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Autore: CassandraLeben    02/08/2008    35 recensioni
Questa storia è ambientata dopo Eclipse ed è stata elaborata prima dell’uscita di BD.
HO AGGIORNATO!!!!!!!
In breve: un racconto alternativo, avventuroso e romantico, nonché triste, di ciò che avevo immaginato potesse accadere dopo il fatidico “Sì” tra Edward e Bella.
Il ritorno dei Volturi, di Jack, Alec e Jane sconvolgeranno la vita dei novelli sposi
ATTENZIONE, PUò CREARE ASSUEFAZIONE E PROBLEMI CARDIACI! XD
< Isabella. > Una voce familiare risuonò nella camera. Sobbalzai. Non mi ero accorta della presenza di qualcuno nella stanza.
< Bella! Quanto tempo, desideravo con ansia rivederti. > Aro mi si avvicinò e mi prese la mano. Con gentilezza, me la baciò. Notai i suoi occhi guizzare sulla mia fede e poi incontrare i miei. Mi sorrise tranquillo e mi fece accomodare sul divano.
< Prego cara, siediti. Non avere paura. Non devi preoccuparti. > Sapevo che non potevo rifiutare. Tanto valeva stare al gioco. Magari sarei riuscita a sopravvivere un po’ più a lungo.
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap 19

Salve a tutte. Per prima cosa, erigiamo tutte insieme un monumento al signor Muccio, che da bravo tecnico ha fatto risorgere sta scatola infernale dalle sue ceneri … (e bravo signor tecnico … che si è sorbito il mio pianto isterico di domenica alle 4 quando questo stronzo –scusate ma ora lo odio- di Pc  mi ha abbandonato)
Bene, dopo la statua in marmo di Carrara formato gigante, ora devo ringraziare tutte voi! 
Come ho già detto, ho perso tutto ciò che c’era nel pc … anche i capitoli nuovi.
Credo quindi che gli aggiornamenti saranno molto più lenti del normale … (tra l’altro, visto che dovevo riscrivere il cap 19, ho riletto il 18 e sono rimasta sconcertata da me stessa. Come ho potuto scrivere delle cose così? ODDIO! Quella sera dovevo aver mangiato merendine a base di alcol … non me ne capacito!Oddio! che vergogna!!! Quasi quasi è un bene che il seguito sia andato perduto XD
! Ah, e mia sorella, che lo ha letto, mi ha detto che non mi rivolgerà più la parola e che io sono una pervertita!Dice che diventerò una scrittrice di copioni per i film porno! che ridere la sua faccia sconvolta!) Inoltre fra poco parto … Ma per intanto, eccovi questo capito, alla fine del quale ci sono i ringraziamenti alle 17 persone che hanno risposto all’avviso postato gentilmente dalla cara Lilian Potter! E un grazie anche a lilly95lilly! Per tutte voi che avete commentato il cap 18, sappiate che avevo già pronti i ringraziamenti, ma anche quelli sono andati a ramengo … Sappiate che ho apprezzato tantissimo le vostre rec e che ne aspetto altre, altrettanto belle. GRAZIE!!!
Giulls, Hanairoh, Wind, Inuyasha__girl92, BellaSwan95, MoonlessNight, PenPen, emily ff, Girasole94, _Natsuki_, francy94, carlottina, aLbICoCCaCiDa, StarlitWriter, bimbaemo, memi16, hachicat, giulia9_91, frizz_np, 3mo_is_love, alice brendon cullen, yumisan, Krisma, Deimos, AngelOfLove, Rakiy, tinellona, yuyutiamo, momob, LittleBloodyMary, Gx_Gse (Contorta dici? Proprio come la mia personalità!!!Io sono moltooooo contorta! Dovresti vedere i miei ragionamenti XD), sophie_95, Helen Cullen, BloodyKamelot.
Spero di non aver perso la mano e che questo capitolo vi piaccia.
Un bacio e a presto (mi auguro)
                                                   Cassandra!

