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Autore: StelladelLeone    28/04/2014    11 recensioni
Sono passati cento anni dalla guerra con i Quincy e sia la Soul Society che l'Hueco Mundo ne sono usciti a pezzi. Ora una nuova minaccia si appresta all'orizzonte ed è più pericolosa dei Quincy. Una vecchia shinigami, creerà un'accademia per addestrare i nuovi eroi che combatteranno contro questo potente nemico ma non sarà un accademia di soli shinigami...oh no...sarà un'accademia di Shinigami & Hollow!!!
[Storia ad OC, posti esauriti, spero apprezzerete lo stesso la storia]
Questa storia la scrivo in collaborazione con andry_94_hell! Un mio caro amico/nemico!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kusajishi Yachiru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stella: Buonasera signore e signori! Eccoci con un altro capitolo (in ritardo) della nostra fanfiction!

Andry: Sembri la presentatrice di un talk-show…

Stella: Volevo dare una parvenza di serietà a questa storia!

Andry: Non ci sei riuscita.

Stella: Grrrrazie… Comunque, parlando di cose serie: tutti coloro che hanno mandato la scheda di un oc shinigami sono pregati di controllare…

Andry: Ora sembri una hostess…

Stella: MA LA VUOI PIANTARE?!

Andry…

Stella: Dov’ero arrivata?! *parla tra sé e sé*

Andry: *sussurra* …sono pregati controllare le cinture di sicurezza, le noccioline saranno servite durante il volo…

Stella: …sono pregati di controllare le cintur…DANNAZIONE *lo colpisce* Sii serio!

Andry: Parla lei…

Stella: CHI HA MANDATO LO SHINIGAMI CONTROLLI DI AVERCI MANDATO IL COMANDO DI RILASCIO, IL NOME E LA DESCRIZIONE DELLA SPADA! SE COSI’ NON FOSSE INVIATECELI! *si accasci esausta per lo sforzo ma contenta di aver portato a termine la sua missione*

Andry: Per gli Arrancar: controllate la formula di rilascio e il nome della spada, altrimenti inviateli. Detto questo buona lettura a tutti!

 

 

Strategie e sotterfugi: la guerra ha inizio!

 

 

 

Calore. Era questo quello che sentiva Mitsuki. Semplice calore, ma non in tutto il corpo. Lo avvertiva principalmente sul lato sinistro della faccia e non capiva il perché. I sensi iniziarono a risvegliarsi dal torpore e riuscì a sentire qualcos'altro.

Tu-Tum............Tu-Tum............Tu-Tum............Tu-Tum............Tu-Tum............Tu-Tum............

-Un tamburo?- pensò la ragazza aprendo leggermente l'occhio destro richiudendolo subito a causa del sole che la stava accecando.

Lentamente, ruotò la testa, in modo da poggiarsi sul mento e riprovò ad aprire gli occhi, ritrovandosi di fronte a due occhi color cremisi che la fissavano divertiti.

“Buongiorno tappetta.” disse Ashuros

Mitsuki lo fissò qualche secondo poi, sbadigliando, disse “Buongiorno stupida lumaca...” dopodiché tornò nella posizione iniziale, chiudendo di nuovo gli occhi e cercando di riprendere sonno.

Ashuros alzò un sopracciglio pensando -Nessuna reazione?- ma, il fatto di essere a “stretto contatto” con Mitsuki, gli permise di percepire l'improvviso arresto del cuore della ragazza.

-Adesso voglio proprio vederla.- pensò l'albino con un ghigno.

Lentamente e con dei piccoli scatti, Mitsuki tornò a fissare Ashuros che per poco non scoppiò a ridere visto il rossore presente sulle guance della ragazza e le piccole colonne di vapore che le uscivano dalla pelle.

“Buongiorno di nuovo. Che ne diresti di alzarti? Dovrei sgranchirmi le gambe.” disse Ashuros

Per qualche secondo Mitsuki continuò a fissarlo poi iniziò a balbettare “K...K...K...K...KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!”

Con un balzo ferino, raggiunse l'altra parte della stanza, prendendo di nuovo il ramo di salice, appiattendosi contro il muro e minacciando Ashuros con il suddetto ramo.

“T...TU! Maledetta lumaca pervertita!!! Lo sapevo che non dovevo fidarmi! Confessa!!! Cosa mi hai fatto? Un incantesimo? Hai usato una specie di Ero-Kido?” sbottò la ragazza iniziando a tremare al pensiero delle torture che poteva aver subito quella notte.

Ashuros si alzò pigramente e quasi tutte le ossa del suo corpo fecero rumore. In fondo era la prima volta da anni che stava fermo per così tante ore ma questo non gli impedì di prendere la palla al balzo.

Diede subito le spalle alla ragazza, infilandosi la camicia e poi la giacca. Il tutto con uno strano ghigno sulle labbra.

“Oh non è successo nulla di particolare miss abbraccio.” disse l'albino avviandosi verso la porta

-Nulla di particolare? Miss abbraccio?- pensò confusa Mitsuki seguendolo con lo sguardo

“Ah un'ultima cosa!” aggiunse poi Ashuros fermandosi sulla soglia della stanza, guadagnandosi un'occhiata confusa e curiosa da parte di Mitsuki “Quelle “posizioni” erano veramente difficili. Complimenti per l'inventario!” concluse l'albino con un tono atrocemente malizioso e scoccando un occhiolino a Mitsuki, per poi uscire chiudendosi la porta alle spalle.

Mitsuki rimase imbambolata sul posto, ancora rossa in viso. Quando, dopo qualche secondo, le parole del ragazzo trovarono un significato, il rossore aumentò a dismisura e le sue povere gambe, ora budini, non poterono trattenerla oltre, facendola cadere sul futon.

Fuori dalla porta, Ashuros rimase fermo anch'egli qualche secondo, ripensando alle parole da lui appena pronunciate e, proprio come Mitsuki non poté fare a meno di arrossire iniziando poi a prendere a testate il muro.

-Che. Cazzo. Mi. E'. Preso!!!- pensò il ragazzo prima di incamminarsi, a passo spedito, verso il Senkaimon. Mancavano ancora due arrancar, tanto valeva trovarli subito.

Per i corridoi, incrociò Yachiru che gli chiese subito “Allora? Dormito bene?”

“Splendidamente! Una notte coi fiocchi!!!” disse Ashuros sorpassandola senza degnarla di uno sguardo.

L'anziana shinigami, leggermente confusa, si diresse verso la loro stanza e, aprendo di poco la porta, per poco non le venne un infarto nel vedere Mitsuki accasciata a terra, tremante e con gli occhi a girandola mentre pronunciava “Non è successo davvero...non è successo davvero...”

Un gocciolone stile manga le cadde sulla testa e pensò -Uhm...forse metterli nella stessa stanza non è stata un'idea...azzeccata...-

                                                         * * *

Ashuros camminava spedito per i corridoi dell'edificio, sperando di poter tornare nell'Hueco Mundo il più velocemente possibile. All'improvviso, il pavimento diventò di colpo lucido e ricoperto di cera, talmente tanto che il povero arrancar si fece una bella pattinata finendo schiantato contro un muro poco più avanti.

“Cazzo che male...si può sapere chi ha passato la cera?” urlò Ashuros

“Sono stato io, il pavimento era troppo sporco.” disse Jean comparendo all'improvviso

“Dovevi proprio pulirlo ora?” chiese Ashuros fissandolo male

“Non vedo perché no.” commentò Jean

Ashuros sospirò quando, con la coda dell'occhio, vide Stun avvicinarsi...dalla stessa direzione da cui era arrivato lui...

“No! Fermo Stun!” urlò Ashuros ma, senza avere il tempo di spostarsi, venne cilindrato in pieno da Stun, scivolato anch'egli sul pavimento ricoperto di cera.

“Uhm...forse ho messo troppa cera.” disse Jean fissando il pavimento.

“For...se...” biascicò Ashuros, formato sottiletta, mentre Stun cercava in tutti i modi di rimetterlo in piedi.

Una porta li vicino si aprì e ne uscì un assonnato Edward “La volete smettere di far casino? La gente sta cercando di dormire!”

Davanti a lui, si aprì un'altra porta da cui uscì Shi che, vedendo Edward, esibì un ghigno bastardo e disse “Se il buongiorno si vede dal mattino...questa sarà una giornata schifosa dato che la prima cosa che ho visto è stata la tua brutta faccia.”

Edward, senza neanche commentare gli si lanciò addosso facendo scattare una piccola rissa tra i due che causò non poco casino. Jean sospirò vedendo piccole nuvolette di polvere uscire dalla stanza mentre Stun annuiva soddisfatto nel vedere Ashuros di nuovo in piedi.

In quel momento arrivò anche Yuuko che, vedendo i due shinigami pestarsi, non potè fare a meno di ghignare e avviarsi verso i due per potersi unire al divertimento ma, purtroppo per lei, qualcun'altro non era di quell'avviso.

“Non ti permetterò di unirti a quella rissa Hime! Non ti si addice!” urlò Hiro afferrandola per un braccio ma l'arrancar non sembrò apprezzare il gesto e, con una mossa di judo, afferrò il braccio del fratello e lo proiettò a terra, facendolo sbattere con la testa, dopodiché fu libera di lanciarsi nella rissa.

Ashuros osservò la sua compagna intenta a malmenare entrambi gli shinigami. Potevano anche mettersi ad attaccarla in due, ma un arrancar con anni di esperienza non era alla portata di due shinigami appena arruolatisi.

Sbadigliando annoiato, si diresse verso la sua destinazione e, come il giorno prima, dovette attendere qualche minuto perché il portale fosse impostato sull'Hueco Mundo. Con un balzo, salto nel suddetto portale, ritrovandosi ancora nel suo mondo natio.

Rimase fermo sulla duna di sabbia per diversi secondi. Mancavano due soli arrancar poi per chissà quanto tempo non sarebbe più potuto tornare in quell'immenso deserto. Prima che potesse muovere un solo passo, avvertì subito una presenza alle sue spalle ed era una presenza tutt'altro che pacifica.

 

L'albino si voltò di scatto, estraendo nel contempo la sua zampaktou riuscendo a puntarla alla gola della ragazza che gli aveva appena trasmesso quella sensazione. Si trattava di una giovane dalla pelle chiara alta sul metro e settanta, dai lunghi capelli neri e con dei grandi occhi marroni che lo fissavano divertiti. Le labbra erano carnose mentre il seno era prosperoso. La sua maschera, o ciò che ne restava, erano due corna bianche che, partendo da poco dietro le tempie, puntavano in avanti.

 

La giovane indossava degli stivali bianchi con i bordi neri, una lunga gonna bianca che però lasciava scoperti i fianchi delle cosce, una fascia nera come cintura e una maglietta senza maniche bianca coi bordi neri che le copriva la parte attorno alla gola per poi scendere e lasciar scoperto il ventre e parte dei seni, mentre la schiena era completamente coperta.

 

“Che c'è? Ti ho spaventato forse?” chiese lei ghignando

 

“Izumi Wakoto...” disse Ashuros rinfoderando la sua arma “...che strano trovarti qui.”

 

“Beh, sono un arrancar e questo è l'Hueco Mundo. Cosa c'è di strano?” chiese Izumi inclinando la testa di lato.

 

“Lasciamo stare, tanto ti avrei cercata in ogni caso. Devi venire con me.” disse Ashuros voltandosi

 

“E perché mai? Non vorrai mica farmi qualcosa vero? Voi maschi siete tutti uguali!” sibilò la ragazza

 

“Primo, quel genere di cose non mi interessano. Secondo, di certo esistono delle ragazze più invitanti di te. Terzo, sono venuto a chiederti di arruolarti in un'accademia di Arrancar e Shinigami per sconfiggere i nemici umani.” spiegò Ashuros visibilmente infastidito dalla giovane. La mattina era già iniziata nel peggiore dei modi e questo non avrebbe portato ad un miglioramento...poco ma sicuro.

