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Autore: _Giuls17_    24/04/2014    8 recensioni
Harry Potter più di una volta aveva commesso la scelta sbagliata, ma quel giorno del suo quinto anno aveva commesso il suo più grande errore. Sulle spalle portava il peso di due morti, di due persone che lo avevano amato, ma non aveva fatto il conto con il Signore Oscuro e l'arrivo di una strana ragazza all'interno dell'Ordine... Riuscirà a uccidere Voldemort? Ma la domanda che tartassa Harry, Draco, Ginny, Ron è... Chi è veramente Hermione Granger?!
C2: -Hermione dove sono i tuoi genitori?- […]
-Ginny sono morti.-
C4: “Lei per te è il vento della novità, ammettilo ti affascinano i suoi modi.”
C5: Poteva provare ad averla, anche solo per passatempo.
C6: “Si chiama attrazione, che nasconde l’amore.”
Io non sono innamorato.
“Non ancora.”
C7: “Forse anche lui ti amerà.”
Ci sono troppi “forse” nella mia vita.
C8: […]Draco, mi sto spezzando.
C12: -Non faccio altro che ferirti.-
-Ti stai impegnando davvero poco per non farlo.-
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Kreacher | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Buonasera a tutti...
Spero che questa mia nuova idea possa piacervi...
Siamo al quinto anno... Leggermente diverso sia dal libro che dal film.
Non voglio anticipare niente ma sappiate che mi atterò solo ai 
fatti strettamente necessari e spero che il resto
possa essere per voi una sorpresa <3
Prossimo aggiornamento Venerdi, se tutto va bene :D

 
Un mondo sbagliato
 
 
 
Aveva solo quindici anni.
Solo quindici anni ma aveva passato più guai di un vecchio o forse più di Silente.
Quindici anni e la sua vita era sempre stata, costantemente, in pericolo, fin dal suo primo anno a Hogwarts.
In quella scuola, dove aveva trovato la salvezza dai Dursley più di una volta, aveva trovato la sua vera casa, dove vi erano persone che lo avevano accolto a braccia aperte.
Come il Preside, o la professoressa McGranitt, il suo migliore amico Ron Weasley ed anche il resto dei suoi fratelli e poi tutti i suoi amici di Grifondoro, ma si era chiesto come facessero i guai a trovarlo sempre.
Forse era colpa del suo nome: Harry Potter. Un nome una garanzia avrebbero detto i gemelli ma lui per la prima volta non ne andò fiero. E quel giorno non aveva messo in pericolo solo lui ma anche tutti i suoi amici.
Aveva deciso di seguire una sua visione, una stramaledetta visione che avrebbe potuto non accogliere se avesse seguito le istruzioni di Piton, ma come al solito lui aveva deciso di fare di testa sua.
Così il professor Piton lo aveva cacciato dal suo studio, non dandogli più lezioni di Occlumanzia e lui non aveva fatto poi chissà cosa per farsi perdonare, ansi aveva accettato molto felicemente quella situazione.
Ma i suoi amici gli avevano detto di stare attento, Ginny più di tutti gli altri, che a inizio anno gli era sembrata diversa, più decisa, più coraggiosa, anche se il coraggio non le era mai mancato essendo l’unica femmina su sei fratelli, come se avesse finalmente trovato una vera amica, pronta a sostenerla, ma lei non aveva rivelato niente né a lui né a Ron.
Anche il suo amico Neville gli aveva detto che forse quelle visioni erano false, che forse Voldemort voleva che lui le vedesse, ma ovviamente aveva deciso di non ascoltare neanche lui.
Così li aveva portati tutti al Ministero della Magia, perché aveva sognato che il più potente Mago Oscuro di tutti i tempi stava torturando il suo padrino, e unico legame familiare: Sirius Black.
Harry Potter aveva commesso la cazzata del secolo e solo ora, a un passo dalla morte se n’era reso conto.
Dato che aveva perso tutto, aveva perso lui.
Sirius era morto e la colpa era solo sua, sua e del suo istinto sbagliato, neanche durante il Torneo Tremaghi aveva commesso uno sbaglio così madornale.
E adesso Silente gli stava salvando la vita, di nuovo, ma si rese conto che quello non era motivo per rilassare i muscoli, poiché il vecchio Preside, nonostante tutta l’esperienza non stava avendo la meglio su Lord Voldemort.
Forse tutto il contrario.
Percepì chiaramente il sudore scendergli lungo la schiena e un brivido lo riscosse, riportandolo al presente.
Si asciugò delle goccioline che erano calate sul mento e guardò i suoi amici,
spaventati ma stringevano saldamente le bacchette in mano, avrebbero combattuto fino alla fine, ma a che prezzo?
Harry avrebbe dovuto dare ragione a loro, li avrebbe dovuti ascoltare fin dall’inizio ma quell’anno non era riuscito a dare retta a nessuno, se non a se stesso e più volte questo suo atteggiamento lo aveva ripagato delle punizioni della Umbridge.
 “Sì Harry, sei una testa di cazzo!!”
 
