito poco e niente in quel cavolo di albergo e cedetti al sonno per un paio d’ore, per essere svegliato poi da mia sorella.
-Harry, Harry…-
Brontolai qualcosa in risposta.
-Harry, non è che ti sei dimenticato di metterti la crema solare?- Aprii gli occhi all’istante: me n’ero completamente dimenticato.
-Ti sei bruciato tutta la schiena!- Mi avvisò e imprecai sottovoce.
-Che ore sono?- Chiesi a un fil di voce, ancora intontito dal sonno.
-Le cinque. Tutti sono di sopra a fare merenda, qui c’è solo Faith che sta sistemando le cose nella borsa-frigo. Io vado a mangiare!- Mi intimò prima di correre via.
Mi misi seduto sulla sedia sdraio e guardai la piscina davanti a me. L’acqua era limpida e tiepida, e non puzzava eccessivamente di cloro.
-Hey, bello addormentato!- Mi voltai verso la biondina che si stava avvicinando.
All’improvviso si fermò a guardarmi la schiena. Sbarrò gli occhi.
-Come hai fatto a bruciarti in quella maniera?!-
-Non ho messo la crema solare.- Ammisi.
-Pft, idiota.- Sospirò con rassegnazione.
-Vieni che ti metto del latte solare. Altrimenti rischi di finire come i nostri cani.- Mi alzai e le venni incontro.
-Varrebbe a dire come i vostri cani?-
-A fare la muta.- La guardai male e lei, in tutta risposta, alzò le spalle.
Prese una crema da un tubetto e cominciò a spalmarmela sulla schiena. Rabbrividii al contato: quella cosa era dannatamente ghiacciata.
Passai dal pensare quanto fosse fredda quella crema a quanto fossero delicate le sue mani. Erano come la seta, meglio del velluto, più leggere di una piuma.
Alla fine sentii uno schiaffo sulle spalle e per poco non urlai dal dolore.
-Oh, scusa! N-non ci ho pensato!- Balbettò Faith prima di notare il mio viso contratto dal dolore.
-Mi dispiace… Non volevo, l’ho fatto per riflesso condizionato!-
-Va tutto bene…- Mormorai. Invece le spalle mi facevano male il doppio.
-Dai, andiamo a riempirci lo stomaco.- Mi incitò.
Salimmo le scale e andammo in cucina a prendere un po’ di pizza, dopodiché cominciammo a prepararci per la notte, infilando le ultime cose nelle borse.
E nel frattempo il cielo scuriva.
 