 

“Un'accademia? Uhm...l'idea non è male!” disse Izumi annuendo “Va bene ci sto!”

 

“Perfetto, ora dobbiamo solo trovare l'ultimo Arrancar e poi potremo tornare nella Soul Society...” disse Ashuros estraendo il cellulare.

 

Senza neanche darsi un via, scattarono con il Sonido lungo le dune di quel mondo. In pochi minuti, il radar dell'apparecchio individuò l'ultimo arrancar e glielo segnò con un puntino luminoso. Senza esitare, Ashuros si fiondò verso quella direzione, seguito a ruota dalla ragazza.

Trovarono l'ultimo arrancar intento a massacrare degli Hollow dall'aria ben poco combattiva. Erano spaventati da lui.

L'arrancar in questione era un ragazzo alto sul metro e novanta e con le spalle larghe. Aveva dei corti capelli neri e due pozze grigio-azzurre negli occhi che avrebbero intimorito anche i più coraggiosi. Il buco tipico della sua razza si trovava sotto l'ombelico mentre ciò che restava della maschera erano due corna bianche che partivano dalle tempie. La sinistra era spezzata a metà.

I muscoli ben visibili e definiti erano coperti da una giacca bianca lunga fino al costato bianca. Le gambe lo erano da dei pantaloni a vita bassa bianchi e morbidi e ai piedi calzava degli stivali neri mentre, su un fianco, portava una katana nera con la guardia che ricordava delle fiamme e delle catene.

Il moro ghignò davanti agli Hollow e ne uccise due con un solo potente Cero sparato dalla sua mano destra.

“Tsk, che delusione. Da queste parti non troverò mai nessuno in grado di battersi alla pari con me.” disse quello per poi eliminare gli ultimi con dei veloci Bala che distrussero le maschere degli ultimi rimasti.

Ashuros fissò l'arrancar mentre gli dava le spalle e, solo quando quello si girò verso di lui, scoprì di conoscerlo da diverso tempo ma forse il moro non la pensava come lui. Con una forza mostruosa, saltò in alto, superando di diversi metri l'albino e gli scagliò contro un Cero alla quale Ashuros controbatté con un altro Cero. I due attacchi si annullarono creando un polverone a mezz'aria.

L'albino fissò quel polverone, cercando di cogliere il minimo movimento ma, dopo neanche un secondo, il moro lo attaccò frontalmente, zampaktou sfoderata nella mano destra. L'albino non si fece trovare impreparato e, dopo aver estratto a sua volta l'arma, parò il colpo del moro e dalle loro lame scaturirono diverse scintille.

I due rimasero fermi un istante a fissarsi quando Ashuros disse “Amlach Lumbar, detto Wolf, allievo di Grimmjow Jaegerjaques.”

Il moro ghignò e, a sua volta, disse “Ashuros Bleeder, detto Unborn, allievo di Tia Halibel. Cosa ci fai da queste parti?”

“Sto cercando un certo arrancar e guarda caso l'ho appena trovato.” spiegò Ashuros rinfoderando la sua lama.

“Cercavi me? E perché?” chiese Amlach con uno sguardo annoiato, rinfoderando anch'egli la sua arma.

“Potrà sembrati assurdo ma una shinigami ha deciso di aprire una scuola per shinigami e arrancar e sta reclutando nuovi membri per poter contrastare l’Atarashī kami. Credo che ti possa interessare no?” chiese Ashuros benchè sapesse già la risposta e, come previsto, un potente reiatsu scaturì da Amlach la cui espressione si era trasformata in un ghigno divertito con gli occhi iniettati di sangue, cosa che divertì parecchio Izumi.

“Dici il vero. Sì, vi aiuterò così io...potrò diventare il Re e vendicare Grimmjow!” disse Amlach.

“Keh, sei proprio uguale a lui. Su muoviamoci e andiamo nella Soul Society.” disse l'albino per poi avviarsi al portale più vicino.

Pochi minuti dopo, i tre erano di nuovo nella Soul Society e Ashuros indicò ai nuovi arrivati l'edificio dove si trovavano tutti gli altri, consigliandogli di andare a presentarsi. Li vide allontanarsi e, sulla stessa strada, notò Mitsuki procedere verso il Senkaimon con lo sguardo inchiodato a terra e una strana aura blu che la circondava. Di sicuro non si era ancora ripresa dallo scherzo.

Lentamente, la shinigami arrivò davanti all'arrancar e, con voce flebile, gli chiese “Ehi...lumaca...stanotte...io e te...si insomma...abbiamo fatto...” ma la voce dell'albino la interruppe “Era uno scherzo.”

“Eh?” disse Mitsuki alzando lo sguardo mentre Ashuros si era voltato verso sinistra lasciando visibile solo l'occhio coperto dalla maschera “C...che vuoi dire?”

“Quello che ho detto. Era uno scherzo. Non abbiamo fatto niente di niente. Ieri sera ti sei addormentata e quando ho cercato di coprirti con una coperta ti sei avvinghiata a me e non mi hai più mollato fino a stamattina.” spiegò Ashuros con voce piatta.

“COSA?!? Tu lurido arrancar pezzo d'idiota!!! Come ti è venuto in mente di farmi uno scherzo del genere?!?” sbottò Mitsuki.

“Beh una piccola vendetta me la meritavo dopo aver passato l'intera notte con una nana attaccata al collo che mi trattava come un orsacchiotto di peluche!” ribatté Ashuros

Mitsuki stava per saltargli alla gola. Voleva farlo! Uno scherzo del genere non glielo avrebbe mai perdonato ma la sua sete di sangue fu repressa all'arrivo di Yachiru che, rivolgendosi all'arrancar, disse “Ottimo lavoro Ashuros, tutti gli arrancar utili sono stati trovati. Purtroppo mancano ancora alcuni shinigami e vorrei che tu andassi con Mitsuki alla ricerca di quest'ultimi.”

“EH?!?” fu il semplicissimo commento di Mitsuki e Ashuros. Non solo dovevano vivere sotto lo stesso tetto e, soprattutto, nella stessa stanza ma ora avrebbero anche dovuto collaborare per trovare gli ultimi shinigami? Ma che le avevano fatto di così orribile per meritarsi un simile trattamento?

“Se ce la farete in mattinata, oggi pomeriggio potremo già iniziare a lavorare ad un primo piano.” spiegò Yachiru e i due si trovarono costretti ad acconsentire alla richiesta dell'anziana shinigami e, in pochi minuti, furono teletrasportati nel Rukungai.

Com'era prevedibile, tutti gli abitanti nelle vicinanze, si girarono spaventai verso i due, fissando con degli sguardi carichi di odio e terrore Ashuros il quale, per la prima volta, si trovò a disagio. Ma Mitsuki neanche se ne accorse, troppo presa dalla frustrazione e dall’imbarazzo per lo scherzo della lumaca, e con passo di marcia prese una direzione a caso.

Ashuros si affrettò a seguirla raggiungendola con poche falcate.

“Ehi tappetta! Non dovresti guardare il cellulare?” le fece notare pacato guardandosi intorno insofferente, mentre le persone lo spiavano dalle finestre socchiuse, i bambini lo indicavano e parlottavano tra loro con le mamme che li cercavano di tirare in casa.

Lei non disse niente e tirò fuori il cellulare masticando insulti poco chiari contro l’Arrancar. Ma perché quell’essere inutile continuava a irritarla, ma soprattutto ad avere ragione?! Gli avrebbe dimostrato che era capacissima di cavarsela da sola. Alla faccia sua!

E dopo aver analizzato per qualche secondo la mappa pianificando vendetta, con Ashuros che sbirciava da sopra la spalla, si incamminò verso destra.

“Ehm tappetta, dobbiamo andare a sinistra…”le fece notare divertito il ragazzo.

Mitsuki ancora decisa a non rivolgergli parola riaprì il cellulare e dopo una breve occhiata si incamminò nella direzione opposta a quella di prima, bordeaux.

Ashuros scoppiò a ridere.

“La vuoi piantare?!” sbottò lei infine girandosi a fulminarlo per poi riprendere a marciare.

“Hai interrotto la tua strategia del silenzio?!” chiese divertito seguendola, mentre Mitsuki lo insultava gesticolando.

“Sei uno stupido arrancar! Mi ero solo distratta!” si difese lei piccata.

“Ne sono sicuro…” ribatté Ashuros marcando l’ironia, tanto da far fermare e voltare la ragazza.

“Ma davvero?! E questo cosa vorrebbe insinuare?!” chiese la ragazza con gli occhi assottigliati incrociando le braccia; la piazzetta al limitare del bosco in cui si erano fermati si svuotò di colpo.

“Che non ne azzecchi una neanche per sbaglio.”

“Ma per favore! Me la cavo cento volte meglio di te!” sibilò lei avanzando di un passo.

“Disse dopo essersi persa con una mappa in mano.” Osservò lui sarcastico incrociando le braccia come per farle capire che non le incuteva il minimo timore.

“Lurida Lumaca! RITIRA SUBITO QUELLO CHE HAI DETTO! CHI TI CREDI DI ESSERE?! POSSO FARTI FUORI QUANDO MI PARE E PIACE!” gli urlò lei contro appoggiando una mano sul fodero della katana. Adesso lo avrebbe fatto pentire di averla sottovalutata…

“Non ti umiliare nana e stai buona, dobbiamo ancora trovare gli shinigami.”  Le ricordò lui fingendosi annoiato.

“Che c’è? Ora che non c’è Stun a proteggerti hai paura di fronteggiarmi?” insinuò lei con un sorriso felino e strafottente.

“Ripetilo nana se hai il coraggio!” le sibilò lui colpito nell’orgoglio voltandosi finalmente a fronteggiarla guardandola negli occhi.

“Tu…” ringhiò la ragazza accucciandosi leggermente, come pronta a saltargli addosso, ma una voce li interruppe prima che potessero iniziare una rissa.

“Potreste smetterla? Finirete con lo svegliarla.” I due si voltarono ancora lividi di rabbia e si trovarono davanti un ragazzo dalla carnagione abbronzata e i capelli neri spettinati, con il tipico kimono degli shinigami ma smanicato e una collana di grosse perle rosse al collo; in spalletta portava una ragazza addormentata: aveva lunghi capelli bianchi, con la frangetta spettinata tenuta in ordine da alcune mollettine, un viso tenero dalla carnagione tanto bianca da sembrare una statua di neve e il naso leggermente all’insù.

“Jin Mishima?” chiese Mitsuki leggermente stupita riacquistando una posizione rilassata e ignorando completamente Ashuros.

“Esatto, piacere di rivederti Yuki!” le rispose con un sorriso mentre con estrema delicatezza appoggiava la ragazza seduta contro un albero.

“Mi conosci?” chiese lei stupita. Aveva sentito parlare di lui, si diceva avesse fatto fuori molti hollow ancora prima di diventare shinigami e diplomato in un battito di ciglia.

“Sono uno degli Shinigami che aveva presenziato al tuo arrivo nella Soul Society, ma immagino che non ti ricorderai di me. Sono felice di vederti così viva rispetto al nostro ultimo incontro…” le disse con un sorriso sincero.

“Scusami, ma proprio non mi ricordo di te. Spero non fossi uno di quelli che…” mormorò imbarazzata e con un leggero tremolio nella voce, sotto lo sguardo perplesso di Ashuros.

“E invece sì, non dimenticherò il tuo gancio destro per un po’!” rise lui prima di scuotere la testa, “Ma non preoccuparti, è tutta acqua passata!” la rassicurò.

“Grazie Jin.” gli rispose accennando un sorriso, ma senza che il senso di colpa si affievolisse.

“E ora potrei chiederti cosa ci fai con un Arrancar prima che io metta mano alla zampaktou?” chiese tornando serio e appoggiando una mano all’elsa della grossa spada rossa che portava sulla schiena.

Shikai continuo…osservò Mitsuki colpita, mentre Ashuros lo fulminava con un'occhiata.

