Salve
a tutte. Per prima
cosa, erigiamo tutte insieme un monumento al signor Muccio, che da
bravo
tecnico ha fatto risorgere sta scatola infernale dalle sue ceneri
… (e bravo
signor tecnico … che si è sorbito il mio pianto
isterico di domenica alle 4 quando
questo stronzo –scusate ma ora lo odio- di Pc
mi ha abbandonato)
Bene, dopo la statua in marmo
di Carrara formato gigante, ora devo ringraziare tutte voi!
Come ho già detto, ho perso
tutto ciò che c’era nel pc … anche i
capitoli nuovi.
Credo quindi che gli
aggiornamenti saranno molto più lenti del normale
… (tra l’altro, visto che
dovevo riscrivere il cap 19, ho riletto il 18 e sono rimasta
sconcertata da me
stessa. Come ho potuto scrivere delle cose così? ODDIO!
Quella sera dovevo aver
mangiato merendine a base di alcol … non me ne
capacito!Oddio! che vergogna!!!
Quasi quasi è un bene che il seguito sia andato perduto XD!
Ah, e mia sorella, che lo ha letto, mi ha detto che non mi
rivolgerà più la parola e che io sono una
pervertita!Dice che diventerò una scrittrice di copioni per
i film porno! che ridere la sua faccia sconvolta!) Inoltre fra poco
parto … Ma per intanto, eccovi questo capito, alla fine del
quale ci sono i
ringraziamenti alle 17 persone che hanno risposto all’avviso
postato
gentilmente dalla cara Lilian Potter! E un grazie anche a lilly95lilly! Per tutte voi che avete
commentato il cap 18,
sappiate che avevo già pronti i ringraziamenti, ma anche
quelli sono andati a
ramengo … Sappiate che ho apprezzato tantissimo le vostre
rec e che ne aspetto
altre, altrettanto belle. GRAZIE!!!
Giulls,
Hanairoh,
Wind,
Inuyasha__girl92,
BellaSwan95,
MoonlessNight,
PenPen,
emily
ff, Girasole94,
_Natsuki_,
francy94,
carlottina,
aLbICoCCaCiDa,
StarlitWriter,
bimbaemo,
memi16,
hachicat,
giulia9_91,
frizz_np,
3mo_is_love,
alice
brendon cullen,
yumisan,
Krisma,
Deimos,
AngelOfLove,
Rakiy,
tinellona,
yuyutiamo,
momob,
LittleBloodyMary,
Gx_Gse
(Contorta
dici?
Proprio come la mia personalità!!!Io sono moltooooo
contorta! Dovresti vedere i
miei ragionamenti XD), sophie_95,
Helen
Cullen, BloodyKamelot.
Spero di non aver perso la
mano e che questo capitolo vi piaccia.
Un bacio e a presto (mi
auguro)
Cassandra!
Ps:
Questo capitolo è un po' così ... si insomma ...
abbiate pazienza. devo riprendere confidenza con la tastiera XD
migliorerò!
E mi raccomando, leggete anche la mia one-shot su twilight: Indietro
Grazie alle persone che l'hanno commentata! (vi
risponderò nel prox cap!)
Oggi è uscito BREAKING DAWN!!!EVVIVA!!! Peccato che fino a martedì non potrò averlo!!!uffa.
Bella's POV
<
Pronta? > un
sussurro smorzato. La sua voce era molto bassa, roca. Sensuale, persino
più del
solito ...
Non
risposi subito.
Stavo
respirando il suo soffio,
fresco ed inebriante. Le sue parole di velluto scivolavano leggere sul
mio
volto.
Lo
fissai negli occhi
…erano diventati neri, nonostante non fosse trascorso molto
tempo dalla sua
ultima battuta di caccia.
Sentivo il mio sangue
pompare velocissimo ed impazzito nelle mie vene.
Rendere le mie guance
color porpora.
E vedevo la sua sete in
quei meravigliosi pozzi di pece fusa.
