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Autore: Mary90ka    22/05/2014    3 recensioni
Hermione trova steso a terra un Draco Malfoy in fin di vita. Quando decide di prendersi cura di quel ragazzo maleducato e senza scrupoli non può certamente immaginare cosa la aspetta.
Ad accompagnarli nel racconto ci sarà una bambina con strepitosi poteri, una strana profezia e la ricerca di un'oggetto scomparso da secoli.
L'amore non nascerà dal nulla, sarà faticoso, doloroso, contrastato e impossibile.
Riusciranno i due protagonisti a sfidare le sorti di un destino che sembra già scritto per dividerli?
Una Grifondoro e un Serpeverde, gli estremi delle due Case, nulla di più assurdo e improbabile.
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Non tutto è fedele alla saga, alcune cose le ho inventate io ragionandoci per diverso tempo. Perciò se qualcosa è diverso dalla saga originale sapete il motivo. Buona lettura!
P.S: se recensite sarebbe un onore, ovviamente sia positive che negative! Tutto è ben accetto per migliorare la tecnica :)
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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“Ciao Hermione, chi ti scrive è la tua amica Luna.
Volevo solo sapere se stai bene, se sei al sicuro.
Sospettavo che fossero stati i Nargilli a nasconderti.
Ma ho capito che è improbabile…”


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Sensazioni

Dopo quattro ore passate sui libri a cercare una qualsiasi traccia dello stemma misterioso Hermione si era già lasciata alle spalle la sensazione meravigliosa che l’ aveva pervasa entrando in quella fantastica libreria.
Era gigantesca, enorme, surreale.

Tra gli scaffali presenziavano una quantità di libri indefiniti e tomi vecchissimi.

L’odore la faceva impazzire, amava il profumo della carta antica. E li di carta antica ce n’era a bizzeffe!
Logico, lei e Malfoy si trovavano seduti, completamente soli, in un tavolo di legno molto grande nel reparto dei testi antichi.

Se esisteva qualcosa di antico erano certamente gli stemmi nobiliari.

Sfogliò per l’ennesima volta uno dei tanti libri grossi anche mille pagine, senza trovare realmente ciò che cercava. Nessun occhio di gatto, nessun maledetto cerchio.
Non avevano sufficienti informazioni, purtroppo. Né il luogo, né l’anno né uno straccio di indicazione.
Chiuse con aria sconfitta il libro che stava perlustrando – “Prendo qualche libro dall’ultima fila” - annunciò.

Nessuno dei due l’aveva fatto, l’ultima fila era davvero molto alta.
Cadere da lì sarebbe equivalso a gettarsi dal terzo piano di una palazzo, qualche osso rotto non glielo negava nessuno.
Era certa che il Serpeverde si sarebbe offerto di andare lui, si vantava pur sempre della sua raffinatezza, o no?
Non era raffinato, tantomeno educato far fare una cosa così pericolosa a chi soffre di vertigini.
Soprattutto quando tutti, ma proprio tutti conoscevano quel suo punto debole.
“Se ti aspetti che io salga per te puoi anche scordartelo” – la ammonì lui, senza nemmeno guardandola continuando a sfogliare il volume che aveva preso.
“Sei veramente un essere disgustoso, Malfoy” – gli disse sprezzante.
Hermione si diresse verso la scala a disposizione dei clienti e iniziò a salire, ma le vertigini purtroppo erano sempre lì, presenti.

Uno scalino per volta, avanti.
Tentò di non guardare giù e di pensare che la scala non aveva la ringhiera così bassa e che era sicura.

“Sai Mezzosangue, quasi mi dispiace che mi trovi disgustoso. Vista da qui tu non lo sei così tanto” – ghignò a tono alto Malfoy, mentre guardava le mutandine della ragazza dal basso.
“MALEDETTO PERVERTITO! “ – urlò , mentre con le mani si chiudeva alla bell’e meglio l’ apertura della gonna.

Ma doveva proprio metter sale quel giorno?
D’accordo che era il suo capo preferito, che riteneva più comodo più di qualsiasi altro e che lasciava libertà di movimento, ma non aveva certo pensato che quel ragazzo l’avrebbe spiata. Comportamento tipico dei maniaci.
Velocemente prese tre libri non troppo grossi, a caso. Uno con la copertina verde, uno rossa ed uno arancione.

