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Autore: Selenite    02/05/2014    4 recensioni
Mahel è un'allegra ragazza di 16 anni, il cui nome le è stato dato dalla madre, una scrittrice di libri per ragazzi, prendendo ispirazione da un personaggio delle sue stesse storie. Nonostante Mahel odi il suo nome, si ritroverà nell'universo delle fiabe di sua madre, per aiutare il co-protagonista Lagharta alla salvezza del mondo. Sembra una storia fantasy come le altre, ma non lo è... Perchè Lagharta non è un eroe come tutti gli altri. E odia Mahel dal più profondo del suo cuore.
Ho messo rating piuttosto alto, in quanto ci sarà la presenza di alcune scene abbastanza crude. Ringrazio in anticipo per la cortesia che chiunque vorrà riservarmi nel leggere ^^
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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*Dedicato a Addy.
Grazie.
Grazie perchè le tue parole mi hanno fatto sorridere, e commuovere, come non accadeva da tempo.
Che tutti i tuoi sogni possano esaudirsi. Così come anche il mio, grazie a persone come te*


CAPITOLO 32

Perché ti amo


Quando riaprì gli occhi tutto era immerso nel buio.
Si sentiva confuso, spaventato e dolorante. Ma non ricordava granché.
I suoi vestiti si erano strappati durante la trasformazione, lo ricordava, come ricordava gran parte di ciò che era successo dopo.
Ricordava perfettamente di non aver potuto impugnare Saluss, per via di quella forma che odiava. Ricordava di come Laherte lo avesse battuto sin dai primi momenti di quella istantanea, e stupida, battaglia.
Ricordava le lacrime della piccola Saluss, che lo baciava sulla fronte e lo addormentava, dopo che era caduto a terra sconfitto. Ricordava la sensazione di sollievo.
E ricordava il buio.

Non aveva saputo neanche contrattaccare.
Le sue mani dure come l'amianto avevano appena sfiorato la lama di Exitio, ma la sua magia lo aveva avvolto completamente, in un attimo.
Alvexia non era riuscita a muoversi, terrorizzata dalla sua illusione personale. Era caduta svenuta a terra, dopo avere urlato con voce straziante.
Nessuno era accorso in loro aiuto. Erano solo loro tre.
-Mahel!- si ricordò improvvisamente, cercando di alzarsi. Cadde di nuovo sul letto, colto da fitte di dolore lancinante alla schiena, alla testa, al petto.
Si toccò piano, cercando di ricordare.
-Quel fottuto bastardo...avrebbe potuto uccidermi, ma...-
E si ricordò.
Lo squarcio inciso sulla schiena, come un marchio demoniaco, che lo aveva sciolto dall'evocazione. I calci alla testa e allo stomaco, e la risata maligna che gli era entrata a forza nelle orecchie. Il bacio sulla fronte, come uno scherzo cattivo, mentre la voce soave del fratello gli sussurrava lentamente -Voglio che la profezia si avveri. E distruggerò la tua sposa-
Imprecò ad alta voce, perché si sentì inutile e stupido.
-Proprio come quando eravamo bambini. Proprio come allora, non riesco neanche a toccarlo. Quando questa maledizione avrà fine...?-
Digrignò i denti, ripensando a forse l'unico episodio felice della sua infanzia, rendendo ancora più insostenibile quella situazione appena creatasi.
Lui e Laherte, ancora bambini, che giocavano sulle sponde del Lago del Cielo. Sorridenti e felici. Fratelli. Come non lo sarebbero stati mai più.

Era una stanza ampia. Soleggiata e calda.
Mahel, se fosse stata sveglia, l'avrebbe sicuramente riconosciuta. La stanza della Sibilla, la Mahel della sua mamma.
Irihe le era accanto al volto, strusciando il musetto sulla fronte ogni tanto per essere sicuro che ancora respirasse. Gli occhi pieni di dolore, guardando la Lilith che, a sua volta, rendeva uno sguardo colpevole -Mi dispiace...-
Irihe scosse il musetto, forse capendo lo stato d'animo della Lilith. Si alzò in volo e le andò vicino, come a consolarla, guardando verso Mahel preoccupato -Andrà tutto bene, piccolo...andrà tutto bene...-
Guardò verso la finestra, il terzo giorno era passato.
Si chiese se mai Mahel si sarebbe risvegliata.