Ps: Questo capitolo è un po' così ... si insomma ... abbiate pazienza. devo riprendere confidenza con la tastiera XD migliorerò!
E mi raccomando, leggete anche la mia one-shot su twilight:  
Indietro           Grazie alle persone che l'hanno commentata! (vi risponderò nel prox cap!)
Oggi è uscito BREAKING DAWN!!!EVVIVA!!! Peccato che fino a martedì non potrò averlo!!!uffa.

Bella's POV

< Pronta? > un sussurro smorzato. La sua voce era molto bassa, roca. Sensuale, persino più del solito ...

Non risposi subito.

Stavo respirando il suo soffio, fresco ed inebriante. Le sue parole di velluto scivolavano leggere sul mio volto.

Lo fissai negli occhi …erano diventati neri, nonostante non fosse trascorso molto tempo dalla sua ultima battuta di caccia.                                                 
Sentivo il mio sangue pompare velocissimo ed impazzito nelle mie vene.                                                                                           
Rendere le mie guance color porpora.
E vedevo la sua sete in quei meravigliosi pozzi di pece fusa.
Mi dispiaceva sapere che starmi così vicino gli procurava una sofferenza tale. Sebbene lui non osasse ammetterlo, la vicinanza del mio sangue gli bruciava la gola, come fosse fuoco. Lo desiderava, e per questo si odiava. Era la sua natura, non ne aveva colpa. E io non ne avevo paura. Conoscevo fin troppo bene la sua autodisciplina.
Sapevo quanto fosse bravo nel fermarsi, quando fosse stato troppo, anche per il suo autocontrollo. Non mi avrebbe mai fatto del male. Avrebbe preferito morire …
Ma oltre la sete, era chiara la voglia che aveva di me … come donna.
Chiusi gli occhi per alcuni istanti, cercando di mantenere il respiro regolare.
Una battagli persa in partenza …

Anche perché Edward avvicinò ulteriormente il suo volto al mio e, dopo avermi baciato le palpebre, passò delicato le sue labbra lungo una linea invisibile che andava da dietro l’orecchio alla spalla, obbligandomi a reclinare il capo. Con le labbra lambì la pelle della mia clavicola.

Ebbi un fremito a quel contatto e strinsi il suo corpo al mio.
Appoggiai la fronte nell’incavo del suo collo, nascondendo il rosso delle mie guance.
Non sapevo neanche io come comportarmi, infondo era solo la seconda volta che ci provavamo.
Lasciai che fosse il mio corpo a guidarmi. Strinsi la presa delle mie braccia sulla sua schiena.
Quando mi decisi a sollevare le palpebre, incontrai di nuovo il suo sguardo. Mi scrutava .
Era cauto …
Mi resi conto di non aver risposto alla sua domanda ed arrossii.
< Edward … >
< Sì? > il tono della sua voce era prudente. Percepivo chiaramente il suo timore. Non voleva affrettare i tempi. Temeva di turbarmi.

< Edward … sono pronta. > sussurrai lentamente. Mi sollevai sui gomiti per un istante per baciarlo e poi mi abbandonai di nuovo alle lenzuola.

Mi sorrise e si chinò a leccare le mie labbra. Le sue mani mi carezzarono il volto e poi scesero lungo il collo, dietro le spalle, sulla mia schiena.
Ad ogni carezza mi regalavano un brivido e lui sembrava perfettamente consapevole di ciò …
Il tocco delle sue dita era seguito da quello delle sue labbra, fresche e delicate. Discrete ma allo stesso tempo terribilmente maliziose.
Lasciai che giocasse con la mia pelle, che la baciasse. E le scie gelate che lasciava su di me mi parevano tracciate con il fuoco. Lo stesso fuoco che bruciava dentro di me.
Mi accarezzò i glutei e poi, gentilmente, con le ginocchia mi obbligò ad aprire ancora un po’ di più le gambe.
Tremai quando sentii il suo corpo gelato combaciare perfettamente con il mio, accaldato e sudato. Il suo bacino sopra il mio.
Le sue labbra non abbandonavano il mio viso. Si appoggiarono sulle mie per un istante. Le sfiorarono appena e poi la sua voce resa roca dall’eccitazione che a stento tratteneva, mi raggiunse:
< Ora … ? >
Annuii lentamente, sorridendogli. Era assurdo che si facesse tutti quei problemi.
Poggiò la sua guancia sulla mia e sussurrò al mio orecchio: < Ti amo, come pensavo di non poter amare mai … >