Quando fu al riparo con i piedi ben incollati a terra, vide che Draco Malfoy si avvicinava a lei con gli occhi fissi sui libri che teneva ancora in mano.
“Mezzosangue, sei veramente un’idiota” – le disse roteando gli occhi all’ insù.
Solo allora Hermione capì.
Verde, arancione e rosso non erano i colori che stavano cercando.
Era marrone quello che cercavano con tanta urgenza.
Spazientita glieli passò con poca grazia e si affrettò a tornare sulle scale, con la gonna rigorosamente chiusa.
“Non vuoi più dare spettacolo?” – le domandò con malizia il biondo – “Malfoy, vedi di tacere.”
“Lo farò quando vorrò. Non trattarmi da tuo pari, Mezzosangue. Sei nettamente inferiore a me”
“Ti piacerebbe” – replicò senza guardarlo, sporgendosi in avanti per afferrare il terzo libro con la copertina marrone che era a portata di scala.

Ma fece un tremendo errore di calcolo.
Quel libro era troppo lontano per afferrarlo senza farsi male, però quando se ne accorse era a un passo dal volare giù. Inoltre non aveva più modo di rimettersi in equilibrio in quanto il baricentro era troppo spostato per permetterglielo.
Non riuscì subito a capire che fosse successo, né come fosse caduta sul ‘morbido’.
Quando aprì gli occhi e alzò il viso si ritrovò faccia a faccia con il biondino. L’aveva protetta, aveva fatto scudo con il suo corpo.
“Granger vedi di levarti di dosso, maledizione!” - la intimò guardandola fissa, occhi azzurri in occhi dorati.
Labbra fredde a pochissima distanza da labbra calde.
Capelli corti e lisci mischiati a capelli morbidi e lunghi.
Lei non rispose subito, non riusciva a connettere, né a pensare lucidamente. Tutto ciò che percepiva era un corpo muscoloso sotto di lei, un respiro profumato e un odore di pelle molto sensuale.
Spostò gli occhi sulle sue labbra, rosse, carnose, socchiuse. Sarebbe bastato così poco, un movimento.

Avvicinò senza quasi accorgersene la bocca a quella di Malfoy, e quando erano ad un millimetro di distanza il Serpeverde parlò. Fu quasi con un sussurro ma aveva voce ferma.
“Ti ammazzo se ci provi”
Un tono freddo, distaccato, senza emozione.
Un tono che fu in grado di svegliare la ragazza dal suo torpore e le fece crescere vergogna e rabbia verso quel bastardo senza tatto.

Si alzò velocemente, fronteggiandolo senza distogliere lo sguardo mentre si alzava a sua volta.
Mai, mai e ancora mai avrebbe abbassato lo sguardo nei confronti di Draco Malfoy.
Era solo una debolezza, nulla di cui avrebbe dovuto vergognarsi davvero.
Eppure le guance le si tinsero di rosa.

Draco Malfoy intanto le lanciava lampi ironici dagli occhi, mentre ala guardava con uno strano sorrisetto.
“Stavi per baciarmi, Mezzosangue?”
“Piuttosto bacerei Voldemort in persona che te” – fu la risposta ferma, ma non convinta.
“Non sai mentire minimamente” – replicò avvicinandosi a piccoli passi verso di lei.
Hermione non indrieteggiò come invece il suo corpo le ordinava di fare, ma rimase ferma.

Orgoglio, prima di tutto.

“Nessun Purosangue si farà toccare da te.” – la insultò fermandosi di fronte a lei – “Sei solo feccia”

A quelle parole Hermione sentì il cuore perdere un battito mentre l’ira straboccava. Come si permetteva. Chi diavolo si credeva di essere. Ragazzino viziato. Esserino ignobile.