Mi dispiaceva sapere che
starmi così vicino gli procurava una sofferenza tale.
Sebbene lui non osasse
ammetterlo, la vicinanza del mio sangue gli bruciava la gola, come
fosse fuoco.
Lo desiderava, e per questo si odiava. Era la sua natura, non ne aveva
colpa. E
io non ne avevo paura. Conoscevo fin troppo bene la sua autodisciplina.
Sapevo quanto fosse bravo
nel fermarsi, quando fosse stato troppo, anche per il suo
autocontrollo. Non mi
avrebbe mai fatto del male. Avrebbe preferito morire …
Ma oltre la sete, era chiara
la voglia che aveva di me … come donna.
Chiusi gli occhi per
alcuni istanti, cercando di mantenere il respiro regolare.
Una battagli persa in
partenza …
Anche
perché Edward avvicinò
ulteriormente il suo volto al mio e, dopo avermi baciato le palpebre,
passò
delicato le sue labbra lungo una linea invisibile che andava da dietro
l’orecchio alla spalla, obbligandomi a reclinare il capo. Con
le labbra lambì
la pelle della mia clavicola.
Ebbi
un fremito a quel
contatto e strinsi il suo corpo al mio.
Appoggiai la fronte nell’incavo
del suo collo, nascondendo il rosso delle mie guance.
Non sapevo neanche io come
comportarmi, infondo era solo la seconda volta che ci provavamo.
Lasciai che fosse il mio
corpo a guidarmi. Strinsi la presa delle mie braccia sulla sua schiena.
Quando mi decisi a
sollevare le palpebre, incontrai di nuovo il suo sguardo. Mi scrutava .
Era cauto …
Mi resi conto di non aver
risposto alla sua domanda ed arrossii.
< Edward … >
< Sì? > il tono
della sua voce era prudente. Percepivo chiaramente il suo timore. Non
voleva
affrettare i tempi. Temeva di turbarmi.
<
Edward … sono pronta.
> sussurrai lentamente. Mi sollevai sui gomiti per un istante
per baciarlo e
poi mi abbandonai di nuovo alle lenzuola.
Mi
sorrise e si chinò a
leccare le mie labbra. Le sue mani mi carezzarono il volto e poi
scesero lungo
il collo, dietro le spalle, sulla mia schiena.
Ad ogni carezza mi
regalavano un brivido e lui sembrava perfettamente consapevole di
ciò …
Il tocco delle sue dita
era seguito da quello delle sue labbra, fresche e delicate. Discrete ma
allo
stesso tempo terribilmente maliziose.
Lasciai che giocasse con
la mia pelle, che la baciasse. E le scie gelate che lasciava su di me
mi
parevano tracciate con il fuoco. Lo stesso fuoco che bruciava dentro di
me.
Mi accarezzò i glutei e
poi, gentilmente, con le ginocchia mi obbligò ad aprire
ancora un po’ di più le
gambe.
Tremai quando sentii il
suo corpo gelato combaciare perfettamente con il mio, accaldato e
sudato. Il suo
bacino sopra il mio.
Le sue labbra non
abbandonavano il mio viso. Si appoggiarono sulle mie per un istante. Le
sfiorarono appena e poi la sua voce resa roca
dall’eccitazione che a stento
tratteneva, mi raggiunse:
< Ora … ? >
Annuii lentamente,
sorridendogli. Era assurdo che si facesse tutti quei problemi.
Poggiò la sua guancia
sulla mia e sussurrò al mio orecchio: < Ti amo, come
pensavo di non poter
amare mai … >
Le
mie dita intanto
avevano raggiunto la sua nuca e gli scompigliavano i capelli.
A quelle parole, lo sentii
sorridere sulla mia pelle. Erano sincere, e lui lo sapeva, ne era
contento.
Ero certa che tutte quelle
emozioni non le avrei mai potute provare con altri al di fuori di lui.