-Devo fare qualcosa.- sussurrò ma si ritrovò impossibilitato a muoversi, una delle quattro figure che formavano la statua della fratellanza, del Ministero, gli bloccava tutte le vie di fuga, così guardo di nuovo i suoi amici, cercando di farsi vedere qualche idea geniale.
Luna Lovegood teneva Ginny da sotto il braccio per non farla cadere, un Mangiamorte le aveva afferrato un piede dentro una delle stanze dell’Ufficio Misteri e se l’era storta, il naso di Neville perdeva sangue, forse troppo, Ron stava meglio nonostante le sue braccia fossero piene di segni di cervelli e il braccio sinistro di Draco ricadeva mollemente per tutta la sua lunghezza.
È rotto.
Harry scosse ancora più la testa, disorientato e confuso, li aveva condotti tutti a morire e forse Draco era l’unico che avrebbe veramente potuto rifiutare di farsi coinvolgere, ma non aveva voluto sentir ragioni, si era unito alla sua spedizione senza esitare un attimo.
“E infatti su zia Bella appena lo ha visto ha tentato di ucciderlo, ricordi vero?”
Oggi sei davvero sarcastica coscienza, si me lo ricordo ero là, è stato prima che lei attaccasse Sirius.
“Hai ragione perché poi ci ha pensato Lucius a rompergli il braccio.”
Quella verità gli fece male, come poteva un padre provare a uccidere suo figlio?
Come poteva togliere la vita a un membro della sua famiglia, sangue del suo sangue?
“Bellatrix lo ha fatto con Sirius, sono malati Harry, non hanno tutte le rotelle a posto.”
Strinse i pugni e dovette concordare con quel ragionamento, da quando Malfoy aveva abbandonato la sua famiglia non aveva più fatto ritorno al Manor e come lui era stato adottato dalla, generosa, signora Weasley, poiché il ragazzo aveva deciso di non unirsi a suo padre, di non servire il Signore Oscuro.
Draco Malfoy era diventato una delle persone che dovevano essere uccise, un po’ come lui del resto.
-Stia attento!- urlò rivolgendosi a Silente, l’attimo prima che un incantesimo di colore verde si scontrasse contro di lui ma in quel momento Fawkes prese il colpo al posto suo, bruciando.
Harry distolse gli occhi, non riuscendo a sopportare di vedere quella scena.
Tutti stavano morendo per colpa sua.
-Devo agire.-
Sentì la risata stridula di Bellatrix Lestrange e si voltò verso i ragazzi, stavano di nuovo combattendo contro alcuni Mangiamorte che erano riusciti a fuggire all’Ordine, vide Ginny in difficoltà e non ci pensò due volte.
Passò sotto la statua e prese la bacchetta, pronto a uccidere chiunque avesse provato a fare del male a lei e tutte le persone a lui care, non avrebbe permesso ad altri di morire, non avrebbe permesso a nessuno di raggiungere Sirius oltre il velo.
-Harry no!- sentì il richiamo di Silente ma non ci badò, aveva sbagliato su tutti i fronti quell’anno e decise che non avrebbe mai potuto cambiare il passato, o modificare il futuro, avrebbe continuato ad agire secondo il suo pensiero e fu così che sbagliò di nuovo.
Schiantò Greyback prima che calasse su Ginny, e sentì un Protego salvarlo da una Maledizione, si voltò per guardare chi lo avesse chiamato e ciò che vide gli fece rallentare i battiti del cuore.
Voldemort aveva lanciato l’anatema che uccide contro Silente e il Preside troppo impegnato a salvargli la vita non lo aveva evitato.
Non vi fu nessun rumore, nessun urlo ma il tempo rallentò lo stesso, i Mangiamorte smisero di lottare come anche i suoi amici, tutti si erano bloccati, intrappolati a osservare quella scena.
Harry urlò, urlò di nuovo con tutte le sue forze.
Vide la Maledizione colpire l’uomo che aveva riposto in lui la sua fiducia, e il peso del mondo gli cadde addosso, l’uomo chiuse gli occhi e si accasciò a terra, inerme, morto.
Harry Potter corse verso di lui, abbracciandolo sperando di sbagliarsi, sperando di aver visto male, ma delle mani lo trascinarono via.
Draco assieme a Ron lo stavano tirando lontano da quella scena, lontano da Silente.
Vide il sorriso sul volto di Tom Riddle e su quello di Bellatrix, vide la soddisfazione nei loro occhi, e giurò che avrebbe vendicato quelle persone.
Giurò a se stesso che avrebbe ucciso Voldemort a tutti i costi, che avrebbe pagato per le vite che si era preso, ingiustamente.
I suoi amici lo presero per mano e arretrarono in tempo per vedere l’ingresso di Moody, nello spiazzale del Ministero, seguito da Tonks.
-Fuggite! – urlò rivolgendosi a loro, -Cosa state aspettando!-
 
Fu un attimo e Harry si sentì trasportato via dalla Smaterializzazione, non si accorse delle lacrime che gli rigavano il viso se non quando si Materializzarono all’interno del Numero Dodici di Grimuld Place.
Non fece caso alle braccia di Ginny, che lo tenevano stretto al suo petto, e agli sguardi pieni di dolore degli altri ragazzi, no, pensò solo a se stesso, come sempre.
E si chiuse dentro la sofferenza di quel momento, si chiuse in se stesso, ergendo una barriera troppo spessa per essere infranta facilmente.
 