“Provaci pure…” gli ringhiò contro.

“Lui è con me, è un alleato.” spiegò Mitsuki con fermezza mettendosi in mezzo tra i due “E a questo proposito dovremmo parlarti.” gli disse diplomatica accennando con la testa alla base dell’albero.

Tutti e tre si sedettero, Jin ancora diffidente verso Ashuros che lo fulminava irritato.

Dopo dieci minuti di spiegazione Jin sorrise contento.

“Sarò felice di aiutarvi! sono secoli che non torno a casa! Anche se prima devo capire cosa fare con questa ragazza: è caduta addormentata in mezzo alla strada di punto in bianco e l’ho soccorsa ma non so nemmeno chi sia…” disse loro ridendo, “E scusami per prima Ashuros.” si scusò con l’Arrancar tendendogli la mano, che dopo qualche secondo l’altro accettò con un ghigno.

“Non vedo l’ora di vedere quel che sai fare…”

“L’interesse è reciproco…” rispose Jin mentre Mitsuki controllava la mappa.

“LUMACA!” esordì improvvisamente stupita.

“Cosa?” rispose automaticamente Ashuros, mentre Jin ghignava sotto i baffi: lumaca?!

“Anche questa ragazza è da portare con noi!” gli svelò indicando l’albina, che aprì gli occhi azzurro ghiaccio leggermente stupita.

“Io?” chiese con voce fievole e cristallina.

“Sì.” le disse Mitsuki leggermente scioccata: da quanto era sveglia?!

“V-va bene…” rispose ancora lei per poi rimanere a fissare per terra imbarazzata in silenzio.

“Ehi tu, hai un nome?” le chiese stranito Ashuros con un tatto invidiabile, tanto da meritarsi una gomitata nelle costole da Mitsuki. Iri lo guardò terrorizzata.

“Scusa la sua maleducazione,” le disse porgendogli una mano, “Io mi chiamo Mitsuki Hitsugaya, detta Yuki, e loro sono Ashuros, l’arrancar, e il ragazzo che ti ha salvata, Jin Mishima.”

La ragazza le strinse timidamente la mano.

“Iri Flina.” mormorò con un accenno triste di sorriso, poi si voltò a guardare Jin e si prostrò in una posa antica e formale: rannicchiata con il volto rivolto a terra e le mani poggiate a terra davanti al capo. “Grazie per avermi soccorso.”

“D-di niente!” rispose lui a disagio scompigliandosi i capelli accorgendosi inoltre che il corpo di lei tremava lievemente, “E ora alzati per favore!” la ragazza fece ciò che le era stato detto e si inginocchiò composta ad attendere.

“Per quanto riguarda le spiegazioni…” iniziò Mitsuki non sapendo bene come rapportarsi.

“Ho sentito.” intervenne Iri in un sussurro.

“Ah…o-okay….allora possiamo andare a cercare l’ultimo shinigami e poi tornare in base.” Disse alzandosi in piedi insieme agli altri e, dopo aver scrupolosamente guardato la mappa, iniziando a camminare verso l’ultimo obbiettivo, seguita da Iri, che le stava vicinissima, come se volesse stare il più lontano possibile dai due ragazzi.

Neanche trenta secondi che camminavano in silenzio, un po’ intimiditi dalla nuova ragazza, che in contemporanea, come se si fossero messe d’accordo, sia Iri che Mitsuki inciamparono in un sasso e caddero a terra.

Con la leggera differenza che Jin prese al volo Iri prima che si spiaccicasse al suolo ma nessuno prese Mitsuki, la cui faccia incontrò dolorosamente il terreno.

“Oh no un’altra!” sbuffò Ashuros passandosi il palmo della mano sugli occhi, “Di questo passo torneremo stanotte!” borbottò prima di afferrare per la collottola Mitsuki e rimetterla in piedi con una mano sola.

“Non avevo bisogno di aiuto!” gli ringhiò lei ricominciando a camminare impettita, ma dopo tre passi cadde nuovamente a terra.

“Si è visto…” ghignò Ashuros rimettendola nuovamente in piedi.

Lei non rispose imbarazzata e tornò a camminare, questa volta guardando attentamente il terreno.

Intanto Iri, dopo aver guardato confusa e spaventata il suo salvatore, si era di nuovo prostrata a ringraziare Jin che cercava di farla rialzare a disagio.

“Non c’è bisogno di tutto questo! Ringraziami come una persona normale!” le disse infine prendendola delicatamente per le spalle e tirandola su.

“Come…una persona normale?” chiese lei perplessa e tremante, “Io…io dovevo scusarmi sempre così quando ero vita…” spiegò in un mormorio abbassando gli occhi, la malinconia che accarezzava i suoi lineamenti.

“Cosa? Ma da che epoca vieni?” le chiese perso Jin. Lei non si sarebbe mai scusata così...

“Sengoku.” rispose lei dopo qualche secondo, torturando il bordo delle maniche con le mani sottili.

“Ora si spiega tutto…” sospirò invece il ragazzo passandosi una mano tra i capelli, “Beh Iri, i tempi sono cambiati, non c’è più bisogno di comportarsi così! Per ringraziare una persona basta dire ‘grazie!’ sorridendo” le spiegò con un sorriso.

Lei lo guardò dubbiosa e indecisa su cosa fare, poi prese coraggio e strinse le mani a pugno.

“G-grazie…?” tentò abbozzando un lieve sorriso, ancora tinto di malinconia ma già più luminoso, con le guance lievemente arrossate.

“Perfetto!” rise Jin accarezzandole la testa e facendola diventare scarlatta, prima di tornare a camminare con gli altri due come se niente fosse; Iri camminava al suo fianco confusa e curiosa.

-I tempi sono cambiati?- pensò con un velo di tristezza. Lei odiava gli uomini, la terrorizzavano…eppure…quel ragazzo era stato gentile, la trattava da pari…

“Jin?” chiamò Ashuros il ragazzo facendogli cenno di rallentare un attimo per distanziare le due ragazze, con Mitsuki che cercava di rassicurare Iri sull’Accademia e gli altri ragazzi.

“Si?” chiese il ragazzo curioso.

“A cosa ti riferivi parlando del tuo incontro con la tappetta?” gli chiese dando un occhiata alla ragazza.

“Non lo sapevi?” chiese Jin leggermente sorpreso, “Non conosco i dettagli sinceramente, ma a quanto ho capito, i genitori e la sorella di Yuki erano degli shinigami ritiratisi nel mondo reale e una sera, mentre lei era fuori, furono massacrati dall’Atarashi Kami. Quando è tornata e ha…visto, ha avuto una specie di attacco ma Yachiru è intervenuta in tempo e l’ha salvata. Allora le ha spiegato tutto e l’ha portata nella Soul Society” si interruppe un secondo per accennare un sorriso triste, “Mi sembra ieri…noi Shinigami dovevamo accoglierla al meglio ed eravamo perfino disarmati, per non metterla a disagio: quando arrivò sembrava morta. Non c’era niente nei suoi occhi, non una luce, non un ombra…niente. Non parlava, si muoveva il minimo indispensabile. Una statua di ghiaccio. E poi accadde: mentre passava sentì qualcuno fare dei piccoli commenti sul suo aspetto, niente di particolarmente cattivo, ma lei divenne una belva. Sembrava impazzita, una bestia folle e ferita che si sfogava, asseta di sangue e vendetta. Il suo reiatsu, prima nella norma, diventò talmente pressante che nella stanza iniziò a nevicare…degna discendente di suo nonno direi. Attaccò chiunque trovasse sulla sua strada e metà di noi vennero messi k.o. prima che Yachiru intervenisse a fermarla. Poi io ripartii e non la vidi più. Ogni tanto giungevano le notizie di qualche sua impresa o massacro di hollow, il suo soprannome… ma non l’avevo ancora rincontrata.” terminò cercando di leggere l’impenetrabile volto dell'arrancar, ma questo si limitò a ringraziarlo guardando Mitsuki e riprendere a camminare.

Per diversi minuti non accadde nulla quando all'improvviso, mentre stava tranquillamente camminando dietro agli altri, per un secondo percepì un forte reiatsu.

Poi scomparve.

Confuso, si fermò guardando il boschetto che costeggiava la strada: non poteva esserselo immaginato…

Non fece in tempo a dire una parola che in un lampo una figura si scagliò contro di lui.

Con un salto Ashuros l’evitò e una katana rinfoderata si abbatté sul terreno, con tanta forza da creparlo.

“Gli Arrancar non dovrebbero entrare nella Soul Society” ringhiò la sua proprietaria rialzando la katana e preparandosi a un secondo attacco: una bella ragazza di corporatura esile con i capelli rossi e gli occhi color del fuoco, avvolta nella tipica divisa degli shinigami.

“Ma chi abbiamo qui…” ringhiò di rimando Ashuros scrocchiandosi le nocche.

“Ferma!” urlò Mitsuki frapponendosi fra lei e Ashuros e bloccando con il fodero della sua zampaktou quella avversaria. Ci mancava solo che facessero a botte ora! Non che potesse darle torto, anche lei l’avrebbe attaccato non sapendo che era un alleato…In realtà anche ora che lo conosceva lo avrebbe attaccato volentieri, ma non era questo il punto!

“Gli Shinigami non devono proteggere gli Arrancar” continuò l’altra imperterrita cercando di colpire Mitsuki con la katana, ma lei gli teneva testa tranquillamente e parava gli attacchi senza retrocedere di un passo.

“Tappetta fatti da parte, se questa vuole prenderle io non mi tiro indietro…” sibilò Ashuros guardando dall’alto la rossa con avversione e cercando di scostare la ragazza che lo proteggeva.

“Sarebbe il caso di fermarli” mormorò Jin pronto ad intervenire mentre Iri assisteva in silenzio.

“Questo Arrancar è un alleato! È un ordine del capo supremo del Gotei 13! Non vorrai disobbedire alla vecchia Yachiru!” urlò allora Mitsuki in un ultimo tentativo. All’istante la ragazza saltò all’indietro e ripose la katana, scrutandoli diffidente.

“Spiegati! E sappi che se stai mentendo te la farò pagare” ringhiò sedendosi a gambe incrociate per terra.

“Non mento.” la gelò Mitsuki lanciandole un’occhiata fredda, riponendo anche lei la zampaktou, e iniziando a spiegarle il motivo della presenza di Ashuros.

“E questo è quanto” concluse una decina di minuti dopo dando un'occhiata di sfuggita al suo cellulare, “A quanto dice il mio localizzatore sei anche tu una delle reclute, quindi se potessi unirti a noi…?”

“Kyoko Date. Essendo un ordine del Comandante Supremo non posso rifiutare, anche se mi sarebbe piaciuta una bella rissa col tizio qua…” sospirò delusa lanciando un'occhiata ad Ashuros che ghignò.

“Non ti preoccupare, nessuno ci impedisce di lanciarci in risse al Quartier generale, anzi da quando sono arrivato non ci sono state altro che risse.” ghignò Ashuros.

“Perfetto, una volta là risolveremo la faccenda!” ghignò lei rialzandosi insieme a Mitsuki, che passò a fare le presentazioni.

“Io mi chiamo Mitsuki Hitsugaya, ma chiamami Yuki, lo shinigami è Jin Mishima e la ragazza Iri Flina, mentre la lumaca qua presente è Ashuros Bleeder.” esordì porgendole una mano e indicando gli altri uno ad uno man mano che parlava.

“Lumaca?” chiese Kyoko dopo aver salutato Iri.

“Sì l’Arrancar!” rispose stranita Mitsuki.

“Ehm…io non vedo più nessuna lumaca…” le fece notare l’altra titubante e un po’ perplessa.

“Ma com…?” chiese Mitsuki confusa voltandosi e accorgendosi che Ashuros era completamente svanito.

Per alcuni secondi si guardò attorno in silenzio, cercando di localizzare il suo reiatsu.

Niente.

Mitsuki strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche e il suo corpo iniziò a tremare dalla rabbia.