Quel sentimento così intenso
e travolgente …
Con
una mano, lentamente,
sollevò il mio bacino mentre con l’altra si
aiutava. Faceva pianissimo,
misurando ogni gesto, ogni singolo movimento.
Sapevo che era
terrorizzato all’idea di fare del male a me, o ad Elizabeth
…
Ma non volevo che vivesse
questi momenti con una tale ansia.
Volevo che fosse felice,
come lo ero io in quel momento… Volevo che fosse felice.
Volevo renderlo felice ...
Mi
aggrappai alle sue
spalle quando si unì a me per la seconda volta in tutta la
nostra vita.
Il suo, fu un movimento
fluido e delicato ma allo stesso tempo deciso.
Proprio come la prima,
sebbene molto attenuato, anche questa volta sentii dolore.
Mi lasciai sfuggire un
gemito sofferente mentre nascondevo la fronte nell’incavo del
suo collo.
Involontariamente, avevo
stretto la presa delle mie dita sui suoi capelli e avevo intrecciato le
gambe
alle sue.
Il mio corpo era in
tensione. Mi ero irrigidita.
Era strano sentirlo parte
di me … era bello, emozionante.
Edward
rimase fermo,
immobile.
Distinguevo
il suo respiro
affannoso accarezzarmi la nuca mentre speravo che non notasse quelle
due
dannatissime lacrime agli angoli degli occhi.
Mi accarezzò la pelle del
volto. Con amore, mi obbligò a voltare il capo e a fissarlo
negli occhi.
Vide i miei umidi e li
baciò, intrappolando le mie lacrime tra le sue labbra.
Senza
neanche pensarci,
alzai il capo improvvisamente ed appoggiai le mie alle sue. Lo baciai
sconvolta
io stessa della mia veemenza. Lui pareva piacevolmente sorpreso, a
giudicare
dalla risposta delle sue mani, intente a non permettermi di muovermi,
neanche
di un centimetro …
Era un bacio tenero,
timido nonostante tutto. Ora entrambe le sue mani erano sulla mia
schiena. Mi
obbligava a stargli vicinissima.
Il mio ombelico premeva
leggermente sui suoi addominali.
Con dei movimenti apparentemente
naturali, si unì a me in modo sempre più profondo.
E
ogni gesto, carico di
attenzione, era accompagnato da una carezza, un bacio.
Aspettava che mi abituassi
a lui, che i miei muscoli si distendessero.
Il mio corpo era caldo,
bollente. Mi pareva ardesse per l’emozione.
Pian
piano, il dolore mi
abbandonò completamente lasciando spazio
all’eccitazione.
Cercavo
di muovermi anche
io, ma ero goffa e, sebbene sapessi che fosse una cosa stupida, avevo
anche un
po’ paura.
Non saprei dire bene di
che.
Temevo di far male alla
bambina, di essere incapace, di non poterlo fare felice …
temevo di rovinare
tutto, di non essere all’altezza delle aspettative
… Non riuscivo proprio a capire cosa ci trovasse in me,
così goffa ed impacciata.
Edward invece, persino in
una circostanza come quella, non aveva perso la grazia infinita che lo
contraddistingueva.
Erano timori stupidi,
sapevo che lui mi avrebbe rimproverata se glie li avessi confidati.
Secondo
lui, mi sottovalutavo, mi sminuivo. Forse era vero. Forse no
… In fondo, lui non
era un giudice imparziale.
Era un angelo, intento a
baciarmi il petto, a regalarmi tutto il suo amore.
Quando
i movimenti di
Edward cominciarono a farsi più incalzanti, mi distolsero
dai miei pensieri. Sospirai
e lo abbracciai stretto a me.
< Bella? > era
preoccupato. Si era fermato all’istante.
< Amore, che c’è? >
< Niente … non ti
fermare ti prego. > gli bisbigliai, visibilmente imbarazzata.
Sorrise baciandomi la
guancia.
