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Autore: WillowG    15/07/2008    2 recensioni
"Col suo lavoro aveva dovuto imparare a dominarsi, anche se quel genere di spettacoli la faceva davvero star male. Per quanto ci si possa preparare, certe cose non possono non toccarti. E quando questo succede, significa che non sei migliore di quelli che le hanno provocate." Ambientata durante la seconda stagione.
Genere: Romantico, Avventura, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Caitlin Todd
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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explosion1 Fic che ho scritto un pò di tempo fa, ambientata durante la seconda stagione, quindi con Kate viva e vegeta. In effetti è stata la mia prima fic su NCIS. Spero che sia venuta bene ...

-EXPLOSION-
Capitolo 1
-spaghetti esplosivi-

Ore 9.00. È una bella giornata di sole, e il guardiamarina Jones McKayne è diretto al supermercato a pochi isolati dalla sede della marina dove lavora. Tutto è assolutamente normale. Donne coi figli più piccoli intente a fare la spesa per il pranzo della domenica, giovani marine che sfogliano di nascosto riviste porno, uomini come lui, non necessariamente della marina, alla ricerca di qualcosa per pranzo. Gli bastano pochi istanti al reparto, per trovare quello di cui necessita. Spaghetti precotti. Passa a prendere un paio di birre al banco frigo, e si dirige alla cassa. E’ fortunato. Non c’è coda. Ma mentre la giovane cassiera passa la confezione di cibo precotto sul lettore di codici a barre e la fortuna finisce. Jones non ha neppure il tempo di prendere i soldi dal portafoglio. Un’esplosione, e tutto diventa buio. Un istante di silenzio, ogni rumore è stato inghiottito dalla potenza dell’ordigno. Ma solo per un istante. Le grida dei feriti e subito dopo le sirene delle ambulanze e delle auto pattuglia della polizia riempiono l’aria.

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-Ma no! Dai, mi stai prendendo in giro, come al solito.-
-Ti dico di no!- Tony e Kate avevano appena fatto il loro ingresso alla base dell’NCIS, dopo aver fatto una tappa al bar, dove avevano comprato qualcosa per il pranzo. E come sempre Kate faceva fatica a credere fino in fondo al collega.
-Ma insomma, quello che dici non ha senso!-
-Ma come non ha senso?! Vuoi dire che hai dei pregiudizi sugli uomini che cucinano?- Ribatté Tony ferito.
-No, ho dei pregiudizi sul fatto che TU cucini. Anzi, diciamo che ho dei seri dubbi.- Continuò Kate appoggiando il suo pacco col pranzo alla scrivania.
-Il fatto che sono come sono, non significa che non riesca a cucinare un piatto di spaghetti!- Continuò l’agente sistemandosi a sua volta alla propria postazione.
-Ma per favore! Se non conosci neppure la differenza tra una padella e una pentola a pressione!- Continuò Kate, sarcastica.
-Parli tu, che sostieni che gli spaghetti sono stati inventati dai cinesi!- Ribatté Tony, tirando fuori dal suo pacco un panino contenente i più disparati condimenti. Kate si trattene dal proferire parola. L’alimentazione del collega era un tasto pericoloso per la sua digestione.
-Guarda che tecnicamente Kate ha ragione …- Si intromise timidamente McGee, distogliendosi per un istante dal suo lavoro al computer. Una pallina di carta proveniente dalla scrivania di Tony lo colpì in pieno.
-Fatti gli affari tuoi, pivello!-
-Tony, se vedo volare un altro pezzo di carta, giuro che passerai la vita con la scopa in mano.- Proprio allora, col suo immancabile caffé in mano, fece la sua comparsa Gibbs. Dalla faccia scura del capo, di sicuro doveva esserci un nuovo caso in arrivo. Infatti, senza neppure curarsi dei buongiorno simultanei di Kate e Tony, e di quello leggermente ritardatario di McGee, cominciò ad impartire ordini.
-Dinozzo, Todd, fine pausa pranzo, McGee spegni quel computer. Abbiamo del lavoro da fare.-
-Preparo il furgone capo?- Chiese Tony mentre gettava a malincuore ciò che restava del panino.
-Se non vuoi andare a piedi …- Commentò sarcastico l’uomo mentre chiamava l’ascensore. Con un suono metallico l’ascensore si aprì.
