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Autore: wolfsbane97    28/05/2014    3 recensioni
[SPOILER 3B]
Juls Argent. o Juls Hale. Come preferite.
Vive a Beacon Hills, a casa di suo zio Chris, da quando sua madre è stata barbaramente uccisa da un animale.
Ha già stretto con tutti, o quasi tutti. Strano, eppure non è così socievole.
Questa è la sua storia, la storia di come la vita di questa ragazza goffa, timida e solitaria sta per cambiare per sempre. E di come un imminente guerra potrebbe segnare per sempre la vita del branco McCall.
But dude, It's Beacon Hills.
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Ok, gente. Questa è la mia prima long (all'inizio era una shot, ma grazie al parere di alcune adorabili persone ho deciso di trasformarla in una long), quindi siate clementi.
Anzi no. Sbattetemi in faccia se vi fa schifo qualcosa, cosa pensate dei personaggi e come vorreste che continuasse. Nonstante scrivo principalmente per diletto personale, sapere la vostra opinione mi piacerebbe tantissimo. Quindi, se vi va, recensite.
Un grosso bacio, la vostra S.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Siamo solo io e lui, in camera sua, seduti sul pavimento, con i libri davanti. Fuori è buio, la luna è alta, e noi parliamo da ore.
"Ti dico di no!"
"Te lo giuro! L'ho sentito bene!"
"Juls, sono in panchina da.. Praticamene da sempre. L'unica occasione per cui Finstock mi prenderebbe come titolare sarebbe per il giorno del contrario"
"Stiles, ti ho detto che l'ho sentito! Stava parlando con qualcuno, e, uscito fuori il discorso della squadra di quest'anno, ho sentito dirgli 'e da questo trimestre Stilinski passa a titolare'. Lo giuro sul-" mi interrompe, scaraventandosi addosso a me, facendomi stendere per terra. Mi tiene per i polsi e mi fissa. Le sue labbra si allungano in un lieve sorriso, un misto tra sexy da far venire i brividi e inquietante quanto basta. Si avvicina con cautela al mio collo, e inizia a baciarmelo. Sento ogni suo movimento, anche quello più impercettibile.
Sono sopraffatta dall'estasi, non controllo più le mie emozioni.
Inizia a fare caldo.
Molto caldo.
Gli occhi quasi mi bruciano. Anzi, mi bruciano davvero. Mi sento le guancie diventare bollenti. I battiti aumentano, sono sempre più veloci, inizio a sudare. Mi sento soffocare, c’è qualcosa che non va. Per quanto eccitante Stiles possa essere, questo è troppo. Che mi sta succedendo?
Mi stacco velocemente da lui, e mi precipito in bagno, sbattendomi la porta dietro e chiudendola velocemente a chiave.
Mi appoggio al lavandino, ho il respiro affannoso, mi manca l'aria. Alzo lo sguardo, e mi vedo allo specchio.
I miei occhi. Sono.. Sono dorati. Li apro con due dita, per vedere meglio, quando noto che dalle dita iniziano a uscirmi degli artigli, perforandomi la carne dei polpastrelli, che iniziano a sanguinare. Cerco di non urlare, ma dalla mia bocca escono lamenti di dolore.
I miei denti. Le gengive mi bruciano, sento il sapore del sangue sulla lingua.
Apro la bocca. I miei canini, sono cresciuti, sono lunghissimi. Mi allontano dallo specchio, terrorizzata, e sbatto contro la porta.
"Juls! Juls, apri! Tutto ok??" Stiles è preoccupatissimo.
"Stiles, va via! Vattene!" La mia voce è più roca, e non riesco a parlare con questi denti. Striscio via dalla porta, in preda al dolore allucinante, e arrivo dall'altra parte del bagno gattonando, appoggiandomi a un armadietto. Il respiro si fa sempre più corto, e il dolore insopportabile. Perdo sangue dalle dita, dalla bocca, non riesco a vedere chiaramente, è come se intorno agli occhi ci fosse uno strano alone rosso che impedisce di mettere a fuoco bene.
"Juls!" Continua a battere alla porta, con colpi molto forti.
Ecco che la porta si spalanca, spinta da un grosso calcio.
Una figura in tuta nera e incappucciata è ferma sotto la porta.
"È ciò che facciamo" dice fissandomi con uno sguardo serio, un pò compiaciuto.
"Allison, ti preg-" non riesco nemmeno a finire di parlare, che lei impugna la sua balestra e scocca una delle sue frecce d'argento, che mi arriva dritta nel mezzo del petto.
Mi sollevo di colpo.
Sono a letto, nel mio letto, completamente fradicia di sudore. La sveglia fa quel rumore assordante, vorrei scaraventarla a terra. Dalla finestra accanto al letto entra molta luce. Sono le 6:30.
Era un sogno. Solo un sogno. Allison, Allison mi aveva.. Non ci voglio credere.
Mi butto in avanti, affondando la faccia nelle mani e strofinandomi gli occhi.