Quando riaprì di nuovo gli occhi, Velleda e Pixel gli erano accanto.
Velleda gli sorrise, come a volerlo tranquillizzare, e prima che il guerriero potesse dire alcunché lo rassicurò -Mahel non si è ancora svegliata. Ma la Lilith, Alvexia, ha già tolto tutto il veleno dal suo corpo-
-Sta bene?- chiese Lagharta, ancora intontito dal lungo sonno -Cosa mi è successo? Cosa mi avete dato? Che diamine...- imprecò di nuovo per il dolore, diventando subito silenzioso.
-La divina Mahel non sta bene. Non si sveglia, è corrotta da un veleno che non sappiamo curare. Neanche la Lilith riesce ad annullarne del tutto gli effetti- rispose Pixel, avvicinandoglisi -Tu eri messo male, ma la Lilith e Velleda ti hanno curato. Quella ragazza non si intende solo di veleni- aggiunse, guardando il guerriero fisso negli occhi -Mi dispiace. Avrei dovuto proteggere la divina Mahel...-
-Se siete ancora qua, lei non sta morendo- rispose Lagharta, rendendo a Pixel uno sguardo confuso -Funziona così, vero?-
-Non proprio- gli rispose Velleda, posandole una mano sul petto -Il patto che abbiamo stretto con Mahel non è una promessa di morte. E neanche una miracolosa panacea per la sua vita. È vero che se Mahel muore, anche noi moriremo con lei. Ma in questo caso succederà solo quando esalerà l'ultimo respiro. Scompariremo nell'esatto momento in cui la sua vita si spengerà-
Lagharta sbuffò una risata scocciata, quasi sollevato -Mahel non si lascerà morire così facilmente. È troppo testarda e orgogliosa, per lasciare morire qualcuno per lei-
-Sicuramente non è un tipo facilmente gestibile- rise Velleda, lasciando che gli occhi stupiti di Pixel e Lagharta la guardassero -Ma sono sicura anche io che si riprenderà-
-Io credevo che voi Semidee elementali, così come le Sacerdotesse del Tempio, foste molto serie...come mai insieme a Mahel diventate ragazze normali?-
Velleda lo guardò sorridendo, forse per tranquillizzarlo per la situazione -Perché in fondo...noi siamo ragazze normali?-
Lagharta scosse la testa a quell'affermazione, che portò anche Pixel a sorridere sotto i baffi per la strana risposta. Guardandosi attorno riconobbe finalmente la stanza come quella della sua casa, e sospirò -La Sibilla sa di Mahel?-
Pixel annuì e gli si avvicinò, porgendogli una boccetta contenente uno strano liquido nero -Bevi-
-Che roba sarebbe?- chiese il guerriero poco convinto, afferrando la boccetta -Non mi ucciderà, vero?-
-Potrebbe- scherzò Pixel, facendo di nuovo ridere Velleda di una risata piena e dolcissima -Ma non lo saprai mai se non lo bevi-
-Mi stai prendendo in giro?- chiese scocciato il guerriero, annusando il composto e rimanendone disgustato -Odora di putrido. Che roba è?-
Velleda gli dette un colpo sul petto, facendolo rabbrividire dal dolore -Ehi!- le urlò.
-Lo so che ha un odore, e probabilmente un sapore, disgustosi, ma è una panacea. Ti guarirà immediatamente le ferite, anche se rimarrà comunque la cicatrice. Erano davvero belle profonde...- le rispose lei, guardandolo seria -Dopo proveremo a darne un po' anche a Mahel, nella speranza che si risvegli. Ha la febbre alta...-
Lagharta schioccò la lingua, avvicinando la boccetta alla bocca -Posso ripulire il mio organismo dai veleni senza bisogno di questa roba ma non posso guarire le mie ferite. La mia forma demoniaca è inutile-
-Senza la tua forma demoniaca saresti morto- rispose Pixel -E adesso chiudi la bocca e bevi-
Lagharta rimase stupito di quel tono che assomigliava a quello di un padre, ma sorride -Se avessi avuto un padre ed una madre come voi, sarei scappato di casa-
Velleda sorride -Probabile-
Dopo quell'ultima affermazione, avvicinò di nuovo la boccetta alle labbra e bevve tutto di un sorso il nauseabondo e colloso liquido miracoloso.