-Cosa abbiamo oggi, capo?- Domandò Kate salendo con Tony e McGee, mentre i capelli scuri le svolazzavano sulle spalle.
-Un’esplosione ad un supermarket. È morto un marines e tre civili.- Poi, come se avesse improvvisamente ricordato qualcosa, si rivolse al suo agente più anziano presente. -Ah, DiNozzo?-
-Sì, capo?- Tony non aveva ancora perso il suo solito sorriso.
-Gli spaghetti SONO nati in Cina. Li ha portati in Italia Marco Polo.- Kate ghignò soddisfatta all’indirizzo del collega, sul cui volto ogni traccia di sorriso era scomparsa, per lasciare spazio all’irritazione rivolta alla mora. Malcelando un sorrisetto, Gibbs si calò di più sulla testa il berretto. Come anche McGee cercava di nascondere, le battaglie tra Tony e Kate erano uno spettacolo degno da cabarert.

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-Ah, Jethro! Ho quasi finito … tra poco la scena sarà tutta tua!- Ducky, con l’immancabile papillon, stava esaminando il corpo di una bambina. Osservandola, Gibbs non gli diede più di dieci anni.
-Lei è …-
-Catherine Walker- Rispose il patologo. -A scuola mancava una maestra, così lei era stata rispedita a casa, e la madre se le era portate dietro lei e la sorellina, che non va ancora a scuola per fare la spesa.-
-E loro che fine hanno fatto?- Gibbs distolse lo sguardo dal corpo per controllare i suoi agenti. McGee stava facendo gli schizzi, mentre Tony si dava da fare con la macchina fotografica. Poco più in là, Kate si stava facendo dare ogni informazione utile da alcuni testimoni. Ducky si tolse un momento gli occhiali, prima di rispondere.
-La madre è morta mentre l’ambulanza la portava in ospedale. La sorella, Pamela, invece, è ancora viva. È in prognosi riservata, ma forse se la caverà.-
-E il nostro marines?-
-Pezzo qui, pezzo là, mischiato a ciò che rimane della cassiera, Miranda Williams.- Gibbs non volle sapere altro. I resti erano già stati portati via. Ducky e il suo assistente avrebbero ricomposto ciò che restava dei corpi il sala autopsie.
-E l’ordigno?-
-Si trovava in una confezione di spaghetti precotti giapponesi. È esplosa quando è stata fatta passare sul rilevatore del codice a barre.-
-Il genere di cibo che mangerebbe Tony.- Kate era tornata con le dichiarazioni dei clienti del supermarket presenti, e rivolse un sorrisetto maligno a Tony, che per tutta risposta le rivolse un ghigno che prometteva vendetta. Soddisfatta della sua piccola vittoria, Kate rivolse la sua attenzione alla vittima. Per un attimo si era irrigidita, mentre la sacca mortuaria si chiudeva attorno al corpicino della bambina. Col suo lavoro aveva dovuto imparare a dominarsi, anche se quel genere di spettacoli la faceva davvero star male. Per quanto ci si possa preparare, certe cose non possono non toccarti. E quando questo succede, significa che non sei migliore di quelli che le hanno provocate. Tony la raggiunse, e le mise una mano sulla spalla.
-Non mi abituerò mai.- Mormorò la donna, rivolta più a sé stessa che al collega. Questi gli diede una stretta più forte sulla spalla, incoraggiandola. Il commento arrivò alle orecchie del medico legale, che ne approfittò per uno dei suoi racconti.
-Eh, hai ragione, Kate. Sono cose davvero raccapriccianti. Mi ricordo quel caso, di quindici anni fa, in cui mi trovai davanti i corpi di quattro ragazzine. Tutte sorelle, tra i quattro e dodici anni. Il padre era impazzito, e dopo aver ucciso la moglie, aveva fatto fuori anche le piccole. Quando riuscimmo a trovare i corpi, erano già passati almeno sei giorni dalla morte, e lo stato di decomposizione …-
-Taglia corto, Ducky, e dicci come è morta.- Tony e Kate furono infinitamente grati al loro capo e alla sua impazienza. Non erano proprio dell’umore adatto per sentire le macabre esperienze del medico legale. L’unico un po’ deluso dall’interruzione sembrava Palmer, l’assistente di Ducky. Il medico sospirò contrariato, e pronunciò le sue ipotesi.