< Sicura? >
Annuii vigorosamente.
Volevo tranquillizzarlo e gli sorrisi, incoraggiante.
Senza preavviso, catturò
la mia bocca con un bacio. Era così …
così diverso dal solito.
Mi abbandonai alle sue
labbra avide e lentamente il mio corpo si rilassò.
Non mi ero mai sentita
così.
Ero
felice, felice dentro.
Sentivo
il mio cuore
battere all’impazzata e, quando Edward si scostava
leggermente per permettermi
di respirare, i miei ansiti cominciavano a riempire l’aria.
La sua mano scivolò sul
mio seno sinistro.
Ascoltava il cuore mio e della bambina, e intanto respirava a fondo il
mio odore ...
I nostri respiri erano
accelerati … forse troppo rumorosi.
Sperai
che gli altri
fossero molto, molto lontani.
Sentivo
nel mio corpo
farsi strada una sensazione vissuta solo in parte, solo una volta
… la notte
del matrimonio. Era assolutamente travolgente, impetuosa, bellissima.
Il mio corpo, attraversato
da dei brividi, non rispondeva più alla mia mente.
Mi scoprii molto più
audace di quanto non credessi.
Accarezzavo il mio sposo,
gli sussurravo il mio amore, gli baciavo ogni centimetro di pelle
riuscissi a
raggiungere.
Sentivo l’impazienza
crescere dentro di lui, dentro di me …
Lo sorpresi stritolare il
lenzuolo nel pugno, nel tentativo di trattenersi, mentre tutti gli
altri suoi
movimenti non tradivano assolutamente il suo stato.
Era così premuroso, così
dolce.
Gli
accarezzai la guancia
e lui ringhiò.
E io
inizialmente mi
spaventai … realizzai però praticamente subito la
vera natura del ringhio e
sorrisi, ad occhi chiusi.
Più che un suono
spaventoso, parevano delle fusa …
Ora anche io, vinta l’esitazione
iniziale, mi muovevo con lui, anzi, lui assecondava ogni mio movimento
…
cercava di non mettermi fretta … mi stava aspettando.
O per lo meno ci stava
provando.
Il
mio corpo era ancora scosso
da tremori leggeri quando lui appoggiò il palmo delle sue
mani sulle mie spalle
e cominciò a chiamarmi in modo molto, molto seducente.
Io non riuscivo a
rispondere. Ero troppo emozionata. La bocca secca mi impediva di
parlare.
Lui intuì tutto si abbassò
a sfiorarmi il lobo dell’orecchio.
Sentivo il suo corpo
freddo appoggiato leggerissimo sul mio.
Lo sentivo parte di me.
Queste erano le uniche cose che riuscivo a capire in quel momento.
Strinsi Edward a me con
tutta la forza che avevo. Volevo sentirlo mio, volevo essere la sua
parte
complementare. Non solo nell’anima, ma anche nel corpo.
Sentii nuovamente un
ringhio basso e roco nascergli nel petto. In quello stesso istante
anche lui mi
strinse a sé in un abbracciò avvolgente.
Il suo corpo s’irrigidì
per alcuni istanti. Inarcò la schiena e alla fine si
rilassò.
Ripensai
a l’unica volta
in cui lo avevo visto in quel modo … cinque mesi prima. Era
straordinario
pensare che proprio in quel modo avessimo concepito la nostra bambina.
Sapevo che ora lui era
completamente mio. Di nuovo …
Gli
accarezzai la schiena
e mi accorsi che tremava leggermente. I suoi movimenti si erano fatti
di nuovo
veloci sebbene sempre delicati, come se fossi fatta di vetro.
Ansimava
ed era molto provocante
mentre mi accarezzava.
Non riuscii a trattenere
il gemito di piacere quando mi sfiorò il seno e scese lungo
tutto il mio fianco.
Le sue dita ormai tiepide correvano lungo la mia pelle, rincorrendosi e
fermandosi nei punti più sensibili.