Le accarezzava i capelli, sorridendo come una nonna -Tornata a casa in queste condizioni e perché hai cercato di proteggerlo...che strana bambina...-
Alvexia guardò la Sibilla cullare Mahel da lontano, tenendo in braccio Irihe che, ormai, le si era quasi affezionato -Mi dispiace immensamente. Per il casino, e per il disturbo...-
La Sibilla la guardò e sorrise, senza alcun rancore -Io so. Non devi preoccuparti, so che quello che hai fatto non era dettato dalla cattiveria ma dalla disperazione. Anche Lagharta ti perdonerà. Anche se temo che tenterà di picchiarti-
Alvexia rise sconsolata -È il minimo, penso- sbuffò -Mahel riuscirà mai a perdonarmi?-
La Sibilla rise -Stiamo parlando della stessa persona? Lei perdonerà sicuramente-
Un altro tenero sorriso, mentre la sua mano chiamava Alvexia a sé -Puoi avvicinarti. Io non devo punirti, lo stai già facendo personalmente. E penso sia abbastanza inutile, a questo punto. Credimi...si sveglierà. Solo che non ho idea di quando...-
Irihe si avvicinò alla Sibilla, guardando verso la porta un attimo prima di posarsi sul cuscino -Dev'essere Lagharta-

Un battito alla porta ed eccolo, davanti a loro, in tutto il suo disastro.
-Oh Lagharta, ti vedo...bene- disse la Sibilla, per nulla preoccupata -Pixel è un alchimista, lo sapevi? Sapevo che la sua medicina ti avrebbe curato-
-Era orribile- rispose lui, mentre camminava verso di loro, guardando la Lilith dapprima con uno sguardo furioso, poi più rassegnato e, infine, sollevato -Dovrei odiarti. Non sai di quante notti lei abbia passato a parlare di te nel sonno. E quando sei tornata, guarda che macello-
La Lilith abbassò lo sguardo, le lacrime agli occhi che tentava di nascondere -Mi dispiace...-
-Mi dispiace un corno- rispose lui, avvicinandolesi e alzandole la faccia -Guardami quando ti parlo e non piangere-
-Non piango, disse lei già completamente bagnata di lacrime -Non ho il diritto di piangere-
-Giusto, non hai il diritto di piangere- rispose lui furioso, prima di schiaffeggiarla con forza, facendola cadere a terra -Ecco, per questo puoi piangere-
La Lilith sentì il peso della sua evocazione farsi avanti, la rabbia quasi avvolgerla, ma riuscì a trattenerla dentro di se, intrappolata dalle sue lacrime -Sei un bastardo-
-E tu una traditrice- rispose di nuovo furioso, accovacciandosi in terra, alzandole la testa e...sorridendole -Ma siamo felici tu sia tornata. Se manchi tu, con chi discuto?-
-Eh?- chiese lei, fermando per un attimo le lacrime, mentre la Sibilla rideva guardandoli.
-Tu sei arrogante, presuntuosa, disturbante e stupida. Ma Mahel ti adora e, si lo ammetto, non sei poi così male. Posso sopportarti, finché non sarà lei a chiederti di andartene. E visto che, temo, lei non te lo chiederà mai, allora dovrò farmene una ragione-
Alvexia, di nuovo, scoppiò in lacrime, abbracciando il guerriero con forza -Mi dispiace Lagharta, mi dispiace tanto! Io amo Mahel, la adoro, non volevo fare tutto questo...mi dispiace...mi dispiace...-
Lagharta ridacchiò a quella visione più unica che rara della Lilith e rese l'abbraccio, carezzandole la testa come ad una sorellina minore -Sei una fastidiosa sorellina, come Saluss. Solo che lei è piccola, e tu sei grande e grossa e potresti uccidere cento uomini senza bisogno di aiuto-
-Lo so, sono una persona orribile, mi dispiace...- urlò piangendo di nuovo, singhiozzando a quella strana dimostrazione di affetto -Mi dispiace Lagharta...mi dispiace...-
Lagharta rise di nuovo, allontanandosela e dandole due buffetti sulle guance -Va tutto bene. Mahel ti perdonerà e tutto tornerà come prima, anche se siamo un po'...aumentati di numero. Spero solo che anche lei te le faccia pesare-
Alvexia sorrise e guardò la Sibilla, che ridacchiava mentre sorreggeva Mahel a sedere, lo sguardo stanco e distrutto. Di nuovo scoppiò in lacrime, si alzò da terra e andò verso di lei, abbracciandola talmente forte da farla gemere di dolore.
-Mahel!- urlò contenta, mentre le lacrime non si fermavano più -Sei viva, sei viva!!!-
Lagharta guardò verso la ragazza, sospirando di sollievo. Le sue labbra composero un “sono felice che tu stia bene” mentre la ragazza, di rimando, rispose alla stessa maniera “grazie”.