-Lo spostamento d’aria dell’esplosione non le ha lasciato scampo. E’ stato come se un camion l’avesse investita. I suoi organi vitali sono stati come schiacciati. Se fosse stata lontana solo qualche metro, forse sarebbe sopravissuta. Il classico posto sbagliato al memento sbagliato. Ma vi farò sapere di più quando avrò completato l’autopsia.-
-Bel lavoro, Ducky. McGee, quanto tempo ti ci vuole per fare quegli schizzi?- Tony e Kate rimasero un momento da soli, mentre Gibbs sfogava la sua ira repressa sul povero McGee. Tony osservò per l’ennesima volta il posto: ovunque erano visibili i segni dell’esplosione. La cassa era praticamente scomparsa, alcuni scaffali erano caduti. Pezzi di vetro sembravano formare un puzzle scomposto. Un buon numero di persone erano rimaste ferite proprio dai vetri in frantumi. Le gocce di sangue sul pavimento non si contavano.
-Hey, Tony, tutto ok?-
-Mmh? Ah, sì, Kate, non preoccuparti. Tutto a posto.- La donna lo fissò per qualche istante poco convinta. Tony non aveva ancora fatto nessun commento, neppure stupido. Non era da lui. Di solito, da primo della classe quale si riteneva, avrebbe almeno fatto una decina di ipotesi, anche stupide, solo per mettersi in mostra, ed infastidirla come nessuna creatura al mondo fosse mai riuscita a fare. Lo osservò scattare ancora qualche foto, poi si soffermò su quello che restava della bomba. Un ordigno artigianale, ma di grande potenza. Con una smorfia di disgusto, Kate si infilò i guanti e raccolse la confezione accartocciata in cui era nascosta la bomba e la mise in un sacchetto di plastica. Stessa cosa fece con ciò che assomigliavano ai componenti dell’ordigno. Sigillò ogni contenitore.
-Hey, Kate, vieni un po’ qui!- L’agente si alzò e si avvicinò a Tony, che fissava qualcosa con lo sguardo rivolto verso il soffitto.
-Che c’è, Dinozzo?- L’uomo fece un vago cenno della mano verso uno dei pilastri dell’edificio.
-Pensi che abbia registrato qualcosa?- Annerita dal fumo, tanto da confondersi con il muro circostante, una piccola telecamera di sicurezza non accennava a spegnere la spia rossa. Gibbs arrivò alle spalle dei due agenti. Aveva avuto la stessa idea di Tony.
-Preparate il pop corn, ragazzi. Stasera si sta attaccati alla TV.-

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-Odio gli ospedali …- Borbottò Tony. Lui e Kate erano andati alla clinica dove era stata ricoverata la bambina sopravissuta all’esplosione. Infastidito, si passò una mano sulla nuca. Lo scappellotto che Gibbs gli aveva dato quasi un’ora prima bruciava ancora. Kate osservò il collega cercando di nascondere l’ennesima risata. Era da quando Gibbs e McGee se n’erano andati che Tony non faceva altro che andare avanti e indietro, offeso come un bambino per lo scapaccione di Gibbs. Le cose erano andate all’incirca così: subito dopo essere rientrati, Gibbs aveva ricevuto una telefonata dall’ospedale. La bambina si era svegliata, ed era in condizioni di parlare, anche se ancora sotto shock.
-Dinozzo. Todd. Voi andate dalla piccola Walker.- L’ordine perentorio di Gibbs non lasciava repliche, ma Tony aveva tentato una debole opposizione.
-Ma capo … Perché proprio io? Lo sa che con i bambini sono un disastro!- Si era lagnato Tony, subito fulminato da un sorriso gelido del suo superiore.
-Ma stavolta si tratta di una femmina … E di solito, con le donne ci sai fare, vere o presunte che siano.- Sibilò Gibbs. Kate e McGee si girarono dall’altra parte per non ridere in faccia a Tony: anche Gibbs risollevava la storia del transessuale … Un’occhiata inceneritrice dell’agente li fece smettere. Poi si rivolse nuovamente al suo superiore con uno dei suoi sorrisi da presa per i fondelli.
-Ma si tratta di una troppo giovane per me … Magari tra qualche anno, se è carina, potrei anche provarci, ma per ora è troppo presto …- Il suono dello scappellotto partito dalla mano di Gibbs rimbombò per tutta l’NCIS. -AHIA! E questa per cosa era?-
-Fai un po’ tu …- Ringhiò l’uomo allontanandosi a grandi passi. E così, nel giro di una mezz’oretta, Kate e Tony erano arrivati all’ospedale, dove stavano aspettando che il medico della piccola li contattasse. Quando questi finalmente si mostrò, Tony fece le presentazioni.