Ho davvero bisogno di farmi una doccia. Scappo in bagno, mi lavo, e con ancora l'asciugamano in testa scendo a fare colazione. Zio Chris non c'è, come aveva detto ieri sera. Era da Derek, a discutere del piano per.. Ah, già. Stasera. Mi blocco nel bel mezzo della cucina, non appena realizzo che cosa sarebbe dovuto accadere. Non ci voglio pensare, non finché.. Beh.. Sono ancora me stessa.
Mi riempio una tazza di latte, ci metto un po' di cereali, e mi trasferisco sul divano per vedere un po' di tv, prima di iniziare a prepararmi per scuola. 
Lascio i capelli sciolti, non li ho fatti lisci come al solito, oggi sono mossi alle punte. Mi infilo i jeans con ancora lo spazzolino in bocca, cercando di non cadere come il pezzo di legno che sono. 
Metto una canotta e una giacca di jeans, un paio di anfibi e una collana con un ciondolo strano, l'unico ricordo che ho di mio padre. Nulla di troppo pretenzioso, anche se secondo Lydia potrei provare a mettere una gonna ogni tanto.
Forse, un giorno.
Un filo di trucco, prendo lo zaino e esco di casa. Entro in macchina, la mia piccola city car nera, metto in moto e arrivo a scuola.
Sembra tutto così normale, per ora.

Scendo dalla macchina e mi avvio verso l'entrata, dove vengo raggiunta da Lydia, che mi prende sotto braccio.
"Buon giorno, bellezza!"
"Buon giorno a te, splendore!" Dico sorridendo.
"Allora.." Eccolo. Il tono di voce. Quel tono che non volevo sentire oggi. Il tono da 'cosa ha intenzione di fare oggi che sarà il tuo ultimo giorno da persona normale?'.
"Lydia, so cosa stai per dire. E la risposta è 'niente'" ho l'aria scocciata, ma cerco in ogni modo di non sembrarlo. È solo che non voglio che l'atteggiamento degli altri nei miei confronti cambi.
"Beh, allora non ti dirò che avevo in programma di andare a rifarti il guardaroba con i soldi che mi ha regalato papà.." Dice allontanandosi, quasi offesa.
La prendo per un braccio "Sai che ti adoro, vero?" dico scherzando.
"Ok, ti perdono, ma solo perchè.." 'Perchè i tuoi miserabili giorni da umana sono finiti' i miei occhi sembrano captare questo.
"Beh perchè ti voglio bene. Quindi, niente scuse, non accetterò un ‘no’ come risposta. Appena uscite da scuola, sei mia"
"Sissignora!" Dico portandomi la mano alla fronte come i militari. Metto un braccio sulla sua spalla e andiamo verso i nostri armadietti, che sono ai lati opposti del corridoio, ma corrispondenti.
Ci stacchiamo per aprire le ante, e dal mio armadietto cade un bigliettino piegato in due. Lo raccolgo, mi guardo alle spalle per controllare se fossi osservata, e leggo: "Raggiungimi nell'aula di spagnolo". Un sorriso mi si forma sul viso, ma continuo a tenere gli occhi bassi.
"Uhm, Lydia, mi sono ricordata di dover andare a parlare con un professore per.. Beh sai, i soliti problemi di iscrizione.. Ci vediamo.. ehm.. Ci vediamo a pranzo!" Dico chiudendo l’armadietto e  allontanandomi, camminando all'indietro, poi le mando un bacio volante e giro l'angolo. Dio, sono pessima a mentire. Corro dall'altra parte della scuola, finchè finalmente non raggiungo l'aula di spagnolo. Apro la porta, me la richiudo alle spalle, e mi appoggio alla cattedra per riprendere fiato. Non sono certo molto atletica, e si direbbe dal fatto che sto quasi per avere una crisi respiratoria.
"Sei ancora viva?" Dice una voce dietro di me. Mi volto. Era appoggiato al muro accanto alla porta.
"Uhm.. Quasi.. Spero.." Ho ancora il fiato corto.
Si avvicina a me a passi lenti.
"Sai, non penso che oggi dovremmo essere a scuola.." Mi dice serio e tremendamente elettrizzante.
"Ah, davvero?" Dico io, tentando di ricompormi. Non penso di essere così sexy dopo aver corso per 5 minuti ininterrottamente (penso sia il mio nuovo record, comunque). "Già" dice lui facendosi sempre più vicino.
"E sentiamo, mister party planner, cosa dovremmo fare oggi?"
"Beh.." È difronte a me, mi prende per i fianchi e mi gira completamente, facendomi appoggiare al bordo della cattedra, fino ad avere i nostri nasi a meno di un millimetro di distanza. Tutto intorno a me sparisce. È questo l'effetto che mi fa.
"Posso darti un'anticipazione, se vuoi".
Annuisco timidamente, fissandogli le labbra. Si avvicina ancora di più, mette le mani intorno al mio viso, e mi da un bacio lentissimo, perfetto, riesco a sentire perfettamente le sue labbra sulle mie, che si staccano a fatica, quasi volessero rimanere unite per sempre.