Le mie dita intanto avevano raggiunto la sua nuca e gli scompigliavano i capelli.
< Anche io ti amo. Come non potrei mai amare nessun’altro. >
A quelle parole, lo sentii sorridere sulla mia pelle. Erano sincere, e lui lo sapeva, ne era contento.
Ero certa che tutte quelle emozioni non le avrei mai potute provare con altri al di fuori di lui.
Quel sentimento così intenso e travolgente …

Con una mano, lentamente, sollevò il mio bacino mentre con l’altra si aiutava. Faceva pianissimo, misurando ogni gesto, ogni singolo movimento.
Sapevo che era terrorizzato all’idea di fare del male a me, o ad Elizabeth …
Ma non volevo che vivesse questi momenti con una tale ansia.
Volevo che fosse felice, come lo ero io in quel momento… Volevo che fosse felice. Volevo renderlo felice ...

Mi aggrappai alle sue spalle quando si unì a me per la seconda volta in tutta la nostra vita.
Il suo, fu un movimento fluido e delicato ma allo stesso tempo deciso.
Proprio come la prima, sebbene molto attenuato, anche questa volta sentii dolore.
Mi lasciai sfuggire un gemito sofferente mentre nascondevo la fronte nell’incavo del suo collo.
Involontariamente, avevo stretto la presa delle mie dita sui suoi capelli e avevo intrecciato le gambe alle sue.
Il mio corpo era in tensione. Mi ero irrigidita.
Era strano sentirlo parte di me … era bello, emozionante.

Edward rimase fermo, immobile.

Distinguevo il suo respiro affannoso accarezzarmi la nuca mentre speravo che non notasse quelle due dannatissime lacrime agli angoli degli occhi.
Mi accarezzò la pelle del volto. Con amore, mi obbligò a voltare il capo e a fissarlo negli occhi.
Vide i miei umidi e li baciò, intrappolando le mie lacrime tra le sue labbra.

Senza neanche pensarci, alzai il capo improvvisamente ed appoggiai le mie alle sue. Lo baciai sconvolta io stessa della mia veemenza. Lui pareva piacevolmente sorpreso, a giudicare dalla risposta delle sue mani, intente a non permettermi di muovermi, neanche di un centimetro …
Era un bacio tenero, timido nonostante tutto. Ora entrambe le sue mani erano sulla mia schiena. Mi obbligava a stargli vicinissima.
Il mio ombelico premeva leggermente sui suoi addominali.
Con dei movimenti apparentemente naturali, si unì a me in modo sempre più profondo.

E ogni gesto, carico di attenzione, era accompagnato da una carezza, un bacio.
Aspettava che mi abituassi a lui, che i miei muscoli si distendessero.
Il mio corpo era caldo, bollente. Mi pareva ardesse per l’emozione.

Pian piano, il dolore mi abbandonò completamente lasciando spazio all’eccitazione.

Cercavo di muovermi anche io, ma ero goffa e, sebbene sapessi che fosse una cosa stupida, avevo anche un po’ paura.
Non saprei dire bene di che.
Temevo di far male alla bambina, di essere incapace, di non poterlo fare felice … temevo di rovinare tutto, di non essere all’altezza delle aspettative … Non riuscivo proprio a capire cosa ci trovasse in me, così goffa ed impacciata.
Edward invece, persino in una circostanza come quella, non aveva perso la grazia infinita che lo contraddistingueva.
Erano timori stupidi, sapevo che lui mi avrebbe rimproverata se glie li avessi confidati. Secondo lui, mi sottovalutavo, mi sminuivo. Forse era vero. Forse no … In fondo, lui non era un giudice imparziale.
Era un angelo, intento a baciarmi il petto, a regalarmi  tutto il suo amore.