Mi sorrideva peccaminoso e
il suo respiro, una brezza gelida, mi dava alla testa.
Dopo un suo movimento
appena più brusco dei precedenti, strinsi la mia mano
intorno alla sua con
tutta la mia forza. Lui parve non accorgersene.
La sua voce, dannatamente
sensuale e roca, fu l’unica cosa che mi permise di non
dimenticare il mio nome …
Ormai
non ero più la
padrona del mio corpo, che rispondeva solo ai segnali di Edward.
O
fremiti, man mano sempre
più travolgenti, mi costringevano a stringermi a lui.
Quando persi totalmente il
controllo, sentii le mie dita stringersi intorno alla sua pelle
perfetta in
modo tanto forte da farmi male, ma non me ne importava.
La mia testa era
annebbiata dal suo respiro, mentre gli spasmi del mio corpo mi
obbligavano a
dei movimenti bizzarri.
Era come se fossi scossa
da centinaia di brividi ma di freddo, anzi ...
In un
attimo di lucidità
residua, potei constatare di non essere l’unica ad ansimare.
Fortunatamente.
Incontrai il suo sguardo
peccaminoso.
Percepii il mio corpo
tendersi e provai l’impulso di stringermi a lui. Le mie gambe
intrecciate alle
sue … il mio seno premuto contro il suo petto marmoreo.
Lui rispose al mio
abbraccio mentre tutti i muscoli del mio corpo si rilassarono
contemporaneamente. Boccheggiavo.
Rimasi tra le sue braccia
a lungo, cullata dalle sue carezze e dai suoi baci.
Quando separò il suo corpo
dal mio mi lamentai flebilmente e lui rise, baciandomi la fronte.
Accarezzò le
mie gambe, con cui gli avevo imprigionato il bacino, e mi
massaggiò i polpacci
obbligandomi a liberarlo dalla mia presa.
Con
un gesto velocissimo e
delicatissimo, ribaltò le nostre posizioni afferrandomi per
la vita e io mi
ritrovai di nuovo sdraiata su di lui. Ero stanca e mi limitai ad
accoccolarmi
sul suo petto, sdraiata di lato. Non volevo pesare sopra il pancione.
Già, la bambina …
Mi
portai le mani al grembo
e, carezzandolo, sospirai.
<
Che c’è? > mi
chiese Edward, dopo avermi coperta con il lenzuolo. < ti senti
male? >
< Mai stata meglio.
> gli sussurrai soddisfatta.
< Sei arrossita … come
mai? > mi domandò fingendo disinteresse.
< Edward? >
< Sì? >
< mhm … spero di non aver
fatto male ad Elizabeth … > confessai nascondendomi
sotto il suo mento.
Lui mi accarezzò le spalle
e, respirando a fondo il mio odore mi assicurò:
< Bella, te l’ho già
detto … la bambina è ben protetta, e noi abbiamo
fatto attenzione. Non corre
alcun rischio. >
Annuii lentamente
sfiorando il suo collo con le labbra. Il suo profumo mi tranquillizzava.
< Bella … come ti
senti? >
Alzai lo sguardo e lo
fissai irritata. < Bene, te l’ho già detto
… >
< Sei felice? >
Arrossii: < Moltissimo.
> confessai.
Mi
baciò la tempia e mi
sussurrò sereno:
< Se tu stai bene, se
tu sei felice, anche la bambina lo è. Percepisce tutte le
tue emozioni … le
vive con te. Voglio che tu sia serena e felice anche per lei. E per
questa sera
… si sarà solo chiesta cosa fosse tutto quel
movimento. Avrà pensato: “chissà
cosa staranno combinando?” >
Faceva la voce sensuale, quella che riusciva a
sbriciolare ogni mio minimo tentativo di resistenza.
Non potei fare altro che
ridere piano e mi abbandonarmi alle sue carezze.
