Il Labirinto Della Mente
E Sakurina aggiornò, alla
velocità della luce… lo so, lo so, sarete tutti sorpresi ma… basta, devo finire
questa storia prima che inizi a studiare per i test d’ingresso all’università
sennò non finisco più. E poi ho un sacco di altre storie in mente, se non
finisco questa non potrei mai farcela a scriverle tutte.
Oh, che capitolo triste, pieno di simbologie… XD okay in
realtà non so cosa dire e faccio finta di fare la poetica U.U
Lascio decidere a voi cosa dire, mi raccomando, aspetto i
vostri pareri, come sempre!
Un bacione Sakurina
Capitolo 21. "The Ones I Have Loved"
Is it
a dream?
All the ones
I have loved calling out my name
The sun warms my face
All the days of my life, I've seen them passing me by
(""The Swan Song" by Within Temptation)
Quel cigolio era veramente insopportabile. La finestra
bianca continuava a sbattere contro la parete lignea, fatta di quel legno
vecchio e usurato, persino in decomposizione in alcuni punti.
Il vetro della finestra era vecchio anch'esso, sporco e
spaccato nell'angolo a destra.
Ino scostò lievemente la testa di lato, quanto bastava per
osservare seccata il continuo sbattere di quella dannata finestra.
Non ricordava da quanto tempo era sdraiata lì. Quella
stanza non era la sua, lo sapeva per certo. Le pareti lignee, vecchie e piene
di ragnatele, un letto disfatto con delle lenzuola candide e stranamente
pulite, quasi nuove, tutte sottosopra. Tra il letto, posto al lato della
stanza, parallelo al corpo della biondina, e la finestra, stava un lungo
specchio verticale... completamente in frantumi. Tutte le schegge erano a
terra, sparse in disordine totale per tutto il pavimento, come se lo specchio
fosse caduto a terra spaccandosi in mille pezzi. Ma la struttura argentea era
ancora in piedi, era solo il vetro che era caduto a terra.
Finalmente, la porta vecchia e malconcia che fin dal suo
misterioso arrivo in quella stanza era sempre rimasta rigorosamente sigillata,
si aprì lentamente, con un forte tonfo.
Ino ruotò la testa dalla finestra alla porta, posta in
posizione opposta.
Incontrò degli occhi di ghiaccio, freddi e privi di
emozione. Occhi conosciuti, certamente, senza ombra di dubbio. Lei e quel tizio
che l'aspettava sulla porta non dovevano aver avuto un bel rapporto quando...
quando non erano lì. Prima di arrivare lì.
I suoi capelli argentei brillavano quasi quanto le sue
iride, iniettate di uno strano piacere morboso.
-"Che vuoi?"- gli chiese Ino, apatica e senza
espressione.
-"Sono venuto a prenderti, principessa."-
sogghignò lui, compiaciuto.
-"Ah. Capisco. Suppongo che dovrei alzarmi."-
sospirò la Yamanaka, sollevandosi a fatica dopo giorni e giorni di inerzia
sdraiata in quel luogo.
Non aveva bisogno di cibo né di acqua, stava bene così.
Sdraiata su quel pavimento sudicio, dividendo il suo sguardo tra quella
finestra che sbatteva perennemente contro il muro e i cocci di specchio al
suolo. Non pensava nemmeno, semplicemente perché non aveva nulla a cui pensare.
Semplicemente, non ricordava nulla.
Si alzò lentamente, spolverando con lievi tocchetti
l'insolito vestitino bianco che indossava.
Ryuu la invitò
con un cenno del capo a seguirla verso il lugubre corridoio senza finestre,
anch'esso fatto di legno marcito. Il pavimento scricchiolava sotto i loro
passi, come se dovesse cedere da un momento all'altro.