Faith’s POV
 
Quella sera…
 
-Hayley, metti la borsa-frigo sul lembo dell’asciugamano, sennò vola!- Urlò Zayn alla mora.
-Chi se lo vuole fare il bagno di mezzanotte?- Propose Louis. In risposta ricevette un coro di ‘Io!’. Solo io rimasi zitta, avvolta nei miei shorts e intenzionata a non levarmeli. Tutti corsero verso il mare, mentre li guardavo da lontano.
Stavo per sedermi sul telo, quando qualcuno mi parlò.
-Non vai in acqua?-
-No, Harry. Sto praticamente morendo di freddo, figurati se vado a farmi il bagno!- Dissi sedendomi ad indiana.
-Vai, non badare a me.- Continuai, indicando il mare.
-No, dai, ti faccio compagnia.- Rispose sedendosi sul telo accanto al mio.
-Allora… come… va?-
-Come dovrebbe andare?- Dissi accennando una risata.
-Niente… era per spezzare il ghiaccio.-
Guardammo entrambi i ragazzi schizzarsi a vicenda. Sembravamo due eremiti, al confronto.
-Posso… Posso farti una domanda?- Lo guardai, in cerca di un assenso.
-Dimmi.-
-Odi ancora il fidanzato di Hayley?- Lui scoppiò a ridere.
-Beh, diciamo di si. E’ sempre mia sorella!-
-Allora tua sorella mi dovrebbe odiare per via di questa assurda scommessa? Non ti capisco.- Scossi la testa, ma non stavo parlando seriamente.
-Non so… Sono abbastanza possessivo.- Osservò guardando il cielo.
Sentii lo stomaco stringersi all’improvviso. Lo sapevo, lo sapevo bene che era un tipo possessivo.
Si girò verso di me e notò la chitarra appoggiata all’ombrellone.
-Come va con la chitarra?-
-Eh?- Chiesi.
-Intendo se alla fine ti sei iscritta da qualche parte per imparare. O migliorare.-
-No, faccio schifo sempre allo stesso modo, tranquillo.- Mormorai con lo sguardo assente.
Lui rise.
-Scommetto invece che sei brava, ma non te ne accorgi. Avanti, suona qualcosa.- Impallidii. Ero pessima a quello strumento.
Lo afferrai, un po’ titubante, e cercai di ricordare qualche accordo.
Strimpellai qualcosa, cercando di mascherare il mio orrendo modo di suonare con la voce, canticchiando un po’.
-Non sei male.- Osservò.
-Certo. E sono anche Madonna, sai.- Rimisi la chitarra al suo posto.
-Su, ti manca solo un po’ di allenamento. Devi solo trovare qualcuno con cui esercitarti.-
-Beh, se il mio cosiddetto ‘corso di chitarra’ a Londra non si fosse andato a farsi benedire, magari adesso non suonerei così male!- Mi lasciai scappare.
Volse lo sguardo altrove, verso la vecchia scaletta di legno dalla quale eravamo scesi.
-Harry, io… non… scusa…- Sussurrai sfiorandogli un braccio con il dorso della mano, che ritrasse al contatto.
-Mi dispiace, non volevo dirlo…-
Si girò nuovamente verso di me con uno scatto.
-No Faith, tu intendevi dirlo eccome. Tu lo volevi dire, aspettavi solo l’attimo giusto per sparare la cretinata della serata, lo sai bene, non mentire. Come se non fossi già brava a farlo di tuo, poi.-
-Davvero credi che io ti avrei mai detto una cattiveria solo per il gusto di farlo?- Mi sentivo in colpa ma anche offesa, in un certo senso.
-Io non lo credo, io lo so.-
-No, non sai un bel corno invece! Posso sbagliare una volta, ma non sono come un asino, imparo dai miei errori! Solo che non so da dove devo cominciare con te. Ogni volta che ti parlo dico qualche cavolata… e questo ne è la prova!- Dissi, liberandomi da un peso.
Non sapevo fino a quanto fosse positivo il fatto che io gli avessi detto come mi sentivo, poteva anche fraintendermi.
Ci fissammo per un attimo, poi i nostri sguardi si rivolsero ad Hayley che  stava urlando:- L’acqua è caldissima!-
-Muoviti, su. L’acqua è calda, almeno non rimani qui a morire dal freddo.- Mormorò con lo sguardo fisso sul mare. Freddo, freddo come le mie gambe qualche attimo prima che cominciassimo a parlare.
-Dai.- Indicò i ragazzi con un cenno della testa.
-Non me la sono presa, vai, su.-
Respirai a fondo e mi alzai, dirigendomi verso la riva.
L’acqua mi bagnò i piedi e lì mi accorsi che era davvero calda.
Mi voltai verso Harry, il quale era rimasto seduto sull’asciugamano ad osservarci in silenzio.
Tutti giocavano a lanciarsi e a schizzarsi l’acqua, ma io rimanevo lì, immobile, a godermi la brezza marina sul viso e le onde infrangersi tranquillamente sulle mie gambe.
Ad un certo punto, notai che le onde superavano il bagnasciuga. Un dubbio orripilante mi passò per la testa. Era proprio quello che pensavo.
-L’alta marea!- Urlai.
-C’è l’alta marea!- Ripetei e tutti mi guardavano perplessi.
-Sbrigatevi, tra meno di mezz’ora questo posto sarà sommerso dall’acqua! Dobbiamo smontare tutto e in fretta!- Corsi al nostro ‘accampamento’ e cominciai a risistemare ogni cosa nel suo contenitore, e i ragazzi fecero come me.
Quando fummo sul punto di salire la scaletta di legno, l’acqua ci arrivava già alle caviglie.
Salimmo il sentiero invaso dalla vegetazione e finalmente sbucammo in piscina.
Mi accasciai su uno dei gradini in muratura per riprendere fiato, quando un altro problema fece capolino nella mia mente.
‘E ora dove dormiamo?’ Non ci avevamo pensato perché dovevamo dormire in spiaggia… ma ora?
Esposi quello che avevo pensato e Zayn, Liam e Niall proposero di dormire in quella sorta di appartamento che c’era di fronte alla piscina.
Si sistemarono sul divano di pelle rossa, sul pavimento e su una poltrona e ci augurarono la buona notte.
Salimmo la scalinata ed entrammo di soppiatto in casa.
Aprii silenziosamente la camera degli ospiti e accesi la luce.
Hayley si mise sul piano superiore del letto a castello, mentre Harry nell’inferiore.
Alla fine, nello stanzino della stanza, trovai un materasso e lo sistemai a terra. Presi una federa e gliela infilai, così da poter dormire tranquillamente senza bisogno di coperte eccetera.
Harry si avvicinò per parlarmi.
-Vai a dormire nel letto.- Ordinò.
-Scherzi? Siete voi gli ospiti, non ti permetterei mai di-
-Faith, va a dormire nel letto. E poi ti devo un favore, ti ricordo che la tua prima notte in Inghilterra non è stata delle migliori a causa mia…- Sussurrò con gli occhi bassi.
Cedetti alla sua supplica e mi andai ad infilare nel letto inferiore, guardandomi intorno.
-Certo però che questa casa è molto anni 70’, eh.- Rifletté.
Le porte sono verde acqua. Le pareti tutte bianche. I mattoni rossi ed è piena di vetrate colorate.
-Mi piace per questo.- Ammisi.
-Ti somiglia.-
-Cosa?- Non capii.
-Intendo che ti somiglia perché la tua personalità è così. Semplice ma colorata. E’ chiara.-
-Fate silenzio voi due, non siete ad un talk-show, per la miseria.- Mugugnò Hayley con la voce impastata dal sonno, segno che voleva essere lasciata dormire in pace.
Io e suo fratello ci guardammo e trattenemmo una risata a stento.
Poi ci demmo la buona notte silenziosamente e scivolammo in un sonno profondo.



 
Heeey, bella gente! 
Come ben vedete sono in orario, quale santo dobbiamo ringraziare? 
Credo un po' tutti, dato che questa settimana è stata pesantissima.
In compenso, il risultato non è... male (?) Okay, me lo immaginavo più decente, ma io mi accontento xD
E' una delle mie parti preferite della stagione (che saraà luuuuuuuuunga).
In questo capitolo ho cercato di esprimere al meglio il
calore che sprigiona l'estate, i divertimenti, gli scherzi, i pranzi all'aperto ecc. per rallegrarvi un po', dato il brutto tempo degli ultimi giorni!
Ora io vado, grazie mille per le recensioni!

Vi amo lettori miei, xx
  
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