***
 
-Ginny come stai?-
-Bene Ron, guarirò presto.-
-E tu Luna?-
-Oh, tutto apposto.- disse con la solita espressione sognante.
-Bene.- concluse Ron, senza chiedere a Draco come andasse il suo braccio, il ragazzo sbuffò, ormai abituato a quella situazione, prese la bacchetta dal tavolo e se la puntò contro.
-Brachium Emendo.- trattenne un grido di loro e con un sonoro crac le sue ossa tornarono al loro posto, mosse il braccio per sicurezza e fu soddisfatto del suo incantesimo.
Guardò i suoi amici e un senso di impotenza gli pervase il cuore: cosa avevano fatto?
Se avessero riflettuto di più non avrebbero provocato la morte di tutte quelle persone, le avrebbero potuto salvare.
Scosse la testa rassegnata, ormai sapeva bene che quando Harry pensava a qualcosa, qualcosa che doveva fare non avrebbe potuto fare niente per fargli cambiare idea, solo assecondarlo.
E lo aveva fatto anche quella, lo avrebbe fatto sempre, doveva la vita a Harry per non averlo lasciato solo, per avergli dato una possibilità quando tutti gli avrebbero sbattuto la porta in faccia.
Gli aveva concesso la sua amicizia.
E lui avrebbe fatto tutto, proprio tutto, per continuare a meritarsela.
-Harry non si riprenderà.- disse Ginny piano, senza guardare nessuno.
-Può farcela.- gli fece eco Ron, -Deve trovare la forza.-
-E dove? Tutte le persone a lui care sono morte, MORTE Ronald!-
-Non urlare Ginny ti sento.-
-Il problema non è questo.- disse Draco, mettendosi più rilassato nella sedia.
-Quale sarebbe?-
-Che cosa succederà ora?-
-Non capisco.- rispose Luna, che forse non aveva seguito tutta la discussione.
-Cosa succederà ora che Silente è morto? Chi prenderà il controllo, Piton? Voldemort? Non esisterà più un posto sicuro dove andare.-
-Neanche questo lo sarà.- Harry era appena arrivato in cucina, gli occhi rossi e ancora lucidi.
-Esatto.-
-Dovremo andare via, cercare l’Ordine.-
-Non possiamo.-
-Perché?!- sbottò Harry.
-Ci hanno detto di scappare, potrebbero essere stati catturati, non possiamo rischiare e poi…- si morse il labro, titubante.
-Poi cosa?-
-Aspetto una persona.- concluse.
-Qua? In questo momento?!-
-Sì Ron, ma è in ritardo, ho paura che possa essere ferita.-
-Chi sarebbe?-
-Non la conosci, nessuno di voi la conosce.-
-Diciamo intanto che è una ragazza.- asserì Draco.
 
Ginevra non rispose e si torturò le mani, con ansia, e il cuor che le batteva forte.
Si erano sentite una settimana fa, una settimana esatta e anche da lei le cose erano drasticamente peggiorate, non era solo Hogwarts sotto assedio, ma tutto il Mondo Magico.
Si erano ripromesse di incontrarsi, di trovarsi durante quella settimana ma lei non aveva più scritto e aveva mancato il giorno dell’arrivo, sarebbe dovuta essere lì già da tre giorni.
-Ginny?-
-Non possiamo andare via se lei non viene.-
-Perché è così importante?- chiese Ron, sedendosi accanto a lei.
-Lei è una persona magnifica e…-
Improvvisamente il ritratto della Signora Black aveva iniziato a urlare, segno che qualcuno aveva suonato il campanello.
La prima a muoversi fu la piccola Weasley, pronta a percorse la breve distanza che la separava dall’ingresso, il fratello la seguì con Draco e ultimo Harry.
Lei aspettò solo un secondo prima di aprire, un secondo per riflettere che potevano anche essere i Mangiamorte, un secondo per decidere le loro sorti, ma alla fine si fidò del suo istinto.
Si fidò delle sue sensazioni.
Spalancò la porta e una ragazza dalla chioma, leggermente cespugliosa di colore marrone, entrò barcollando.
-HERMIONE!- urlò la ragazza.
Ma Hermione non rispose, svenne un secondo dopo aver visto la sua amica.
 

Spoiler:

-Sono arrivata, alla fine.- disse ridendo, alla sua stessa affermazione.
-Sì Hermione, sei arrivata a casa.-
-Ginny noi… Dobbiamo parlare.-
-Più tardi, adesso devi riposare.-
 
   
 
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