Erano rimasti da soli, infine.
Lagharta le aveva raccontato cosa era successo con Laherte dopo che lei era svenuta e di come tutti quanti fossero stati sconfitti.
-Beh...immaginavo che non potessimo vincere così facilmente...- rispose Mahel sistemandosi meglio a sedere, tra le braccia Irihe che dormiva finalmente sereno -Tu stai bene? Le tue ferite...-
-Ho una cicatrice sulla schiena, una sul petto, vari ematomi sul corpo e questo- si indicò la guancia, completamente escoriata -Penso che mi abbia graffiato con gli stivali coperti di polvere di roccia. Ma non fa niente, domani mattina la seconda panacea manderà via le ferite minori-
-Ma le cicatrici rimangono...- rispose lei abbassando lo sguardo, preparandosi alla domanda più difficile -Cosa era...quella?-
Lagharta si aspettava la domanda, e se fino al momento prima non sapeva come rispondere, la risposta si formò nella sua bocca più facilmente di quanto si potesse aspettare -Sono io. Da quanto mi ricordo, è così da sempre-
-Sei come Alvexia? È una evocazione, o sei proprio tu?-
-Sono io, fa parte di me. Non sono i miei occhi, o niente del mio corpo. Non ho accessori, come vedi, da quanto mi ricordo si attiva quando la mia rabbia raggiunge limiti che non posso più sopportare-
-Una specie di...istinto di sopravvivenza?- chiese lei stupita, senza capire -O più un maleficio?-
-Entrambi. O nessuno. Anche Laherte possiede la stessa abilità, ma la sua forma è più...-
-Angelica?- domandò lei anticipandolo, forse capendo il perchè Lagharta odiasse così tanto ciò che era.
-Esatto. Come fai a saperlo?-
-Beh...- rispose lei, sistemando la testa bene sul cuscino -Tu odi troppo quella forma e tuo fratello, e dici che tutti ti hanno sempre odiato per questo. Se tu assomigli ad un demone...forse tuo fratello assomiglia ad un angelo?-
-A lui spuntano solo due enormi ali bianche, e irradia una strana luce calda. È fastidiosa e il mio cuore subisce un peso che non so sopportare...- disse infastidito, abbassando lo sguardo -Ti disgusto adesso? Ti faccio paura...?-
Mahel prese una delle sue mani e la strinse più che potette, mentre la febbre tentava di addormentarla di nuovo -Tu non potresti mai disgustarmi. Posso essere arrabbiata con te, avere voglia di picchiarti e darti di stupido, ma non posso odiarti o avere paura. Sei il Lagharta della mia mamma-
-Questa è una cosa che dovrai poi spiegarmi- rispose lui confuso -Lo hai detto spesso-
-Non preoccuparti, lo farò appena il mio cervello riuscirà a connettersi con la mia bocca meglio di questo momento- rise un poco, mentre sentiva la bocca farsi secca per via della febbre -Quella panacea che mi sono risparmiata era davvero così orribile?-
Lagharta rise a sua volta, annuendo -La cosa più disgustosa che abbia mai bevuto. Neanche le Ninfe del Lago del Cielo mi hanno mai dato una cosa così schifosa-
-Anche tu dovrai spiegarmi questa cosa- disse lei ridacchiando, mentre Lagharta sgranava gli occhi ripensando ad orribili momenti della sua adolescenza -Prima o poi dovremo andarci comunque, vedrai con i tuoi occhi-
-Va bene- rise di nuovo lei, sentendo la risata di Lagharta unirsi alla sua.

