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Autore: Elinor92    24/05/2014    2 recensioni
Fanfiction OutlawQueen. SPOILER
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Osservi il bosco intorno a te. Osservi tuo figlio giocare con Little John, con Fra Tuck. Osservi tua moglie vicino la tenda, la osservi mentre sorride guardando tuo figlio, cioè vostro figlio.
Vorresti scappare ma sai di non poterlo fare. Ti odi per i tuoi stessi pensieri. Vorresti correre da Regina, vorresti abbracciarla, consolarla, baciarla. Vederla in quello stato oggi ti ha fatto male, molto male. Essere respinto ti ha ucciso proprio.
Il pianto di Roland ti distrae da questi pensieri. È caduto e si è sbrucciato il ginocchio. Vedi Marian accorrere e cercare di calmarlo. Ma non riesce. Roland l'ha riconosciuta come madre ma sembra non riuscire a perdonarle di averlo abbandonato. Infatti appena ti avvicini, Roland si stacca dalla madre e ti abbraccia, cercando conforto nelle braccia che lo hanno cresciuto, protetto, amato. Lo prendi in braccio e ti dirigi verso la tenda, facendo segno a Marian di restare fuori. Ci pensi tu a tuo figlio, cioè vostro figlio. Devi sempre ricordartelo.
"Adesso Roland brucerà un pò ma è per il tuo bene." dici intingendo di acqua ossigenata un batuffolo di cotone.
"Va bene, Dadi." ti risponde Roland, chiudendo gli occhietti e tirando su con il naso.
Cerchi di essere il più delicato possibile, ma lo vedi sussultare al contatto della pelle con il cotone.
Lo disinfetti per bene e poi applichi un cerotto. In questo mondo persino un graffio è molto più semplice da curare.
 
"Robin! Non puoi usare erbe e infusi! Siamo a Storybrooke, siamo nel XXI secolo e in questo mondo, i rimedi medici sono molto più efficaci dei nostri." dice Regina alzando gli occhi al cielo. La vedi aprire vari sportelli fin quando non trova quello che cerca: una boccetta bianca da cui fuoriesce un liquido incolore che va a bagnare una garza.
"Adesso brucerà un pò,  ma serve per disinfettare." dice lei premendo la garza lungo il graffio sul braccio. 
La vedi concentrata passare più e più volte la garza sulla ferita, per poi prenderne un'altra e iniziare a fare una fasciatura.
"Per fortuna abbiamo sconfitto Zelena. Sai, non penso che mi sarebbe piaciuta la corte sfacciata di una scimmia volante." ti dice lei ridendo.
"Corte sfacciata?" chiedi tu, fintamente shockato da tale insinuazione.
"Devo ricordarle, Vostra Maestà, che lei è venuta di notte, al mio accampamento nella foresta, mi ha tirato a sè e baciato?" dici tu con un sorriso sghembo sulle labbra.
"Per caso ti stai lamentando, ladro?" ti risponde lei per poi continuare l'offesa.
"Se non ricordo male, non ci conoscevamo che da una decina di minuti e flirtavi spudoratamente con me" continua lei, ghignando apertamente.
"Ci conoscevamo da un paio di giorni e mi hai affidato il tuo cuore."
"Sei scorretto! Era una situazione d'emergenza quella." replica Regina dandoti e spalle.
"Stai scappando forse?" chiedi alla sua schiena.
"Mi stai sfidando, ladro?" chiede lei prima di voltarsi verso di te. "Perché io non scappo mai dalle sfide."
Un sorriso di pura malizia si dipinge sulle sue labbra. Ti si avvicina lentamente e poi ti bacia. Sembrate due adolescenti ma non riuscite a staccarvi l'uno dell'altra.
 
