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Autore: ValHerm    11/05/2014    2 recensioni
La terra era la culla di coloro che avrebbero riposato in eterno, il cielo era denso di nuvole cupe, prossime al pianto. La montagna si ergeva più maestosa di tutto il resto, e osservava. Osservava la fine dei suoi figli, che combattevano per i propri fratelli, e per lei. Lei che era il simbolo di una casa ormai perduta. In quegli attimi così pieni di urla e terrore, in quello spiazzo regnava il silenzio. Sembrava quasi che una cupola avesse abbracciato i due che giacevano l'uno accanto all’altra, per permettere loro di poter salutare il mondo e tornare a casa.
[KilixTauriel, post Desolazione di Smaug]
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kili, Legolas, Tauriel, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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May there always be angels to watch over you
To guide you each step of the way
To guard you and keep you safe from all harm
Loo-li, loo-li, lai-lay, loo-li, loo-li, lai-lay

 

L’affanno di Tauriel divenne evidente dalla forza del suo respiro. Sperava che da un momento all’altro Kili sarebbe spuntato dietro di lei, con un sorriso ed una frase felice. Avevano vinto. Eppure non era aria di festa, quella che i sopravvissuti respiravano in quegli istanti.

Un canto nanico riempì l’aria. Era triste, antico, e tutti i figli della montagna lo intonarono. D’un tratto lo vide: Thorin Scudodiquercia era circondato dai suoi fratelli, che lo fissavano con occhi vuoti. Il suo corpo giaceva disteso sulla terra umida, immobile. Il re sotto il monte era morto.

Tauriel deglutì e abbassò lo sguardo. La solennità di quel momento la travolse, come se lei stessa avesse perso qualcosa. Non aveva conosciuto Thorin Scudodiquercia, ma qualcosa nella voce dei nani fece accrescere la sua tristezza. Erano un popolo nuovamente con una patria, ma nuovamente senza una guida. Nel suo cuore comprese che il loro re significasse anche più di questo.

Mosse qualche passo verso i nani poco distanti, continuando a guardarsi attorno, continuando a sperare che il discendente del re non lo avesse seguito nella morte. I nani che intonavano il canto erano i dieci che erano stati prigionieri nel Reame Boscoso. La loro melodia raccontava tristezza e dolore, riusciva a sentirlo anche se non poteva comprenderne le parole.

Alzando lo sguardo, Tauriel incontrò un altro volto familiare: un nano biondo giaceva disteso al suolo, poco distante dal suo re. Fili, il fratello di Kili, aveva anch’egli raggiunto i suoi antenati. Sembrava quasi che dormisse, ma era immobile nella sua forza e nobiltà. Fu allora che la paura attanagliò il cuore dell’elfo silvano. Deglutì e il suo cuore accelerò il battito. I suoi occhi cercavano avidamente sul terreno umido una traccia del più giovane erede di Durin. Sperando che avrebbe mantenuto la promessa. Sperando che fosse ancora vivo. Non ricordava di aver mai provato una tale paura in seicento anni di vita. Incurante del resto del mondo, incurante di sé stessa, lo cercava, e nella sua disperazione non riusciva a pensare ad altro.

Fu allora che lo vide.

Un nano più giovane, dalla chioma corvina, giaceva a pochi metri di distanza dal fratello. Era visibile anche tra le carcasse degli orchi che lo circondavano. Forse la sua vista acuta la stava abbandonando, o forse non aveva voluto notarlo prima. Tauriel osservò la sua figura ad occhi sbarrati, e accelerò il passo, sempre di più. Arrivò accanto a lui, e non ebbe più il cuore di reggersi in piedi.

- No..

Mormorò appena, cadendo sulle ginocchia. La sua visione tornò nitida tra i suoi ricordi. Gli occhi iniziarono a pungerle, a riempirsi di miriadi di stelle. Gli afferrò la casacca con la mano destra, proprio come aveva sognato.

- Kili.