“DOVE SEI FINITO RAZZA DI IDIOTA?!” urlò al cielo assatanata.

 

                                                             * * *

 

Ashuros stava camminando per le vie del Rukungai a passo spedito. Probabilmente dava l'idea di uno che sapeva esattamente dove andare ma la realtà era tutt'altra cosa. Era da diversi minuti, ormai, che sentiva un suono flebile, quasi impercettibile anche per il suo udito sviluppato.

La gente che lo vedeva avvicinarsi si spostava in fretta e furia. La maggior parte delle persone si chiudevano in casa mentre i più temerari, che comunque non osavano avvicinarsi, restavano in strada, appoggiati ai muri.

-Spero solo che quella nanetta non mi urli in faccia per essere scomparso nel nulla.- pensò l'albino continuando a camminare dritto -Anzi, ora che ci penso, avrà di sicuro pensato che io mi sia perso e starà gongolando credendo di aver vinto...per una volta.-

Il corso dei suoi pensieri venne interrotto dal quel suono. Era cambiato. Ora era più forte e, dato che poteva sentirlo bene, gli sembrava una melodia e, per qualche strano motivo, gli sembrò incredibilmente familiare anche se non riusciva a ricollegarlo a niente di conosciuto.

Nel giro di pochi minuti si ritrovò in un bosco posto poco fuori dal Rukungai. L'arrancar si guardò attorno leggermente colpito. Era la prima volta che vedeva un luogo come quello dato che nell'Hueco Mundo esistevano solo delle foreste di alberi enormi e spogli.

Ad un certo punto, un fruscio piuttosto forte di alcune foglie vicino a lui, catturò la sua attenzione. Senza farsi troppe domande, Ashuros si avvicinò all'albero dalla quale proveniva quel fruscio e, all'improvviso, uno scoiattolo marrone gli salto in testa per passare sulla spalla ed infine per terra.

L'arrancar seguì con lo sguardo il piccolo animale finché non lo vide salare sopra una grossa radice sulla quale era seduta una bambina. Non doveva avere più di quattordici anni e il fisico minuto rafforzava quest'ipotesi. Aveva dei lunghi capelli azzurri con le punte rosse mentre gli occhi erano chiusi, chiaro segno della concentrazione della bambina intenta a produrre quel suono che aveva guidato Ashuros.

Solo allora l'arrancar si accorse del fatto che la bambina, per produrre quel suono, stava suonando una piccola foglia, tenendola vicino alla bocca e soffiandoci sopra. La piccola smise di produrre quel suono non appena si accorse del piccolo animale che, messosi vicino a lei, posò sulla radice alcune bacche per poi arrampicarsi sull'albero.

La bambina posò la foglia sulla radice ed aprì gli occhi, mostrando due grosse pozze rosso-arancio dall'iride leggermente allungata che, incredibilmente, misero in soggezione l'arrancar per qualche secondo, benchè la giovane non si fosse ancora accorta di lui.

Neanche lui seppe il motivo della sua decisione, ma si avviò verso la bambina, camminando lentamente. Quando fu a pochi metri da lei potè notare che indossava solo degli abiti logori e di sicuro non erano della sua taglia, dato che la maglietta marrone le arrivava fino alle cosce. Inoltre era anche scalza.

Finalmente la bambina si accorse di lui e, dopo aver ingoiato l'ultima bacca, gli chiese “Chi sei tu...?”

Ashuros restò un attimo turbato. Non per la domanda ma per il fatto che la bambina parlava con un tono di voce bassissimo. Per fortuna aveva l'udito sviluppato sennò le avrebbe dovuto chiedere di ripetersi chissà quante volte.

“Mi chiamo Ashuros Bleeder. Sono un Arrancar.” disse il ragazzo avvicinandosi ancora e fermandosi ad appena un metro dalla bambina che lo continuava a fissare con uno sguardo a metà strada tra lo svogliato e il meravigliato.

“Cos'è un Arrancar...?” chiese ancora la bambina mantenendo quel volume della voce appena udibile.

“Beh...è un po' difficile da spiegare...piuttosto, perché parli a bassa voce?” chiese a sua volta l'arrancar piegando le gambe per portarsi alla stessa altezza della bambina.

“Parlare ad alta voce fa consumare più energie...e io ne ho poche...” spiegò la bambina portandosi le ginocchia al petto.

“Capisco...posso sapere il tuo nome?” chiese Ashuros notando un leggerissimo tremolio delle spalle della bambina.

“Aika...Aika Virsten...” disse la bambina guardandolo di nuovo negli occhi e riuscendo nuovamente a metterlo a disagio. Ashuros preferì volgere lo sguardo verso le case poco lontane per poi chiedere “Non vai a casa? Ormai credo che per voi sia ora di pranzo.”

“Io non ho una casa...sono arrivata qui da appena tre giorni...” spiegò Aika. Ashuros la fissò sorpreso. Era già da tre giorni nella Soul Society e ancora non aveva una casa? In teoria aveva sempre creduto che gli Shinigami si occupassero dei morti ma, effettivamente, coi pochi membri rimasti era normale che molte anime non avessero avuto il giusto trattamento.

“Capisco...di dove sei? Nel senso...quando eri ancora viva, dove vivevi?” chiese l'albino riassumendo una posizione eretta.

“Tokyo...Giappone...” disse Aika per poi starnutire un paio di volte. Ashuros si sorprese di come, anche negli starnutì, quella bambina riuscisse a non fare rumore.

“Credo che ti ammalerai se continui a stare li ferma con quegli stracci addosso.” disse Ashuros per poi togliersi la giacca e lanciargliela addosso “Avrei ancora una domanda...quella melodia che stavi suonando con la foglia...dove l'hai imparata?”

“Me la suonava sempre mia mamma prima di mettermi a dormire...” spiegò Aika sistemandosi la giacca sulle spalle e stringendola forte. Ashuros socchiuse di poco gli occhi. Ora ricordava. Quando anche lui era piccolo, Halibel era solita suonargli una melodia simile per farlo addormentare anche se entrambi sapevano che lui non aveva bisogno d dormire. Il giovane era sempre rimasto affascinato dal fatto che riuscisse a produrre quel suono malgrado la maschera ma per lui andava benissimo.

“Ashuros...?” la voce di Aika lo riscosse dai suoi ricordi e, non appena posò lo sguardo di nuovo sulla bambina, le chiese “Hai fame?”

“No...ho mangiato delle bacche...” disse Aika negando con la testa ma un sonoro brontolio proveniente dal suo stomaco convinsero Ashuros del contrario. Aika lo fissò leggermente rossa in viso per qualche secondo e per poco lui non scoppiò a ridere. La sua pancia era davvero rumorosa, a differenza di tutto il resto.

“Su andiamo, credo che quei pazzoidi stiano per mettersi a mangiare ed è meglio sbrigarsi, altrimenti la tappetta non ti lascerà neanche una briciola.” disse l'albino ghignando per poi notare lo sguardo confuso di Aika

“Perchè...mi aiuti...?”

“Bella domanda...attualmente non lo so neanche io...ma penso sia per il fatto che non mi va a genio l'idea che ti debba vivere da sola malgrado la presenza di tutti gli altri.” disse Ashuros tornando a guardare le case poco lontano

“Grazie...” disse Aika in un sussurro alzandosi in piedi. Ashuros stava per avviarsi quando si accorse del fatto che Aika lo stava tenendo per la camicia e si sorprese nel vedere quanto fosse gracile e minuta.

Lentamente si avviò verso il Rukungai ma, a causa della sua debolezza fisica, Aika camminava piano e si teneva sempre alla camicia di Ashuros per non cadere. L'arrancar sospirò per poi prenderla in braccio e farla sedere sulla spalla destra, dopodichè scattò in avanti con il suo Sonido e non potè non ghignare nel vedere il piccolo sorriso sulle labbra della bambina.

 

Dopo pochi minuti, Ashuros sentì una voce, fin troppo familiare, intenta ad urlare “Stupida lumaca!!! Dove diavolo sei andato a cacciarti?!?”

 

L'albino si fermò di botto e posò a terra Aika, iniziando poi a proseguire ad una velocità normale finché, ad un incrocio tra più vie, non incontrarono Mitsuki insieme a Jin, Iri e Kyoko.

“Eccoti qua lurida lumaca!!! Hai idea di quanto tempo ci hai fatto perdere?!? Ora muoviamoci, che...!” la furia di Mitsuki venne fermata nell'esatto momento in cui mise a fuoco la bambina che si stava nascondendo dietro alle gambe di Ashuros, mostrando solo una parte del viso.

“E lei chi è?” chiese Mitsuki fissando Ashuros e poi la bambina, addolcendosi.

“Si chiama Aika e l'ho trovata nel bosco poco lontano da qui. La stavo portando all'accademia.” spiegò Ashuros

Mitsuki guardò per qualche istante la ragazzina e per un attimo le sembrò di rivedersi da piccola, aggrappata alla sorella…

“Ciao piccola! Lo sai che sei davvero carina?” le chiese avvicinandosi un pochino e accucciandosi per essere alla sua altezza, con un sorriso dolce che pochi gli avevano visto in volto, “Non l’avrai rapita lumaca!” insinuò invece fulminando Ashuros con lo sguardo

“Non l'ho rapita. L'ho trovata.” puntualizzò Ashuros visibilmente annoiato dalla conversazione.

Mitsuki stava per controbattere quando si accorse di un piccolo dettaglio: la giacca di Ashuros era sulle spalle di Aika che, in quel momento, la stava fissando con uno sguardo...assassino?

“Non prenderlo in giro...tappetta...” disse Aika scioccando Mitsuki e facendo ridere Ashuros.

“Tappetta a chi? Sono più alta di te!” sbottò Mitsuki presa in contropiede e a nulla valsero i tentativi di Jin di farla calmare. Un conto era se ad insultarla sull'altezza erano quelli più alti ma farsi dare della “tappetta” da una bambina non le andava proprio giù, per quanto le sembrasse carina. Poi si ricordò che era più grande e doveva essere matura, quindi fece un respiro mooolto profondo.

“Posso essere più alta di te...” disse Aika continuando a fissarla male.

“Ah sì? E come?” la sfidò Mitsuki con un sorriso divertito e assecondante ma il suo momento di maturità ebbe vita breve in quanto Aika, dopo aver tirato un po' la camicia ad Ashuros, venne sollevata dal suddetto e fatta accomodare sulla sua spalla. Ora la differenza di altezza era nettamente a suo vantaggio.

Per qualche secondo Mitsuki rimase allibita. Non solo dal fatto che Ashuros avesse aiutato quella bambina ma anche dal fatto che era Aika ora a guardare lei con uno sguardo divertito e assecondante.

“Beh mi sembra che abbiamo scherzato abbastanza. E' ora di andare.” disse Ashuros invece per poi avviarsi verso l'accademia con Kyoko che lo seguiva a qualche metro di distanza continuando a squadrarlo da capo a piedi.

“Chi l'avrebbe mai detto, eh? Quell'Ashuros ha un cuore in fondo!” disse Jin divertito rivolgendosi a Mitsuki ancora irritata per l'affronto subito da quella bambina e allo stesso tempo depressa per esser stata tratta così ostilmente da quest’ultima. La giovane però dovette ammettere che Jin aveva ragione. Aveva sempre pensato che Ashuros fosse un idiota, lento ed insensibile Arrancar, e lo continuava a pensare tutt'ora, ma ora scopriva un lato nuovo del suo carattere.

La domanda era: ora che sapeva di questo suo lato, come sarebbe andata la seconda notte? E, grazie a questa sua domanda, riuscì a rovinarsi tutto il viaggio di rientro.

 

 

Gli ci volle relativamente poco per tornare all'accademia. Uno dei vantaggi di “lavorare” in casa che sarebbe stato sprecato se a far strada fosse stata Mitsuki, ma Ashuros non aveva proprio voglia di perdere tempo così aveva fatto strada lui.