"Dadi, perché sei triste?" ti chiede Roland, distogliendoti così da quel ricordo.
"Non sono triste. Stavo solo pensando." replichi tu, carezzando il volto di tuo figlio. Una lacrima scende lungo il viso del tuo piccolo frugoletto. "Ehi, amore mio, che succede?" chiedi a Roland, spaventato da questo repentino cambio d'umore.
Roland ti si stringe contro, nascondendo il volto nell'incavo del tuo volto.
"Mi anca tando, Regina." sussurra. "Pecchè non mi vuole più bene?" continua il bambino sfogando la sua paura più grande.
"No, piccolino. Regina ti vuole tanto bene." rispondi tu col cuore a pezzi.
"E allora, pecchè non viene più?" continua Roland tra i singhiozzi.
"Perché non si sente molto bene." rispondi stampandoti un falso sorriso sulle labbra.
"È pe questo che oggi l'hai presa in braccio? E pecchè non andiamo a tovalla?" continua imperterrito il tuo bambino.
"Roland, una domanda alla vol.." inizi a dire per prendere tempo.
"Robin, Roland..Tutto bene?" chiede Marian facendo capolino nella tenda.
"Roland, tesoro, perché piangi." chiede lei vedendo il viso del bambino rigato ancora dalle lacrime.
"Dadi, ha bruciato tanto." replica il bambino, alzando il ginocchio medicato, mentendo in parte alla madre.
"Vieni qua, piccolino. " dice Marian allargando le braccia. Roland titubante le si avvicina e Marian prendondolo in braccio lo porta fuori dalla tenda.
 "Ora che c'è la tua mmma, vedrai che non farà più male." è l'ultima cosa che senti, prima che i due si allontanino.
 
È sera. Siete riuniti davanti il fuoco, i resti della vostra cena ancora davanti a voi. Fissi le fiamme, un vortice di chiacchiere gira intorno a te. Marian è appoggiata alla tua spalla. Non riesci a capire cosa provi al riguardo. Dovresti essere felice e in parte lo sei. Ma non come dovresti. Il pensiero di Regina è sempre lì, di giorno, di notte, sempre presente, sempre a tormentarti.  E come se i tuoi sentimenti non bastassero, quelli di Roland ti ricordano cosa hai perso per sempre. Hai perso una donna bellissima, complicata. Hai perso la donna che in pochi attimi è riuscita a entrare nel cuore del tuo frugoletto. Cosa non molto facile, i bambini orfani si aprono con più difficoltà rispetto agli altri.
“Dadi” senti piagnucolare alla tua destra. Roland, col pigiamino messo e stringendo forte forte al petto il peluche della scimmia, ti sta chiedendo di raccontargli una storia, proprio come facevi quando eravate alla foresta incantata, proprio come Regina ha fatto nelle settimane passate.
“Andiamo, su!” e prendendolo in braccio ti dirigi alla sua tenda.
“Che storia vuoi che ti racconti?” chiedi poggiando Roland fra cuscini e coperte.
“No lo so. Pecchè non mi leggi una di cheste?” ti risponde porgendoti un grosso libro di fiabe. Ha una copertina marrone, sembra antico. Il titolo, scritto in lettere dorate, dice soltanto “C’era una volta”. Ti sembra di aver già intravisto quel libro, anche se non ricordi bene dove.
“Roland, dove lo hai preso?” chiedi cercando di ricordare.
“No lo so, dadi. Prima no c’era. È comparso così, Puff dal nulla!” ti dice mentre le sue manine mimano una nuvoletta che compare.
Osservi il libro ancora più attentamente, aggrottando le sopracciglia.
Lo inizi a sfogliare. Sembra realmente un libro di fiabe, così sorridi e, dopo aver dato un bacio a tuo figlio, inizi a leggere la prima storia, la prima che ti sei ritrovato fra le mani.
 
