Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Hipatya    23/07/2008    12 recensioni
[Cinquantadue one-shots basate sui temi della LJcommunity 52flavours.]
20. Dancing in the moonlight: "Dimmi" proseguì Minato interrompendo il flusso disordinato dei suoi pensieri, "Che avevi scritto nel tuo tanzaku?"
Kushina ricordò allora che l'aveva ancora nella manica destra del kimono, appallottolato in una tasca segreta, e che s'era dimenticata di buttarlo nel fiume insieme con gli altri:"Cose che non ti riguardano. E poi non credo a queste sciocchezze, io."
"Sarà" borbottò l'altro, lo sguardo al cielo.
"Colgo un lieve segno d'incredulità da parte tua" gli fece notare Kushina con particolare ironia.
"L'ho già detto che sei perspicace?"
"Sì. Ti ripeti, sei noioso."
[MinatoKushina - Auguri Lè!]
21. Less remain in one place: Si accorse che la luna era definitivamente caduta: era l'alba.
Temari si stropicciò gli occhi appiccicati dal sonno, si sporse all'indietro, afferrò il collo della bottiglia di sakè e la poggiò accanto a sé sul parapetto.
La sua prima, fottutissima e stramaledetta notte da ventenne si era appena conclusa. E lei era sopravvissuta, più che altro.
Ma allora 'fanculo a tutto il resto.
[Temari Tribute - Coming Back ]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: I personaggi citati appartengono a Masashi Kishimoto, che quindi si prende tutti i diritti del loro uso

Disclaimer: I personaggi citati appartengono a Masashi Kishimoto, che quindi si prende tutti i diritti del loro uso. Qua e là ho sparso diverse citazioni: Arancia Meccanica, Bob Dylan, Modena City Ramblers. E' tutto merito dei rispettivi autori, ovviamente.
La frase iniziale appartiene, come scritto, a Shakespeare e al suo Macbeth.

La strofa riportata in finale è stata scritta da Fabrizio De André, dunque a Lui va ogni elogio.

 

 

 

 

 

New Splendour to the Dead

Un monologo per esplosivo e nuvole rosse

 

 

 

 

Spegniti, spegniti, breve candela! La vita non è altro che un'ombra che cammina; un mediocre attore che si pavoneggia e si dimena sul palcoscenico per il tempo della sua parte e poi non si ode più oltre. È una favola narrata da un idiota, piena di strepito e furia e senza significato alcuno.
-“Macbeth”, Shakespeare

 

 

 

(Il sipario è aperto sulla scena, con le luci tutte accese, come durante una prova.
Non c'è scenografia, il palcoscenico si perde in un buio fondale nero e la scena è spalancata sul pubblico.
Le scalette che conducono sul proscenio non sono ancora state tolte: una dimenticanza, forse.
Non c'è alcun accompagnamento musicale, a parte il leggero ronzio elettrico delle luci della ribalta.
Il pubblico attende, in silenzio.

 

 

D'improvviso, come obbedendo a un impulso del tutto naturale, una figura si alza dalla prima poltroncina della prima fila e abbandona la platea.
E' un giovane biondo e magro, coi capelli acconciati in uno strambo ciuffo alto. Si muove come se fosse stanco eppure teso nello sforzo di non darlo a vedere, dunque si trascina sul proscenio con un'aria spossata ma dignitosa, il cipiglio orgoglioso, quasi da snob.
Ha fra le mani una maschera bianca di gesso e, senza neppure volgere uno sguardo al pubblico, la cala sul viso. Due occhi azzurri, accesi da una vivacità sinistra, brillano nelle mezzelune vuote della maschera.
Dopodichè il giovane muove qualche passo casuale, come se fosse indeciso o incerto, poi decide di piantarsi nel centro luminoso della scena.)

 

 