Al loro rientro, come al solito, li aveva accolti Yachiru che, dopo aver salutato Jin, Kyoko e Iri, si concentrò su Aika.

“E lei chi sarebbe?” chiese la vecchia shinigami con un sorriso

“Si chiama Aika e l'ho trovata in un bosco poco lontano da qui. A quanto pare non ha una casa.” spiegò Ashuros

“Oh oh oh ma allora anche un duro come te ha un cuore.” commentò Yachiru divertita nel vedere Ashuros in imbarazzo “Immagino che tu voglia chiedermi se possiamo tenerla con noi, giusto?”

L'arrancar si limitò ad annuire mentre Aika fissava la vecchia shinigami.

“Beh, il compito di noi shinigami è aiutare la gente no? Può restare senza problemi.” sentenziò Yachiru sorridendo per poi rivolgersi alla bambina “I tuoi vestiti sono parecchio rovinati, su vieni. Dovrei avere qualcosa della tua taglia.” e Aika, dopo un attimo di esitazione, le prese la mano e la seguì lungo un corridoio mentre Ashuros e Mitsuki si diressero verso la stanza per il pranzo.

Non appena furono nella stanza, Mitsuki si accorse di una cosa: tutti i novizi shinigami ora indossavano la divisa nera che contraddistingueva la loro razza, anche se ognuno aveva avuto modo di modificarla a proprio piacimento.

Ryoko, ad esempio, indossava la classica divisa ma con una fascia verde intorno alla vita; Meiko aveva appeso alla fascia della divisa un ciondolo di quarzo rosa; Edward, stranamente, indossava la classica divisa senza modifiche e, ad uno sguardo attento, gli donava anche; Shi invece aveva strappato la manica destra della sua divisa e aveva dei pantaloni molto più stretti rispetto ai soliti; Norie invece indossava la classica divisa ma con dei pantaloni più attillati in modo da poter restare comoda; Iri, invece, era quella che aveva più modificato la divisa, ora indossava una maglia bianca coperta da un kimono nero e una fascia bianca intorno alla vita, inoltre il kimono era lungo fino a poco sotto il fondo-schiena mentre le spalle erano scoperte in quanto la parte del kimono che doveva coprirle era stata abbassata all'altezza del seno.

Come ogni pasto, gli arrancar erano seduti sulla destra mentre gli shinigami sulla sinistra. Dopo qualche minuto, durante la quale i nuovi arrivati avevano potuto scambiare qualche parola con gli altri, entrò Yachiru, seguita a ruota da Aika che ora indossava una delle vecchie divise da shinigami dell'anziana donna.

Ashuros fissò ghignando Aika e Mitsuki, stranamente, non potè trattenersi dallo sbuffare notandolo. Il Capo Supremo del Gotei 13 si sedette con calma a capotavola, con Aika seduta di fianco a lei, vicino ad Ashuros.

Il pranzo iniziò tranquillo e continuò così per una decina di minuti ma, essendo tutti i presenti dei pazzi scapestrati, eccetto alcune eccezioni, era ovvio che quella calma non sarebbe durata a lungo. Il punto di innescò si verificò nel momento in cui Stun e Ryoko, inconsciamente, misero mano sull'ultimo dolcetto alla crema presente su un vassoio.

I due fissarono prima il dolcetto e poi il loro “avversario”, entrambi con uno sguardo carico di sfida. Normalmente Stun si sarebbe imbarazzato nell'aver toccato una ragazza in quella maniera ma il fatto di essere vicino ad altri ragazzi gli dava la forza e la possibilità di perdere l'ultimo dolcetto gli infondeva una carica di coraggio non indifferente.

Però a quanto pare non c'era abbastanza carne al fuoco così si aggiunse pure Izumi che afferrò Stun per un polso e gli disse “Lo ha visto prima lei, mollalo.”

Ryoko fissò sorpresa la sua compagna. La stava aiutando anche se la conosceva da poco ed era una shinigam? Beh tanto meglio ma purtroppo per lei Shi non era di questo avviso.

“Ehi io e lui dopo dobbiamo sfidarci e mi serve al pieno delle forze, quindi molla quel dolcetto.” sibilò il ragazzo con un ghigno e, nel giro di pochi secondi, la maggior parte dei presenti si stavano guardando in cagnesco.

-Oh oh...- pensò Mitsuki -Qui c'è aria di tempesta...- ma in realtà lei era speranzosa che qualcosa desse fuoco a quella polveriera così da potersi scatenare un po'. La shinigami, così come molti altri, tesero i muscoli, pronti a scattare al minimo segnale ma, per bontà divina, Yachiru placcò i bollenti spiriti con un colpo di tosse volontario

Tutti i presenti si voltarono verso di lei. Yachiru attese ancora qualche secondo poi, dopo aver constatato di aver catturato la loro attenzione, si alzò in piedi e iniziò a parlare.

“Come sapete, da diverso tempo gli umani hanno scoperto l'esistenza della Soul Society così come dell'Hueco Mundo. In pochi giorni sono riusciti ad eliminare diversi Hollow e persino alcuni shinigami, riscuotendo un enorme successo tra la gente che è stata più che lieta di finanziare le loro ricerche.” la donna si fermò qualche secondo per osservare i ragazzi presenti, di cui molti avevano indurito lo sguardo sentendo quelle parole “Ora hanno un equipaggiamento tale da poter competere anche con gli shinigami più abili e anche con i Menos e gli arrancar. Sono decisamente troppo pericolosi ed è per questo che noi dobbiamo fermarli così da poter garantire un futuro ai nostri due mondi.”

Yachiru fece un'altra pausa per poi voltarsi verso Ashuros e dirgli “Alzati in piedi, per favore.”

L'arrancar eseguì senza obbiettare e, non appena fu in piedi davanti all'anziana, questa gli tese la mano “Da ora in avanti, Arrancar e Shinigami saranno alleati fino alla fine di questa guerra e mi piacerebbe sperare che lo saremo anche dopo.”

Ashuros guardò la mano tesa verso di lui e fece per stringerla ma ovviamente a qualcuno, quel tipo di accordo non andava proprio a genio.

“Anche dopo? Tsk, non farti strane idee nonnina!”

Tutti gli shinigami seduti al tavolo si voltarono verso Yuuko, fulminandola con lo sguardo ma lei non batté ciglio, anzi rincarò la dose “E' già un'enorme umiliazione dover collaborare con gente come voi. Non sperare che continui a farlo anche dopo aver raggiunto l'obbiettivo finale!

“Modera il linguaggio, arrancar.” sibilò Jin con tono freddo.

“Tu fatti gli affari tuoi!” ribattè prontamente Yuuko alzandosi in piedi “Voi siete impossibili! Andate in giro per la Terra come più vi aggrada e volete farmi credere che non vi siete mai accorti dei progressi degli umani?!? Questa è proprio bella! Inoltre avete una bella faccia tosta a chiedere il nostro aiuto quando un tempo ce lo negaste!”

“Che cosa vorresti insinuare?” sbottò Mitsuki alzandosi a sua volta. Un conto era se la diretta interessata era lei ma Yuuko stava andando troppo oltre gettando fango sulla vecchia Yachiru e sui suoi compagni.

“Esattamente quello che ha detto.” intervenne Kurari visibilmente stizzita “Anni fa, quando i Quincy iniziarono la loro campagna di conquista, iniziarono con l'Hueco Mundo. Noi non eravamo molti, da poco era finita la guerra di Aizen contro la Soul Society e i nostri elementi migliori erano dispersi o morti ma questo non ci impedì di combattere anche se sapevamo già che saremmo stati sconfitti. Quando ormai la situazione stava ormai degenerando, chiedemmo aiuto alla Soul Society ma voi ci negaste l'aiuto dicendo che i Quincy erano prossimi ad invadere la Soul Society.”

“Non mi è mai giunta voce di questa richiesta.” commentò Hiro squadrando Kurari.

“E' ovvio che tu non ne sappia nulla! Il capo del Gotei 13 Yamamoto non rese mai pubblica quella richiesta di soccorso in quanto non ne ebbe mai occasione. Lo stesso giorno in cui la ricevette, il suo vice venne fatto fuori dai Quincy.” spiegò Yuuko “E come risultato della vostra lentezza nell'apprendere il comportamento del nemico, il nostro mondo era ormai stato conquistato! Il nostro comandante Halibel fu catturata e torturata per...!”

“Yuuko. Basta.” sibilò Ashuros con voce gelida, trapassandola con lo sguardo ma la ragazza sostenne senza problemi il suo sguardo e controbatté “Eeeeeh? Dovrei smetterla? Ti ricordo che Arrancar e Hollow sono nemici naturali degli Shinigami! Io non ho alcun problema a uccidere qualche umano per farli tornare al loro posto ma non posso accettare che questa vecchia speri che continueremo ad essere alleati fino alla fine dei nostri giorni! Inoltre come puoi tu consolidare questa alleanza?!? E' a causa loro che tua madre...!”

Non fece in tempo a continuare che si ritrovò la lama di Ashuros puntata alla gola. Ma non era la sola in quanto, veloce come un fulmine, anche Hiro aveva estratto la sua zampaktou e l'aveva puntata alla gola dell'albino ma si era ritrovato la gola chiusa nella stretta ferrea della mano di Stun.

La tensione si poteva tranquillamente tagliare e la sottile linea che impediva a quella situazione di degenerare in un bagno di sangue era ormai prossima ad essere superata.

Yuuko ghignò fregandosene della situazione nella quale si trovava e portò un mano sulla sua arma ma, prima che potesse estrarla, sentì la punta di una lama sulla schiena.

“Ehi ma da che parte stai Amlach?” chiese la ragazza rivolgendosi al ragazzo seduto di fianco a lei.

“Dalla parte dei più forti.” disse il moro bevendo un sorso di sakè “Penso di sapere come si sente Ashuros in questo momento, non è l'unico ad aver avuto un maestro Espada che gli è stato portato via e il mio obbiettivo è vendicare Grimmjow perciò se devo allearmi con questi qua mi va benissimo ma non permetterò che una mocciosa come te mandi tutto all'aria.”

Yuuko ruotò di poco la testa. Quel tanto che bastava per lanciare un'occhiataccia assassina all'indirizzo di Amlach che non si scompose minimamente. Con un gesto automatico, anche Mitsuki e Jin portarono una mano sull'elsa delle loro spade quando, all'improvviso si accorsero di una cosa: Yuuko e Amlach stavano accumulando reiatsu dentro le loro armi.

-Quei due...non vorranno usare la loro Resurrecciòn?!?- pensò Mitsuki allarmata lanciando un'occhiata a Yachiru la quale, stranamente stava sorridendo.

“Yuuko.” la chiamò l'anziana shinigami allorché l'arrancar si girò verso di lei “Capisco benissimo il tuo punto di vista e vorrei scusarmi per averti fatto alterare. Attualmente ho chiesto ad Ashuros di consolidare questa alleanza perché è stato il primo Arrancar ad aiutarci con questa idea e so bene che lui non è il vostro capo perciò, alla fine della guerra, sarai liberissima di fare quello che vorrai. Questo vale per tutti i presenti in questa sala.”

Yuuko alzò un sopracciglio per poi sospirare e rilassare i muscoli, interrompendo anche l'afflusso di reiatsu nella sua zampaktou. Pochi secondi dopo, Ashuros, Hiro e Amlach rinfoderarono le loro spade mentre Stun lasciò andare Hiro e tutti tornarono a sedersi tranne Ashuros che andò a stringere la mano a Yachiru, consolidando definitamente l'alleanza tra Shinigami e Arrancar.

Il pranzo si concluse pochi minuti dopo e, per inciso, Ryoko e Stun avevano deciso di dividersi il dolcetto per evitare altre liti inutili. Quando tutti fecero per andarsene dalla sala, Mitsuki batté un paio di volte le mani per attirare l'attenzione degli altri.