-Dottore? Agenti speciali Dinozzo e Todd, dell‘NCIS. Cerchiamo la bambina coinvolta nell’esplosione di questa mattina.- Dopo aver dato un’occhiata ai tesserini, il dottor Brian Carter, si mise leggermente sulla difensiva.
-E cosa vuole la marina da quella povera creatura?-
-Nell’esplosione è morto un marines, così il caso è passato a noi. Forse l’ordigno era destinato al guardiamarina, forse no … La testimonianza della signorina Walker può esserci utile a capire la dinamica dei fatti.- Il medico  sembrò rifletterci un momento su, indeciso. Alla fine acconsentì, anche se la cosa gli costava molto. Kate comprese i pensieri del dottore. Probabilmente era una di quelle persone che amavano molto i loro pazienti. E quindi, pur sapendo quanto fosse importante il compito dei due agenti, si sentiva male al pensiero di far rivivere alla sua piccola paziente gli eventi di quella mattina. In un colpo solo aveva perso madre e sorella. Ad accogliere il terzetto davanti alla stanza di Pamela, c’era il padre. Un uomo alto, sulla quarantina, con gli occhi rossi per le lacrime versate. Inizialmente fece resistenza, ma alla fine accettò che Tony e Kate andassero dalla bambina. Mentre entravano nella fredda stanza immacolata, Kate sentì il dottor Carter cercare di consolare il signor Walker. Un’infermiera che stava amorevolmente rimboccando le coperte alla piccola, che non dimostrava più di sei anni, si allontanò subito, lasciando con discrezione e un sorriso la sua giovane paziente. Pamela si mise a sedere sul letto, accogliendo i due nuovi arrivati. Prima ancora che questi avessero mostrato i tesserini, domandò:
-Siete voi i poliziotti?- Tony sorrise, intenerito.
-Esatto piccola. Quindi saprai già perché siamo venuti qui.- la piccola abbassò lo sguardo. I capelli castano chiaro le ricadevano sulle spalle, in parte imprigionati dalla benda che le fasciava l’occhio sinistro. Abrasioni e qualche livido le coprivano il viso. Un’altra benda spuntava dalla manica della vestaglia.
-Volete sapere come sono morte la mamma e Rin?-
-Rin?> Domandò Kate. Pamela annuì, mentre l’occhione scoperto si riempiva di lacrime.
-Mia sorella. La chiamavo così … Lei mi chiamava Pam …-
-Un nome bellissimo!- Commentò Tony, facendo sorridere la bimba. -Quanti anni hai, Pam?-
-Tanti così!- Rispose mostrando una manina con tutte le ditine aperte. -Ma dopo di domani sono così.- e aggiunse il pollice dell’altra mano.
-Oh, ma allora sei già una signorina!- La piccola sorrise di nuovo, poi il suo sguardo tornò triste.
-Voglio la mia mamma …- Kate frenò l’impulso materno di abbracciarla, ma decise di prendere in mano le redini dell’interrogatorio. Tony aveva già fatto molto, anche più di quanto potesse aspettarsi, e non voleva provare ulteriormente Pamela.
-Cosa è successo, Pam?- La bimba si sfregò l’occhio con una manica, poi iniziò il racconto.
-Rin non aveva scuola. Così mamma ci ha portato a fare la spesa. Abbiamo comprato tanti biscotti. E il pollo per papà. Così gli facevamo una sorpresa. Poi siamo andati alla cassa, per pagare le cose. C’era un signore vestito strano davanti a noi, con i capelli rasati, un cappello da muratore e delle medagliette sulle spalle. Sembrava uno di quelli che ci sono sempre in TV … Quelli con il fucile.- Soffocando un sorriso di tenerezza, gli agenti capirono che probabilmente si trattava di un militare. E da quel che risultava dalle testimonianze, l’unico nel negozio a quell’ora era il guardiamarina McKayne.