"Stiles.." Riesco a sussurrare io, ma lui mi interrompe.
"So già che Lydia ti rapirà a fine giornata, ma tranquilla, penso che per le cinque avremo finito.." Continua a sfiorarmi le labbra con le sue, ci cerchiamo, ma per qualche strana tortura non ci incontriamo.
".. Credo" dice sorridendo, mentre i miei occhi si perdono nei suoi, così perfetti. Mi prende per mano, e usciamo da scuola. Arriviamo alla sua macchina, lui mi apre lo sportello e mi fa salire, da vero cavaliere. Sale anche lui, mette in moto e ci avviamo verso casa sua. Nel tragitto lo guardo spesso. È così preso dalla strada, così concentrato. Ha lo sguardo quasi corrucciato. Il suo naso all'insù mi fa impazzire, è perfetto. Sente che lo sto guardando, e appoggia una mano sulla mia coscia, allungando un sorriso. Appoggio la mia mano sulla sua, e mi volto verso il finestrino, guardando il bosco intorno a noi.
Arriviamo a casa sua e lui apre frettolosamente la porta, corre su per le scale, spalanca la porta della sua camera, lo tiro dentro, richiude la porta con un calcio, e in due secondi siamo sul suo letto. È incredibile la velocità con cui ci siamo ritrovati lì, ma poco importa.
Butta tutti i cuscini per terra, si stende sopra di me, e inizia a baciarmi il collo freneticamente. Dio, sono al settimo cielo. Forse però dovremmo rallentare. Forse. Dovremmo? Mmh, purtroppo penso di sì. Voglio rallentare? Probabilmente no.
"Hey.. hey, abbiamo tutta la mattina ancora.." faccio fatica anche a parlare, non vorrei staccarmi da lui per nessuna ragione.
Si ferma e mi guarda negli occhi, un po' deluso e imbarazzato. Si solleva e si siede, appoggiando la schiena al muro.
"Uhm.. Uh okay.. Sì, hai.. Hai completamente ragione, scusa, io.."
Ma guardalo. È così desolato. Così.. Goffo. Ma in fondo è questo che mi piace di lui.
È strano, ma mi ritorna sempre in mente la prima volta che ci siamo visti, fu al reparto di polizia. Mi ero appena trasferita, e zio Chris parlava con lo sceriffo riguardo l'omicidio di mia madre. Si chiamava Sloan, Sloan Argent. Capelli biondo scuro, corti fino alle spalle, occhi marroni, un fisico impeccabile, e aveva il cuore più grande che si potesse immaginare. Non avrei mai potuto sospettare che la sua fosse una famiglia di cacciatori. So che suo padre, Gerard, amava la caccia, che aveva trasmesso questa passione ai suoi figli, ma non a lei. Era pacifica, amava divertirsi e odiava la violenza.
In ogni modo, zio Chris e lo sceriffo parlavano di come le indagini si stavano svolgendo, o probabilmente, alla luce dei fatti che conosco ora, di come insabbiare l'accaduto in modo da farlo sembrare l'ennesimo attacco di animale nei boschi. Ero seduta su una panca di legno, dietro il vetro coperto da persiane che ci separava dall'ufficio. Giocavo con l'elastico che avevo al polso, lo intrecciavo tra le dita, giusto per perdere tempo. Ero cupa, triste, e arrabbiata con il mondo. Non volevo avere contatti di nessuno tipo, con nessun essere vivente. Faccio così, quando sono giù di morale. Mi chiudo in me stessa
In realtà, lo faccio tante altre volte. Non direi di essere una persona socievole, anzi ho sempre fatto fatica a fare amicizia o a fidarmi di qualcuno
È strano, ma con Lydia, Scott e Kira avevo legato subito invece. Mi sento.. a casa, con loro. Riescono a farmi sentire amata. E poi beh, con Stiles.. con Stiles è tutta un’altra cosa. Con lui tutto il mio mondo scompare. Sto.. sì, sto bene.
In ogni modo, lui entrò, precipitandosi goffamente all'interno dell'ufficio dietro di me.
"Stiles, non è il momento" una voce aveva detto, sicuramente lo sceriffo.
"Ma papà, DEVO dirtelo, altrimenti sento che mi marcirà dentro!" Era il ragazzo che era appena entrato. Quindi il suo nome era Stiles. Ed era il figlio dello sceriffo Stilinski. Ma che razza di nome era Stiles Stilinski? Continuavo a ripetermelo così tante volte che iniziai a farci l'abitudine. Uscito fuori dall'ufficio con l'aria abbattuta, si appoggiò al banco delle denunce. Iniziò a guardarsi intorno, finchè non incontro il mio sguardo. Fui subito colpita da lui. Non era un ragazzo bellissimo, da modello in copertina, ma aveva qualcosa che mi attraeva incredibilmente. Mi sono sempre piaciuti i ragazzi strani, non nella norma. E lui di certo non smentiva la regola.
