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Autore: Picciartina    20/07/2008    2 recensioni
Salve a tutti! Ecco la mia prima FF su Slam Dunk, il mio manga/anime preferito! Vi avverto subito che non è una FF Yaoi anche se due personaggi maschili ci sono: Sendoh e Mitsui. La vera protagonista è però una donna, di mia invenzione!! :P Spero vi piaccia! Buona lettura e commentate in tanti!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akira Sendoh, Altro personaggio, Hisashi Mitsui
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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“Ah...ragazzi...s-sera...” deglutii nervosamente...e ora?

“Vi conoscete?” chiese Hisashi guardandomi interrogativo. Akira invece non parlava.

“Si! Certo...lo conosco dai tempi del liceo, Hisashi!” risi con fare nervoso e i miei due uomini se ne accorsero. Akira mi venne vicino e, senza farsi notare dal suo collega mi sussurò...

“E’ lui vero?” cacchio i ragazzi d’oggi sono davvero perspicaci...

Si voltò e, mi mise una mano dietro le spalle cingendomi a lui.

“Beh se è per questo ci frequentiamo....ora!”

Pazzo!

Ma che diavolo gli era saltato in mente!? Qui c’era poco da scherzare, Hisashi l’avrebbe fatto fuori in meno di due secondi...

Non feci in tempo ad aprire bocca che il sorrisetto sarcastico di Hisashi mi spiazzò...

“Certo, che scemo...perchè non ci avevo pensato! Siete proprio una bella coppia!”

No. Un attimo. Qui tutti sanno che io ed Akira stiamo insieme, tranne la sottoscritta?!?!?

“Ma veramente...” cercai di ribellarmi a tale situazione “Si tesoro hai ragione è ora di andare!” mi precedette il porcospino umano “Ciao Hisa-kun a domani mattina!” quasi mi spostò di peso mentre un mio ultimo sguardo si posò sul volto ‘nero’ del mio ex.

Girato l’angolo diedi uno strattone così forte che mi liberai immediatamente dalla presa di Akira.

“Ma si può sapere che significa tutto questo? Non pensavo avessimo mai fatto questi discorsi così seri fra noi due!” “E' vero. Ma vuoi si o no abbandonarlo questo passato che ti perseguita e dedicarti al tuo futuro? Io ti sto solo dando una mano!”

“Beh mio caro, nessuno te lo ha chiesto! Decido io, e solo io che vita voglio, chiaro? E non mi piace mentire, per niente! Lo sapevo che aprirti il mio cuore sarebbe stato un grandissimo errore...” abbassai lo sguardo, mi stavo davvero sfogando.

Akira si avvicinò a me e con due dita sollevò il mio mento verso l’alto per permettermi di guardarlo negli occhi. “Io te l’avevo detto che non sarei rimasto a guardare”. Detto ciò mi sorrise e voltandomi le spalle se ne andò lasciandomi lì a riflettere su l’accaduto. Pochi secondi e mi ricordai di aver lasciato Hisashi senza un briciolo di spiegazione. Corsi indietro ma era troppo tardi. Se n’era andato.

Passarono giorni da quell’episodio apparentemente innocuo ma che mi aveva parecchio scossa. Per una persona insicura come me vedersi la vita e le proprie scelte scivolare davanti a lei come acqua è più che un trauma, lo posso assicurare. Nè Akira nè Hisashi si fecero vivi in quei giorni, fortunatamente. Ma infondo Sendo aveva ragione: dovevo fare chiarezza una volta per tutte nei miei sentimenti.

Ma come?

Testa o croce?

La conta?

Uff...ma chi voglio prendere in giro? Lo sapevo benissimo che fra Akira e Hisashi non poteva esservi confronto! La mia unica paura era ritornare a fidarmi di lui...di Hisashi! Akira non avrebbe mai potuto sostituire quell’amore che provai e che forse provo ancora per il mio ex.

Ora lo vedevo più sereno, aveva addirittura iniziato a lavorare. Sembrava prendersi finalmente cura di se stesso. Forse aveva finalemente maturato come persona, come uomo. Ma la certezza? Io esigevo la certezza di non dover più soffrire. Cosa impossibile da ottenere, lo so bene. L’amore è rischio. E io non stavo forse rischiando andandolo a trovare a casa?