Quando i movimenti di Edward cominciarono a farsi più incalzanti, mi distolsero dai miei pensieri. Sospirai e lo abbracciai stretto a me.
< Bella? > era preoccupato. Si era fermato all’istante.
< Amore, che c’è? >
< Niente … non ti fermare ti prego. > gli bisbigliai, visibilmente imbarazzata.
Sorrise baciandomi la guancia.
< Sicura? >
Annuii vigorosamente. Volevo tranquillizzarlo e gli sorrisi, incoraggiante.
Senza preavviso, catturò la mia bocca con un bacio. Era così … così diverso dal solito.
Mi abbandonai alle sue labbra avide e lentamente il mio corpo si rilassò.
Non mi ero mai sentita così.

Ero felice, felice dentro.

Sentivo il mio cuore battere all’impazzata e, quando Edward si scostava leggermente per permettermi di respirare, i miei ansiti cominciavano a riempire l’aria.
La sua mano scivolò sul mio seno sinistro.
Ascoltava il cuore mio e della bambina, e intanto respirava a fondo il mio odore ...
I nostri respiri erano accelerati … forse troppo rumorosi.

Sperai che gli altri fossero molto, molto lontani.

Sentivo nel mio corpo farsi strada una sensazione vissuta solo in parte, solo una volta … la notte del matrimonio. Era assolutamente travolgente, impetuosa, bellissima.
Il mio corpo, attraversato da dei brividi, non rispondeva più alla mia mente.
Mi scoprii molto più audace di quanto non credessi.
Accarezzavo il mio sposo, gli sussurravo il mio amore, gli baciavo ogni centimetro di pelle riuscissi a raggiungere.
Sentivo l’impazienza crescere dentro di lui, dentro di me …
Lo sorpresi stritolare il lenzuolo nel pugno, nel tentativo di trattenersi, mentre tutti gli altri suoi movimenti non tradivano assolutamente il suo stato.
Era così premuroso, così dolce.

Gli accarezzai la guancia e lui ringhiò.

E io inizialmente mi spaventai … realizzai però praticamente subito la vera natura del ringhio e sorrisi, ad occhi chiusi.
Più che un suono spaventoso, parevano delle fusa …
Ora anche io, vinta l’esitazione iniziale, mi muovevo con lui, anzi, lui assecondava ogni mio movimento … cercava di non mettermi fretta … mi stava aspettando.
O per lo meno ci stava provando.

Il mio corpo era ancora scosso da tremori leggeri quando lui appoggiò il palmo delle sue mani sulle mie spalle e cominciò a chiamarmi in modo molto, molto seducente.
Io non riuscivo a rispondere. Ero troppo emozionata. La bocca secca mi impediva di parlare.
Lui intuì tutto si abbassò a sfiorarmi il lobo dell’orecchio.
Sentivo il suo corpo freddo appoggiato leggerissimo sul mio.
Lo sentivo parte di me. Queste erano le uniche cose che riuscivo a capire in quel momento.
Strinsi Edward a me con tutta la forza che avevo. Volevo sentirlo mio, volevo essere la sua parte complementare. Non solo nell’anima, ma anche nel corpo.
Sentii nuovamente un ringhio basso e roco nascergli nel petto. In quello stesso istante anche lui mi strinse a sé in un abbracciò avvolgente.
Il suo corpo s’irrigidì per alcuni istanti. Inarcò la schiena e alla fine si rilassò.