“Per favore, gli Shinigami vengano con me. E' arrivato il momento.” disse la ragazza fissando soprattutto i novizi.

“Il momento?” chiese Shi ghignando immaginandosi chissà cosa.

“Sì, il momento in cui otterrete le vostre personali zampaktou! Non potete definirvi Shinigami senza la vostra arma!” spiegò Mitsuki ghignando a sua volta per poi uscire dalla stanza, seguita a ruota da Kei, Ryoko, Hiro, Edward, Shi, Norie, Iri, Jin, Kyoko e Meiko.

Nella sala rimasero Yachiru, Aika e tutti i vari Arrancar che si fissarono con sguardo curioso.

“E adesso che facciamo?” chiese Kurari sbadigliando “Possiamo andare a uccidere qualche umano?”

“No, prima dovete aspettare che gli altri ottengano la loro zampaktou.” spiegò Yachiru

“Bene, vorrà dire che li aspetteremo.” disse Ashuros per poi voltarsi verso gli altri e dirgli “Venite con me un attimo.”

Gli Arrancar lo fissarono curiosi ma poi decisero di seguirlo fuori dalla stanza mentre Yachiru uscì dalla stessa porta dalla quale erano usciti gli Shinigami insieme ad Aika che, nel giro di pochi minuti, si era già affezionata alla donna.

 

                                                                   ***

 

Ashuros entrò in una grossa sala dove era presente solo un tavolo basso e vari cuscini per terra dove sedersi. L'albino si sedette a capo tavola e tutti gli altri, intorno a tavolo.

“Allora? Perché ci hai portati qui?” chiese Izumi euforica “Vuoi organizzare un colpo di stato e prendere possesso della Soul Society?”

“Oh! Questa idea non è affatto male!” commentò Yuuko ghignando e dandosi il cinque con la compagna.

“Beh, di sicuro è un posto più pulito dell'Hueco Mundo ma qua fa troppo caldo...inoltre se Ashuros non ci darà un ordine non parteciperò a questo vostro folle piano.” disse Jean incrociando le braccia al petto.

“Uhm...attualmente siamo in inferiorità numerica ma molti di loro non hanno ancora ottenuto la loro zampaktou.” disse Amlach ghignando “In effetti un dominio in più non farebbe male.”

“L'idea non è male in effetti! E' da troppo tempo che non ammazzo qualcuno...e uno o due Shinigami morenti e doloranti mi illuminerebbero la giornata.” aggiunse Kurari

Stun indicò il soffitto per poi tirare il pugno destro contro il palmo della mano sinistra. Fatto questo, si indicò con l'indice per poi battersi un pugno sul petto ed infine incrociare le braccia sul torace a mo’ di X.

“Credo che voglia dirci che è dei nostri.” disse Yuuko ghignando e l'Arrancar corazzato annuì.

“Devo dire che è una proposta parecchio allettante.” ammise Ashuros ghignando “Ma non vi ho chiamato qui per parlare di questo e...Jean, io non sono il vostro capo.”

“Allora di che volevi parlare?” chiese Amlach che aveva perso l'entusiasmo.

“Dei Vasto Lorde.” sibilò freddo Ashuros suscitando un moto di interesse negli altri fatta eccezione per Jean e Kurari.

“Continua...” lo incitò Izumi visibilmente interessata a quell'argomento.

“Giusto ieri, quando sono tornato nell'Hueco Mundo, sono stato trasportato lungo il confine di Las Noches e lì ho trovato Jean. Dopo pochi minuti abbiamo avvertito un reiatsu incredibilmente potente. Talmente potente da essere superiore a quello degli Espada, Yammy compreso.” spiegò Ashuros sorprendendo gli altri.

“Quanto era vicino?” chiese Izumi.

“Troppo. Mai prima di adesso i Vasto Lorde si erano avvicinati così tanto al confine di Las Noches e Kurari mi ha detto che quelli non sono più gli stessi Vasto Lorde che erano presenti al tempo di Aizen.” continuò Ashuros guardando poi Kurari come a volerle chiedere di continuare.

“Neanche io so di preciso quanti Vasto Lorde ci fossero un tempo...” iniziò la ragazza “...ma so per certo che qualcuno li ha eliminati, per l'appunto sono stati fuori da questi nuovi Vasto Lorde.

“Una volta Grimmjow mi disse che erano poco più di una trentina i Vasto Lorde totali presenti nell'Hueco Mundo. Se fosse vero, la loro potenza dovrebbe essere sconfinata! Come diavolo è possibile che siano stati sconfitti?” chiese Amlach

“Semplice. I nuovi Vasto Lorde hanno qualcosa in più rispetto a quelli vecchi: i poteri degli Shinigami.” spiegò Kurari

“Cosa?” il volto di Amlach, Yuuko e Izumi era un'espressione di pura sorpresa ma in realtà quella notizia li aveva resi felici in quanto potevano essere solo due le opzioni possibili. I nuovi Vasto Lorde erano degli Arrancar che avevano superato il limite della Resurrecciòn oppure erano degli Shinigami con i poteri degli Hollow proprio come lo fu Kurosagi Ichigo anni addietro.

“Un tempo erano conosciuti come Vizard, uno dei primi esperimenti di Aizen per poter unire Hollow e Shinigami. Incredibilmente riuscirono a soggiogare l'Hollow dentro di loro potendo accedere al suo potere e insegnarono a Kurosagi Ichigo il modo per poter controllare il suo potere ma quando venne il momento della guerra coi Quincy, persero il controllo e si trasformarono in Vasto Lorde, eliminando centinaia di Shinigami e Quincy, dopodichè fuggirono nell'Hueco Mundo dove eliminarono gli altri Vasto Lorde.” spiegò Kurari fissando gli altri “Ecco come mai sono più forti. I precedenti Vasto Lorde potevano contare solo sui poteri da Hollow ma i Vizard posseggono anche i poteri da Shinigami.”

“Questo è quanto.” disse Ashuros “Attualmente sembra che non si siano avventurati ancora nel territorio di Las Noches ma non so per quanto tempo esiteranno. Quello di cui voglio parlarvi ora, è un modo per far sì che i nostri due nemici, i Vasto Lorde e gli Atarashī kami, collidano tra di loro. Se tutto va bene, moriranno molti umani e gli Hollow potranno cibarsi delle loro anime, trasformandoli in Hollow a loro volta.”

“Interessante...ma resta il fatto che siano solo Hollow.” fece notare Jean.

“Oh di quello non ti preoccupare. Ho un piccolo trucchetto che ci permetterà di ottenere un esercito molto più potente.” spiegò Ashuros con un ghigno e, non appena ebbe spiegato il tutto agli altri, il ghigno delle sue labbra contagiò anche gli altri.

Entro sera, gli Shinigami e gli Arrancar sarebbero stati pronti per il loro compito e la guerra sarebbe potuta iniziare in tutto e per tutto!

 

***

 

Mitsuki si fermò all'incrocio dei corridoi che portavano alle camere con quelli che portavano alle stanze per gli allenamenti.

"Tutti quelli senza zampaktou," disse ai novizi, "Corrano nelle loro camere: troveranno una pietra bianca, sferica: aiuterà a ottenere le vostre zampaktou ed entrare nel suo mondo." i ragazzi gli lanciarono degli sguardi perplessi: cosa avrebbero dovuto fare?!

"Andate a prenderla, noi vi aspettiamo qui!" li incitò Mitsuki facendogli cenno di andare e in pochi secondi rimasero solo i già shinigami.

"Allora..." esordì Jin dopo alcuni secondi di silenzio, "Cosa pensate degli Arrancar?" chiese ponendo una delle questioni che non avevano ancora avuto il coraggio di affrontare.

"Non ci si può fidare! Sono da sempre i peggiori nemici degli shinigami, non mi stupirei se avessero già pronto un piano per distruggerci! È contro ogni legge allearsi con loro." rispose Kyoko decisa, un fuoco che bruciava nei suoi occhi.

"La mia Hime non farebbe mai una cosa del genere!" si intromise Hiro in difesa della sua sorellina.

"Io credo che invece sarebbe la prima a farlo." commentò Kei, "Avete visto a pranzo...È un Arrancar ormai Hiro, devi accettarlo."

"Arrancar o meno, non lo farebbe!" ripetè lui con calma ma allo stesso tempo senza l'ombra di dubbio. Si fidava ciecamente di Yuuko.

"Fai come vuoi. Io non mi fido e consiglio a tutti di stare attenti." suggerì Kei portando una mano all'elsa della zampaktou.

"Neanche io mi fiderei troppo, nonostante Ashuros non mi abbia fatto una cattiva impressione..." mormorò Jin, "Tu cosa ne pensi Mitsuki? Dopotutto hai perfino dormito nella sua stessa stanza…"

La ragazza trasalì: bella domanda, avrebbe voluto saperlo anche lei.

"Ti fidi?" chiese esplicita Kyoko in attesa di una sua risposta.

"Io..." lei cosa?! Si chiese abbassando lo sguardo. Avrebbe voluto rispondere che no, non si fidava; ma allo stesso tempo era rimasta impressa nella sua mente l'immagine di Ashuros con Aika. Perché?! Non poteva essere il mostro che tutti lo avevano dipinto?! Sarebbe stato più facile odiarlo...Invece a parte prenderla in giro o irritarla, non aveva fatto niente che lo rendesse un mostro, l'aveva anche aiutata, a modo suo: era troppo umano.

"Non posso crederci che ti fidi." le disse Kei leggermente incredulo, interpretando il suo silenzio. Una delle sue doti era leggere le persone e la tappetta se abbassava guardia era facile da interpretare.

Mitsuki conficcò le unghie nei palmi: neanche lei ci credeva; non si fidava delle persone, dar loro fiducia è il modo più veloce per ricevere una pugnalata tra le scapole quando meno te lo aspetti, eppure non riusciva a rispondere un no deciso. Quando...quando sua sorella era morta, si era giurata che avrebbe fatto ogni cosa pur di vendicarla, perfino un patto col diavolo. Era quello che stava facendo? Quale sarebbe stato il prezzo? Era disposta a pagarlo?

"Non è una questione di fidarsi o meno," disse infine alzando lo sguardo, freddo come il ghiaccio, "Per eliminare gli Atarshi Kami ho bisogno di loro, quindi potremmo dire che mi fiderò; ma se passata l'emergenza ci tradiranno, non avrò nessun problema a puntare la mia zampaktou contro di loro." spiegò senza nessuna emozione nella voce. La tigre delle nevi era tornata al posto di Mitsuki. Eliminare le emozioni o le affezioni: più facile che affrontarle.

Hiro la guardò triste e Jin scosse la testa.

"Non hai risposto...stai scappando..." mormorò a bassa voce.

“Minacciare è un conto, uccidere un altro.” le fece notare Ryoko.

“Non avrò problemi.” ringhiò gelida Mitsuki.

"Ne sarai davvero capace come dici?" insinuò invece Kei perforandola con lo sguardo, come se il tradimento degli Arrancar fosse una certezza e non un’ipotesi.

Non lo sapeva. La verità è che non lo sapeva.

Ma sperava fosse così, altrimenti era morta.

 

 

"Ci siamo!" le voci di Ryoko e Meiko, seguite da tutti gli altri, interruppero la discussione e Mitsuki forzò un sorriso.

"Andiamo allora!" li esortò guidandoli.

Grazie alla presenza degli altri shinigami Mitsuki riuscì a non perdersi e arrivare a destinazione; aprì sicura le porte di una grande dalle pareti in legno chiaro come il pavimento, vuota se non per un grosso tatami rosso scuro al centro.

I nuovi arrivati si guardarono intorno perplessi, mentre gli shinigami andarono senza indugio a sedersi sul tatami a gambe incrociate.

“Cosa dobbiamo fare?” chiese svogliata Norie, “Spero non sia faticoso…”

“Perfino respirare sarebbe faticoso per te…” commentò Ed lanciandole un'occhiata sarcastica, al quale la ragazza rispose con un’occhiata assassina.