Malfoy ancora non poteva credere a ciò che aveva subito.
Uno schiaffo, una manata violenta.
Dalla mezzosangue.
Nessuno, nessuno in vita sua l’aveva mai toccato neppure con un dito, nemmeno suo padre e sua madre.
Aveva così dimenticato in fretta le sensazioni di poco prima: stupore, voglia, desiderio, incredulità, orgoglio, Lucius, rabbia, derisione.
Quando le labbra della ragazza si erano trovate così vicino alle sue avrebbe solo voluto, per qualche secondo, afferrarla per la nuca e insinuarsi nella sua bocca, in un bacio passionale capace di reprimere i suoi desideri e togliergli il dubbio che quella lurida Mezzosangue, che lo attraeva senza logica, era una ragazzina senza esperienza che non poteva trasmettere alcuna emozione all’altra persona.
A lui.
Non era fattibile, era impossibile.
Ma questi pensieri vennero spazzati in pochi secondi, quando l’immagine di Lucius comparve davanti ai suoi occhi.

Non era propriamente suo padre a far tornare il ragazzo cinico, stronzo e meschino che era.

Era il fatto che aveva il desiderio di fare un qualcosa che andava contro i suoi principi e gli insegnamenti che i suoi genitori gli avevano impartito sin da quando era alto poco più di un metro.
‘Devi stare sempre lontano dai Mezzosangue non sono fatti per noi’ , gli aveva detto Narcissa, mentre cenavano nella loro lussuosa sala da pranzo. ‘Sono inadatti al nostro mondo.’ – gli spiegò il padre. ‘Tu sei un Malfoy, e non succederà mai che la spazzatura si insinui nella nostra famiglia” “Io vado in Hotel, tu fai un po’ come ti pare” – disse Hermione, notando il ragazzo assorto in chissà quale disgustoso pensiero.
“Anche io” – le rispose, lasciandosi indietro i ricordi di suo padre e sua madre.

Senza parlare uscirono dalla biblioteca.
Lei troppo scossa, per poter continuare nelle ricerca e comunque stanca.
Lui.. Uguale.
Erano lì dentro, chiusi come due topi in gabbia da oltre quattro ore, aveva bisogno di stendersi nel letto e prendersi una meritata pausa.

Quando arrivarono di fronte alle loro camere inserirono la tessera magnetica nell’apposita fessura ed entrarono.
Erano riusciti ad ottenere due stanze vicine ma separate perché avevano la benché minima intenzione di dormire l’uno con l’altra.

Hermione stancamente si sgranchì allungandosi, per poi aprire l’armadio a sei ante e riporre gonna e maglia di lana per mettersi più comoda.
Non aveva intenzione di uscire da lì fino all’ora di cena.

Era ancora troppo incavolata, troppo umiliata.
Come aveva potuto commettere un errore del genere?
Per di più non avevano trovato il libro che cercavano, anche se gli ultimi tre che aveva preso non li guardò neppure, aveva troppa bramosia di uscire. Dia allontanarsi da qual posto, da lui.

Aveva provato distintamente una grossissima voglia di baciarlo, dire che non era stato così era mentire.
E lei non mentiva, mai. L’aveva sempre trovata un’azione contro producente.
Si stese in diagonale nel letto matrimoniale a baldacchino, che al suo arrivo aveva trovato bellissimo.
Ma del resto tutta la stanza era meravigliosa, niente di più lussuoso. Sperava solo che Silente non se la prendesse troppo a male.

C’era il letto, adornato da lunghe tende bianche velate che cadevano ai lati e coperto di cuscini che avevano un’aria molto soffice, mentre di fianco spuntava un comodino di legno pregiato con il telefono appoggiato sopra e una lampada raffinata rosa.
color crema, Poi faceva capolino un divano color crema, proprio sotto la grande finestra, talmente grande da poter ospitare tutta la sua famiglia.
E niente popò di meno dall’altra parte c’era una scrivania elegantissima sempre di legno laccato, sulla notò opuscoli informativi su Londra, penne, fogli bianchi..
Poco distante un bel frigo-bar dal quale afferrò un Tè alla pesca, scolandoselo poco dopo.


Si stava facendo delle grasse risate perché pensò al suo compagno di scuola nell’altra stanza.
Non sapeva né cosa fosse un telefono né un televisore!
Sicuramente stava mandando malefici ai babbani.

La Grifondoro si girò di scatto, arrabbiata con se stessa.
Perché diamine stava pensando a Draco Malfoy?