La voce le si spezzò. Sentì improvvisamente il volto bagnato, e seppe che la pioggia si era mescolata alle sue lacrime, che copiose le rigavano il viso.

- No.. per la grazia dei Valar, ti prego..

Pregò Elbereth, disperatamente, perché convincesse Ilùvatar a non portare il nano via con sé. Ma ormai era troppo tardi.

La stirpe di Durin era stata spezzata.

Le promesse di una vita erano infrante con lei.

Kili era morto.

Iniziò a singhiozzare quasi senza accorgersene, posando il viso sul petto di lui e lasciando che le lacrime cadessero. Nella sua visione aveva avuto modo di salutarlo. Lei gli aveva cantato la sua canzone.

Perché se n’era andato senza dirle addio?

Aveva perso tutto in un solo istante, senza poter far nulla per evitarlo. Tauriel del Reame Boscoso, una creatura immortale, in quell’istante sentì qualcosa dentro di lei morire per sempre.

Mentre questi pensieri si susseguivano nella sua mente, un verso rauco la ridestò dal suo stato d’incoscienza. L’elfo alzò piano gli occhi, bagnati ma pieni di rabbia. Sapeva già cosa avrebbe veduto. L’orco che aveva già visto nel suo sogno la fissava, ferito ma immobile nella sua determinazione. La creatura alzò la sua arma con un verso mostruoso, ma Tauriel afferrò il suo pugnale impregnato di sangue, tagliò in due la lancia del nemico e lo infilzò con uno slancio. L’orco esalò il suo ultimo respiro cadendo all’indietro, e la donna ricadde sulle ginocchia, col fiato mozzato. Le cose mostruose che aveva già visto si erano comunque verificate.

La morte di Kili, l’attacco dell’orco.

Si afferrò il fianco sinistro ed attese il dardo acuminato che avrebbe decretato la sua fine. Alzando lo sguardo incontrò il volto di Kili e le sembrò sorriderle. Offuscata probabilmente nei sensi a causa della ferita, Tauriel gli si avvicinò a fatica, sistemandosi al suo fianco.

- Non ti lascio.

Disse, tentando di sorridere. Ma non riuscì a trattenere quella lacrima solitaria che le rigò il volto, mentre la pioggia era ormai cessata. Gli prese una guancia e osservò a lungo i tratti di quel viso tanto stanco quanto bello, rendendosi conto più che mai di quanto lo amasse. La notte precedente gli aveva risposto nella lingua del suo popolo, perché solo con quella avrebbe potuto esprimere al meglio il suo amore. Lui l’aveva compresa, tanto da averle ripetuto quella medesima frase pochi istanti prima di quel momento.

- Due volte mi hai chiesto se avrei potuto amarti, Kili figlio di Dis, discendente di Durin. Due volte ti risponderò. Non avrei potuto null’altro, perché ti amavo già. Li melin, hir vuin. Ti amo, mio amato.

Sussurrò, così che quella promessa fosse vissuta non solo nella lingua degli elfi, ma anche in quella che aveva permesso loro di amarsi. Abbassò nuovamente il volto sul suo petto, aspettando la fine. Invece udì un piccolo singulto provenire da sotto di lei, a livello della sua mano stretta a pugno. Tauriel alzò gli occhi spalancati, ancora rigati dalle lacrime recenti, e trovò uno sguardo socchiuso che la fissava.

- Menomale.

Sussurrò Kili con una smorfia divertita. Tossì un paio di volte mentre Tauriel lo fissava sbalordita.

- Non ero tanto sicuro del significato. Fosse stato un insulto avrei fatto una figuraccia..

Disse, con voce rauca. Ci vollero alcuni istanti prima che l’elfo realizzasse che quello non era un sogno, ma la realtà. Tauriel sorrise, quasi senza accorgersene. Il suo volto si illuminò di colpo, mentre altre lacrime scorrevano veloci, senza che lei badasse a fermarle. Le stelle brillavano ancora nei suoi occhi. Ma non erano più tristi.

- Sei vivo.

Disse soltanto, accarezzandogli la guancia.