-E poi? Continua Pam. Sei molto brava.- La incoraggiò Tony. Kate rimase stupita dal suo tono di voce. Calmo e rassicurante. Non era la prima volta che glielo sentiva usare. Solitamente lo sfoderava quando aveva a che fare con il gentil sesso, specie se questo ricambiava le sue attenzioni. Ma in quel momento aveva una valenza quasi paterna. Mai aveva anche solo immaginato Tony in quella versione, ma quella sfaccettatura del suo carattere le fece pensare che forse, nascosto da qualche parte dentro al suo collega, stava un Tony adulto. Certo, per tirarlo fuori forse ci sarebbero voluti ancora degli anni, o forse non sarebbe mai uscito, ma ogni tanto, come in quell’occasione, quel “futuro Tony” si lasciava intravedere. La piccola intanto continuava il suo racconto.
-Dalla porta c’erano i palloncini. Ne volevo uno. Così ho lasciato la mano della mamma. Lo so che non dovevo, che la mamma mi avrebbe sgridato. Ma c’era un palloncino a forma di coniglio … Rin mi ha seguito … Poi c’è stato il boom. La mamma mi ha chiamato … poi qualcosa ha fatto ancora boom!- Adesso la bambina aveva iniziato a piangere a dirotto. Era ora di finire. Kate lanciò un’occhiata a Tony, che comprese al volo.
-Sei stata bravissima, Pam.- Mormorò Tony, mentre accarezzava la testa della piccola, che non riusciva a smettere di piangere. -Sei molto coraggiosa.-

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-Povera piccola!- Esclamò Kate una volta fuori dall’ospedale. L’atmosfera grave e silenziosa dell’edificio le aveva impedito di parlare prima col collega.
-E’ una bambina forte.- Ribatté Tony, inforcando gli occhiali da sole e dirigendosi verso l’auto.
-E suo padre?- Gli domandò Kate mentre apriva la portiera dell’auto accanto al posto di guida.
-Ringrazia il cielo che almeno lei sia viva. In un colpo solo ha perso la moglie e una figlia. Pamela gli darà la forza di andare avanti.- Kate sperò che il collega avesse ragione. Poi le balenò in mente una cosa.
-Sai la cosa buffa?-
-Cosa?- Domandò Tony entrando in auto.
-Che se è salva è solo perché è stata disubbidiente. Se fosse rimasta accanto alla madre, sarebbe morta anche lei.- Concluse Kate sedendogli accanto. Con un rombo, la macchina si diresse al quartier generale dell’NCIS, dove Abby aveva completato le analisi sull‘ordigno.

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-Allora, Abby, che novità hai?- Gibbs era entrato nel laboratorio con un bicchiere di caffé, che la ragazza accolse con un sorriso.
-Con un’offerta del genere, non possono che essere positive!- Abby bevve un generoso sorso della bevanda, facendo spazientire l’agente, che, con un gesto di stizza, le prese il bicchiere di mano. -Mmm. Ho capito. Prima le novità.-
-Ecco, brava.- Con un gesto di stizza, la Dark indicò i resti della bomba appena esaminati.
-Abbiamo a che fare con qualcuno che conosce bene gli esplosivi, una sorta di genio delle bombe ad orologeria.-
-Pensi ad un attacco terroristico?- Gibbs si portò allo stesso livello dei frammenti, quasi che questi potessero prendere vita e dirgli tutto. Ma questi rimasero pezzi di plastica e fili bruciacchiati, del tutto muti e praticamente insignificanti per lui. Ma non per Abby, che cominciò la sua spiegazione.
-No, tematiche, luogo, e genere sono troppo diversi. Eppoi sarebbero siglati. Mentre il nostro uomo ha fatto di tutto per rimanere anonimo.-
-Che altro mi puoi dire?-
-Dammi un attimo, ci sto arrivando! Dunque, tanto per cominciare, il tipo di esplosivo: attaccati ai pezzi che mi ha fornito Kate, c’erano resti di vetro. Ricomponendo il puzzle, quindi, ho notato che nella bomba c’era spazio per almeno due bottigliette molto piccole. Sai, come quelle dei campioncini di liquore, per intenderci. E due orologi E mi sono chiesta: a cosa mai potranno servire delle bottigliette mignon in una bomba?-
-Dimmelo tu, Abby.-
-A contenere dei liquidi!- Gibbs la fissò lievemente perplesso, prima di iniziare ad arrabbiarsi.