Ripensai a l’unica volta in cui lo avevo visto in quel modo … cinque mesi prima. Era straordinario pensare che proprio in quel modo avessimo concepito la nostra bambina.
Sapevo che ora lui era completamente mio. Di nuovo …

Gli accarezzai la schiena e mi accorsi che tremava leggermente. I suoi movimenti si erano fatti di nuovo veloci sebbene sempre delicati, come se fossi fatta di vetro.

Ansimava ed era molto provocante mentre mi accarezzava.
Non riuscii a trattenere il gemito di piacere quando mi sfiorò il seno e scese lungo tutto il mio fianco. Le sue dita ormai tiepide correvano lungo la mia pelle, rincorrendosi e fermandosi nei punti più sensibili.
Mi sorrideva peccaminoso e il suo respiro, una brezza gelida, mi dava alla testa.
Dopo un suo movimento appena più brusco dei precedenti, strinsi la mia mano intorno alla sua con tutta la mia forza. Lui parve non accorgersene.
La sua voce, dannatamente sensuale e roca, fu l’unica cosa che mi permise di non dimenticare il mio nome …

Ormai non ero più la padrona del mio corpo, che rispondeva solo ai segnali di Edward.

O fremiti, man mano sempre più travolgenti, mi costringevano a stringermi a lui.
Quando persi totalmente il controllo, sentii le mie dita stringersi intorno alla sua pelle perfetta in modo tanto forte da farmi male, ma non me ne importava.
La mia testa era annebbiata dal suo respiro, mentre gli spasmi del mio corpo mi obbligavano a dei movimenti bizzarri.
Era come se fossi scossa da centinaia di brividi ma di freddo, anzi ...

In un attimo di lucidità residua, potei constatare di non essere l’unica ad ansimare. Fortunatamente.
Incontrai il suo sguardo peccaminoso.
Percepii il mio corpo tendersi e provai l’impulso di stringermi a lui. Le mie gambe intrecciate alle sue … il mio seno premuto contro il suo petto marmoreo.
Lui rispose al mio abbraccio mentre tutti i muscoli del mio corpo si rilassarono contemporaneamente. Boccheggiavo.
Rimasi tra le sue braccia a lungo, cullata dalle sue carezze e dai suoi baci.
Quando separò il suo corpo dal mio mi lamentai flebilmente e lui rise, baciandomi la fronte. Accarezzò le mie gambe, con cui gli avevo imprigionato il bacino, e mi massaggiò i polpacci obbligandomi a liberarlo dalla mia presa.

Con un gesto velocissimo e delicatissimo, ribaltò le nostre posizioni afferrandomi per la vita e io mi ritrovai di nuovo sdraiata su di lui. Ero stanca e mi limitai ad accoccolarmi sul suo petto, sdraiata di lato. Non volevo pesare sopra il pancione.
Già, la bambina …

Mi portai le mani al grembo e, carezzandolo, sospirai.

< Che c’è? > mi chiese Edward, dopo avermi coperta con il lenzuolo. < ti senti male? >
< Mai stata meglio. > gli sussurrai soddisfatta.
< Sei arrossita … come mai? > mi domandò fingendo disinteresse.
< Edward? >
< Sì? >
< mhm … spero di non aver fatto male ad Elizabeth … > confessai nascondendomi sotto il suo mento.
Lui mi accarezzò le spalle e, respirando a fondo il mio odore mi assicurò:
< Bella, te l’ho già detto … la bambina è ben protetta, e noi abbiamo fatto attenzione. Non corre alcun rischio. >
Annuii lentamente sfiorando il suo collo con le labbra. Il suo profumo mi tranquillizzava.
< Bella … come ti senti? >
Alzai lo sguardo e lo fissai irritata. < Bene, te l’ho già detto … >
< Sei felice? >
Arrossii: < Moltissimo. > confessai.

