Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Francine    18/05/2014    6 recensioni
E poi ci sono loro. Le infiltrate. Quelle che necessitano di più spazio di quello garantito da cento parole secche. Quelle che non hanno un posto dove andare, come i coralli aggrappati allo scoglio. Quelle che non hanno legami, non hanno radici, non hanno una genesi. Quelle che ho scritto quando avrei dovuto concentrarmi su qualcos’altro. Quelle che sono un tappeto di nuvole. Un’accozzaglia di cause perse, insomma. Le ho raccolte tutte qui, nella speranza che possa farvi piacere.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Caleidoscopio'
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#12 Kallistê
Prompt: Verde
Fandom: Saint Seiya – Serie Classica
Personaggi: Saori Kido – Julian Solo

Il pergolato del Kallistê è un’oasi fresca e quieta nel pomeriggio torrido di Atene.
Il vento caldo e afoso, che sbuffa insinuandosi per i vicoli addormentati di Plaka, porta con sé il sale del Pireo, e le fronde dei limoni sussurrano una dolce canzone. Una ninnananna, che le cicale trasformano con i loro archi – zir zir zir – in un segreto, in un bisbiglio ipnotico che sa di cose preziose. Di canzoni di un regno perduto, il suo, che riposa sotto la spuma bianca dell’Egeo, tra coralli e meduse. Il sogno romantico di una divinità folle. O quello melanconico di una sirena dalla coda di pesce. Chissà…
Saori è una nuvola bianca screziata di lilla. Arriva nel vento, leggiadra come una silfide, i piedi che sfiorano appena il pavimento. Un sorriso, via gli occhiali da sole e la borsa si addormenta sulla sedia accanto a lei.
«È tanto che aspetti?», chiede.
Davanti a lei, Julian finge di osservare il giardino.
«Sono appena arrivato», mente, con galanteria. Tornando al presente, ad Atene e ad un mondo caotico che avrebbe voluto spazzare via con le sue mani. L’onda anomala del bambino che prende a pugni l'acqua saponata mentre fa il bagnetto nella tinozza in giardino.
«Sei sempre bellissima.»
Kostas appare accanto a loro, un vassoio con due limonate freschissime tra le mani, e li lascia soli.
Kanon è nei paraggi, Milo dentro la taverna e Sorrento passeggia sull’Acropoli. Andrà tutto bene.
«A cosa brindiamo?», gli domanda lei, vedendo il bicchiere alzarsi.
«A noi», risponde lui. Placido. Tranquillo. Sereno. Come l’Egeo, che luccica in lontananza, una linea più scura a confinare il cielo.
«A noi», gli fa eco Saori.
A te. Alla più bella.
La limonata scende a ristorare le gole riarse dall'estate. Le fronde cantano adesso un’altra canzone, quella allegra della sirena dalle ali d’oro. Che parla di due divinità. Di Athena e Poseidone. Di un ragazzo e di una ragazza. Di due vecchi amici. Che si sono ritrovati dopo qualche tempo – dopo qualche dissapore - per bere una cosa. Insieme. Sotto le fronde verdi dei limoni di Kostas.


Nota: buon compleanno, Sen. Anche se in ritardo di qualche giorno. ♥
   
 
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