DEIDARA: (stende lentamente la mano destra verso il pubblico, mima con due dita la forma di una pistola) ...Bang.
(Nessuno ride. S'ode il tonfo di qualcuno che è stato colpito ed è caduto a terra. DEIDARA ridacchia piano, lentamente, col tono irriverente di un ragazzino. Un battito di ciglia ed è serio).
Funziona così. Il rumore se li porta via, già (occhi azzurri impudenti, spalancati), non dicono più una parola. "Bang", fumo e silenzio.
Non esistono più.
Bang (ripete più volte il gesto, pensoso). Basta talmente poco, solo la combinazione di un paio di cosette piuttosto infiammabili, salnitro tritolo nitroglicerina, e "bang", fine. Uno sbuffo di niente (ride ancora, quasi incredulo).
Beh, penso che l'idea mi sia venuta proprio da questo. Se con un detonatore e un esplosivo si può cancellare una parte di mondo, perchè non rendere l'istante che precede l'apoteosi degno di essere ricordato? L'istante in cui un corpo si sublima. Una sensazione... (cerca la parola giusta, interdetto) ...estatica, sì.
Ridicoli attimi di vite sublimati in quel momento di pura estasi dei sensi, la conflagrazione, la rottura di ogni simmetria.
E allora... allora un momento del genere dev'essere splendido. Di più, indimenticabile. Di più ancora, dev'essere una catarsi.
In una parola, dev'essere arte.
(Tace, cercando applausi che non arrivano).
E dire che molti non lo comprendono.
Milioni di "artisti" o sedicenti tali che assurgono l'arte a monito perenne, altri che ripetono vuoti elogi di circostanza senza capire, altri ancora convinti che la forma delle cose sia quella che si vede, oppure alcuni che ritengono il Caso miglior artista.
(Ride, scuote la testa) ...Il Caso, certo, come no, milioni di istanti bruciati sull'altare del caso, milioni di paccottiglie ammuffite che invecchiano nei recessi dell'Eterno.
Le vostre vite sono deboli, sono fugaci, sono ordinarie e prive di bellezza.
(Sorride, sfrontato) Ma io, oh io, io posso farne qualcosa che è degno di essere chiamato arte, in saecula saeculorum se preferite o anche solo per un respiro.
Bang (scandisce), un istante e più nulla. 
Ma quell'istante, quel solo istante... vale diecimila eternità consumate nei crepuscoli interminabili e nella sonnolenza dei secoli.
Quell'istante, dannazione (sorride).
Quell'istante.
Io ho vissuto per quell'istante.
...Ehi lei, laggiù, in sesta fila, proprio lei, mi dica: non sarebbe contento di venir trasformato in uno splendido fiore rosso e giallo?!
Dinamite, scoppio e... Bang. Un uomo che diventa un fiore perso nei cieli chiari.
...Ha mai visto niente di più poetico, lei?!
Cosa importa se quella è l'ultima cosa che vedrà!
E' poesia, è filosofia, è arte.
A-r-t-e.
Ovviamente dovevo farne il centro della mia esistenza.

(Senza preavviso DEIDARA scarica una sequela di "Bang!" sul pubblico.
Si odono tonfi in sala, prima che si spenga anche l'eco dell'ultimo "Bang!".
DEIDARA allora si lascia cadere seduto sul proscenio, le gambe che penzolano nel vuoto.)

