Disclaimer:
I personaggi citati appartengono a Masashi Kishimoto, che quindi si prende tutti i diritti del loro
uso. Qua e là ho sparso diverse citazioni: Arancia Meccanica, Bob Dylan, Modena City Ramblers. E'
tutto merito dei rispettivi autori, ovviamente.
La frase iniziale appartiene, come scritto, a Shakespeare
e al suo Macbeth.
La
strofa riportata in finale è stata scritta da Fabrizio De André,
dunque a Lui va ogni elogio.
New Splendour to the Dead
Un monologo per esplosivo e nuvole rosse
Spegniti,
spegniti, breve candela! La vita non è altro che un'ombra
che cammina; un mediocre attore che si pavoneggia e si dimena sul palcoscenico
per il tempo della sua parte e poi non si ode più oltre. È una favola narrata
da un idiota, piena di strepito e furia e senza significato alcuno.
-“Macbeth”, Shakespeare
(Il sipario è aperto sulla scena, con le luci tutte accese,
come durante una prova.
Non c'è scenografia, il palcoscenico si perde in un buio fondale nero e la
scena è spalancata sul pubblico.
Le scalette che conducono sul proscenio non sono ancora state tolte: una
dimenticanza, forse.
Non c'è alcun accompagnamento musicale, a parte il leggero ronzio elettrico
delle luci della ribalta.
Il pubblico attende, in silenzio.
D'improvviso,
come obbedendo a un impulso del tutto naturale, una
figura si alza dalla prima poltroncina della prima fila e abbandona la platea.
E' un giovane biondo e magro, coi capelli acconciati
in uno strambo ciuffo alto. Si muove come se fosse stanco eppure teso nello
sforzo di non darlo a vedere, dunque si trascina sul proscenio con un'aria
spossata ma dignitosa, il cipiglio orgoglioso, quasi da snob.
Ha fra le mani una maschera bianca di gesso e, senza neppure volgere uno
sguardo al pubblico, la cala sul viso. Due occhi azzurri, accesi da una
vivacità sinistra, brillano nelle mezzelune vuote della maschera.
Dopodichè il giovane muove qualche passo casuale, come se fosse indeciso o
incerto, poi decide di piantarsi nel centro luminoso della scena.)
DEIDARA:
(stende lentamente la mano destra verso il pubblico, mima con due dita la
forma di una pistola) ...Bang.
(Nessuno ride. S'ode il tonfo di qualcuno
che è stato colpito ed è caduto a terra. DEIDARA ridacchia piano, lentamente,
col tono irriverente di un ragazzino. Un battito di ciglia ed è serio).
Funziona così. Il rumore se li porta via, già (occhi
azzurri impudenti, spalancati), non dicono più una parola.
"Bang", fumo e silenzio.
Non esistono più.
Bang (ripete più volte il gesto, pensoso). Basta talmente poco, solo la
combinazione di un paio di cosette piuttosto infiammabili, salnitro tritolo
nitroglicerina, e "bang", fine. Uno sbuffo di niente (ride ancora,
quasi incredulo).
Beh, penso che l'idea mi sia venuta proprio da questo. Se con un detonatore e
un esplosivo si può cancellare una parte di mondo, perchè non rendere l'istante
che precede l'apoteosi degno di essere ricordato? L'istante in cui un corpo si sublima. Una sensazione... (cerca
la parola giusta, interdetto) ...estatica, sì.
Ridicoli attimi di vite sublimati in quel momento di pura estasi dei sensi, la
conflagrazione, la rottura di ogni simmetria.
E allora... allora un momento del genere dev'essere splendido. Di più, indimenticabile. Di più ancora, dev'essere una catarsi.
In una parola, dev'essere arte.
(Tace, cercando applausi che non arrivano).
E dire che molti non lo comprendono.
Milioni di "artisti" o sedicenti tali che assurgono l'arte a monito
perenne, altri che ripetono vuoti elogi di circostanza senza capire, altri
ancora convinti che la forma delle cose sia quella che
si vede, oppure alcuni che ritengono il Caso miglior artista.