Distolsi subito lo sguardo, essendo ancora depressa per la morte di mia madre e per.. Beh, tutta la situazione che si era venuta a creare. O forse questa era solo una scusa per giustificare la mia infinita timidezza. Abbassai lo sguardo e continuai a giocare con l'elastico, sempre più velocemente, presa dal nervosismo.
"Fai che non mi abbia notato, fai che non mi abbia notato.." Mi ripetevo in testa. Ma può Juls Argent (sì, ho il cognome di mia madre, è stata una sua decisione dopo la prematura morte di mio padre. In realtà, non ho mai chiesto molto di mio padre, non essendo abituata alla sua presenza, ma mia madre ogni tanto mi parlava di lui), sfortunata com'è, ottenere ciò che spera? Direi di no.
Infatti, Stiles mi fissava, cercava di capire chi fossi. Ogni tanto facevo 'casualmente' passare un'occhiata su di lui, per vedere se mi stesse ancora scrutando. Che situazione imbarazzante. Non speravo altro che zio Chris uscisse da quella stramaledetta porta. Odio sentirmi osservata.
Probabilmente notò che lo avevo scoperto, e girò il collo frettolosamente, fingendo una naturalezza che però non riuscì a ottenere. Mi conosceva? Aveva capito chi fossi? Lo zio mi aveva detto che le voci in paese girano veloci, ma non pensavo che qualcuno sapesse chi fossi due giorni dopo il mio arrivo.
Finalmente Chris uscì dall'ufficio, strinse la mano allo sceriffo, al quale io feci un timido cenno di saluto, al quale lui rispose con un sorriso molto accogliente, e uscimmo dalla stazione, mentre io continuavo a voltarmi indietro per tentare di rivederlo ancora. Stiles. Che nome ridicolo.
Vengo distolta dai miei pensieri quando squilla il suo telefono. È un messaggio. Stiles lo legge, ma non risponde.
"Fammi indovinare.."
"Oh, andiamo-"
"Malia, vero?"
Silenzio tombale.
"Stiles, non me la prenderò se vi parlate, lo sai. Siete amici. Perchè siete solo amici.. – faccio una pausa, visibilmente preoccupata - .. vero?" La mia voce passava da 'quello che dico è così scontato che fa ridere' a 'ti prego dimmi che è come dico io'. Ciò che era accaduto tra lui e Malia qualche mese prima, nel bel mezzo del suo 'trauma da possessione', non era irrilevante, lo capisco. Capisco anche che ha significato qualcosa per entrambi. E probabilmente, il loro rapporto si è fatto più intimo con l'avanzare del tempo, ma voglio sperare che sia finita. Non per essere il suo unico e solo interesse, la luce della sua vita o cose così. È solo una questione di.. Rispetto. In me. In noi, se esiste ufficialmente. 
Stiles si volta verso di me, con la sua aria da cucciolo irresistibile.
"Hey, stai tranquilla, ok? Quello che è successo tra di noi.. È passato. Ora ci sei tu – ci guardiamo negli occhi, ma i miei sono sensibilmente tristi e preoccupati – e non potrei essere più contento di così". Mi aveva preso le mani, e intrecciava le sue dita alle mie. Ora siamo seduti sul letto, una di fronte all'altro. I nostri discorsi, fatti da battute pessime, commenti provocatori e stupidaggini si interrompevano ogni tanto in un intervallo, in cui ci guardiamo fissi. Non è più imbarazzante, come la prima volta. Ora è quasi naturale, e non penso ci sia cosa più bella.
Mettiamo in chiaro: non sono romantica. Odio tutte quelle smancerie. Odio il rosa, non mi piacciono gli unicorni e non ho una collezione di bambole di porcellana. Non sono così. Sono una femmina, questo è chiaro, è solo che tendo a non mostrarlo mai così tanto.
Ma con lui è diverso. Con lui sono diversa. Non mi dispiace guardarci per anche cinque minuti, non mi dispiace rimanere abbracciati per tanto tempo. Certo, la velocità con cui possiamo passare da una gara di rutti allo stare insieme a letto è incredibile. Ma questo è ciò che mi piace di noi.
Ok, prometto che ho finito con il monologo amoroso, giuro
Continuiamo a parlare del più e del meno, quando tocchiamo un tasto abbastanza dolente.
"Quindi.
Sai..
Mi chiedevo se hai mai..
Beh..
Se hai.." Mi dice lui con lo sguardo basso, a fissare le nostre mani.
"No, Stiles. Sono ancora vergine." Dico un pò imbarazzata. "E tu..  voglio dire.. sei..”
"Oh sì. Sì, totalmente, incredibilmente vergine. Puro come l'acqua" dice lui guardandosi intorno. Sta evitando il mio sguardo.
"Pensi che noi.. Voglio dire.. Potremmo mai.."
"Stiles.."
"Oh, oh, no, oddio, dio, scusami.. No no no, dimentica quello che ho detto. Gesù Cr.."