“Anche io spero non ci sia troppo lavoro…” mormorò Meiko facendo sogghignare Ryoko.

“Io spero ci facciano combattere!” ghignò Shi guardandosi intorno, ansioso di riprendersi la rivincita su un certo moicano.

“Invece di fare stupide supposizioni muovetevi a sedervi in cerchio!” sbuffò spazientito Kei, scompigliandosi i capelli con la mano.

“Iri per favore non dormire anche in piedi!” disse leggermente esasperato Jin alzandosi e trascinando la ragazza a sedersi accanto a se.

“Ancora non ci avete detto cosa stiamo facendo…” fece notare Ryoko lanciando un'occhiata interrogativa a Kei, seduto accanto a lei.

“Ve lo spiego subito” attirò la loro attenzione Mitsuki ponendosi al centro del cerchio, “Come vi sarete accorti ognuno di noi shinigami ha già la sua zampaktou e anche voi dovete risvegliare la vostra se volete poter combattere.” disse guardandoli uno a uno.

“Ogni zampaktou ha due stadi di rilascio: Shikai, il rilascio base, e Bankai lo stadio ultimo. Alcune zampaktou, come quella di Jin” illustrò indicando l’enorme spadone a due mani scarlatto dall’impugnatura nera ricoperta di pelliccia, “Sono a rilascio continuo, ovvero sono perennemente in Shikai.”

“Per ottenere una zampaktou è necessario per ogni shinigami entrare in contatto con l’anima, lo spirito della zampaktou, accedere al suo mondo, conoscerlo e costringerlo a svelare il suo nome e le sue tecniche; è probabile che di notte abbiate fatto sogni che possano parervi strani: una voce che tenta di parlarvi, delle immagini sfocate... è lo spirito che cerca di raggiungervi e ora tocca a voi raggiungere lui. Fino a che non ci riuscirete vi sarà impossibile combattere.” terminò sedendosi tra Meiko e Norie. Il suo discorso sembrava aver risvegliato l’interessa di tutti, Ed e Norie compresi: se c’era da combattere erano disposti a tutto.

“Appunto per questo oggi, prima di tutto, tramite meditazione vi mostrerò come entrare nel “mondo della zampaktou” portandovi con me e successivamente io, Jin, Hiro, Kei e Kyoko con i nostri spiriti vi aiuteremo a raggiungere e fronteggiare il vostro per ottenere almeno lo Shikai.”

“Ma sia chiaro noi siamo solo il sostegno” spiegò Kei ponendo la sua zampaktou sulle ginocchia, “Il grosso del lavoro dovete farlo voi.”

“Come sono gli Spiriti?” chiese Ryoko curiosa.

“Cambiano in base alla persone, vi possono assomigliare in carattere come possono essere l’esatto opposto, come la mia Ka-chan.” le rispose Hiro con un sorriso gentile che fece sbavare Meiko, accarezzando la sua katana che si pose in grembo.

“Se non ce la fate non esagerate, potrete riprovare.” li avvisò Kyoko appoggiando anche lei la katana blu sulle ginocchia.

“Bene, ora prendete le vostre pietre, che fungeranno da incanalatori, e tenetele tra le mani.” li istruì Mitsuki estraendo dal fodero la sua katana dalla lama azzurro ghiaccio e l’elsa nera con un fiocco blu alle cui estremità tintinnavo due mezzelune.

“Ora chiudete gli occhi e concentratevi, fate in modo che le ginocchia si sfiorino con quelle dei vicini così mi facilitate il compito” li incitò chiudendo gli occhi e sfiorando con le mani l’elsa.

“Ci pensi tu?” chiese Kyoko e la ragazza annuì.

“Sei sicura di farcela?” insinuò Kei scettico, ma la ragazza fece un ghignetto.

“Non mi sottovalutare…” mormorò e nello stesso tempo la temperatura nella stanza iniziò a calare drasticamente.

“Concentratevi sull’immagine dei vostri sogni, sulla voce dentro di voi, sul vostro reiatsu…” mormorò ancora ai ragazzi che lottavano contro il desiderio di aprire gli occhi.

All’improvviso sentirono come uno strattone all’altezza dello stomaco e il freddo si fece ancora più intenso. Sentirono qualcosa di soffice iniziare a cadere su di loro.

“Ma cos…?” borbottò Shi infreddolito.

“Potete aprire gli occhi!” lo interruppe invece Mitsuki con una nota di gioia nella voce.

I ragazzi lo fecero e trattennero meravigliati il fiato: si trovavano sulla cima di una montagna innevata, punteggiata con alberi, cespugli e rocce interamente in ghiaccio; era notte e splendeva una gigantesca mezzaluna, ma nonostante il cielo fosse limpido migliaia di fiocchi di neve cadevano in una lenta danza coprendo tutto con un bianco manto.

“È incredibile!” mormorò Ryoko deliziata alzandosi, mentre Iri guardava curiosa i fiocchi sulla sua mano, più simile a una dea della neve che una shinigami.

“Ma fa un freddo…” ringhiò Norie mentre Meiko annuiva convinta stringendosi nelle spalle.

“Ma dove sono gli altri?” chiese Ed guardandosi intorno e non vedendo gli shinigami veterani.

“Stanno arrivando!” sorrise Mitsuki guardando alla sua destra; da un boschetto di ghiaccio uscirono Hiro, con al suo fianco una bellissima donna dai lunghi capelli verdi prato, il corpo decisamente prosperoso avvolto in un corto yukata verde smeraldo con petali di ciliegio e due grandi e vivaci pozze acquamarina come occhi; dietro di lui Kei, seguito da due copie di se stesso dotate di grandi ali da angelo, una bianca e luminosa, l’altra come d’ombra nera; Kyoko si accompagnava con ragazzo alto più o meno quanto lei, ma delle fattezze leonine. Infatti, sul petto era presente il teschio di una mandibola e di una mascella leonina con tanto di zanne, circondato da una folta criniera dorata simile a quella intorno al collo e sulle spalle. In alcune parti del corpo comparivano tracce di pelliccia e dalle mani spuntavano degli artigli affilati, situati tra le nocche coperte di pelliccia. Infine Jin era seguito da un leone nero dalla criniera infuocata.

“Vi presento Ka-chan!” esordì smagliante Hiro indicando la ragazza che entusiasta si buttò al collo di tutti i presenti salutandoli.

“È un piacere conoscervi! Anche se devo dire che questo posto non è dei migliori…tutto questo freddo non fa bene né alla pelle né ai miei capelli! Hiro cosa ci facciamo qui!?” la sua parlantina era invidiabile.

“Dobbiamo aiutarli Ka-chan, te l’ho già spiegato” le rispose Hiro tranquillo accarezzandola sulla testa, mentre lei esibiva un broncio infantile.

“Va bene…”

“Lui è Gareki” spiegò invece Kyoko mentre il ragazzo leonino li guardava sprezzante.

“Mai che porti un avversario alla mia altezza Kyoko!” ringhiò osservandoli uno a uno e ricevendo così un pugno in testa da Kyoko.

“Comportati bene Gareki!” gli sibilò irritata.

“Ma sentitelo…” mormorò invece scocciato il leone nero. “E lui è Jigoku no goon, in breve J.” Lo presentò Jin, ricevendo un occhiataccia dal leon che evidentemente non gradiva il soprannome.

“La tua dov’è?” chiese allora Norie a Mitsuki, che aspettava tranquilla.

“Sta arrivando!” ripose lei sibillina prima di salire su una sporgenza rocciosa innevata, a picco sul vuoto, con grande terrore di Meiko.

“TAAAAAAAIGA!” urlò dalla montagna e un ruggito si levò in lontananza; non ebbe il tempo di aggiungere niente che dalla profondità della notte, con un solo balzò una gigantesca tigre bianca delle nevi saltò tra i ragazzi.

“Mitsuki!” ruggì cercando con gli occhi rossi come il sangue la sua shinigami, “Cosa ci fanno qui loro?” chiese evidentemente piccata guardando la massa di invasori nel suo territorio.

“Calma calma Taiga!” la cercò di rabbonire Mitsuki avvicinandosi a lei, che era tanto grossa da doversi accucciare per lasciare che Mitsuki arrivasse al suo muso, e accarezzandola.

“Non hai risposto.” le fece presente la tigre con uno ringhio soffocato.

“Allenamento. Dobbiamo dare una mano ai nuovi shinigami con i loro Spiriti.” le spiegò in breve con fermezza.

La tigre la guardò per alcuni secondi.

“Sul mio cadavere!” le ringhiò in faccia facendo per andarsene.

“La solita…” mormorò il leone di Jin, beccandosi un ruggito da Taiga.

“Abbiamo acconsentito anche noi!” le fece presente Gareki con una risata, “Non puoi tirarti indietro.”

“Io non mi tiro indietro! Ma non mi abbasso a fare da babysitter a dei mocciosi!”

Edward la guardò scettico: mocciosi?

“Dai Taiga!” la implorò Ka-chan saltellandole incontro.

“Non è una tua scelta.” disse la copia luminosa di Kei.

“Deciditi!” la incitò l’altra.

“Sì che è una scelta mia!” ringhiò testarda Taiga.

Gli Shinigami stavano assistendo increduli a quello scambio di battute quando il vento cominciò a farsi più forte e tagliente ed il cielo a rannuvolarsi; la mezzaluna si assottigliò drasticamente.

“TAIGA!” la richiamò Mitsuki imbestialita scadendo ogni lettera: ci mancava solo che si mettesse a contraddirla davanti a tutti.

“TU ORA FARAI QUELLO CHE TI DICO E MI AIUTERAI CON LORO CHIARO?!” le ordinò puntandole un dito contro.

La tigre ruggì e si acquatto in posizione d’attacco.

“Obbligami!” ringhiò prima di scagliarsi contro Mitsuki con un balzo. La ragazza schivò con un salto laterale e fece perno sul piedi destro per tornare a fronteggiare la tigre, che si stava preparando per un nuovo assalto.

Per un attimo tutti pensarono che avrebbe estratto la katana, ma contro ogni aspettativa si accucciò anche lei e nello stesso istante dell’avversaria scattò. A mani nude.

Nell’impatto Mitsuki venne ferita da uno degli artigli di Taiga sulla guancia e venne atterrata, dato il peso superiore della tigre, ma senza scomporsi iniziò a fare forza, mani contro zampe, per spostarla da sopra di se.

“Non ce la farà…” mormorò Shi osservandole con in ghigno.

“Ti arrendi?” ringhiò Taiga soffiandole contro.

Mitsuki ghignò e con un ultimo sforzo riuscì a spostarla di quel tanto che le bastava per rotolare di lato e con un balzo felino scattare sulla schiena della tigre. Come un amazzone si attaccò alla pelliccia candida.

“Chi è che si doveva arrendere?” rise vittoriosa, ma Taiga si gettò a terra rotolandosi sulla schiena e Mitsuki fu costretta a buttarsi di lato per non essere schiacciata.

“Non sono tutti così, vero?” sussurrò scioccata Iri con gli occhi sbarrati.

“No, non ti preoccupare…” rise Jin pattandole la testa comprensivo.

“Questo è un chiaro esempio,” intervenne Kei dopo alcuni secondi, “In cui lo spirito è identico al padrone. Anche se non è chiaro chi delle due sia la vera belva…”

“Ehi!” gli ringhiarono piccata sia Taiga che Mitsuki, nel mezzo dello scontro.

“Adesso basta ragazze, abbiamo un compito da portare a termine.” intervenne finalmente Hiro, nella speranza di placarle.

“STANNE FUORI TU!” gli ruggirono invece contro le due, mentre si alzava una vera e propria bufera di neve.

“Se continuate così congeleremo tutti e lo stesso accadrà alla stanza; poi Yachiru ti obbligherà a pulirla…” a quelle parole Mitsuki, che si era attaccata con le gambe alla collottola della tigre, distolse la concentrazione dall’avversaria e lo guardò terrorizzata.