(Ride, scuote la testa) ...Il Caso, certo, come no, milioni di istanti
bruciati sull'altare del caso, milioni di paccottiglie ammuffite che
invecchiano nei recessi dell'Eterno.
Le vostre vite sono deboli, sono fugaci, sono ordinarie e prive di bellezza.
(Sorride, sfrontato) Ma io, oh io, io
posso farne qualcosa che è degno di essere chiamato arte, in saecula saeculorum se preferite o
anche solo per un respiro.
Bang (scandisce), un istante e più nulla.
Ma quell'istante, quel solo
istante... vale diecimila eternità consumate nei crepuscoli interminabili e
nella sonnolenza dei secoli.
Quell'istante, dannazione (sorride).
Quell'istante.
Io ho vissuto per quell'istante.
...Ehi lei, laggiù, in sesta fila, proprio lei, mi dica: non sarebbe contento
di venir trasformato in uno splendido fiore rosso e
giallo?!
Dinamite, scoppio e... Bang. Un uomo che diventa un fiore
perso nei cieli chiari.
...Ha mai visto niente di più poetico, lei?!
Cosa importa se quella è l'ultima cosa che vedrà!
E' poesia, è filosofia, è arte.
A-r-t-e.
Ovviamente dovevo farne il centro della mia esistenza.
(Senza preavviso DEIDARA scarica una sequela di "Bang!"
sul pubblico.
Si odono tonfi in sala, prima che si spenga anche l'eco dell'ultimo
"Bang!".
DEIDARA allora si lascia cadere seduto sul proscenio, le gambe che penzolano
nel vuoto.)
Mi hanno detto "cresci!" e l'ho fatto. Mi hanno
detto "combatti! uccidi! muori! difendi!".
Mi hanno insegnato come diventare un'arma, mi hanno parlato dei Quattro
Cavalieri, morte guerra pestilenza e carestia, mi
hanno reso banale, ottuso, patetico ninja uguale a
mille altri.
Ci ho pensato io, però, a rendermi Arte, proprio ciò che loro non mi avevano
detto di fare.
...Della mia vita non si sa nulla. Ehi, io non ho vita, non è vita quella
dell'attore, non è così?!
La mia vita è "Bang!" (ridacchia) ...Ah, mi perdoni, lei,
laggiù, volevo colpire quello alla sua sinistra, sa, mi duole ammetterlo ma neanch'io sono perfetto.
Vedete, c'è una cosa di cui non vi ho parlato.
Ditemi, voi sapete qual è l'odore dell'aria, un attimo
prima dell'esplosione?
No, eh?
Lo supponevo.
Perchè, sapete, è qualcosa di disumano. E' quello il profumo del Paradiso;
cento volte meglio dell'olezzo polveroso della pioggia, dell'aria gravida di elettricità, degli umori sanguigni e acquosi.
E' Il Profumo, direi. L'Archetipo. Ti entra nelle
ossa.
Sapete, un giorno ai Ninja della Roccia era balzata
in mente un'idea che definirei quasi geniale: far saltare in aria il vecchio
Deposito di Esplosivi di Iwa.
E ci sono riusciti, sapete?!
Con me dentro, però.
(Tace, attende invano applausi).
Quest'ultimo dettaglio non l'avevano calcolato.
Contavano di liberarsi anche di me, forse, non so,
così mi hanno regalato un buon 70% di corpo meccanico.
Ma (si fa furtivo, sussurra) quello che è divertente
è che stato peggio per loro. Molto peggio per loro.
Pensavano di disfarsi di un peso troppo scomodo,
invece mi hanno insegnato l'arte, signori.
Credevano di polverizzarmi grazie a una carica di
tritolo, e invece... invece... invece la bomba scorre nelle mie vene, è parte
stessa del mio corpo. (Grida, la voce
tonante) Oh, sì, tripudio: io sono distruzione, io sono ciò che mi ha quasi
ucciso!
Oh, delirio. Delirio, delizia e dannazione, piacere impacentito
divenuto carne.
...Tra l'altro, un candelotto in più sarebbe bastato a spedirmi dalle parti di Plutone. Ciò dimostra la loro incompetenza.
