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Autore: Jane Keller    15/05/2014    2 recensioni
[SGA/SGU/SG1]
L'arrivo di un personaggio venuto dal futuro porterà con se cattive notizie e coinvolgerà i protagonisti della tre serie in una avventura alla scoperta di vecchi e nuovi nemici.
Dalla storia: Mi chiamo Helen, vengo dal futuro e sono stata mandata indietro nel tempo per modificarlo
Questa storia è ambientata circa tre anni dopo la chiusura di Universe e ci sono riferimenti a tutte e tre le serie e ai film di SG-1.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nicholas Rush, Nuovo Personaggio, Rodney McKay, Samantha 'Sam' Carter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Galassia di Pegaso, Atlantide, Sala Stargate
Nella Galassia di Pegaso, le attività procedevano come al solito.
Non per la città di Atlantide e per coloro che vi abitavano. Quel giorno ad Atlantide era davvero importante.
Nella sala Stargate erano tutti in fermento: stavano aspettando un arrivo speciale. Finalmente sul monitor del computer apparve il segnale che tutti stavano aspettando con trepidante attesa: fu Chuck ad accorgersene e ad avvisare i presenti.
-Signor Woolsey è apparsa ora dall’iperspazio. Ricevo l’IFF. È la Hammond signore- si affrettò a dire Chuck.
Tutti nella stanza esultarono. La nave era arrivata ad Atlantide nei tempi previsti: ciò voleva dire che l’esperimento era riuscito.
-Atlantide, qui Hammond, chiediamo il permesso di attraccare-.
-Permesso accordato, Colonnello Carter- rispose prontamente il signor Woolsey.
Pochi istanti dopo, l’enorme nave spaziale iniziò le manovre di rientro, entrando lentamente nell’atmosfera del pianeta e attraccando al molo est della città.

Due ore dopo, Sala Riunioni
Dopo i brevi festeggiamenti dedicati alla Hammond, il personale della città riprese le normali attività. Una riunione, invece, attendeva i membri capi della spedizione e il comandante della Hammond.
Erano tutti nella sala riunioni per discutere i risultati dell’esperimento: il Colonnello Sheppard stava cercando di interpretare i discorsi del Colonnello Carter e del dottor Mckay, ma invano. Quando arrivò anche il signor Woolsey, la riunione poté iniziare.
-Bene, colonnello Carter, a quanto pare i nuovi motori Asgard funzionano bene!-
-Si, signor Woolsey. Abbiamo impiegato solo dodici ore, invece delle consuete tre settimane, ad arrivare qui dalla Terra-.
La Hammond, infatti, era stata equipaggiata con nuovi motori intergalattici costruiti grazie alle conoscenze avanzate lasciategli dagli Asgard: con questi nuovi motori l’esplorazione umana dell’universo poteva spingersi molto al di là di quanto non era stato fatto negli anni precedenti grazie al programma Stargate.
-Fantastico! Con questi nuovi motori avremo un ulteriore vantaggio sui Wraith- si affrettò a puntualizzare Sheppard.
-Avete incontrato problemi lungo il tragitto?-. Il signor Woolsey voleva avere più informazioni possibili, in modo da stilare un rapporto completo da poter inviare all’IOA.
-No signore. I motori hanno tenuto per tutto il tragitto e l’integrità dello scafo era nei livelli ottimali, ma prima di poter riavviare di nuovo i motori intergalattici devono passare almeno dieci ore, altrimenti c’è il rischio che si esplodano-.
-Meraviglioso! In questo modo potremmo arrivare alla Destiny in poco più di una settimana-. Fece notare il dottor Mckay. Infatti, erano ormai quasi tre anni che non avevano notizie della Destiny e, al risveglio dell’equipaggio, volevano dare loro una buona notizia.
D’improvviso una comunicazione alla radio interruppe i loro discorsi. -Signor Woolsey, venga subito nella sala Stargate, c’è un’attivazione non prevista -. Tutti scattarono in piedi e si diressero alla sala comando.
Nella sala Stargate erano tutti in allerta, le squadre di difesa erano pronte ad accogliere chiunque stesse arrivando. Chuck aveva provato ad alzare lo scudo intorno allo Stargate, ma era stato del tutto inutile. Mckay si sedette alla sua postazione per cercare di capire quale fosse il motivo per cui lo scudo non si alzasse. Digitò alcuni comandi sulla sua tastiera e rimase davvero sorpreso nello scoprire qual era il problema.
-Allora, Rodney, qual è il problema? Perché lo scudo non si attiva?- chiese in modo brusco il colonnello Sheppard.
-Qualcuno è entrato nei nostri computer è ha attivato un programma che ci impedisce di alzare lo scudo. Strano, è simile al programma che utilizzammo quando i Replicanti presero il controllo di Atlantide-.
-Disattivi lo Stargate!- ordinò il signor Woolsey. Ma ormai era troppo tardi. Qualcuno aveva appena attraversato lo Stargate, o per meglio dire, era stato scaraventato fuori dal portale. L’intruso rotolò fino alla base degli scalini della sala comando. Le squadre di difesa gli puntarono subito le armi contro. Sheppard scese rapido gli scalini per controllare chi fosse l’intruso e valutare la pericolosità del soggetto; lo seguirono Woolsey, Carter e Rodney. Tutti rimasero sorpresi nel costatare che l’intruso non era altro che una ragazzina che non poteva avere più di 20 anni. Indossava una divisa molto simile a quelle a quelle usate su Atlantide: una giacca nera con una fascia di colore viola che correva lungo il ventre della ragazza, dei badge sulle spalle, pantaloni militari sempre di colore nero e degli anfibi tipicamente militari. Inoltre aveva con sé uno zaino che dall’aspetto sembrava davvero pesare tanto. La ragazza cercò di alzarsi in piedi; aveva capelli castani lunghi fino alle spalle e degli stupendi occhi chiari. Il sangue sui vestiti e i graffi che aveva sul viso facevano intuire che era stata attaccata da qualcuno o qualcosa. La ragazza si guardò intorno e un sorriso apparve sul suo viso, poi il suo sguardo si posò sul colonnello Sheppard e successivamente sugli atri dietro di lui.
-Chi sei tu? Come hai fatto a disattivare lo scudo?- il tono di John era alquanto minaccioso.
Ma la ragazza lo ignorò completamente, era ancora un po’ frastornata dal volo che l’aveva scaraventata fuori dal portale; quando poi il suo sguardo incrociò quello di Rodney, il sorriso della ragazza divenne ancora più grande. -Papà! Oh papà sei un genio!- e fece per abbracciarlo, ma un’improvvisa fitta di dolore al fianco le fece perdere i sensi, facendola cadere letteralmente tra le braccia del colonnello Sheppard. Subito chiamarono la squadra medica. La dottoressa Keller arrivò di corsa nella sala Stargate, seguita dalla sua equipe medica; Sheppard mise la ragazza sulla barella. Jennifer notò che, oltre a numerose ustioni, provocate sicuramente da un’esplosione, aveva un’emorragia interna. Bisognava operarla immediatamente. La ragazza fu trasportata subito in sala operatoria e sottoposta ad un intervento chirurgico che durò diverse ore.
  
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