Il silenzio che si formò dopo era imbarazzante. Avrebbe dovuto dirglielo. E sapeva che sarebbe successo qualcosa di orribile dopo.
Lui le aveva detto tutto, ormai non poteva tirarsi indietro dalla sua promessa.
-Beh...pare che sia io, adesso, a doverti dire la verità- disse lei guardandolo, mentre il guerriero assunse un'aria stranamente seria -Spero che mi perdonerai-
Lagharta scosse la testa, infastidito da quel tono solenne -Io...penso che ti perdonerò. Qualsiasi cosa tu mi dica. Anche la più terribile...- e penso che c'era solo una cosa per cui avrebbe potuto arrabbiarsi, e che l'avrebbe perdonata anche a costo di dover lottare contro sé stesso. Sperò che non fosse quello il caso -Anche se vorrei sapere, prima di tutto, una cosa soltanto-
-Certo, tutto quello che vuoi...- rispose Mahel, guardandolo fisso negli occhi.
-Perché mi hai salvato?- chiese lui, guardandola confuso -Seppure stessimo discutendo, ed io fossi vicino ad attaccarti con la mia forma demoniaca-
Mahel rimase in silenzio per un istante che sembrò eterno.
Sapeva che la risposta a quella domanda e che la verità che doveva dirgli, erano la stessa cosa. Non voleva mentire, ma aveva paura. Paura della sua reazione, e paura di lei stessa dopo che l'avrebbe detto.
Sarebbe cambiato tutto. Lui sarebbe cambiato, ed il loro viaggio.
Ma chiuse gli occhi in cerca di coraggio, e respirò profondamente -Non sapevo che stessi per trasformarti. Pensavo che stessi per usare un potere strano, o qualcosa di simile. Penso di essermi messa in messo più per egoismo, che per altro. Non volevo che ti facessero del male, preferivo essere io-
-Perché?- chiese di nuovo lui, prendendole le mani -Tu sapevi che era Alvexia, in un certo qual modo, vero?-
Mahel annuì, abbassando lo sguardo -Ho visto una luce rossa...speravo fosse lei, i suoi occhi. Speravo sarebbe tornata in...altro modo-
-Ma lei usa il veleno. Sai che sono immune ai suoi veleni, a quasi tutti i veleni. Perché allora...?-
-Volevo che mi dovessi qualcosa- rispose Mahel sinceramente, senza nascondersi dietro a scuse inutili e banali -Volevo avere una scusante per non farti essere arrabbiato con me. Volevo essere perdonata-
-Perdonata?- le chiese lui, e capì. Le sua mani lasciarono andare quelle di Mahel, la sua espressione si fece seria e piano piano sentì la rabbia impossessarsi di ogni fibra del suo corpo -Mahel...ricordi che mi avevi promesso una cosa?-

