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Autore: Colpa delle stelle    07/05/2014    5 recensioni
E se Katniss non avesse resistito alla chiamata dell'arco e delle frecce e avesse provato qualche tiro durante le sessioni di Addestramento?
E se i Favoriti si fossero accorti della sua bravura e le avessero proposto un'alleanza?
Se lei avesse accettato?
Questa non è la storia dei due "innamorati sventurati".
Questa è la storia di come una semplice ragazza lotterà per ritornare alla sua vita, per riabbracciare la sorella, per camminare ancora una volta nei boschi del Distretto 12.
E di come due paia di occhi grigi, intrisi del suo stesso odio e della sua stessa determinazione, la spingeranno fino al limite.
Katniss è la ragazza in fiamme e non può vivere senza Gale, il fuoco che l'alimenta e la tiene in vita.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Favoriti, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Epilogo




Mentre cammino sul sentiero, un leggero venticello smuove le foglie degli alberi e solleva appena i capelli sfuggiti alla mia treccia.
La giacca da caccia di mio padre è comoda e calda come la ricordavo ed è un ottimo riparo contro il freddo polare dell'inverno ormai inoltrato.
È dalla mia vittoria ai settantaquattresimi Hunger Games che non ritorno più nei boschi da sola, senza il costante supporto di Gale al mio fianco.
Con l'ultima morte di entrambi i Tributi del mio distretto, al bagno di sangue degli ottantaseiesimi Hunger Games, gli incubi si presentano ormai ogni notte e a volte mi sorprendono anche di giorno, mentre vago senza meta per il soggiorno di casa e non c'è nessuno che possa distrarmi.
Gale ed io non abbiamo perso tempo dopo la vittoria.
Una nuova famiglia si è unita alla comunità del Distretto 12 e ormai sono dodici anni che siamo sposati.
Abitiamo nel Villaggio dei Vincitori, ma non per mia scelta.
Avrei preferito di gran lunga cedere quel lusso eccessivo a mia mamma e a Prim, o alla famiglia di Gale, ma entrambe non hanno voluto sentire ragioni: avevo combattuto così tanto e con così tanta determinazione, che mi meritavo di raccogliere i frutti del mio lavoro.
Un lavoro di cui tutt'ora mi vergogno.
Supero l'ennesimo cespuglio innevato e ignoro una lepre che fugge nella direzione opposta alla mia, spingendo al massimo le zampe e saltando con un enorme balzo un tronco caduto.
La seguo con lo sguardo per pochi secondi, giusto il tempo di rassicurarmi che non ho l'arco in mano e che non devo catturarla, che ho del cibo caldo a casa che mi aspetta, e continuo a camminare, finché il limitare della foresta non appare davanti ai miei occhi.
Un enorme quercia è l'ultimo ostacolo da superare e dietro di lei già si intravede la recinzione, che spicca sul bianco del prato innevato.
Mi avvicino all'albero e mi inginocchio, attenta a non sporcare di terra i pantaloni.
Quella mia uscita non era prevista e voglio evitare di far preoccupare inutilmente mia madre.
Appoggio con delicatezza il piccolo mazzo di denti di leoni sulla montagnola tra le due radici, in modo che il vento freddo non li sorprenda troppo presto.
Seppellire una ciocca di capelli e il grembiule da lavoro di Peeta lì, non è stata una mia idea, ma un favore che suo padre mi ha rivolto, non appena ho messo piede nella forneria per comprare il pane.
Non sono riuscita a dire di no.
Non ho voluto dire di no.
Era il minimo che potessi fare per provare a sdebitarmi, per provare a rendere un po' meno acuti i sensi di colpa.
La sua morte è quella che non ho ancora accettato completamente, che si nasconde nell'ombra durante il giorno e che mi fa gridare la notte.
Durante quei momenti, nonostante un tempo non avrei mai permesso di apparire debole, c'è Gale al mio fianco e per quanto non possa capire il dolore che provo, le sue braccia e il suo conforto solo l'unica soluzione e l'unica àncora alla quale riesco ad aggrapparmi per non scivolare nella disperazione.
Così come ho realizzato il favore del signor Mellark, non ho potuto dire di no al suo desiderio, quello più profondo, che sin da ragazzini mi aveva confessato.
Sospiro e subito il fiato si condensa in una nuvoletta bianca.
Raddrizzo i fiori, già perfetti, e mi alzo, lasciandomi alle spalle quel maledetto albero e quelle sue maledette radici.
L'unico desiderio che mi sono sentita di esprimere, è arrivato dopo la vittoria di Thomas Cox, il figlio del farmacista.
Il sedicenne biondo, dagli occhi azzurri, che a Capitol City ha riscosso talmente tanto successo da indurlo a trasferirsi là, insieme alla famiglia, e lasciare a me e a Haymitch le incombenze da mentore.
Ha gli stessi capelli biondi, gli stessi occhi azzurri, ma il suo cuore non ne vale mezzo.
Un grido infantile mi coglie di sorpresa, proprio mentre sto scavalcando la recinzione, e sollevo gli occhi verso il prato, da dove vedo muoversi una sagoma di bambino, in corsa, e quella di un adulto, subito dietro.
- Mamma! -
Sorrido e affretto il mio passo, inconsciamente.
I corti capelli neri gli rimbalzano sulla fronte mentre corre verso di me, gli occhi grigi ridenti e felici.
È la fotocopia di Gale.
Nemmeno lui gli assomiglia, ma dovevo farlo.
Dovevo omaggiare la sua morte ancora una volta, dovevo fare di tutto per ricordare e tenere vivo il dolore, dovevo pagare per le mie scelte.
Che forse, se fossero state diverse, avrebbero potuto salvare entrambi.
Ma non l'hanno fatto.
Accolgo con un abbraccio mio figlio, depositandogli un bacio sulla guancia rossa dal freddo.
A Gale era costato molto, ma alla fine aveva soddisfatto il mio desiderio.
- Ciao Peeta. -

Tutto pur di farmi felice.

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Angolo d'autrice:
Quasi non mi sembra vero di avere cliccato proprio quel pulsante, "completa".
La prima storia conclusa, senza complicazioni o altri ostacoli... Incredibile!
So che questo epilogo a qualcuno potrà risultare senza senso/alquanto incapibile, ma nonostante abbia scritto una Everthorne, il personaggio di Peeta mi piace molto e non potevo non rendergli onore anche qui, dopo la sua morte.
Passo ai ringraziamenti...


È chiaro che senza nessuno di voi straordinari recensori, la storia non avrebbe avuto così tanto successo.
Ringrazio in particolare: Camille VanHorn (che nonostante le sue minacce, alla fine ha apprezzato la storia), Clovniss_Kia (i quali suggerimenti, consigli e segnalazioni degli errori sono stati indispensabili) e aui_everdeen_love (dalle recensioni simpatiche e sempre incoraggianti), che non si sono perse un capitolo.
Un grazie anche a tutti gli altri recensori e al loro supporto!
Ovviamente grazie anche a coloro che hanno inserito la storia tra le preferite/le seguite/le ricordate e anche a chi a letto in silenzio (i numeri sono esorbitanti!).

E niente, mi ritiro dalle scene, sperando che questo finale non vi abbia deluso! :)
Alla prossima,
Lucinda_Lockwood

 

   
 
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