Senza darsi il tempo di rispondere si denudò, appoggiando i vestiti sul morbido piumone color crema e andò in bagno, pronta a farsi una rilassante vasca.
Il bagno era spettacolare, nulla da invidiare alla camera padronale.
A sinistra c’era la vasca, la quale era adornata da tendine color verde chiaro ed era in marmo bianco con venature grigiastre, un bell’effetto sulla vista senza ombra di dubbio.
Al centro spiccava un lavandino con marmo dello stesso colore e rubinetti placcati in oro al di sopra del quale era appeso un’ enorme specchio con cornice ondulata, decorata con piccoli pezzetti di vetro che componevano un mosaico.
Al centro della sala era presente un tavolino basso con un vaso di fiori e qualche sasso decorativo, probabilmente tropicale.
Non mancava, ovviamente, una poltrona molto sofisticata dello stesso colore delle tende della vasca e la tazza igienica poco distante sempre verdognola.
Tendine verdi. WC verde.
Fra tutti i colori che esistevano proprio quello dovevano scegliere?
Infastidita, dall’aver pensato a Malfoy per due volte nel giro di cinque minuti fece scorrere l’acqua della vasca e quando fu sufficientemente calda si immerse.
Il paradiso.
Un paradiso in cui sarebbe rimasta per ore.

Tre -precisò a se stessa quando fuorìuscì dall’acqua per poi avvolgersi nell’accappatoio morbido e profumato.
Si era lasciata totalmente andare, totale relax.
Buona parte del merito lo attribuì allo stereo che era sopra la vasca stessa e che lei aveva sfruttato appieno.

Tornò in camera dove si sedette di fronte allo specchio sulla sedia, di fronte alla scrivania ed iniziò ad asciugarsi i capelli con il phon.
Poi un piccolo attacco di cuore.

Stava sfogliando gli opuscoli informativi, quando su uno di essi notò una piccola immagine raffigurata: un occhio di gatto e tre cerchi che lo contenevano.

Scattò in piedi e senza pensarci due volte, indossò velocemente i panni che erano stesi sul letto e uscì, bussando violentemente la porta con il pugno destro, mentre con l’altra teneva ben saldo l’opuscoletto azzurro.

“MALFOY! MALFOY!” – nessuna risposta dall’interno numero 101.
“ MALFOY, HAI SENTITO? APRIMI SUBITO!” – Cercò di moderare il tono di voce ma la scoperta appena fatta era incredibile.
Quello che seguì l’apertura della porta smorzò l’entusiasmo e fece nascere qualcosa di diverso in lei. Per la seconda volta, di nuovo.

Davanti aveva uno dei ragazzi più belli che avesse mai visto.
Era ancora assonnato, con i capelli biondi scompigliati che gli donavano un’ aria selvaggia e con i pantaloni della tuta di raso nera e… basta.
Niente camicia.
Addominali scolpiti su una pelle chiara e senza imperfezioni, completati da braccia muscolose e abbastanza grosse da farla deglutire.
Lui non si accorse del suo sguardo, per fortuna.
Era troppo impegnato a stropicciarsi gli occhi e focalizzare la figura davanti a lui, abituandosi alla luce.

“Spero che tu abbia un buon motivo per avermi svegliato” la ragazzà conitnuò a fissarlo senza dare voce alla bocca.
“Parla, Mezzosangue!” – urlò spazientito come suo solito, alzando il braccio sinistro per appoggiarlo sullo stipite della porta.

Ecco, così era ancora più sensuale.

Hermione dovette far ricorso a tutta la sua forza di volontà per non guardarlo più con quello sguardo.
Sapeva perfettamente di averne uno di cui si sarebbe vergognata fino alla morte se lui glielo avesse rinfacciato.
“Prima vestiti, quando sei a posto bussa alla 100” – replicò indicando la sua porta per poi girarsi.

Ma non raggiunse mai la sua stanza.
Qualcuno l’aveva afferrata per un braccio e fatta voltare, senza troppe buone maniere.
“Mi hai svegliato! Quindi ora parla!” – gli urlò lui di rimando.
Hermione non ci vide più.
Che cosa cavolo aveva quel ragazzo che si comportava come se lo avesse svegliato dopo tre giorni di dritto? Non meritava di essere trattata così.
Poi, inavvertitamente Malfoy sorrise con il suo classico ghigno.
“Sei in imbarazzo” – tratte come spiegazione lui a quel suo comportamento.