Mi baciò la tempia e mi sussurrò sereno:
< Se tu stai bene, se tu sei felice, anche la bambina lo è. Percepisce tutte le tue emozioni … le vive con te. Voglio che tu sia serena e felice anche per lei. E per questa sera … si sarà solo chiesta cosa fosse tutto quel movimento. Avrà pensato: “chissà cosa staranno combinando?” > 
Faceva la voce sensuale, quella che riusciva a sbriciolare ogni mio minimo tentativo di resistenza.
Non potei fare altro che ridere piano e mi abbandonarmi alle sue carezze.

Ritrovando parte di una uno spirito di iniziativa che non credevo nemmeno di avere, bisbigliai peccaminosa:
< Questa è stata una notte splendida … temo che Elizabeth si domanderà molte altre volte cosa succeda, il perché di tutto quel movimento … > e, ammiccando alla mia stessa allusione, gli massaggiai il petto con le dita.
< Io sono d’accordo. Il movimento non le farà certo male. Ma ora, che ne dici di dormire? Sei stanca. >
< non è vero. >
< Menti. >
Sbadigliai e mi misi sistemai meglio tra le sue braccia. Il suo corpo era ormai tiepido, a causa del prolungato contatto con il mio.
Senza accorgermene, i contorni della nostra stanza si sfocarono e i baci di Edward si confondevano con le sue carezze e io scivolai nel sonno sebbene avessi desiderato che quella notte non avesse mai fine.

Prima di addormentarmi del tutto, mi accorsi di Edward che mi massaggiava il pancione.
Stava dicendo qualcosa ma capii che non era con me che parlava …
Ne ero certa … sarebbe stato un padre dolcissimo.

< Edward … > cercai di dire, ma la mia voce era impastata di sonno. Lo sentii guardarmi.
< Dormi. È tardissimo. > La sua voce di velluto pareva accarezzarmi.
< Ti amo. Voglio stare con te, per sempre. Passare altre infinite notti come questa … >  riuscii a dirgli  prima di sbadigliare. 
I miei occhi sopraffatti dalla stanchezza bruciavano.

Con voce malinconica mi disse: < Bella … sarà così. Insieme. > Mi strinse a se e mi baciò, tormentato. Era agitato, turbato. In altre occasioni mi sarei preoccupata, ma in quel momento ero troppo stanca.

E pensando al nostro futuro, mi addormentai del tutto, scivolando in un sonno senza sogni.


 Voci …

Mi rigirai nel letto.
Ancora voci.

Emmett, Carlisle … forse anche Rosalie … uffa, era tornata anche lei …

Mi allungai nel letto alla ricerca di Edward ma le mie dita tese incontrarono solo le lenzuola.
Mugugnando, aprii gli occhi e con rammarico vidi che lui non c’era. Piegata sul cuscino, una camicia da notte per me.
Me la infilai e notai sulla mia pelle dei segni rossi.
Sentii il sangue affluire alle guance.
Non ricordavo fosse stato così passionale. Speravo che gli altri non li notassero, anche se alcuni erano molto visibili.

Sorridendo, mi portai una mano al collo nascondendo i segni della sua passione e andai in bagno.

Ero nella vasca quando Alice bussò alla porta.
Non attese una risposta ed entrò.
< Allora? Com’è andata? > mi chiese senza guardarmi.
Io mi immersi fino al mento portandomi le ginocchia al petto, per quanto Elizabeth me lo permettesse, e mi nascosi nella schiuma.
< Mm > risposi fissando la paperella di plastica che navigava solitaria rischiando di annegare nel sapone …
< E dai! L’altra volta non abbiamo fatto in tempo a parlarne … > e si voltò per fissarmi negli occhi. >
Io, per sfuggile, mi immersi del tutto bagnandomi i capelli. Quando riemersi, trovai Edward appoggiato allo stipite della porta. Istintivamente mi coprii il seno.
< Ti ho preparato la colazione. Quando avete finito di spettegolare, vieni di la. > e si avvicinò per darmi un bacio casto sulle labbra. Chiusi gli occhi ma li riaprii subito. Era stato troppo breve come bacio. Lo cercai con lo sguardo ma lui era già sparito oltre la porta.