“C’era una volta, tanto tempo fa, in un luogo incantato, una giovane bambina. Era tanto bella e possedeva tutto ciò che una bambina possa desiderare, tutto tranne ciò di cui aveva veramente bisogno: l’affetto di sua madre.
Il padre, da parte sua, l’amava alla follia ma era un uomo debole, non osava mettersi contro la moglie, una donna spietata e potente, molto potente.  Da parte della madre la bambina non riceveva mai una carezza, mai un gesto d’affetto. L’unico modo che aveva per ottenere qualcosa di simile a un sorriso da lei era essere impeccabile. Studiare, disegnare, essere educata. Prepararsi a una vita da regina.
Era una bambina ma il suo destino era già scritto. Avrebbe avuto tutto ciò che la madre voleva: rispetto, potere e ricchezza. Cosa importava se non aveva l’amore?
La bambina crebbe, diventò una bellissima ragazza. Alle lezioni di latino, greco, matematica, fisica, disegno, ricamo, si unirono le lezioni di equitazione. Dimostrò essere molto portata per questa materia, tanto che presto non ebbe nemmeno più bisogno di un maestro. Usciva spesso a cavallo, la aiutava a non pensare. Passava molto tempo anche alle stalle, a strigliare e coccolare “Ronzinante”, il destriero che l’accompagnava ogni giorno nelle sue avventure.
Fu così che conobbe Daniel, lo stalliere. Era un ragazzo buono e semplice. All’inizio si limitavano a stare in silenzio, nelle stalle, ognuno perso nei suoi pensieri, ognuno immerso nelle proprie faccende. A poco poco, iniziarono a parlare, iniziarono a conoscersi e per quanto possa sembrare strano, quella giovane donna, educata per essere una regina, si innamorò. Aveva le farfalle nello stomaco, il sorriso perennemente stampato sul viso. Provava un sentimento mai provato prima. Amore. Primo Amore. Puro e Semplice Amore.”
 
Roland si addormenta abbastanza in fretta, il peluche stretto fra le braccia, un sorriso sul volto, ma tu non smetti di leggere, stranamente vuoi sapere come continua questa storia.
 
Era un pomeriggio come un altro. La giovane strigliava Ronzinante. L’unico rumore era dato dai nitriti dei cavalli.
“Sai. Penso di essere innamorata. Non lo so, è così strano. Non ho mai provato nulla del genere in vita mia” disse la giovane, facendo una lieve carezza sul muso dell’animale.
“Non pensavo che sarebbe stato così, quando Daniel mi guarda vorrei.. uff, non so nemmeno io cosa vorrei.” Continuava la giovane, ignara dell’uomo appena arrivato.
“Signorina” disse una voce strozzata. Il volto della giovane divenne paonazzo al sentire il suono di quella voce, di quella particolare voce.
“Daniel, non mi ero accorta che fossi qui.” Disse iniziando a raccogliere le proprie cose. “Adesso però devo andare.”  E si voltò verso di lui, senza però fissare il suo sguardo in quello del giovane.
“Non andare.” Disse il giovane. “Anch’io sono innamorato di te.”  Disse Daniel bloccando la giovane prima che potesse uscire da quella stalla.
“Sono innamorato di te” ripetè Daniel, osservando il sorriso dipinto sul volto della ragazza.
Entrambi erano imbarazzati, ma pian piano i loro visi si avvicinarono, i loro respiri si mischiarono, le loro labbra si incontrarono.”
 
“Robin. Tutto bene?” ti chiede Marian, entrando nella tenda.
Tu chiudi repentinamente il libro, non vuoi che lei lo legga. Tutto ciò è strano, ma per qualche motivo, non vuoi condividere quella storia con lei.
“Non tornavi più e pensavo ti fossi addormentato anche tu. Vieni?” ti dice prima di notare il libro fra le tue mani. “E quello cos’è?”
“Niente. Un libro di fiabe. Nulla di importante.” Dici tu fissando il suo volto.
“Comunque, fra un po’ vengo.” Dici facendole capire di voler rimanere da solo.
Marian va via e tu tiri un sospiro di sollievo. Riapri il libro continuando a leggere la storia. Il tuo interesse è quasi morboso.
 