Presto raggiunsero delle scale poco invitanti che
scendevano, portando all'atrio d'ingresso. Già dall'alto era visibile la porta
di quella misteriosa e diroccata casa... porta d'ingresso o d'uscita? Ino non
lo sapeva, ma vedeva una forte luce bianca provenire da dietro le fessure.
-"Ecco la nostra destinazione, principessa."- le
indicò la porta Ryuu, con ghigno compiaciuto.
-"Tu sei morto."- asserì improvvisamente Ino,
fermandosi in mezzo alle scale e fissando l'uomo con sguardo vagamente
scettico.
-"Già. Ma lo sei anche tu."- ribatté l'uomo,
senza esitazioni.
-"Davvero? Ma ne sei proprio sicuro?"- ebbe la
forza di protestare la biondina, guardandosi le mani, incredula.
-"Certo, perché, hai dubbi?"- le chiese lui,
sogghignando.
-"Mmh... in realtà sì... però va beh... non
importa..."- sospirò infine la Yamanaka, riprendendo a scendere le scale
molto lentamente.
h
Shikamaru aprì la porta di casa Yamanaka per uscire in
cortile. Inspirò un po' di quell'aria gelida di fine inverno, affondando i
piedi nello strato di neve che ancora copriva buona parte del giardino.
Sospirò, portando gli occhi tristi e pensierosi al limpido
cielo azzurro, illuminato dai lievi raggi dorati dell'alba e colorato da
qualche nuvoletta bianca. La primavera si avvicinava, ma non sarebbe stata tale
senza il suo fiore più bello. Il bello della primavera era vedere Ino che
gioiva alla vista di ogni fiore appena sbocciato, ma senza di lei... potevano
sbocciare tutti i fiori che volevano, ma per Shikamaru sarebbe rimasto inverno.
Senza Ino la primavera non sarebbe arrivata mai più.
L'attenzione del Nara venne catturata da una figura alta e
imponente, che pensierosa camminava su e giù per il cortile innevato.
-"Inoichi-san?"- lo
richiamò Shikamaru, avvicinandosi.
-"Oh, Shikamaru!"- sorrise Inoichi,
con volto sereno.
Il ragazzo rimase perplesso dalla sua reazione. Inoichi amava sua figlia più di qualsiasi altra persona al
mondo, com'era possibile che fosse così calmo e pacato?
-"Inoichi-san..."-
cercò di parlare il Nara, ma venne interrotto dall'uomo.
-"Ehi guarda Shikamaru..."- disse l'uomo,
scostando un po' di neve con la mano.
Improvvisamente, da sotto quella coltre di ghiaccio, a
Shikamaru parve d'intravvedere dei colori... tanti petali viola stavano
sbucando come per magia dalla neve.
-"Vedi questi fiori, Shikamaru? Si chiamano
"bucaneve"... facile capire il perché di tale nome, no? Sono i primi
fiori a nascere a primavera, e Ino li ama tanto..."- fece una pausa Inoichi, sospirando -"...quest'anno sono nati viola,
chissà perché. Le piacerebbero da impazzire..."- concluse con un sorrisino
sconsolato.
Shikamaru inarcò un sopracciglio, perplesso: davvero non
capiva dove volesse andare a parare il padre di Ino.
-"Che tristezza..."- borbottò fra sé e sé il
Nara, fissando i bellissimi fiorellini viola.
-"No, perché dici così? Non è mai triste vedere dei
bucaneve, perché sono i fiori della speranza..."- spiegò Inoichi, sorridendo con occhi lucidi.
-"Come prego...?"- sbarrò gli occhi Shikamaru,
incredulo a ciò che aveva appena sentito dire.
-"Ma sì, il bucaneve è il fiore della speranza,
Shikamaru... un fiore che nasce in mezzo al ghiaccio è come la speranza che non
muore mai e che nasce anche in mezzo alle situazioni più disperate..."-
spiegò il signor Yamanaka, quasi commosso.