"Hey, hey! Calmo, va tutto bene. Non ti ho detto di no. È solo che stiamo insieme da così poco.. Voglio essere sicura di essere pronta, e che tu ti senta a tuo agio con me. Voglio essere sicura che facciamo la cosa giusta"
"Sì, lo so.. Dio, mi dispiac-" lo interrompo con un bacio.
La mattina prosegue così, quando verso il pomeriggio Lydia passa a prendermi da casa sua. La sua macchina bianca è fantastica, così elegante, così.. Lydia.
Bacio Stiles, esco da casa quasi delusa ed entro nella macchina. Lydia parte, e in due minuti siamo al centro commerciale.
Mi trascina da un negozio all'altro, mi costringe a comprare un sacco di abiti. È la sua terapia. Entriamo in un negozio di abiti da ballo, di quelli di raso e pieni di paiette (esattamente ciò che odio), perchè lei insiste a dire che nel mio armadio non può mancare un abito del genere. Come faccio a dirle di no?
Mi fa provare più o meno una decina di abiti, passando dal rosa shocking al verde smeraldo. I miei occhi però si posano su un abito color celestino chiarissimo, con un corpetto a impero bianco drappeggiato. Mi ero innamorata. Lydia mi manda subito in camerino a provarlo e obbedisco agli ordini, questa volta senza esitare.
Apro le tendine, appoggio l'abito su uno sgabello, le richiudo e mi sfilo subito l'abito che avevo addosso. Metto facendo estrema attenzione questo vestito stupendo, infilandolo dalle gambe per non rovinarlo. Una volta messo, mi alzo la zip laterale. Mentre la alzo, la testa inizia a girarmi. Sarà la stanchezza. Continuo ad alzarla a piccoli scatti. Beh, il dolore aumenta, ma è normale.
Uhm, sì. Dovrebbe essere normale. Penso. Wow, diventa bello forte. Forse è meglio sedermi.
Inizio a sudare freddo, la testa mi scoppia, mi stringo la fronte tra le mani. Lancio un verso di lamento. Sono quasi le stesse sensazioni.. sì, le stesse del sogno. Il dolore è insopportabile. No, non potrà mica essere.. dio, no. Ti prego. Alzo lo sguardo allo specchio difronte a me.
I.. I miei occhi.. Sono.. Sono dorati.. Sono.. Proprio come.. No, non è possibile. Strizzo gli occhi, e quando li riapro sono normali. Grazie a Dio. Doveva essere una specie di allucinazione. Maledetta prozia Jane.
Decido di sfilarmi il vestito di dosso e correre a casa per stendermi. La testa mi gira sempre più forte, mi sento debole, sempre di più, sento dolore ovunque, non ce la faccio più. Mi rivesto lentamente, data la mia debolezza, esco dal camerino, afferro Lydia e la porto fuori.
"Devi portarmi a casa. Non so cosa mi sta succedendo, ma ho bisogno di stendermi. E ho bisogno di Scott. Al più presto".
Corriamo a casa, mi appoggio su di lei per camminare, quando prima di aprire la porta con le mie chiavi, lo zio la spalanca, prendendomi in braccio e portandomi in camera mia. Non capisco nulla di ciò che mi accade intorno. Sto sudando molto. La testa mi gira fortissimo. 
Cosa mi sta succedendo?
Passano altri dieci minuti, e io sono ancora in queste condizioni. Sento solo le voci di Chris e Lydia. Sono confuse, non riesco a capire.. Vedo sfocato, sento come un peso su di me che non mi permette di muovermi. Vedo sempre di meno, fino a quando crollo, come in un sonno profondo.
"Juls?" È Lydia. Mi accarezza la fronte.
Apro gli occhi lentamente, sono stesa sul letto, nella mia camera. Sono sudatissima, e Lydia è seduta accanto a me, stringendomi una mano.
La testa mi fa malissimo,non riesco nemmeno a muovermi.
“Stai tranquilla, ok?” la voce di Lydia è terapeutica.
Mi volto lentamente, e distinguo sotto la porta Scott che mi guarda.
Si avvicina a me.
“Juls, come stai?
“Stiles.. dov.. dov’è Stiles?” riesco a fatica a sussurrare
“È da Deaton, Juls. Stai calma, è tutto ok” mi aveva preso l’altra mano. Di fronte al letto appare anche Kira. E dietro di lei Derek
C’erano tutti. Sono quasi felice. Certo, non di sentirmi in punto di morte, ma di vedere tutti quanti intorno a me. Non pensavo si sarebbero preoccupati tutti così tanto
Ci sono tutti, tranne Stiles.
.. e Malia. Sono andati insieme a parlare.
Non so cosa pensare, ma in questo momento non ho nemmeno la forza di pensarci.