Sbuffai con la bocca nascosta per metà sotto l’acqua e il mio sospiro sparse bolle di sapone ovunque.

< Alice … perché vuoi che ti racconti, cosa che tra l’altro non farei mai, se tanto hai già visto tutto? >
< Sai, non credevo che foste così passionali … > la povera paperella spiccò il volo in direzione testa di Alice. Lei naturalmente la schivò senza fatica.
< Dai Bella, esci. Devi prepararti. > sembrava nervosa.
< Alice, che cosa c’è? > chiesi improvvisamente agitata.
Alice nervosa era una delle cose che più temevo. Il mio respiro si era fatto veloce, un po’ troppo.
< Calma Bella. È tutto sotto controllo.Aspettiamo solo una visita ... Ora esci da lì. Si sta raffreddando l’acqua. >
E mi porse l’asciugamano.
< E per che ora aspettiamo la visita? > chiesi esitante.
Ci pensò un attimo e poi mi rivolse un sorriso.
< Arriverà nel primo pomeriggio … >
< E che ore sono? >
< Sono le nove e mezza. Hai tutto il tempo per prepararti! > e rise della sua risata cristallina, limpida e rassicurante.
Uscii dalla vasca con le mani che mi tremavano leggermente.
Sapevo che non sarei riuscita a mangiare niente.

Ancora avvolta nell’accappatoio, usci velocemente dal bagno e corsi da Edward.
Era voltato quando lo raggiunsi. Gli cinsi la vita con le braccia. Lui si girò stupito e lo vidi gettare uno sguardo indagatore ad Alice.  
Poi si abbassò a sfiorarmi le labbra con il pollice.
< Che hai? > mi domandò.

< Ti amo. > gli dissi nascondendomi nella sua camicia.

Mi accarezzò le spalle e cullandomi mi prese in braccio, riportandomi in camera.
< beh, è sempre bello sentirselo dire. Ma posso sapere perché sei così agitata?>
< Edward, chi è che sta per arrivare? >
Lo sentii sussurrare tra i denti il nome di Alice e, dopo un sospiro esasperato, mi rassicurò:
< Non te lo dico. È una sorpresa. > e mi fece il solletico mentre mi adagiava sul letto.

Rassegnata, lasciai perdere. Non me lo avrebbe detto.
Avrei aspettato, logorata dall’angoscia. Anche se avrei fatto di tutto per non farglielo capire.
In fondo, avrei dovuto aspettare solo poche ore.

Speravo solo che nessuno stesse per sconvolgere la mia vita di nuovo. Non sarei riuscita a sopportarlo. In fondo, chiunque stesse arrivando non poteva rappresentare una minaccia ... Edward mi avrebbe già portato via. Lui mi avrebbe protetto, sempre. A qualsiasi costo.
A quel pensiero, colta da un’ondata di paura, mi aggrappai alle sue spalle. Perché Jasper non c’era, quando avevo bisogno di lui? Dannazione.

 
Grazie per il vostro sostegno e per aver risposto al capitolo-avviso a: Hanairoh, Fin Fish, Krisma, Hele91, MoonlessNight, alice brendon cullen, novilunio, Deimos, _Natsuki_, Rakiy, francy94, PenPen, aquizziana, Helen Cullen, Giulls, BloodyKamelot.
Scusatemi. Cancellando il capitolo-avviso, ho cancellato anche i vostri commenti …
Visto però che mi dispiaceva perderli, volevo dirvi che prima di cancellare il cap, li avevo copiati e poi incollati sul mio PC! Ci tenevo a dirvelo! Un bacio grande grande, Cassandra!
Ah, grazie anche
a cometa91 e memi16
per aver commentato Un giorno di pioggia . Sono contenta che vi sia piaciuta la mia prima ficcy su Twilight. Ci sono molto affezionata!
E sempre a
memi16 ed anche ad elisaterra un altro grazie per il commento a E in un attimo... !!!

                                

  
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