Niente di più vero.

“Affatto” – negò.
“Sei proprio una verginella” – rise malignamente lui, senza però sapere cosa scatenò quel suono in lui.

Non era vergine.
Aveva avuto molte esperienze con un’altra persona.
Ma l’altra persona in questione non era un biondo mozzafiato con gli addominali scolpiti.
“Weasley è una checca. L’ho sempre saputo” – asserì , lasciandola andare.
Poteva sopportare tutto, qualsiasi cosa rivolta verso di lei.
Ma gli amici, quegli amici, nessuno doveva toccarglieli.
Harry, Ron, Ginny e Luna.

Così, per la seconda volta livida di rabbia lo schiaffeggiò di nuovo, con ancora più forza.

E se ne pentì subito dopo. Rimase immobile per qualche secondo, con la testa girata a causa dell’urto poi la girò lentamente e finalmente la guardò.
Quando vide l’ira negli occhi di Malfoy ebbe paura che le avrebbe riservarle lo stesso trattamento.
Ma non fu così.
L’afferrò per entrambi le mani e la sbattè nel muro, inchiodandola tra il suo corpo e il freddo cemento.
Di nuovo le sensazioni precedenti si fecero largo.
Desiderio di baciarlo, avere le sue labbra perfette sopra le proprie. Un desiderio forte e incontenibile.
A pochi centimetri dalle sue labbra sibilò – “ Vuoi morire, Mezzosangue?”
“Che problema hai?”
“Non ho nessun problema, IO” – il tono furente, pieno di rancore.
“LASCIAMI MALFOY!” – gridò cercando di divincolarsi, spingendolo.

Lui avrebbe di certo pensato che lo odiava, che voleva liberarsi dalla sua presa.

Ma la vera, sconfortante verità era che averlo così vicino da sentire il profumo della sua pelle e il suo respiro soffiarle addosso la faceva bruciare di desiderio.
“Stai calma! Idiota! ”- le disse lui con tono più alterato quando lei cercò di graffiarlo.
“Lasciami !” – urlò guardando le labbra vicine del Serpeverde. Le sue grida non furono ascoltate, comparve invece un ghigno Made-in-Malfoy sul volto.
“Vuoi baciarmi, mezzosangue?” – la schernì, avvicinandosi maggiormente.
Hermione tentò di resistere, di non badare a quello che provava ma alla fine.. capitolò.
Avrebbe dovuto dire di no, che lo odiava e che doveva lasciarla stare.
Che lo disprezzava.
Ma dalla sua bocca non uscirono queste parole e non aveva più controllo di esse.
“SI! TI VOGLIO BACIARE! E ALLORA?”
Erano uscite talmente in freta che solo dopo averle esternate si rese conto di ciò che aveva appena detto.

Il biondo cambiò espressione, che da maliziosa divenne confusa.
Poi afferrò la ragazza dietro la nuca e la portò vicino a se baciandola con una tale violenza ed urgenza che la sconvolse .
Ciò che ne seguì non fu descrivibile per entrambi. Le loro lingue erano fatte per incontrarsi e muoversi, mentre i loro corpi si toccavano, cercandosi inconsciamente, e gemevano.

Era capitato.

Infine, il ragazzo spezzò il bacio.
Senza allontanarsi troppo la guardò con uno sguardo carico di desiderio, rendensosi conto che la ragazza era ancora totalmente sconvolta e sopraffatta dalle emozioni appena provate.

“T-tieni” – balbettò rissa in viso per poi, con piedi tramanti, entrare nella sua stanza e chiudersi a chiave.

Il biondo dal canto suo non si capacitava di quello che era successo.
Non era riuscito a controllarsi. Lui, un Malfoy.
Era stata colpa della Mezzosangue! La rivelazione sua rivelazione gli aveva fatto perdere ogni padronanza del corpo e lo aveva fato fremere di bisogno impellente.
Solo qualche attimo dopo si accorse che la Grifondoro le aveva appena passato, con mano leggermente sudata, un foglio azzurro.
Poi lo vide.
  
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