“Passano i giorni, passano i mesi, e la relazione segreta fra i due giovani continua. Ogni momento era buono per uscire e andare a cavallo, buono per incontrare Daniel dietro le fronde di un’imponente quercia.
“Aiutoooooooooo! Aiutooooooooo!” gridò una voce interrompendo uno dei loro incontri. Un cavallo imbizzarrito con sopra una bambina stava correndo per la valle. La giovane sorrise al ragazzo e salendo in sella corse a salvare la bambina.
“Shh, shh. Sta tranquilla. Ci sono io con te.” Disse la giovane alla bambina. “qual è il tuo nome?” chiese poi, quando si fu un po’ calmata.
“SnowWhite”
[…]
“Ho cercato in tutto il regno qualcuno che volesse bene alla mia SnowWhite, e finalmente vi ho trovata. Volete diventare mia moglie?” chiese il Re alla giovane.
“Ne saremmo onorati” rispose la madre di questa, accettando per la figlia la proposta del re.
Quando il re fu andato via, la giovane corse alle stalle, era disperata. Daniel cercava di calmarla ma invano. L’unica soluzione era fuggire. Si, sarebbero fuggiti e si sarebbero sposati. Daniel mise un semplice anello al dito della giovane. Quell’anello era il gioiello più prezioso che la giovane possedesse. Con le lacrime agli occhi, la giovane baciò lo stalliere. Furono interrotti da SnowWhite che corse via piangendo. La giovane la raggiunse, spiegandole di non poter sposare il padre, era innamorata di Daniel e non si può scegliere chi amare. L’unica cosa che le chiese fu di non proferire ad anima viva ciò che aveva visto: la madre non avrebbe mai capito, non le avrebbe mai permesso di seguire il suo cuore. SnowWhite promise e la giovane sorridendo rientrò in casa. I preparativi per la fuga dovevano iniziare.
[…]
“Nooooo! Madre! Nooooo!” urlò la giovane, mentre la madre stritolava il cuore dell’uomo che amava davanti i suoi occhi.
“Daniel… Daniel…” calde lacrime rigavano il suo viso.
“Perché? Perché non posso essere felice?” gridò la giovane alla madre.
“Io sono tua madre. So cos’è meglio per te. Dovrai essere una Regina, non sei nata per pulire le stalle.”
[…]
“Cosa ci fate, qui?” gridò SnowWhite, correndo verso la giovane.
“Provo il vestito da sposa.” Fu la laconica risposta.
“Oh, vi sposate con Daniel?”
“No, mi sposo con vostro padre.”
“Non capisco. Voi amavate Daniel.”
“Daniel è scappato da solo. Non gli importava di me. Avevo sbagliato su di lui.”
“Allora sarete la mia nuova madre?” chiese la bambina in un moto di felicità.
“Sapevo che la cosa più giusta da fare era dire a vostra madre che eravate innamorata.”
“Cosa? Cos’hai fatto SnowWhite? Ti avevo detto di non dire nulla!”
“Non volevo che anche voi perdeste vostra madre come io ho perso la mia.” Piagnucolò la bambina. “Potrete perdonarmi?”
“Sarò vostra madre, come potrei non farlo?” disse la giovane col cuore nuovamente frantumato.
[…]
Il matrimonio era ormai cosa fatta. Il re e la nuova regina stavano presenziando al banchetto per essi indetto. Una voce, seguita da tutti gli alti, intonò:
“Lunga vita a re Leopold e alla sua consorte , Regina.”
 
Robin chiuse di scatto il libro. Non era possibile.
 
 
Angolo dell’autrice: Eccomi di nuovo qua, col secondo capitolo di questa fan fiction. Mi scuso per il ritardo, ma tra studio e vita in generale, non sono riuscita a scrivere prima. Spero che la storia continui a piacervi e se così non fosse fatemelo sapere (in realtà anche se la storia incontra il vostro gradimento mi piacerebbe saperlo. XD ).
Insomma, che sia positiva, negativa o neutra, sarebbe bello avere una vostra recensione.
Alla prossima!
Elinor92
  
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