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Autore: WriterG    10/04/2014    0 recensioni
Salve a tutti, innanzitutto mi presento.. sono G, questa è, o per lo meno vorrebbe essere, una raccolta di ff su i pensieri di Katniss. Come tutti voi, anche io ho amato la saga di Hunger Games, soprattutto Catching Fire. Se devo essere sincera il terzo libro mi ha lasciata un po con l'amaro in bocca, quindi ho deciso di raccogliere delle one-shot su i pensieri di Katniss in alcuni momenti, per me da approfondire di Mockingjay, ovviamente il finale rientra tra questi :D Comunque sia spero che vi piacciano ed oltretutto spero di non rendere i personaggi troppo OOC. Fatemi sapere cosa ve ne pare! accetto critiche costruttive XD A presto.
G.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Non solo i bambini hanno paura del buio..
-Peeta!-
Mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte, i capelli erano appiccicati alla fronte sudata, il battito cardiaco era accelerato e respiravo a fatica. Ancora una volta il mio sonno era stato bruscamente interrotto da un inquietante e tremendamente vivido incubo. Da giorni ormai venivo tormentata da quelle immagini, sempre lo stesso orrore occupava la mia mente.
Non ero più agli Hunger Games, la situazione era molto più complessa, mi trovavo a Capitol City, durante la parata dei tributi. Su i carri intorno a me, c’erano tutti i partecipanti delle ultime due edizioni vestiti a festa, avevano abiti sgargianti e molto trucco, erano quasi irriconoscibili, l’atmosfera era a dir poco inquietante. Al centro della piazza vi era Peeta accasciato su di un letto di rose bianche, aveva una profonda ferita alla gamba sana dalla quale fuoriusciva del pus nauseabondo, il suo sangue, che sgorgava senza sosta, tingeva di rosso vivo i fiori sottostanti. L’odore che sprigionavano le rose, misto all’odore intenso del sangue era a dir poco nauseante. L’intero pubblico capitolino se la rideva, puntando su chi di noi sarebbe morto per primo. A capo di tutti c’era il Presidente Snow, con il suo solito ghigno stampato in volto, che brindava con la Presidentessa Alma Coin. Chi sa perché ciò non mi stupì più di tanto. Corsi verso Peeta, quando ad un tratto qualcosa me lo impedì, o per meglio dire qualcuno. Alle mie spalle, una schiera di pacificatori mi trattenne con la forza, strattonandomi da una parte all’altra. Inaspettatamente il  fastidioso chiacchiericcio e le risate stridule degli abitanti di Capitol si attenuarono, ed il Presidente Snow prese parola. – Signorina Everdeen, finalmente ci ha raggiunti. Oh, non si preoccupi per il signor Mellark, tra poco smetterà di soffrire.- - Cosa gli avete fatto?- Mi liberai dalla presa dei pacificatori e corsi da Peeta. Era pallido, aveva perso troppo sangue, doveva essere medicato con urgenza. Inizia a gridare per chiedere aiuto, ma nessuno venne in mio soccorso. Vidi Finnick su di un carro, sembrava quasi pietrificato, mi avvicinai a lui quando ad un certo punto attorno a me un cerchio di fuoco iniziò a bruciare tutto ciò che gli capitava a tiro, tributi compresi. – Signore e Signori ecco a voi la  ragazza in fiamme. Che ironia vero?- Cercai in tutti i modi di salvare Finnick e gli altri, ma non riuscì a portarli in salvo. Le fiamme erano altissime, davanti a me vi era uno scenario a dir poco raccapricciante, le urla di dolore mi perforarono i timpani ed il fumo e l’odore di carne bruciata mi scombussolò molto. Caddi a terra inerme e stordita, consapevole di aver condannato a morte tutte quelle persone.  In preda ad un attacco di panico corsi verso Peeta e cercai di farlo rinvenire. – La Ghiandaia Imitatrice è questo! Portatrice di morte. Vero signorina Everdeen?- Avrei voluto avere con me il mio arco per poter far tacere quell’uomo spregevole una volta per tutte. – Tutto questo finirà prima o poi, il suo sistema totalitario verrà distrutto, come lei ha distrutto il distretto 12.- -Io non credo che questo accadrà mai signorina Everdeen, ormai lei è in mio potere.- Istintivamente mi voltai verso Peeta ed  il mio cuore si spezzò in mille pezzi. Un branco di ibridi stava dilaniando il suo corpo ormai privo di vita. Dentro di me, in quel momento, sentì un profondo senso di vuoto, le lacrime scesero sul mio viso copiosamente, quasi fosse un gesto involontario. Mi sentivo morire. Lo avevo perso ed ancora una volta non ero riuscita a fare nulla.  L’ultima cosa che ricordo fu la risata agghiacciante del Presidente Snow.
Quell’incubo aveva lasciato dentro di me un senso di angoscia che mi perforava l’anima, sentivo come un peso sul cuore e la testa mi scoppiava. Avevo paura! Paura di perdere Peeta, paura che potesse morire, paura che Snow potesse sottomettere ancora una volta tutta Panem. Ormai la spedizione di recupero sarebbe dovuta tornare tra qualche ora, se Peeta fosse stato vivo l’avrei rivisto. Insieme a lui forse, avrei avuto meno paura del buio.
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: Ciao a tutti ragazzi, ecco a voi il secondo capitolo, anche questo scritto di getto, spero che il concetto di base non ne abbia risentito troppo. Che dire io lo collocherei poco prima dell’arriva di Peeta al 13. Avete notato con chi brinda Snow.. Muahahah sono fatti della stessa pasta quei due -.-“. Spero di aver descritto bene il sogno/incubo di Katniss e che il tutto sia stato di vostro gradimento. Ovviamente sempre e comunque “Everlark” ;P. Vi prometto che le prossime shot saranno molto più intriganti e più lunghe. Come al solito fatemi sapere cosa ne pensate, sia nel bene che nel male. Ci tengo! Commentateeeeeeee.. :D Al prossimo aggiornamento.
G.
  
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