Bussai alla porta, visto che il campanello non c’era. Una, due volte. Nulla.

Non era in casa molto probabilmente. Infondo non conoscevo mica la sua routine quotidiana! Mi voltai rassegnata e iniziai a scendere le scale quando me lo ritrovai davanti all’ascensore pieno di buste per la spesa.

Hisashi al supermarket!?!? Pensai evitando di ridere a quella visione.

“Ciao!” dissi io sorridendo e scendendo quegli ultimi scalini rimasti.

“Oh!” fu la sua unica parola. Poi, accigliato, tornò ad occuparsi delle sue buste.

“Ero venuta a trovarti” dissi sforzandomi di evitare il suo sguardo contrariato alla mia presenza “Anzi, più precisamente a parlarti...”

“Non me ne frega nulla di te e Sendo...” mi ghiacciò lui “Ah si? Beh sappilo, nemmeno a me!”

A quelle parole levò il suo sguardo verso il mio, convinto e glaciale.

“In che senso?” mi chiese con fare interessato.

Feci per rispondere quando un suono acuto segnalò la presenza dell’ascensore al piano terra, ovvero dove io e il PV ci trovavamo.

Distratti dall’evento, aiutai Hisashi ad entrare nell’abitacolo con quelle enormi due buste, ma prima che mi potessi ritrarre, le porte si richiusero chiudendomi all’interno con lui. L’ambiente era più che piccolo. Eravamo stretti e l’uno di fronte all’altro. Sentivo benissimo il suo respiro affannato, forse per il caldo forse per altro...

“Dicevi?” disse lui calmo, come al solito.

“I-io ed Akira non stiamo affatto insieme...” finalmente ebbi il coraggio di guardarlo negli occhi e fu inevitabile non notare una strana luce in essi.

“A me lui sembrava piuttosto convinto!”

“Poteva sembrare visto che...ci siamo...baciati una sera...” solo, Aki? “Ma non è così, io non voglio stare con lui!”

Sentii le sue dita sfiorarmi una guancia. Non posso provarlo, ma sono sicuramente arrossita.

“E cosa vuoi allora?” chiese a bassa voce. Intanto l’ascensore avanzava nella sua corsa. Forse agitata per la situazione, ed in ansia che qualcuno potesse vederci quando l’ascensore sarebbe arrivato a meta, spinsi lo ‘Stop’ e di scatto la struttura si bloccò, esattamente fra il 3 e il 4 piano.

“Ma cosa..” Hisashi non capiva, o forse non mi riconosceva più. Beh non sei l’unico mio caro...

“Voglio essere felice...ecco cosa voglio! Voglio vivere la mia vita, voglio continuare a scrivere, voglio sognare ancora di poter intervistare qualche star dell’NBA americana, voglio poter essere felice di come sono diventata solo grazie a me stessa, e voglio...”

Lo guardai ancora e con quasi le lacrime agli occhi... “Voglio l’Hisashi di un tempo, il mio Hisa-kun di un tempo...”

Il silenzio cadde per pochi secondi interrotto solamente dai miei singhiozzi e dai sempre miei tentativi di non fare cadere lacrime in quel momento tanto delicato, davanti a lui.

“Mi dispiace...” la sua voce ruppe il silenzio.

“Quell’Hisashi non c’è e non ci sarà mai più” Con una mano sollevò il mio volto costringendomi a guardarlo ancora una volta “Ora ci sono io, l’Hisashi che ha mandato a quel paese l’alcool e le brutte compagnie, quello che ha smesso di fumare, che ha iniziato ormai da due anni fisioterapia, quello che ha iniziato a lavorare e a prendersi cura di se stesso, quello che però è ancora pazzamente e perdutamente innamorato di te, Akiko...”

Rimasi letteralmente a bocca aperta. Oltre tutte queste novità Hisashi aveva anche fatto un corso di relazioni umane o sbaglio? Non aveva mai confidato così apertamente ciò che provava. Ero meravigliata e sconvolta allo stesso tempo.

“E tu dici che la nuova Akiko e il nuovo Hisashi possono...potranno...”