Chris rimane sotto la porta, non si muove da lì. Mi fissa, però. Non stacca gli occhi. È visibilmente terrorizzato. Si allontana poi insieme a Derek. Gli “adulti”, insomma (anche se non sono sicura dell’età effettiva di Derek). In effetti sono sorpresa che Derek sia qui. Era così.. distaccato. Sin dal primo momento in cui mi ha vista, e ha saputo che eravamo imparentati.
Aveva detto “Altri parenti? A saperlo avrei organizzato una festa o qualcosa del genere. Grazie, ma non ho bisogno di una famiglia allargata”. Si percepisce subito che non gli vado molto a genio, ma poco male, in fondo nemmeno ci parliamo.
A rifletterci, sarei una mezza parente anche di Malia. Non che la cosa mi entusiasmi più di tanto.
Basta pensare, il dolore prende il sopravvento. Continuo a lamentarmi, ho delle forti fitte alla testa, sono quasi regolari.
Lydia e Scott si guardano, preoccupati.
“Juls, penso tu debba sapere..” mi dice Scott preoccupato.
“..cosa?” sussurro.
“Mentre eri svenuta, ti ho aperto le palpebre e i tuoi occhi..”
“Erano dorati, non è vero?”
“..come lo sai?” dice Lydia sconvolta.
“Perché l’ho sognato stanotte. E nel camerino, oggi, stavo per.. beh, sai..”
Tutti si voltano a guardarmi, increduli.
Stiles entra nella stanza di corsa, quasi inciampando sotto la porta, e si precipita a letto, scansando Scott e stringendomi la mano molto forte. “Juls, mio Dio, stai bene? Cosa è successo?”
Faccio un lieve sorriso, e tento di rispondergli il più serenamente possibile “Stai tranquillo. Sto bene, ok? Sto bene” e con tutta la forza che ho in corpo appoggio l’altra mia mano sulla sua, che tiene forte stretta le mie dita. Sorride anche lui.
Sento dei passi avvicinarsi, e sotto la porta appare Malia. Rimane lontana, un po’ indecisa e imbarazzata, poi si avvicina e mi chiede timidamente come sto.
Sorrido anche a lei, e credetemi se vi dico che con lei è molto raro. Non abbiamo mai avuto tutto questo gran rapporto, sin dall’inizio. Forse perché non abbiamo mai parlato, forse perché in realtà siamo simili, caratterialmente: timide, chiuse, preferiamo cavarcela da sole, e incontriamo un enorme difficolta a instaurare rapporti di alcun genere.
Mi dicono di dormire, di riposarmi in modo che la notte sarei stata in forze. Nonostante tutto, le mie abilità da cacciatrice erano richieste, trasformazione o meno.
La prima volta che avevo preso in mano un arma era stata dopo la morte di mia madre: Chris mi aveva rivelato le origini di Sloan, e di conseguenza le mie, e avevamo iniziato subito l’addestramento. Sapevo ormai come impugnare un arma, avevo affinato la mia mira e avevo persino imparato alcuni trucchi da cacciatrice. Chris mi aveva anche insegnato a usare l’arco e la balestra, ma ogni volta che le impugnavo mi salivano i brividi dietro la schiena. Era come sentire Allison lì, accanto a me, che aggiustava la mia postura, migliorava la posizione delle braccia, insomma, sembrava che fosse ancora con me. Eppure tutti insistevano che io usassi la balestra. Chris me ne aveva comprata una completamente argentata,e mi aveva allenato ore e ore ad usarla al meglio, e in effetti ero abbastanza brava. Ma non volevo prendere il posto di Allison. Non voglio essere lei, non voglio sostituirla, no, non posso.
Ho dormito per circa tre ore (penso sia il mio sport preferito, dormire), e al mio risveglio sto già molto meglio. Stiles è addormentato sulla poltrona all’angolo della stanza, con la bocca spalancata. Che idiota.
Riesco ad alzarmi,lo raggiungo e lui si sveglia di colpo.
“Eh?? Che c’è?? Chi è??” inizia a sbraitare.
“Calmo, sono io” dico ridendo.
“Stai meglio?” mi chiede premuroso.
“Sì, sto meglio. Sto.. sto bene. In ogni modo.. cosa.. ehm.. cosa ti ha detto Deaton?” non sono sicura di voler sentirmelo dire, a dire il vero. Sono terribilmente spaventata.
“Oh, ehm.. ha.. ha detto che prima che la luna sia, sai, al culmine, devi ingerire dello strozzalupo, così si potrà tentare di bloccare la trasformazione”. Non mi guarda negli occhi. È più terrorizzato di me.
Mi siedo per terra, difronte a lui.
“Funzionerà?”
“Deaton dice che al 90% funzionerà”“E.. e quel 10%?”
“Non voglio nemmeno pensarci” affonda il suo viso nelle mani, e si massaggia le tempie.
“Ha detto che ciò che ti è accaduto non è altro che il corpo che si prepara alla trasformazione. In pratica, sei pronta..” si massaggia la fronte, sempre più forte, poi si alza di scatto e tira un calcio alla poltrona, facendola cadere all’indietro. Mi alzo alla vista di un gesto così pieno di rabbia. Non lo avevo mai visto così.