Mi hanno detto "cresci!" e l'ho fatto. Mi hanno detto "combatti! uccidi! muori! difendi!".
Mi hanno insegnato come diventare un'arma, mi hanno parlato dei Quattro Cavalieri, morte guerra pestilenza e carestia, mi hanno reso banale, ottuso, patetico ninja uguale a mille altri.
Ci ho pensato io, però, a rendermi Arte, proprio ciò che loro non mi avevano detto di fare.
...Della mia vita non si sa nulla. Ehi, io non ho vita, non è vita quella dell'attore, non è così?!
La mia vita è "Bang!" (ridacchia) ...Ah, mi perdoni, lei, laggiù, volevo colpire quello alla sua sinistra, sa, mi duole ammetterlo ma neanch'io sono perfetto.
Vedete, c'è una cosa di cui non vi ho parlato.
Ditemi, voi sapete qual è l'odore dell'aria, un attimo prima dell'esplosione?
No, eh?
Lo supponevo.
Perchè, sapete, è qualcosa di disumano. E' quello il profumo del Paradiso; cento volte meglio dell'olezzo polveroso della pioggia, dell'aria gravida di elettricità, degli umori sanguigni e acquosi.
E' Il Profumo, direi. L'Archetipo. Ti entra nelle ossa.
Sapete, un giorno ai Ninja della Roccia era balzata in mente un'idea che definirei quasi geniale: far saltare in aria il vecchio Deposito di Esplosivi di Iwa.
E ci sono riusciti, sapete?!
Con me dentro, però.
(Tace, attende invano applausi).
Quest'ultimo dettaglio non l'avevano calcolato. Contavano di liberarsi anche di me, forse, non so, così mi hanno regalato un buon 70% di corpo meccanico.
Ma (si fa furtivo, sussurra) quello che è divertente è che stato peggio per loro. Molto peggio per loro.
Pensavano di disfarsi di un peso troppo scomodo, invece mi hanno insegnato l'arte, signori.
Credevano di polverizzarmi grazie a una carica di tritolo, e invece... invece... invece la bomba scorre nelle mie vene, è parte stessa del mio corpo. (Grida, la voce tonante) Oh, sì, tripudio: io sono distruzione, io sono ciò che mi ha quasi ucciso!
Oh, delirio. Delirio, delizia e dannazione, piacere impacentito divenuto carne.
...Tra l'altro, un candelotto in più sarebbe bastato a spedirmi dalle parti di Plutone. Ciò dimostra la loro incompetenza.
Spero si divertano lassù, dicono che faccia piuttosto freddo. Ma in fondo non m'interessa, e credo non interessi neppure a loro: dubito possano accorgersi di qualcosa, disintegrati in pezzetti più piccoli di un'unghia come sono.
...Ma
ehi, guardate là, quello dorme! (scatta in piedi, punta la mano e spara) Bang! Adesso dormirai un po' più a lungo, cocco, detesto essere ignorato.
(Si schiarisce la voce, torna a sedersi sul proscenio) Stavo dicendo, signori, che l'arte non ha confini. Non conosce ideali, villaggi, traditori, vinti, complotti.
I fiori nella sporcizia non sbocciano forse improvvisi, da un momento all'altro?!
Così è la mia arte. 
Bang, esplosione, apoteosi, sublime, tripudio, elevazione, un secondo che non si ripete, tanto più splendido perchè fugace.
(Si sdraia sul palcoscenico, le braccia incrociate dietro la testa) Le vite delle persone mi hanno sempre annoiato. Farle esplodere mai, invece.
Conoscenze, dissapori, paranoie, grettezza... Monotono, sì. Un fuoco d'artificio invece è leggero, svanisce nell'ombra e BOOM, la cosa più bella del mondo.
(Si tira su, inquieto fissa il pubblico) ...Ascoltatemi voi, ascoltatemi bene, voi che vi riempite la bocca di parole come "eternità", "ricordo", "monito", "imperituro", puah, parole nauseanti.
(Ride istericamente, quasi singhiozza) Chi predicava l'Eterno è morto ucciso da una sua creatura, lo sapete?! Brutto vizio quello di voler sopravvivere alle proprie opere d'arte. Non perdona.
Ma io, oh io... (sorride, estasiato) ...io sono diventato l'esplosione.
Io, io ho smesso di essere Deidara, Mukenin della Roccia, per diventare Arte.
Potete volare così in alto, voi?!
Potete unirvi per un battito di ciglia con l'Indissolubile?!
Oh ma voi, voi m'invidiate, voi grigi e tutti uguali, voi sonnolenti, voi già morti, voi che non sentite il sibilo della dinamite frusciare nelle vene!
Voi siete per tutta la vita sacchetti vuoti, che io solo posso far scoppiare (sorride di nuovo, sardonico).
B-a-n-g, capito?

(Con un balzo è in piedi, in equilibrio sull'orlo del vuoto, la maschera bianca contorta in un ghigno, la voce stentorea).
E dunque splendore per il morto, onori e gloria a ME, tripudio e gioia! Che sia allora fama, e vittoria, e Follia, che io sia un santo o un assassino, che bruci all'Inferno o languisca nell'apatia dei cumulonembi del Paradiso, che sia la pietra che rotola, lo specchio storto, il chiodo che picchia nel muro, l'artiglio che stride sulla lavagna!
Che sia il Saggio, il Folle, il Principio e la Fine!
Splendore, splendore per il morto, per l'ekpyrosis, per il fuoco che divampa e dà vita a un nuovo ciclo! Onori e trionfi per l'attimo d'arte assoluta, l'istante in cui non esistono più né tempo spazio!!!
Splendore, signori, splendore per il morto, splendore per me!!!

(Dopo l'esclamazione, il volto è rivolto verso il basso, il capo incassato tra le spalle e gli occhi fissi sulle assi del palcoscenico.
Le braccia di DEIDARA invece sono distese nell'impeto dell'esplosione, eppure come congelate: tutto il suo corpo è immobile e statico come quello di un giocattolo rotto, non più una scossa di vita in lui.
Sfila delicatamente la maschera bianca di gesso, adesso la tiene nel pugno.
Infine alza sul pubblico un viso serio, distaccato e impassibile, gli occhi azzurri freddi come ghiaccio e la voce monocorde.)
Ehi, amico.
'Sta volta non ritroveranno di te neanche l'ombra.
E' dinamite questa, non vedi?
'Sta volta finisce qui, amico. 'Sta volta è davvero finita qui.
(Punta le due dita, l'immaginaria pistola, alla tempia. Sillaba un "Bang" senza suono.)