Ritrovando
parte di una
uno spirito di iniziativa che non credevo nemmeno di avere, bisbigliai
peccaminosa:
< Questa è stata una
notte splendida … temo che Elizabeth si domanderà
molte altre volte cosa succeda,
il perché di tutto quel movimento … > e,
ammiccando alla mia stessa allusione,
gli massaggiai il petto con le dita.
< Io sono d’accordo. Il
movimento non le farà certo male. Ma ora, che ne dici di
dormire? Sei stanca. >
< non è vero. >
< Menti. >
Sbadigliai e mi misi
sistemai meglio tra le sue braccia. Il suo corpo era ormai tiepido, a
causa del
prolungato contatto con il mio.
Senza accorgermene, i
contorni della nostra stanza si sfocarono e i baci di Edward si
confondevano
con le sue carezze e io scivolai nel sonno sebbene avessi desiderato
che quella
notte non avesse mai fine.
Prima
di addormentarmi del
tutto, mi accorsi di Edward che mi massaggiava il pancione.
Stava dicendo qualcosa ma
capii che non era con me che parlava …
Ne ero certa … sarebbe
stato un padre dolcissimo.
<
Edward … > cercai di dire, ma la mia voce era
impastata di sonno. Lo
sentii guardarmi.
< Dormi. È tardissimo. > La sua voce di
velluto pareva accarezzarmi.
< Ti amo. Voglio stare
con te, per sempre. Passare altre infinite notti come questa
… > riuscii a dirgli prima di
sbadigliare.
I miei occhi sopraffatti dalla stanchezza bruciavano.
Con
voce malinconica mi
disse: < Bella … sarà così.
Insieme. > Mi strinse a se e mi baciò,
tormentato. Era agitato, turbato. In altre occasioni mi sarei
preoccupata, ma
in quel momento ero troppo stanca.
E
pensando al nostro futuro,
mi addormentai del tutto, scivolando in un sonno senza sogni.
Mi
rigirai nel letto.
Ancora voci.
Emmett,
Carlisle … forse
anche Rosalie … uffa, era tornata anche lei …
Mi
allungai nel letto alla
ricerca di Edward ma le mie dita tese incontrarono solo le lenzuola.
Mugugnando, aprii gli
occhi e con rammarico vidi che lui non c’era. Piegata sul
cuscino, una camicia
da notte per me.
Me la infilai e notai
sulla mia pelle dei segni rossi.
Sentii il sangue affluire
alle guance.
Non ricordavo fosse stato
così passionale. Speravo che gli altri non li notassero,
anche se alcuni erano
molto visibili.
Sorridendo,
mi portai una
mano al collo nascondendo i segni della sua passione e andai in bagno.
Ero
nella vasca quando
Alice bussò alla porta.
Non attese una risposta ed
entrò.
< Allora? Com’è andata?
> mi chiese senza guardarmi.
Io mi immersi fino al
mento portandomi le ginocchia al petto, per quanto Elizabeth me lo
permettesse,
e mi nascosi nella schiuma.
< Mm > risposi fissando
la paperella di plastica che navigava solitaria rischiando di annegare
nel
sapone …
< E dai! L’altra volta
non abbiamo fatto in tempo a parlarne … > e si
voltò per fissarmi negli occhi.
>
Io, per sfuggile, mi
immersi del tutto bagnandomi i capelli. Quando riemersi, trovai Edward
appoggiato allo stipite della porta. Istintivamente mi coprii il seno.
< Ti ho preparato la
colazione. Quando avete finito di spettegolare, vieni di la. > e
si avvicinò
per darmi un bacio casto sulle labbra. Chiusi gli occhi ma li riaprii
subito. Era
stato troppo breve come bacio. Lo cercai con lo sguardo ma lui era
già sparito
oltre la porta.
Sbuffai
con la bocca
nascosta per metà sotto l’acqua e il mio sospiro
sparse bolle di sapone
ovunque.