Il chunin abbassò subito lo sguardo, aggrottando le
sopracciglia, perplesso. Fissò i fiorellini viola a dir poco senza parole. Il
suo cervello... sì, sentiva che stava ricominciando a funzionare, a creare una
intricata rete di collegamenti...
...il bucaneve è il fiore della speranza...
...hai detto che la bimba si chiama Saki,
giusto? Beh, è un bel nome... significa "fiore della speranza" se non
sbaglio, vero?
-"Papà...?"-
-"Saki! Saki!"-
-"...i sogni che avevamo fatto... erano sogni
premonitori. Se tu hai sognato di avere una figlia con Ino allora... dovrà
accadere e allora vorrà dire che Ino si salverà!"-
-"...Saki..."-
sussurrò fra sé e sé Shikamaru, prima di iniziare a correre come un fulmine
fuori dal cortile.
Inoichi dapprima
rimase perplesso, poi sorrise, soddisfatto: quel ragazzo avrebbe salvato sua
figlia, ne era certo.
h
-"Toh, guarda chi si rivede..."- asserì una voce
sadica e divertita.
Un uomo dai capelli perlacei tirati all'indietro la guardò
con un sogghigno, uscendo da una delle stanze al primo piano della casa
decadente.
Indossava camicia e pantaloni neri, ma Ino ricordava di
averlo incontrato abbigliato in altro modo... anche se non le era chiaro come.
-"La conosci, Hidan?"-
gli chiese Ryuu, anche lui abbigliato di nero.
-"Sì... è la mocciosetta
che stava insieme al bastardo che mi ha fatto fuori... oh, finalmente un po' di
giustizia in questo mondo..."- asserì l'uomo, sparendo dietro una porta
che portava in un seminterrato scuro.
-"Certo che ne avete fatta fuori di gente, eh?"-
chiese Ryuu, divertito -"Beh, non sono di certo
quello giusto per giudicare... comunque, questa porta bianca è tutta per te, a
me mi aspetta il seminterrato scuro... ognuno ha quel che si merita, del resto.
Io ti lascio, ma non pensare di avere altre vie di fuga. Oltre a questa casa,
non c'è più nulla qua per te. Devi scegliere se restare a vagare in questa casa
abbandonata per l'eternità, a vedere anime andare avanti e indietro, o se
passare la soglia anche tu."- le spiegò Ryuu,
dirigendosi verso l'altra porta.
-"Cosa c'è dietro questa porta?"- gli chiese
Ino, tradendo un po' di paura.
-"Domanda da un milione."- sogghignò l'uomo,
aprendo la porta scura posta dall'altra parte dell'atrio.
In quel momento, un'altra figura familiare apparve sullo
stipite della porta scura. La Yamanaka sobbalzò, sorpresa e dispiaciuta:
sebbene non riuscisse a ricordarsi di lui, sapeva che era ingiusto che quel
ragazzo biondo e dagli occhi cobalto si trovasse nella porta scura anziché in
quella bianca.
-"Mi dispiace tanto..."- sussurrò Ino, con occhi
lucidi.
-"Anche a me, ma chére..."-
rispose con un sorrisino amaro Yoshi.
-"Andiamo fratellino, le cantine ci
aspettano..."- asserì Ryuu, con tono ironico,
spingendo il fratello giù per le scale e chiudendo la porta scura dietro di sé.
Ora Ino era davanti alla sua porta bianca. Non sapeva che
fare, ma sentiva che quella casa diroccata era veramente vuota e da dietro
quella porta invece arrivava un bel calore.
Lei non era tipa da esitare, questo se lo ricordava bene.
La Yamanaka mise la mano sulla maniglia della porta, aprendola con uno
strattone secco.
Un'abbagliante luce candida la investì, lasciandola a dir
poco senza parole: là dentro non c'era nient'altro che luce.
h
La porta dell'ufficio di Tsunade
si aprì con un tonfo, facendo spaventare le due donne al suo interno.