Spero si divertano lassù, dicono che faccia piuttosto
freddo. Ma in fondo non m'interessa, e credo non interessi neppure a loro:
dubito possano accorgersi di qualcosa, disintegrati in pezzetti più piccoli di
un'unghia come sono.
...Ma ehi, guardate là, quello dorme! (scatta
in piedi, punta la mano e spara) Bang! Adesso dormirai un po' più a lungo,
cocco, detesto essere ignorato.
(Si schiarisce la voce, torna a sedersi sul proscenio) Stavo dicendo,
signori, che l'arte non ha confini. Non conosce ideali, villaggi, traditori,
vinti, complotti.
I fiori nella sporcizia non sbocciano forse improvvisi, da un momento all'altro?!
Così è la mia arte.
Bang, esplosione, apoteosi, sublime, tripudio, elevazione, un
secondo che non si ripete, tanto più splendido perchè fugace.
(Si sdraia sul palcoscenico, le braccia
incrociate dietro la testa) Le vite delle persone mi hanno sempre annoiato.
Farle esplodere mai, invece.
Conoscenze, dissapori, paranoie, grettezza... Monotono,
sì. Un fuoco d'artificio invece è leggero, svanisce nell'ombra e BOOM, la cosa
più bella del mondo.
(Si tira su, inquieto fissa il pubblico)
...Ascoltatemi voi, ascoltatemi bene, voi che vi riempite la bocca di parole
come "eternità", "ricordo", "monito",
"imperituro", puah, parole nauseanti.
(Ride istericamente, quasi singhiozza) Chi predicava l'Eterno è morto
ucciso da una sua creatura, lo sapete?! Brutto vizio quello di voler
sopravvivere alle proprie opere d'arte. Non perdona.
Ma io, oh io... (sorride, estasiato) ...io sono
diventato l'esplosione.
Io, io ho smesso di essere Deidara,
Mukenin della Roccia, per diventare Arte.
Potete volare così in alto, voi?!
Potete unirvi per un battito di ciglia con l'Indissolubile?!
Oh ma voi, voi m'invidiate, voi grigi e tutti uguali, voi sonnolenti, voi già
morti, voi che non sentite il sibilo della dinamite frusciare nelle vene!
Voi siete per tutta la vita sacchetti vuoti, che io solo posso far scoppiare (sorride
di nuovo, sardonico).
B-a-n-g, capito?
(Con un balzo è in piedi, in equilibrio sull'orlo del vuoto, la
maschera bianca contorta in un ghigno, la voce stentorea).
E dunque splendore per il morto, onori e gloria a ME, tripudio e gioia! Che sia
allora fama, e vittoria, e Follia, che io sia un santo o un assassino, che
bruci all'Inferno o languisca nell'apatia dei cumulonembi del Paradiso, che sia
la pietra che rotola, lo specchio storto, il chiodo
che picchia nel muro, l'artiglio che stride sulla lavagna!
Che sia il Saggio, il Folle, il Principio e la Fine!
Splendore, splendore per il morto, per l'ekpyrosis,
per il fuoco che divampa e dà vita a un nuovo ciclo! Onori e trionfi per
l'attimo d'arte assoluta, l'istante in cui non esistono più né tempo nè spazio!!!
Splendore, signori, splendore per il morto, splendore per me!!!
(Dopo l'esclamazione, il volto è rivolto verso il basso, il capo
incassato tra le spalle e gli occhi fissi sulle assi del palcoscenico.
Le braccia di DEIDARA invece sono distese nell'impeto dell'esplosione, eppure
come congelate: tutto il suo corpo è immobile e statico come quello di un
giocattolo rotto, non più una scossa di vita in lui.
Sfila delicatamente la maschera bianca di gesso, adesso la
tiene nel pugno.
Infine alza sul pubblico un viso serio, distaccato e impassibile, gli occhi
azzurri freddi come ghiaccio e la voce monocorde.)
Ehi, amico.
'Sta volta non ritroveranno di te neanche l'ombra.
E' dinamite questa, non vedi?
'Sta volta finisce qui, amico. 'Sta volta è davvero
finita qui.