<
Alice … perché vuoi
che ti racconti, cosa che tra l’altro non farei mai, se tanto
hai già visto
tutto? >
< Sai, non credevo che
foste così passionali … > la povera
paperella spiccò il volo in direzione
testa di Alice. Lei naturalmente la schivò senza fatica.
< Dai Bella, esci. Devi
prepararti. > sembrava nervosa.
< Alice, che cosa c’è? >
chiesi improvvisamente agitata.
Alice nervosa era una
delle cose che più temevo. Il mio respiro si era fatto
veloce, un po’ troppo.
< Calma Bella. È tutto
sotto controllo.Aspettiamo solo una visita ... Ora esci da lì. Si sta raffreddando
l’acqua. >
E mi porse l’asciugamano.
< E per che ora
aspettiamo la visita? > chiesi esitante.
Ci pensò un attimo e poi
mi rivolse un sorriso.
< Arriverà nel primo
pomeriggio … >
< E che ore sono? >
< Sono le nove e mezza.
Hai tutto il tempo per prepararti! > e rise della sua risata
cristallina,
limpida e rassicurante.
Uscii dalla vasca con le
mani che mi tremavano leggermente.
Sapevo che non sarei
riuscita a mangiare niente.
Ancora
avvolta nell’accappatoio,
usci velocemente dal bagno e corsi da Edward.
Era voltato quando lo
raggiunsi. Gli cinsi la vita con le braccia. Lui si girò
stupito e lo vidi
gettare uno sguardo indagatore ad Alice.
Poi si abbassò a sfiorarmi
le labbra con il pollice.
< Che hai? > mi
domandò.
<
Ti amo. > gli
dissi nascondendomi nella sua camicia.
Mi
accarezzò le spalle e
cullandomi mi prese in braccio, riportandomi in camera.
< beh, è sempre bello
sentirselo dire. Ma posso sapere perché sei così
agitata?>
< Edward, chi è che sta
per arrivare? >
Lo sentii sussurrare tra i
denti il nome di Alice e, dopo un sospiro esasperato, mi
rassicurò:
< Non te lo dico. È una
sorpresa. > e mi fece il solletico mentre mi adagiava sul letto.
Rassegnata,
lasciai perdere.
Non me lo avrebbe detto.
Avrei aspettato, logorata dall’angoscia.
Anche se avrei fatto di tutto per non farglielo capire.
In fondo, avrei dovuto
aspettare solo poche ore.
Speravo
solo che nessuno stesse per sconvolgere la mia vita di nuovo. Non sarei
riuscita a sopportarlo. In fondo, chiunque stesse arrivando non poteva
rappresentare una minaccia ... Edward mi avrebbe già portato
via. Lui mi avrebbe protetto, sempre. A qualsiasi costo.
A quel pensiero, colta da
un’ondata di paura, mi aggrappai alle sue spalle.
Perché Jasper non c’era,
quando avevo bisogno di lui? Dannazione.
Grazie per il vostro
sostegno
e per aver risposto al capitolo-avviso a: Hanairoh,
Fin
Fish, Krisma,
Hele91,
MoonlessNight,
alice
brendon cullen,
novilunio,
Deimos,
_Natsuki_,
Rakiy,
francy94,
PenPen,
aquizziana,
Helen
Cullen, Giulls,
BloodyKamelot.
Scusatemi. Cancellando il
capitolo-avviso, ho cancellato anche i vostri commenti …
Visto però che mi dispiaceva
perderli, volevo dirvi che prima di cancellare il cap, li avevo copiati
e poi
incollati sul mio PC! Ci tenevo a dirvelo! Un bacio grande grande,
Cassandra!
Ah, grazie anche a
cometa91
e memi16
per
aver commentato Un
giorno di
pioggia
. Sono
contenta che vi
sia piaciuta la mia prima ficcy su Twilight. Ci sono molto affezionata!
E sempre amemi16 ed anche ad elisaterra un altro grazie per il commento a E in un attimo... !!!