Shikamaru si avvicinò con passi pesanti ad Asha, fissandola con sguardo serio e col fiatone.
-"C'è un modo."- asserì il ragazzo, convinto.
La donna rimase perplessa per qualche secondo, poi capì a
cosa si stesse riferendo il giovane.
-"Ancora con questa storia, Shikamaru..."-
sbuffò Asha, annoiata.
-"Io lo so per certo, Asha.
Non so quale sia, ma un modo, almeno uno, ci deve essere per forza."-
insistette il Nara, convinto come non mai.
-"Come fai ad esserne così sicuro, moccioso?"-
chiese la donna, irritata.
-"Saki."- si limitò a
dire Shikamaru, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Asha rimase
allibita per qualche secondo, dopodiché si morse il labbro inferiore.
"Maledetta nanerottola..." imprecò mentalmente.
-"Non ti arrendi proprio mai, eh?"- sospirò Asha, con espressione amara.
-"Faccio poche cose, ma fatte bene."- sorrise
Shikamaru, soddisfatto.
-"Ehi, potrei capirci qualcosa pure io?!"-
sbottò Tsunade, infastidita.
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Ino inspirò a fondo e si preparò a oltrepassare la porta
di luce.
Era già entrata quando percepì una forte spinta al petto
respingerla indietro e farla cadere a terra, sul suolo sudicio dell'atrio.
La biondina sollevò il volto sconvolta, mentre vedeva due
figure uscire dalla porta di luce.
Un uomo alto e possente, dai capelli scuri e dai grandi
occhi color nocciola, con indosso camicia e pantaloni bianchi, la fissava
sorridente e comprensivo; il sorriso era incorniciato da una barbetta corta e
scura, mentre tra le labbra una sigaretta si consumava lentamente. Al suo
fianco, una giovane ragazza dai capelli corti, biondi e sbarazzini, gli occhi
di un colore smeraldino e il sorriso dolce e nostalgico. Indossava un abitino
bianco e corto, proprio come quello di Ino.
Gli occhi di Ino si erano riempiti di lacrime alla vista
delle due figure. Lacrime copiose le rigavano le gote, mentre si sforzava di
ricordare i loro nomi. Li amava così tanto e si odiava per essersi dimenticata
come si chiamavano.
L'odore amaro di quella sigaretta la avvolgeva, mandandola
in confusione totale, spezzandole il cuore. Non capiva cosa stesse accadendo,
ma sapeva che le mancavano da morire e che avrebbe tanto voluto stare lì con
loro.
-"Ino, non è ancora il momento di venire da questa
parte!"- la rimproverò con un sorriso comprensivo l'uomo.
-"Resta qui ancora per un po'... vai da quello
specchio e rimettilo in piedi, puoi farcela, ci fidiamo di te, Ino-chan!"- le spiegò la biondina, accarezzandole
lievemente i capelli.
Lentamente allontanò la mano dalla sua chioma, mentre Ino
cercava di afferrarla, inutilmente. Le due figure si stavano nuovamente
allontanando all'interno della luce, svanendo dietro la porta bianca che si
richiuse nuovamente davanti a lei.
-"ASUMA-SENSEI!!! IZUMI-CHAN!!!"- urlò a gran
voce, riempiendo i polmoni di disperazione.
Poi sbarrò gli occhi: si era ricordata di loro, si era
ricordata i loro nomi.
Ino si alzò in piedi di scatto, asciugandosi le lacrime e
voltandosi verso le scale che portavano alla stanza dov'era stata fino a poco
prima: aveva qualcosa da fare, non poteva deluderli... ancora.
Grazie mille
a: hinata21, Andreatorinista, Kikichan,
YumiBabyPunk e Ayumi per le
recensioni! Siete formidabili, fino al 21° capitolo, come fate! XD io non ci
riuscirei U.U
Vi adoVo!!!
Bacione Sakurina