Si porta le mani alla faccia, fa un respiro profondo, poi si avvicina a me e mi abbraccia forte.
“Mi dispiace.. scusami, non volevo.. Dio, perdonami..” lo stringo forte a me.
“Ti prometto che non succederà niente. E se accadrà ti giuro che nulla cambierà tra di noi. Ma tu devi promettermi che farai qualsiasi cosa per rimanere vivo, stanotte. Qualsiasi cosa” gli dico prendendogli il viso tra le mani.
Lui annuisce, e mi abbraccia di nuovo.
“Uhm, scusatemi.. ehm.. oh dio, Scott vuole che scendiate” Malia era appena entrata nella mia stanza, ed era paralizzata dall’imbarazzo, un po’ come me. Io e Stiles ci stacchiamo immediatamente, e mi porto la mano dietro la nuca, vergognandomi tremendamente. Non proprio difronte a lei, diamine.
“Arriviamo” dice Stiles, e Malia si dilegua.
Scendo lentamente le scale, essendo ancora un po’ debole, e tutti ci aspettano in salotto, seduti ai divani e alle poltrone, con una mappa del bosco di Beacon Hills, con tracciati i percorsi di strada battuta, i fiumi, le colline, tutto. Era piena di segni, linee, numeri. Stavano discutendo dell’attacco.
Scott era così cambiato dalla morte di All. Era più combattivo, più determinato, più Alfa. Ma non perdeva mai, e dico mai, il suo obbiettivo: mantenere tutti in vita. Stavolta, nessun eroe doveva cadere. Non se lo sarebbe mai perdonato.
Passiamo un’altra ora a trattare ogni dettagli dell’attacco, e secondo il piano Kira sarebbe dovuta venire con me dal lato Est del bosco, portando con se lo strozzalupo. Essendo un kitsune, lo strozzalupo non l’avrebbe ferita in alcun modo. Aveva fissato il timer per le 23:17, ovvero un minuto prima del culmine della luna piena, e mi avrebbe legata a un albero forzandomi a ingerire quei diamine di fiori. Le catene erano una precauzione in caso mi fossi.. trasformata. Wow, fa così strano pensarla come una vera e propria possibilità.
Sono le 21:00, tutti sono a casa a prepararsi. Afferro la balestra, le freccie, i coltelli, le pistole elettriche e le sistemo addosso a me. Coltelli negli stivali, pistola appositamente posta in una specie di “porta pistola” elettricamente isolato per sicurezza, balestra in mano e freccie pronte dietro la schiena.
“Vestitevi di scuro, la Loba non vi deve vedere nel buio”.
È incredibile dover pensare a cosa mettersi in occasioni come queste. Come richiesto mi vesto completamente di nero, e i capelli scuri aiutano la “mimetizzazione nella notte”.
È tutto così drammaticamente triste. Questa potrebbe essere la mia ultima notte da umana. Le mie ultime ore. La mia vita cambierà radicalmente. I miei affetti, i miei sentimenti. Tutti cambiati.
Penso anche a mia madre. E improvvisamente le mie preoccupazioni svaniscono. Sto andando a combattere, a combattere contro un mostro. Il mostro che ha ucciso mia madre, che ha distrutto la mia famiglia, la mia vita. Ha distrutto me.
Lo farò per lei. Per Sloan.
Passo a prendere Kira da casa, con la mia macchina. Ci avviciniamo alla nostra postazione nel bosco, dal lato del fiume. Ci mettiamo dietro a un albero. Ormai sono le 22:30. Tutti sono al loro posto. Stiles ci avrebbe raggiunto di lì a poco, non avevo capito ancora bene il motivo. Forse per controllare che l’ “esperimento” sia andato a buon fine. Forse perché Scott in fondo, sapeva cosa voleva dire veder scivolare tra le mani la persona più cara che si ha, e non voleva questo per il suo migliore amico.
Stiles arriva 30 minuti più tardi, sono le 23 passate.
“Uhm Kira, potresti.. sai..” dice Stiles nervoso.
“Oh, certo, non ci avevo pensato, scusatemi”. Kira quando è nervosa parla velocemente, ma è adorabile.
“Allora..” dico io..
“Allora..” risponde lui. E tutto così buio intorno.
“Ci siamo” non riescoa guardarlo, sento che scoppierò a piangere.
“Ci siamo..” nemmeno lui mi guarda.
I nostri sguardi si incrociano. Come la prima volta che ci siamo visti, per caso. Veniamo rapiti l’una dall’altro.
Non ci diamo nemmeno il tempo di pensare, ci saltiamo addosso e ci baciamo. È un bacio triste. Sembra un bacio d’addio. Nessuno di noi sapeva come questa serata sarebbe finita, e non sapere faceva più male che sapere.
Non vogliamo staccarci, ma dobbiamo. Rimaniamo vicini, a occhi chiusi.
“Devi rimanere vivo. Promettimelo” dico mentre una lacrima mi riga la guancia.