 

 

 

(Tutto il teatro sussulta sull'onda di un boato devastante.)




(DEIDARA scende dal palcoscenico attraverso la scaletta, consegna la maschera a chi è seduto sulla seconda poltroncina della prima fila e prosegue in silenzio verso l'uscita dalla platea.
La sua figura si perde nel buio mormorante di voci del pubblico, svanisce nelle viscere oscure del teatro.

 

SASORI, nel frattempo, sale uno ad uno i gradini della scaletta che lo porteranno sul palcoscenico, la maschera bianca fra le dita, le mani che si alzano per calarla lentamente sul viso...)

 

 

 

 

 

Per strada tante facce
non hanno un bel colore,
qui chi non terrorizza
si ammala di terrore,
c'è chi aspetta la pioggia
per non piangere da solo,
io son d'un altro avviso,
son bombarolo!
[Il Bombarolo, Fabrizio De André]

 

 

 

 

Fin

 

 

 

Glossario
Catarsi:
filosoficamente, purificazione dalle passioni da parte di chi assiste a un dramma.
Iwagakure:
Il Villaggio della Roccia.
Ekpyrosis: Termine greco che significa
"conflagrazione". Per gli Stoici era l'enorme incendio che segnava la fine di un'era e l'inizio di un'altra.

 

 

 

 

Nota dell'Autrice
*Si schiarisce la voce*
PRIMA CLASSIFICATA al Contest "Shakespeare meets Naruto" indetto da LalyBlackangel e Mala Mela!
...E sì, ne vado alquanto fiera, dato che ciò che avete letto è il mio primo esperimento teatrale, e sapere che ha avuto cotanto successo mi rende tremendamente, estremamente, totalmente, *qualcos'altro in -mente* felice!





 

Detto questo, però, ringrazio i due giudici, Mala Mela e LalyBlackAngel, che sono state velocissime -e i bannerini sono fantastici *_*!-, la Chaos, di cui non vedo l'ora di leggere la sua storia, Jess_Elric, che ha scritto una cosa stupenda e ha tutta la mia ammirazione, Ayumi e Memi, che commenterò quanto prima. Wow. Brave ragazze!
E' stato un concorso fantastico, spero che il Bardo, o Cigno dell'Avon o comunque lo vogliate chiamare, non si sia scandalizzato troppo nel vedere frammenti dei suoi drammi cuciti addosso ai personaggi di un manga. Tra l'altro ancora complimenti a Mela e a Laly per aver avuto un'idea così bella, e per aver scelto citazioni ad alto contenuto di ispirazione.
...Ma, miraccomando, non dite MAI "Macbeth" in un teatro *_*! Almeno di non voler essere inseguiti da un branco omicida di attori inferociti.

 

Comunque, non ho il tempo materiale per rispondere alle 14 recensioni dello ShikaIno Day, ergo mi accingo a ringraziare, in ordine sparso: la Chaos -che, come il prezzemolo, c'entra sempre u.u-, la Koks, la Périko, poi _Saretta, MillyMalfoy, Piichan, Mimi18 (sono contenta che Narcissist Café ti sia piaciuta così tanto <3 grazie di cuore!), Neji's Fan ovverosia Francy, Sakurina (addirittura una poeta simbolista *_*! Ma grazie! Tu mi vuoi blu di complimenti!), Memi (ti devo mille recensioni >.< dannata memoria che mi tradisce sempre!), Elwerien (approfitto ora: io ADORO le tue storie!), Celiane4ever, Ely 91, Rinoa 81 e, last but not the least, Eleanor89 (guarda che le aspetto, le tue recensioni, eh ;) e anch'io devo darmi una mossa, nonostante tu abbia dato alle stampe una SasuHina!). 

 

Ancora grazie, grazie, grazie. Ho idea che dovrei riscrivere un altro Arigatou gigantesco, ma non basterebbe per esprimere tutta la gratitudine che provo per coloro che hanno sprecato cinque secondi del loro tempo per leggere le mie storie e scrivere due righe di commento. Grazie, infinitamente. 

 

A presto!
Hipatya

  

  
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Hipatya