Non mi rispose, si avvicinò lentamente alle mie labbra con le sue per poi baciarmi, e la prima cosa che pensai fu solamente “Finalmente!”

Il caldo, il rumore del minifrigo acceso e la luce soffusa che proveniva dalle fessure della sua finestra erano gli unici elementi dell’ambiente che riuscivo a percepire mentre le sue mani esploravano il mio corpo accaldato sdraiato sul suo futon. Era cambiato si, e anche fisicamente. Quei muscoli tonici però erano sempre ‘perfettamente perfetti’, li sentivo sudare sotto le mie dita affusolate che scivolavano dai suoi capelli alla sua schiena possente. I nostri respiri, i nostri gemiti, riecheggiavano nella stanza e quando finalemente raggiungemmo l’apice di quel piacere, ricordai come ci si sentiva dopo una notte passata con l’amore della propria vita.

EPILOGO

“HIRO! VIENI QUI! LASCIA STARE PER UN SECONDO QUELLA PALLA PER FAVORE!!”

Accidenti ogni volta mi doveva far sgolare!

Uscii fuori in giardino con le mani ancora sporche di sapone.

“Hiro! Ma non senti che ti sto chiamando da un’ora?!? Devi andare dal dentista muoviti!!”

“Un attimo mamma, solo un attimo sono quasi arrivato a 50!” Basket, basket sempre basket...

“Io ci rinuncio. Ti cresceranno i denti storti!”

Rientrai in casa sbuffando e osservandolo lì, in panciolle sul divano.

“Potresti anche darmi una mano, in fondo è anche tuo figlio o sbglio?!”

Hisashi sollevò gli occhi dal settimanale sportivo. “Oh dai non farla lunga! Andremo più tardi dal dentista, lascialo giocare!”

“Allenare vorrai dire...” mi sciacquai le mani per poi sedermi finalmente accanto a mio marito. Ebbene si, dopo aver chiarito con Akira, anche se con fatica, e dopo due anni di rapporto indistruttibile ci siamo trasferiti in america, precisamente a Chicago dove la sottoscritta ha ripreso a lavorare al suo vecchio giornale con i suoi cari vecchi colleghi, mentre Hisashi è stato finalmente contattato da un ottima squadra del paese.

Tra una cosa e l’altra ci è ‘scappata’ anche una piccola peste di nome Hiro, che ormai ha quasi 7 anni.

“Ci parli tu con il dottore, eh! Non mi interessa...” misi il muso mentre osservavo mio figlio correre di qua e di là cercando in tutti i modi di imitare suo padre.

Mi sentii sfiorare una spalla...

“Sei proprio una brava mammina lo sai?” sorrise al suo dire e nemmeno io seppi resistere. Gli stampai un bacio sulle labbra per poi aggiungere

“Tu invece sei un pessimo marito! Stai sempre qui a leggere riviste di basket, a guardare in TV partite di basket, ad allenarti con tuo figlio a basket, insomma sposatelo questo basket!”

“In effetti vorrei...” cosa?!? “Ma ho già te!” mi baciò facendomi stendere sul divano.

“S-smettila subito animale! C’è Hiro di là, cosa penserebbe se ci vedesse?”

“Mmh...che gli daremmo un fratellino?”

“Sorellina forse!”

“Ok ok...una bella cheerleader!”

Ridemmo così forte da attirare la nostra creatura in casa “Mamma? Papà? Che fate lo ‘cose zozze’ insieme?”

COSA?!?!?

Al contrario di Hisashi che scoppiò in una sonora risata, rimasi alquanto allibita!

“Ma dove le senti tu queste cose, eh?”

“Ovunque mamma, ormai sono un uomo!”

“Ah si, eh? Ma non sarà che sei geloso che do i bacini a papà e a te no?”

Sapevo a cosa andavo incontro...

“Io odio i baci mamma!”

Mi alzai dal divano e con uno scatto felino presi in braccio Hiro che si dimenava urlando

“Nooo!! le coccole noooo!! Non sono da campione di basket!” Gli stampai un enorme bacio sulla guancia.

“Bleah! che schifo!!”

Tutto suo padre...

-FINE-

  
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