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Autore: AveJackson    31/03/2014    0 recensioni
Questa storia è ambientata fra il secondo e il terzo libro della serie "Eroi dell'olimpo". Io non ho letto il marchio di Atena e non vorrei anticipare della cose QUINDI ATTENZIONE.
Un' antica divinità è risorta più potente degli dei dei giganti.
I sette eroi incontreranno la semidea più potente della storia
Genere: Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Percy Jackson: Più forte della morte.

 

10- Attacco aereo

 

Jason risentì di nuovo quella fantastica sensazione che provava quando si ritrova in aria, il vento e le nuvole lo facevano sentire a casa e solo lì,
riusciva veramente a pensare. Cosa che non si poteva certo dire di certo per Percy: era incollato all’albero maestro mormorando parole incomprensibili e solo Annabeth era riuscita a farlo calmare dopo non poco tempo. Jason sapeva che Percy si comportavo così per via del fatto che Zeus lo avesse minacciato non poche volte di ridurlo in un miliardo di pezzi. Annabeth stava osservando una pergamena insieme a Leo, forse doveva essere una specie di cartina stradale, mentre Piper guardava un notiziario sulla Grecia insieme ad Hazel. Jason si avvicinò a lei e le chiese:
-Cosa stai guardando?
 -Zitto, ascolta.
Jason posò lo sguardo sul mini televisore incorporato della nave e vide una donna bionda che parlava tenendo alcuni fogli in mano.
“…stato di allerta sulla penisola della Grecia dove si stanno verificando temporali e tempeste anomale, il governo è  pronto a dare il rischio di calamità naturale, le autorità sono pronte a evacuare la zona del Peloponneso…”
-Questa non è per niente una buona notizia……”
Questo fu il commento di Hazel.
-Porfirio ci aveva avvertito che era pronto ad invadere la Grecia, dobbiamo sbrigarci. Leo! Ha quanto può andare veloce questa nave?
Leo si girò mentre stava tenendo timone, cosa che provocò non poca ansia a Jason.
-Be’ se siamo così pazzi posso inserire il turbo e potremmo andare a una velocità di 3OO Km/h…
-Ma una nave normale può andare a una velocità di 25 nodi.
Gli urlò Percy che era ancora attaccato all’albero. Leo si mise a ridere.
-Ma questa non è una nave normale, amico.
Frank anche lui preoccupato per il fatto che Leo ormai avesse mollato il timone gli disse:
-Ehm… Leo… potresti guardare avanti visto che sei il timoniere? Sai… non vorremmo precipitare…
Leo sghignazzò e si rigirò avanti. Per tutta la conversazione Gea non aveva parlato, anzi si era sistemata sulla prua della nave e siccome quel giorno tutti avevano voglia di far venire a Jason dei mini infarti, le sue gambe penzolavano nel vuoto.
-C’è qualcosa che non va?
Gea inarcò le sopracciglia, ma non si girò.
-Jason non sentì niente?
Il ragazzo provò ad ascoltare, ma non senti che il rumore delle corde e delle vele della Argo II.
-No, perché.
Gea stavolta, si girò verso di lui.
-Percepisco qualcosa che sta arrivando qualcosa di grosso e pericoloso non so spiegarmi il perché, ma sento che è così.
-Suvvia, Gea non essere pessimista e poi di guai ne abbiamo abbastanza non credi?
La ragazza abbozzò un piccolo sorriso anche se un po’ incerto.
-Dai vieni, gli altri si staranno chiedendo perché te ne stai qui da sola.
-Va bene vengo…
Proprio mentre Gea stava per scendere dal parapetto, una massa informe si scontrò con la nave, l’urto fu così potente che fece volare Gea dal parapetto della nave e cadde nel vuoto  senza darle nemmeno il tempo di gridare.
-GEAAAAA!
Jason nel urto era caduto rovinosamente a terra, ma si rialzò e si sporse dal parapetto, ma non la vide da nessuna parte, non si era formato nemmeno un piccolo buco in quel mare di nuvole per segnare la caduta di un corpo, niente di niente.
Sconvolto, si guardò intorno e vide che quella massa si era trasformata in una tempesta elettrostatica e in cavalli. In quel momento sentì Leo urlare:
-Tutti ai propri posti, siamo sotto attacco.
Tutti i suoi compagni stavano combattendo contro quel mostro persino Percy si era staccato dall’albero e menava fendenti verso la nube insieme e Hazel e Frank che con le loro spade cercavano di disintegrare la creatura a stoccate. In quel momento Annabeth si affiancò a Jason,  la ragazza aveva un brutto taglio sul viso e la sua gamba destra sanguinava.
-Jason quelli sono ventus! Se non li distraiamo non possiamo distruggerli.
Annabeth si allontanò dopo aver spedito nel tartaro un ventus che stava arrivando alle sue spalle.Il ragazzo prima che potesse estrarre la spada donatagli da Era, un ventus sotto forma di cavallo lo caricò buttandolo a terra. Nel momento in cui il suo corpo urtò violentemente il ponte, un esplosione di dolore sulla scapola investì Jason e si accorse che il suo braccio sinistro stava sanguinando.
-JASOON!
Il ragazzo riuscì ad alzare lo sguardo e vide Piper che si stava facendo largo nella nebbia a colpi di pugnale. La ragazza quando lo raggiunse, lo trascinò lungo la poppa della nave e lo nascose dietro una fila di barili e cannoni. Jason con la poca forza che gli rimaneva cercò di dire:
-Piper, d-dove è Gea?
-Non ora sei ferito.
Ma prima che la ragazza potesse fare qualcosa, la fila di barili e cannoni che poco prima li copriva, schizzarono via e un volto mostruoso si formò davanti a loro.
-Bene bene bene… due in un colpo solo e questa volta non ci sarà Gea a salvarvi.
Jason intuì che non c’è l’avrebbero fatta a scappare, lui non poteva alzarsi e Piper non lo avrebbe abbandonato. Strinse a se la ragazza e chiuse gli occhi aspettando di essere ucciso, ma non sentì nulla tranne l’urlo strozzato di Piper. Quando si decise a riaprire gli occhi vide una sagoma familiare che fluttuava in aria brandendo una falce e uno scudo. Il volto mostruoso urlò di frustrazione:
-NOOOOOOOO.
L’essere scagliò un fulmine verso la figura, ma venne assorbito dallo scudo.
-Nessuno può toccare i miei amici.
La figura scagliò la falce verso il voltò, che si sbriciolò al contatto con essa, riversando una pioggia dorata. In quel momento i ventus fuggirono via e Piper urlò:
-GEA!
La ragazza tornò a terra e a Jason cominciò a girargli la testa, la voce di Piper e quella dei suoi compagni diventarono ovattate e il ragazzo svenne.

   
 
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