Taiga fece quella che doveva essere una risata e ne approfittò per disarcionarla, afferrarla per il colletto coi denti e scagliarla in aria.

“E poi verrà qui a dare una lezione a te Taiga” aggiunse il leone nero, facendo rizzare tutti i peli alla tigre, che si affrettò a prendere Mitsuki al volo e poggiarla a terra.

“Siamo pronte!” esplosero entrambe col terrore negli occhi.

“Fa così paura la vecchia Yachiru?” chiese Meiko perplessa.

“Non puoi nemmeno immaginare…” le rispose Kyoko rabbrividendo.

“Allora, come ci dividiamo?” chiese poi Hiro agli altri shinigami veterani.

Mentre tutti si radunavano per decidere Mitsuki tirò dolcemente la pelliccia di Taiga perché si abbassasse.

“Grazie” le sussurrò all’orecchio, “Avevo bisogno di sfogarmi…” svelò con sguardo malinconico pensando alla conversazione sugli arrancar.

“Lo so.” rispose Taiga dandole un buffetto sulla testa col muso e raggiungendo gli altri.

“Vediamo…” disse Hiro analizzando tutti i presenti con occhio critico.

“Io vado con lui.” si prenotò Taiga, raggiungendo a passo felpato Edward, che la guardò scettico.

“Con un moccioso?” le chiese incrociando le braccia.

“Tu sarai anche un moccioso, ma la tua zampaktou emana un reiatsu degno di nota. Vedremo se sarà così.” gli spiegò abbassando il muso all’altezza del suo viso.

Edward ghignò, negli occhi una luce di sfida, e Taiga si sedette dietro di lui in attesa.

“Io vengo con Iri se lei vuole!” si propose Jin gentile, ma la ragazza indietreggiò spaventata e scosse la testa. Anche se era gentile, stare da sola con lui era…troppo.

Jin per un attimo ci rimase di sasso, ma poi tornò a sorridere e diede una pacca al leone.

“Vai con lei!” e il leone annuendo si porto al fianco di Iri.

“S-scusa…” provò a spiegarsi lei triste, ma Jin le fece cenno che non c’erano problemi e fece un cenno a Shi.

“Ti dispiace se vengo?” gli chiese.

“Finché non mi intralci no.” Ghignò l’altro.

“Hiro-sama?” chiese Meiko al suo idolo speranzosa.

“Certo Meiko!” le sorrise Hiro gentile ed entusiasta, “Ka-chan puoi andare con lei?”

“Certo!” annuì l’altra entusiasta.

La mascella di Meiko cadde a terra: quel ragazzo non capiva assolutamente un tubo.

“Noi veniamo con te.” avvisò Kei Ryoko, indicando con le mani il suo duplice spirito.

“Invece io e Gareki accompagneremo te Norie.” si propose Kyoko mentre il suo compagno ringhiava all’indirizzo della ragazza, che invece di farsi intimidire ricambiò l’occhiataccia.

Hiro e Mitsuki erano rimasti soli, quindi decisero di andare coi loro spiriti, con grande gioia di Meiko.

“Bene, concentratevi nuovamente e cercate di percepire l’anima della vostra zampaktou…” suggerì Mitsuki, concentrandosi per ritrovare la calma così che il vento si placasse e la notte tornasse limpida.

“Noi vi seguiamo…” li rassicurò Hiro.

 

***

 

Quando Meiko riaprì gli occhi si trovò in un mondo in rovina. Macerie, rimasugli di case, palazzi e di vite, fuochi che bruciavano, fumi neri che offuscavano l’aria. Il cielo era rosso sangue e il sole nero.

“Ma dove sono?” si chiese leggermente intimorita.

“Nel suo mondo.” rispose con una serietà che non si credeva potesse avere Ka-chan, seguita da Hiro, altrettanto teso.

Al centro della desolazione, seduta sotto un albero avvizzito, c’era una donna con indosso un kimono giapponese nero come il carbone. Come i sui capelli.

“Benvenuta Meiko Shirai, io sono la tua zampaktou: Shiroken della Distruzione.” Si presentò trafiggendola con i suoi occhi azzurri come il cielo d’ottobre.

E in quel momento una voce risuonò nel mondo.

 

***

 

Ryoko si guardò attorno meravigliata: si trovava su una grande roccia bianca e liscia…nel cielo. Intorno a lei vedeva solo il cielo al tramonto e nuvole bianche dalle morbide volute; qua e là nell’aria c’erano altre piattaforme circolari sospese nel nulla come quella su cui erano, ma erano troppo lontane perché un semplice umano potesse raggiungerle con un salto.

“È bellissimo.” mormorò incredula.

Kei annuì in silenzio, con gli occhi alla ricerca del loro obbiettivo.

“Ce ne hai messo di tempo!” una voce cristallina fece voltare la ragazza, ma non trovò nessuno.

“Sono qui!” ridacchiò la voce e questa volta Meiko alzando la testa individuò su una sporgenza rocciosa una ragazzina con indosso un vestito da sacerdotessa, color bianco e sfumato di blu scuro.

“Chi sei?” chiese Ryoko, nonostante sapesse già la risposta.

“Sono Kazenomiko,” rispose la ragazzina giocando con i suoi capelli neri, legati in una coda laterale e scrutandola divertita con i suoi occhi rossi, “La tua zampaktou.”

E in quel momento una voce risuonò nel mondo.

 

***

 

Iri si guardò intorno meravigliata: si trovava alla base di una collina innevata ed era circondata da una distesa di salici piangenti di ghiaccio, i cui lunghi rami tintinnavano per il vento freddo che spirava da nord.

“Non ti distrarre.” le disse J. portandosi al suo fianco.

Iri annuì in silenzio e scrutò il mondo attorno attenta.

“In cima alla collina” la invitò lo spirito facendole cenno di rivolgere lo sguardo in alto.

Sulla cima della collina in mezzo alla neve, c’era un salice rigoglioso, come se per lui fosse primavera, minimamente intaccato dal ghiaccio ma dal tronco bianco, e seduta sulle sue radici una donna dalla pelle cadaverica e una maschera bianca, come il suo lungo abito, a coprirle il volto.

“Vieni,” la chiamò con voce soffice, “Io sono Osiris e ti stavo aspettando.”

In quel momento una voce risuonò nel mondo.

 

***

 

“Che posto è questo?!” si chiese Norie con la pelle d’oca guardandosi attorno.

Quando aveva riaperto gli occhi, si era ritrovata con Kyoko e Gareki sopra una grande croce di pietra nera interamente circondata da acqua rossa, talvolta punteggiata da piccole sporgenze rocciose nere che uscivano come artigli o denti acuminati.

“Acqua…acqua ovunque…” mormorò terrorizzata guardandosi attorno.

Gareki scoppiò a ridere.

“Non ci posso credere! Hai paura dell’acqua! Ragazzina mi sa che dovrai rinunciare…” ghignò sadico, mentre Norie tornava un attimo se stessa per fulminarlo.

“Non è acqua…” intervenne Kyoko avvicinandosi al bordo roccioso e immergendo una mano, “È sangue.”

Norie per un secondo ebbe un brivido freddo, poi il suo cervello razionalizzò che quindi quella non era acqua, di nessun tipo, e si rilasso leggermente. Non che ora non avesse più paura, ma era un passo avanti.

“Cosa c’è Norie? Non ti piace casa mia?” chiese una voce profonda e seducente.

“Chi…?” chiese lei già pronta a rispondere per le rime quando da un’altra sporgenza rocciosa saltò sulla loro una grossa pantera rosso sangue dagli occhi argentati e dai canini affilati.

Norie sgranò gli occhi all’inverosimile e poi, di punto in bianco, saltò verso la pantera con l’intento di afferrarla, la quale balzò all’indietro confusa.

“Vieni qua gattone!” la richiamò Norie con sguardo adorante tentando un altro assalto.

“MA QUALE GATTONE RAZZA DI IDIOTA?!” gli ringhiò contro scioccata e irritata la pantera saltando nuovamente all’indietro.

“Micio micio…” continuò Norie implacabile, mentre Kyoko si passava sugli occhi il palmo della mano e Gareki si rotolava dalle risate.

“SMETTILA DI DARMI DEL GATTO! SONO UNA PANTERA! UNA PAN-TE-RA! E LA TUA ZAMPAKTOU!” continuò la pantera evitando ancora gli attacchi coccolosi di Norie, che improvvisamente prestò attenzione.

“La mia zampaktou è un gatto?” chiese con gli occhi che brillavano.

“Oh cielo…è un idiota.” commentò esasperata la pantera.

“Gareki non morire.” disse Kyoko anche lei scioccata che Norie potesse avere un tale lato, guardando il suo spirito contorcersi dalla risate fino a soffocare.

In quel momento una voce risuonò nel mondo.

***

 

Shi aprì gli occhi e ghignò ancora più ampiamente: si trovava alle pendici di un grosso vulcano al centro di un grossa foresta.

“Non male!” commentò Jin guardandosi attorno, “Hai qualche idea su come possa essere?” gli chiese poi appoggiando una mano sull’elsa della sua.

“Fuoco.” rispose Shi, “Deve avere a che fare col fuoco…” e non appena finì di parlare il vulcano eruttò una cascata di magma bollente e insieme ad esso ne uscì una maestosa fenice viola.

“Trovata!” sogghignò il ragazzo pregustando la sfida.

“Piacere di conoscerti Shi Kurai” si presentò calando nell’aria fino a distare venti o venticinque metri da terra, “Io sono Fenikkusuburu, e se riuscirai a domarmi diverrò la tua fedele zampaktou.” gli spiegò perforandolo con gli occhi dorati.

“Detto fatto!” gli rispose lui.

In quel momento una voce risuonò nel mondo.

 

***

 

Quando Edward aprì gli occhi si ritrovò su un pontile in legno, in mezzo a una palude buia e immersa nella nebbia, tanto che non si vedeva dove conduceva.

“Bel posto, complimenti all’arredatore.” commentò Taiga sarcastica guardandosi intorno.

“Stai pronta.” le disse invece Mitsuki tesa, scrutando la nebbia: cosa poteva esserci nascosto dentro?

Edward, senza dire una parola, si incamminò facendo scricchiolare tutte le assi putrescenti e le due gli tennero dietro in silenzio.

Dopo alcuni minuti giunsero davanti a un piccolo tempietto in legno scuro, di quelli usati per rendere omaggio alle divinità in tempi antichi.

“Finalmente ci incontriamo Edward Yoshina…” esordì una voce profonda dal tempio, “Ma sarai in grado di dimostrarti all’altezza?” chiese in tono di sfida.

Edward ghignò con gli occhi accesi per l’eccitazione ed entrò nel tempio.

“Mi piace il moccioso!” osservò compiaciuta Taiga, “Tu stanne fuori Mistuki, se ha bisogno ci penso io.”

La ragazza alzò gli occhi al cielo ma annuì.

L’interno del tempio era una grossa stanza in legno scuro con ai lati una serie parallela di colonne strette alla cui base ardevano delle fiamme violacee a illuminare quella specie di corridoio che guidava lo sguardo verso il centro della parete in fondo. Lì sedeva un demone dalle fattezze umanoidi, ma con tre teste e sei braccia; il fisico scolpito faceva presupporre che fosse un uomo. Le tre facce erano completamente inespressive, i loro occhi erano vuoti mentre i capelli erano corti e neri. Indossava una veste simile a quella degli shinigami solo che la sua era rossa e viola.

“Sono Ashura, la tua zampaktou.” dissero le tre teste all'unisono fissando Edward “Ti avviso fin da subito. Se mi accorgerò che non sei degno del mio potere...ti ucciderò!”

In quel momento una voce risuonò nel mondo.

“ALLIEVI SHINIGAMI: QUESTA È LA VOSTRA PRIMA PROVA! NON DELUDETEMI!” li incitò la vecchia Yachiru prima di lasciarli alla loro sfida.

 

 

 

  
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