- Certo.

Rispose lui. La sua voce era instabile, ma i suoi occhi erano vivi.

- Ti avevo fatto una promessa. Inoltre mi sarei perso la migliore dichiarazione di sempre. Non potevo certo mancare.

Scherzò, asciugandole col pollice una lacrima che le aveva rigato il volto.

- Kili.

Disse soltanto lei. Non riusciva né a fermare il sorriso né a fermare le lacrime. Si morse un labbro ringraziando il cielo, Elbereth, i Valar ed Ilùvatar. Perché avevano permesso al suo amato di restare.

Gli diede un bacio a fior di labbra, che ebbe il sapore delle lacrime e del sangue, ma anche di gioia e di speranza. Un amore senza tempo era nato a Bosco Atro e si era suggellato sotto l’ombra della montagna. I nani avrebbero pianto i loro morti e la battaglia che grazie a loro si era conclusa; ma avrebbero anche celebrato la vita di coloro che avevano protetto.

Durante la battaglia dei cinque eserciti, la speranza aveva unito tutti come uno solo. La montagna aveva protetto i suoi figli, e la terra di mezzo si era unita in un’alleanza che difficilmente si sarebbe spezzata. Stringendo l’amato nano tra le braccia, l’elfo silvano comprese fino infondo il potere della magia del suo popolo: qualunque cosa non ancora verificatasi poteva ancora essere cambiata.

A loro era concesso proprio questo: il potere di cambiare il mondo.

Così la montagna solitaria, che da tempo incommensurabile era stata occupata dal maleficio di un drago e dal male degli orchi, era finalmente libera. Sembrò risplendere sotto una nuova luce, e accogliere in un abbraccio non solo i suoi figli, ma anche coloro che per lei avevano combattuto. L’amore senza tempo di un nano e un elfo sarebbe stato da allora tramandato con lei, assieme al pensiero che il sole e le stelle non fossero più così distanti.

 

“Si tramandi sempre che Kili figlio di Dis ha amato Tauriel del Reame Boscoso. Niente riuscì mai ad intaccare il suo affetto e la sua devozione per quella creatura di luce. E se mai un giorno il nome di lei venisse dimenticato, si ricordi quello del principe dei nani, che con lealtà ed ardore amò una dama elfica dal volto sconosciuto”.

 

Così si conclude la canzone di Kili figlio di Dis, erede al trono di Durin.

 

                             Fine

 

Note dell’autrice:
Lo ammetto, questo lieto fine si è creato col tempo, perché inizialmente avrei voluto davvero riportare come io penso che la storia finirà. La verità è che sono consapevole che la morte di Kili e la fine della stirpe di Durin non si possano evitare, perché tutta la storia è legata a questo. Jackson è sempre stato fedele a Tolkien su chi doveva vivere e chi morire, e così deve essere. Tuttavia mi sono affezionata così tanto a questo personaggio, a entrambi, che ho voluto tenermi una licenza poetica un po’ più felice. La mia incognita è Tauriel, in quanto personaggio di Peter: per me dovrebbe morire combattendo, magari proteggendo proprio Kili. Desiderio del regista è collegare questa trilogia a quella del Signore degli Anelli, e se lei restasse in vita non mi spiegherei la sua assenza proprio in ISDA, se seguissi solamente il filone cinematografico. Tuttavia sono tutte ipotesi, e non vedo l’ora di scoprire il destino che il suo creatore le riserverà. Questo è stato il mio.
Grazie al maestro Tolkien, per aver creato un mondo nel quale posso sempre tornare.
Grazie a Peter Jackson, che nonostante le polemiche ha revisionato questo libro nel migliore dei modi, perché nessuno avrebbe potuto farlo meglio di lui. Grazie per aver dato spazio a quello che il maestro ha un po’ trascurato: l’amore e la sua forza di cambiare il mondo.
E ancora grazie mille a chi ha letto, seguito, recensito ed aggiunto questa mia piccola storia alle preferite.

ValHerm

  
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