-Mi stai prendendo in giro?-
-Aspetta, devo arrivare al meglio. Esistono due tipi di prodotti, che, separati, non sono dannosi, ma se mescolati … Bhe, meglio essere a qualche chilometro di distanza, perché anche in quantità minime, come in questo caso, possono scatenare un vero inferno.-
-Ma se i componenti sono per una sola bomba, come mai mettere due orologi?- Domandò Gibbs, ma stavolta la risposta non venne da Abby.
-Perché le bombe sono due all’interno di una.- Tony era appena entrato, seguito a ruota da Kate.
-La bambina dice che ci sono state due esplosioni.- Un sorriso trionfale si disegnò sul volto di Abby.
-Esatto! Le mie congratulazioni ai nuovi vincitori dell’Abby show!-
-E qual è il premio?- Domandò Tony, evitando un’occhiata fulminante da parte del suo capo.
-Che la vostra unica, irripetibile e straordinaria Abby vi svelerà il trucco usato dal nostro dinamitardo!- Con un movimento fluido si mise accanto ai suoi ascoltatori, indicando i vari pezzi dell’ordigno. -Allora, come ho già detto, in questo pacchetto di spaghetti precotti, ci sono in pratica due bombe.-
-Uao! Due al prezzo di una!- Esclamò Tony, subito raggiunto dall’insensibile scappellotto di Gibbs. -AHIA!- Prima di poter ribattere, il marine lo fulminò.
-Prova a chiedere per cosa era e te ne ritrovi altri sei. Abby, continua.-
-Grazie, Gibbs. Allora, come ho già detto, ci sono due bombe. Una è più potente, ovvero quella liquida, l’altra, invece, è solo una sorta di ciliegina sulla torta, ed erano separate l‘una dall‘altra da una scatola o una piccola lega di metallo, in modo che la prima esplosione non danneggiasse il secondo timer.. Hai trovato i resti ad una certa distanza uno dall’altro, vero, Kate?- L’agente annuì, e Abby riprese il suo racconto. -Ordunque, ho controllato i resti degli orologi. Sono quasi sicura che qualcosa li ha fatti scattare dall’esterno, e da lì in poi il tempo la detonazione era perfettamente calcolato perché esplodesse prima la bomba liquida, e poi quella normale. Comunque, per meglio capire com’è andata la cosa, basterà aspettare McGee con il nastro di sorveglianza.-
-Mi rimane un dubbio. Perché nascondere una bomba in un pacchetto di spaghetti precotti?- Domandò Gibbs. Tutta la squadra fece lavorare le meningi.
-Non saprei, capo. Probabilmente è un pazzo che si sente un dio a far esplodere la gente …- Ipotizzò Tony, subito smentito da Kate.
-Non ci credo. Secondo me abbiamo a che fare con qualcuno che ha un piano ben preciso. Non sono molte le persone in grado di costruire un apparecchio simile, e forse il nostro uomo voleva colpire una certa categoria di persone.-
-Cioè?- Gibbs era molto interessato al ragionamento di Todd.
-Chi compra di solito gli spaghetti precotti?-
-Qualcuno che non ha tempo per cucinare?- Buttò lì Abby, facendo scattare la lampadina di Tony.
-Le persone single!-
-Indovinato!- Esclamò Kate dando una patta amichevole sul braccio del collega. Proprio allora fece la sua apparsa McGee, trafelato e con una videocassetta in mano.
-Capo! Ho finito di vedere la registrazione del nastro, e non ci crederai, ma l’esplosione …-
-In realtà erano due, lo so.- Completò Gibbs per McGee, che rimase a bocca aperta, mentre il suo superiore restituiva il meritato caffé a Abby.
-Ma come diavolo …-
-Eh, lo sapeva …- Ridacchiò Tony, imitato da Kate, che rincarò la dose.
-E’ Gibbs …-
-Forza, andiamo.- Lasciando McGee impalato davanti ad Abby, Gibbs e gli altri uscirono dal laboratorio.
-Ma come fa?- Domandò attonito il ragazzo. Per tutta risposta Abby fece spallucce.
-E’ Gibbs …-

-Fine capitolo 1-

Allora, non sono un'esperta di bombe, quindi quello che ho scritto sarallo di sicuro delle stupidaggini. L'idea dei fluidi che si mescolano e creano un'esplosione, l'ho presa da un qualche film poliziesco di cui non ricordo neppure il nome. Spero comunque che vi piaccia questa fic. Ho cercato di restare con le battute il più possibile fedele ai personaggi di NCIS,spero di esserci riuscita ... Commentate!
  
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