(Punta le due dita, l'immaginaria pistola, alla tempia. Sillaba un
"Bang" senza suono.)
(Tutto il teatro sussulta sull'onda di un
boato devastante.)
(DEIDARA scende dal palcoscenico attraverso la scaletta, consegna
la maschera a chi è seduto sulla seconda poltroncina della prima fila e
prosegue in silenzio verso l'uscita dalla platea.
La sua figura si perde nel buio mormorante di voci del
pubblico, svanisce nelle viscere oscure del teatro.
SASORI,
nel frattempo, sale uno ad uno i gradini della
scaletta che lo porteranno sul palcoscenico, la maschera bianca fra le dita, le
mani che si alzano per calarla lentamente sul viso...)
Per strada tante facce
non hanno un bel colore,
qui chi non terrorizza
si ammala di terrore,
c'è chi aspetta la pioggia
per non piangere da solo,
io son d'un altro avviso,
son bombarolo!
[Il Bombarolo, Fabrizio De André]
Fin
Glossario
Catarsi: filosoficamente,
purificazione dalle passioni da parte di chi assiste a
un dramma.
Iwagakure: Il Villaggio della Roccia.
Ekpyrosis: Termine greco che significa "conflagrazione".
Per gli Stoici era l'enorme incendio che segnava la fine di un'era e l'inizio
di un'altra.
Nota
dell'Autrice
*Si schiarisce
la voce*
PRIMA CLASSIFICATA al Contest "Shakespeare meets Naruto" indetto da LalyBlackangel
e Mala Mela!
...E sì, ne vado alquanto fiera, dato che ciò che
avete letto è il mio primo esperimento teatrale, e sapere che ha avuto cotanto
successo mi rende tremendamente, estremamente, totalmente, *qualcos'altro in
-mente* felice!
Detto
questo, però, ringrazio i due giudici, Mala Mela
e LalyBlackAngel, che sono state velocissime
-e i bannerini sono fantastici *_*!-, la Chaos, di cui non vedo l'ora di leggere la sua storia,
Jess_Elric, che ha scritto una cosa stupenda e
ha tutta la mia ammirazione, Ayumi e Memi, che commenterò quanto prima. Wow. Brave
ragazze!
E' stato un concorso fantastico, spero che il Bardo, o Cigno dell'Avon o comunque lo vogliate
chiamare, non si sia scandalizzato troppo nel vedere frammenti dei suoi drammi
cuciti addosso ai personaggi di un manga. Tra l'altro ancora complimenti a Mela
e a Laly per aver avuto un'idea così bella, e per
aver scelto citazioni ad alto contenuto di ispirazione.
...Ma, miraccomando, non dite MAI "Macbeth" in un teatro *_*! Almeno di non voler essere
inseguiti da un branco omicida di attori inferociti.
Comunque, non ho il tempo materiale per rispondere alle 14
recensioni dello ShikaIno Day, ergo mi accingo a
ringraziare, in ordine sparso: la Chaos -che,
come il prezzemolo, c'entra sempre u.u-, la Koks, la Périko, poi _Saretta, MillyMalfoy,
Piichan, Mimi18 (sono contenta che Narcissist Café ti sia piaciuta
così tanto <3 grazie di cuore!), Neji's
Fan ovverosia Francy, Sakurina
(addirittura una poeta simbolista *_*! Ma
grazie! Tu mi vuoi blu di complimenti!), Memi (ti
devo mille recensioni >.< dannata memoria che mi tradisce sempre!), Elwerien (approfitto ora: io ADORO le tue storie!), Celiane4ever,
Ely 91, Rinoa
81 e, last but not the least, Eleanor89 (guarda
che le aspetto, le tue recensioni, eh ;) e anch'io
devo darmi una mossa, nonostante tu abbia dato alle stampe una SasuHina!).
Ancora
grazie, grazie, grazie. Ho idea che dovrei riscrivere
un altro Arigatou gigantesco, ma non basterebbe per
esprimere tutta la gratitudine che provo per coloro che hanno sprecato cinque
secondi del loro tempo per leggere le mie storie e scrivere due righe di
commento. Grazie, infinitamente.
A
presto!
Hipatya