Aveva capito. Mahel sapeva che lo avrebbe capito prima ancora che lei avesse potuto dirglielo. Non poteva più mentire, adesso.
Sapeva che Lagharta sperava in altro, anche in quel momento, sperava in una scusa che avrebbe messo le cose a posto, coperto quel piccolo momento.
Ma non era possibile.
Lo sguardo di Mahel si fece sincero e fiero, e guardò dritto verso i bellissimi occhi blu di Lagharta, scintillanti di rimorso e di ira.
Sorrise per un attimo, e continuò a farlo mentre il suo cuore si spezzava in mille pezzi, conscia che quella sarebbe stata la prima e l'ultima volta che avrebbe detto quelle parole.
-Io ti ho promesso una cosa stupida. Te l'ho detto anche davanti al Tempio di Roccia. Pensavo che fosse fattibile al tempo, ma non lo era. Non lo è mai stata. Perché è destino, Lagharta. Almeno per me. Ti ho salvato perché avevo paura che dopo non ci sarebbe stata una seconda occasione di rivederti. Vedere che sorridi, o che ti arrabbi, o anche che urli. E poi ho sentito la tua voce cantare, e sono stata sicura. Sono sempre stata sicura, in realtà, ma la tua risonanza era così bella, così dolce...che ha solo consolidato ciò che io già pensavo. Mi dispiace Lagharta...non sono dispiaciuta-
Lagharta perse improvvisamente tutta la sua ira. In lui tutto si trasformò in dolore, in rimorso ed in tristezza. La sua mano accarezzò la guancia della ragazza, il suo sguardo la implorava di non dire nulla. Di mentire -Mahel...ti prego, non dirlo...-
La ragazza afferrò la mano di Lagharta. Sapeva che sarebbe stata l'ultima volta che sarebbero stati così vicini. L'ultima volta che lui glielo avrebbe permesso. Si godette quell'istante per quanto possibile, per poi iniziare silenziosamente a piangere -Mi dispiace, Lagharta...non posso dire una bugia, anche se tutto cambierà-
Il guerriero ritirò la sua mano, stringendola con l'altra finché non iniziarono entrambe a tremare per lo sforzo -Lo so. A te non piace dire bugie...e non sai dirle...- ridacchiò senza convinzione, sapendo che avrebbe perso la prima persona che avesse mai considerato amica in tutta la sua vita.
Mahel si coprì gli occhi con le mani, mentre il pianto si faceva doloroso e infinito. Le sue labbra dissero le ultime parole con grande sofferenza, ed il silenzio che ne seguì fu il colpo finale che confermò che tutto quanto quello era successo, era vero.
-Non potevo lasciarti morire. Non potevo pensare al non vederti più. Io voglio vederti, per quanto possibile, per quanto rimane della mia vita, tutto il tempo che posso. Voglio stare con te, starti vicino, nel modo in cui vorrai. Perché io...io ti amo...-



***



Si, finalmente lo ha detto. ci abbiamo messo ben 32 capitoli, ma alla fine Mahel ha detto le parole "ti amo" per la prima volta. E, fra l'altro, alla persona sbagliata per eccellenza. Infatti più che farlo arrabbiare lo ha ferito, perchè per Lagharta Mahel è una piccola sorellina minore, un'amica. Non prova amore verso di lei, quando un affetto sincero. Non so dove arriverà questa storia, né quanto tempo impiegherà Lagharta a "perdonarla", ma spero che Mahel renda questa attesa un pò più...leggera?
Insomma, sono preoccupata io in primis per questa cosa, perché anni fa Mahel non si sarebbe MAI dovuta innamorare di Lagharta. Ma è successo.
Continua a dire, fare e pensare cose che io non mi aspetto. Ma vabbeh, ormai loro hanno preso il controllo, vediamo fin dove arriveranno.
Grazie a tutti quelli che continuano a seguirmi, e scusate se non rispondo ai vostri commenti. Li leggo e li adoro tutti, ma semplicemente a volte non so come rispondere.
Troppa felicità, troppe parole che non so come dire. E fra dire una stupidaggine e stare in silenzio, preferisco il silenzio. Ma vi adoro, tutti, dal primo all'ultimo.
Vi mando un bacio ed un abbraccio.
Con immenso affetto,
Selenite
  
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