“Solo se tu mi prometti che domani potrò vederti, sana e viva. Licantropo o non.” gli trema la voce.
Annuisco, prima di baciarlo di nuovo. Rimaniamo abbracciati, quando Kira, cupa e triste ci interrompe.
“Ragazzi, interrompervi è l’ultima cosa che vorrei ma..”
“Tranquilla Kira, va bene” dico asciugandomi la guancia con la manica della felpa nera.
Mi avvicino all’albero, mi faccio legare strettissima da Kira, mentre Stiles, a qualche metro di distanza mi guarda fisso, con le braccia conserte.
Kira esce dal suo zaino una boccetta piena di una strana polvere viola. Eccola, l’arma che mi avrebbe salvato la vita. Forse.
Controlla l’orario. 23:16. Ci siamo.
Apre la boccetta e si avvicina a me, attenta a non far cadere il contenuto. Procede  a passi lenti, e questa cosa mi uccide ancora di più.
Un colpo sordo si sente da dietro Kira. Si volta, e io riesco a guardare dietro di lei.
“STILES!” urlo terrorizzata. Stiles è a terra, svenuto. Il cuore inizia a battere forte.
Kira si guarda intorno a scatti, cercando di capire chi avesse colpito Stiles, ma non vede nessuno. Una figura nera passa velocemente dietro di lei, e anche lei con un suono sordo cade a terra, svenuta.
Il cuore va sempre più veloce, sono terrorizzata. Che succede?
“Chi c’è??
CHI SEI??”
Urlo senza controllo.
Eccoli, i sintomi di oggi pomeriggio: sudore, mal di testa, battiti velocissimi, e inizio a sentire il sapore del sangue in bocca.
“JULS!” Scott, da lontano, corre contro di me, è terrorizzato.
“PRENDI LO STROZZALUPO!” mi urla più forte che può. Ok, mi devo liberare, devo prendere la boccetta che è caduta a terra. In testa ho troppi pensieri, la Loba, mia madre, Stiles, Kira, Scott, Allison, lo strozzalupo.
Non riesco a liberarmi, non.. non posso. Inizio a piangere mentre tento di togliermi le catene, e la rabbia mi pervade.
Devo farcela. L’ho promesso a tutti. Devo liberarmi.
22:17. La sveglia del telefono di Kira, caduto a terra suona. La luna è al culmine. Per liberarmi devo.. devo farlo. Non devo respingerlo. Devo trovare un modo per prendere quel dannato strozzalupo.
Tutti i miei pensieri, tutta la rabbia, riesco a incanalare tutto in una forza disumana, mai provata prima.
Riesco finalmente a rompere le catene e mi butto sulla boccetta, che però sparisce improvvisamente, portata via da quella maledetta ombra. Scott è poco lontano da me ormai, corre ancora disperatamente, quando viene bloccato da qualcosa. È lui, è la figura scura. Non lo riesco a distunguere, e come coperto da qualcosa. Mette il braccio intorno al suo collo, mentre lui tenta di liberarsi per non soffocare. La figura scura estrae la boccetta e versa il contenuto dentro la bocca di Scott. Sta soffocando, ha ingerito strozzalupo mentre era trasformato.
“SCOTT!” urlo in preda al panico prima di vederlo cadere a terra.
Stiles si riprende, si rende conto della situazione e corre da Scott.
Ma ecco di nuovo i sintomi. Sta accadendo. I canini si allungano, sento il sangue in bocca,dalle mani escono gli artigli, perdo sangue a grosse goccie. Sento dei peli fuori uscire in prossimità delle orecchiè, lungo tutto il viso, mi fa malissimo, il dolore aumenta sempre di più, riesco solo a pensare a quanto sto soffrendo, ho caldo, non respiro. Cado in ginocchio, esausta e torturata, lanciando un urlo di dolore. Stiles lo sente, e si avvicina correndo.
Mi volto di scatto verso di lui.
“STAI LONTANO!” lui si ferma di colpo, spaventato a morte, e indietreggia.
Mi specchio nel telefono di Kira, ancora per terra.
I miei occhi sono dorati, ho peli ovunque, sono un mostro. Sono diventata il mostro che ha ucciso mia madre.
È troppo tardi.



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Allora? Che ne pensate? Ci ho messo davvero tanto, tanto impegno, e devo ammettere di esserne abbastanza orgogliosa.
E' strano, ma penso di aver trovato la canzone ideale per l'ultima parte della storia, subito dopo che Juls si riprende dallo svenimento. Si chiama "Beautiful Nightmare", di Skylar Grey. La ascoltavo mentre scrivevo, e mi ha dato tutta l'ispirazione necessaria per concludere il capitolo.
Spero questa storia vi piaccia quanto sta piacendo a me scriverla.
Fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando.
Un abbraccio, S.

Ah, ho anche creato le prime "scene" di Juls, sta a voi capire quali siano. Ditemi se vi piacciono, mi raccomando ;)


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